Quanto paga l’INAIL per una frattura al malleolo?

INAIL e frattura al malleolo: indennità per inabilità temporanea, indennizzo per danno biologico e rendita; procedure di richiesta, documentazione, condizioni di ammissibilità e consigli di riabilitazione.

Una frattura al malleolo può avere ricadute importanti non solo sul recupero funzionale della caviglia, ma anche sul piano economico e lavorativo. Se l’evento è avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro o nel tragitto casa-lavoro (infortunio “in itinere”), l’INAIL può riconoscere prestazioni economiche e sanitarie specifiche. Capire “quanto paga” l’INAIL per una frattura al malleolo significa distinguere tra indennità per l’assenza temporanea dal lavoro e indennizzo per i postumi permanenti (il cosiddetto danno biologico), che vengono calcolati con criteri diversi e tempi differenti.

Dal punto di vista medico-legale, il punto chiave è la valutazione dei postumi una volta stabilizzati gli esiti della frattura (consolidamento), momento in cui viene stimata una percentuale di menomazione secondo le tabelle INAIL. In parallelo, durante il periodo di inabilità temporanea assoluta l’Istituto riconosce una prestazione giornaliera sulla retribuzione. L’importo finale dipende quindi da più fattori: tipologia della frattura (mono-, bi- o trimalleolare), trattamento (conservativo o chirurgico), complicanze (instabilità, rigidità, dolore cronico, artrosi post-traumatica), durata della prognosi, mansioni svolte e, per i postumi permanenti, dalla percentuale accertata e dall’età del lavoratore. In questa guida spieghiamo come si compone l’indennizzo INAIL per le fratture del malleolo e quali elementi incidono sul calcolo.

Indennizzo INAIL per fratture al malleolo

L’INAIL interviene con due principali prestazioni economiche quando una frattura del malleolo è riconosciuta come infortunio sul lavoro o in itinere: l’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta e l’indennizzo per danno biologico (postumi permanenti). La prima copre il periodo in cui il lavoratore è completamente inabile a svolgere la propria attività a causa dell’infortunio. Decorso il tempo necessario alla guarigione clinica e al consolidamento degli esiti, la Commissione medico-legale valuta l’eventuale menomazione residua secondo le tabelle vigenti: se la percentuale è al di sotto di una franchigia minima non è previsto indennizzo; se rientra in una fascia intermedia l’indennizzo è corrisposto in capitale una tantum; oltre una soglia più elevata, è prevista la rendita mensile. Questo doppio binario risponde a due domande diverse: la prima “quanto per il periodo di assenza?”, la seconda “quanto per i danni che rimangono?”.

Nel concreto, l’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta spetta di norma dal quarto giorno successivo all’infortunio, con misura percentuale della retribuzione che varia in funzione della durata dell’assenza. I primi tre giorni di “carenza” non sono a carico dell’INAIL e seguono regole di legge e contrattuali a carico del datore di lavoro; dal quarto giorno, l’INAIL corrisponde una quota della retribuzione che, entro un certo limite temporale, è più bassa e successivamente aumenta, fino alla fine dell’inabilità assoluta certificata. Questa prestazione si interrompe quando il medico INAIL accerta la ripresa dell’idoneità al lavoro o il consolidamento dei postumi. In caso di ricoveri, interventi chirurgici come l’osteosintesi con placche e viti o la rimozione dei mezzi di sintesi, l’inabilità temporanea può essere prolungata e l’indennità si adegua alla durata effettiva della prognosi.

