Quanto prende un invalido al 75% nel 2025?

Invalidità civile 75% nel 2025: assegno mensile INPS, requisiti sanitari e reddituali, importi aggiornati, procedura di domanda, decorrenza, revisioni e novità normative

Quanto percepisce nel 2025 una persona con invalidità civile riconosciuta al 75%? La risposta non è un importo uguale per tutti, perché la prestazione economica collegata a questa percentuale dipende da specifici requisiti sanitari, amministrativi e reddituali. In termini pratici, al 75% non si accede alla “pensione di inabilità” (riservata agli invalidi civili totali), bensì alla misura assistenziale tipica dei soggetti con invalidità dal 74% al 99%, cioè l’assegno mensile. Per ottenere l’assegno, oltre al verbale sanitario che attesti la percentuale, occorre rientrare in una soglia di reddito personale aggiornata annualmente e soddisfare ulteriori condizioni previste dalla normativa vigente.

Prima di entrare nel merito di quanto spetta, è fondamentale allineare il lessico: nel linguaggio comune si parla di “pensione di invalidità” per ogni erogazione legata all’invalidità civile, ma tecnicamente al 75% si parla di assegno mensile. Questa guida chiarisce i criteri per l’assegnazione nel 2025, come si calcola l’importo e quali aggiornamenti possono intervenire ogni anno su soglie e importi. In questa prima parte ci concentriamo sui requisiti: chi può accedere all’assegno, con quali precondizioni sanitarie e amministrative, e quali elementi possono far decadere o sospendere il diritto.

Criteri per l’assegnazione della pensione

Il primo pilastro è il requisito sanitario: l’invalidità civile deve essere riconosciuta da una Commissione Medica Integrata ASL–INPS, che valuta la documentazione clinica e, se necessario, convoca a visita. Per l’assegno mensile è richiesta una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi, che in pratica corrisponde ad almeno il 74%; con un 75% si rientra dunque nella fascia utile. L’assegno è destinato, in via generale, alle persone tra i 18 anni e l’età prevista per la pensione di vecchiaia; prima dei 18 anni esistono misure differenti (ad esempio l’indennità di frequenza), mentre al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia l’assegno può cessare o trasformarsi in una prestazione di natura diversa, secondo le regole pro tempore vigenti. È utile ricordare che la “pensione di inabilità civile” è riservata ai soggetti con invalidità totale (100%) e che l’indennità di accompagnamento è una misura a sé, legata alla non autosufficienza, indipendente dalla sola percentuale e priva di limiti reddituali: questo per evitare confusioni