Per i postumi permanenti, la valutazione si basa sul danno biologico, ossia sulla menomazione dell’integrità psico-fisica indipendentemente dalla professione svolta. Le tabelle INAIL attribuiscono a ciascuna menomazione un intervallo percentuale: per la caviglia contano elementi come la riduzione del range di movimento (flesso-estensione, prono-supinazione), l’eventuale incongruità articolare, l’instabilità residua per lesioni legamentose associate, il dolore cronico, la presenza di mezzi di sintesi permanenti, la cicatrice chirurgica e la comparsa di artrosi post-traumatica. In termini pratici, molte fratture maleolari trattate correttamente e senza complicanze possono esitare in postumi minimi (che, se sotto la franchigia, non danno luogo a indennizzo). Se però persistono limitazioni funzionali documentate o dolore a carico articolare, la percentuale può salire nella fascia che dà diritto all’indennizzo in capitale; nei quadri più complessi (fratture bi o trimalleolari, incongruità articolare, rigidità marcata, esiti artrosici) si possono superare le soglie per la rendita. L’età influisce sulla conversione economica del danno biologico: a parità di percentuale, gli importi cambiano in base agli scaglioni anagrafici previsti.

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Come si traduce la percentuale in euro? Per l’indennizzo in capitale (tipicamente per menomazioni di entità intermedia), l’importo è determinato applicando ai punti percentuali i valori economici stabiliti e aggiornati periodicamente, con coefficienti che tengono conto dell’età. Non esiste quindi una cifra fissa valida per tutte le fratture al malleolo: due pazienti con la stessa percentuale ma età diverse possono ricevere importi differenti. Per le menomazioni più gravi, l’INAIL liquida una rendita, composta da una quota biologica e, quando ricorrono le condizioni, da una quota a ristoro del pregiudizio patrimoniale legato alla riduzione della capacità lavorativa specifica, calcolata sulla retribuzione. La rendita è erogata mensilmente e può essere soggetta a rivalutazioni. In entrambi i casi, la liquidazione avviene dopo il consolidamento dei postumi e la definizione della percentuale da parte della struttura medico-legale.

Un aspetto determinante è la qualità della documentazione clinica e la linearità del decorso terapeutico. Referti di pronto soccorso, esami radiologici pre e post-trattamento, relazione operatoria (in caso di osteosintesi), certificazioni di inabilità temporanea e di ripresa lavorativa, esiti della fisioterapia e della visita specialistica sono elementi che permettono all’INAIL di ricostruire il quadro e stimare correttamente i postumi. Complicanze come infezioni della ferita, ritardi di consolidamento, rigidità articolare significativa o sindrome dolorosa regionale complessa possono aumentare la menomazione riconosciuta. È anche possibile richiedere una revisione per aggravamento se, entro i termini previsti, si verifica un peggioramento stabile (per esempio l’insorgenza di artrosi post-traumatica con ulteriore perdita di mobilità), mentre eventuali miglioramenti funzionali possono portare a revisione al ribasso. Va infine ricordato che le prestazioni sanitarie necessarie al recupero (visite, fisioterapia, ausili) rientrano nell’assistenza garantita dall’INAIL e sono finalizzate alla guarigione clinica e al miglior reinserimento lavorativo, aspetto che incide indirettamente sulla durata dell’inabilità temporanea e sull’entità dei postumi residui.

Procedure di richiesta

Per ottenere l’indennizzo dall’INAIL in caso di frattura al malleolo, è fondamentale seguire una procedura ben definita. Inizialmente, il lavoratore deve informare tempestivamente il proprio datore di lavoro dell’infortunio, fornendo tutti i dettagli necessari sull’accaduto. Successivamente, è necessario recarsi presso un presidio medico per ottenere un certificato che attesti la natura e la gravità della lesione subita.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di trasmettere la denuncia di infortunio all’INAIL entro due giorni dalla ricezione del certificato medico. Questo passaggio è cruciale per avviare l’iter di riconoscimento dell’infortunio e l’erogazione delle prestazioni economiche previste. È importante che il lavoratore collabori attivamente, fornendo eventuali ulteriori documentazioni richieste e sottoponendosi alle visite mediche disposte dall’INAIL per la valutazione del danno subito.

Durante l’intero processo, è consigliabile mantenere una comunicazione costante con l’INAIL e conservare copia di tutta la documentazione inviata e ricevuta. Questo approccio garantisce trasparenza e facilita la risoluzione di eventuali problematiche che potrebbero sorgere nel corso della pratica.

Documentazione necessaria

Per richiedere l’indennizzo all’INAIL a seguito di una frattura al malleolo, è essenziale presentare una serie di documenti specifici. Il primo passo consiste nell’ottenere un certificato medico che descriva dettagliatamente la lesione, le cure effettuate e la prognosi prevista. Questo documento deve essere rilasciato da un medico o da una struttura sanitaria autorizzata.

Oltre al certificato medico, è necessario compilare e presentare il modulo di denuncia di infortunio, disponibile presso l’INAIL o sul suo sito ufficiale. Questo modulo richiede informazioni precise sull’infortunio, come la data, l’ora, il luogo e le circostanze in cui è avvenuto. È fondamentale che tutte le informazioni fornite siano accurate e complete per evitare ritardi nella gestione della pratica.

In alcuni casi, l’INAIL potrebbe richiedere documentazione aggiuntiva, come referti di esami diagnostici (radiografie, risonanze magnetiche) o relazioni mediche specialistiche. È quindi consigliabile raccogliere e conservare tutta la documentazione medica relativa all’infortunio, in modo da poterla fornire tempestivamente su richiesta.

Limitazioni e condizioni

L’erogazione dell’indennizzo da parte dell’INAIL per una frattura al malleolo è soggetta a specifiche limitazioni e condizioni. Innanzitutto, l’infortunio deve essere avvenuto in occasione di lavoro o in itinere, ovvero durante il tragitto tra il domicilio e il luogo di lavoro. Infortuni avvenuti al di fuori di queste circostanze potrebbero non essere coperti dall’INAIL.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la tempestività nella denuncia dell’infortunio. Il lavoratore deve informare il datore di lavoro entro 24 ore dall’evento, mentre il datore di lavoro ha l’obbligo di trasmettere la denuncia all’INAIL entro due giorni dalla ricezione del certificato medico. Ritardi o omissioni in questi passaggi possono comportare la perdita del diritto all’indennizzo.

È inoltre importante sottolineare che l’INAIL effettua una valutazione medico-legale per determinare l’entità del danno biologico subito. Solo se la menomazione permanente supera una certa soglia percentuale, il lavoratore ha diritto a un indennizzo in capitale o a una rendita. Pertanto, non tutte le fratture al malleolo danno automaticamente diritto a un risarcimento economico.

Consigli per la riabilitazione

Una corretta riabilitazione è essenziale per recuperare pienamente la funzionalità dell’arto dopo una frattura al malleolo. È fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico curante e del fisioterapista, partecipando attivamente alle sedute di fisioterapia prescritte. Queste terapie mirano a ripristinare la mobilità articolare, rafforzare la muscolatura e prevenire eventuali complicanze.

Durante il periodo di recupero, è importante adottare uno stile di vita sano, mantenendo un’alimentazione equilibrata e idratandosi adeguatamente. Evitare il fumo e limitare il consumo di alcol può favorire una guarigione più rapida e ridurre il rischio di complicanze.

Infine, è consigliabile monitorare attentamente i progressi durante la riabilitazione e comunicare tempestivamente al medico eventuali sintomi anomali o dolori persistenti. Un approccio proattivo e collaborativo con i professionisti sanitari può fare la differenza nel raggiungere una completa guarigione e nel prevenire recidive o problemi a lungo termine.

In conclusione, ottenere un indennizzo dall’INAIL per una frattura al malleolo richiede una procedura ben definita e il rispetto di specifiche condizioni. È fondamentale seguire attentamente ogni passaggio, dalla denuncia dell’infortunio alla presentazione della documentazione necessaria, per garantire il riconoscimento dei propri diritti. Inoltre, un adeguato percorso di riabilitazione è cruciale per recuperare la piena funzionalità dell’arto e prevenire future complicanze.

Per approfondire

INAIL – Indennità per inabilità temporanea: Informazioni dettagliate sulle prestazioni economiche erogate dall’INAIL in caso di infortunio sul lavoro.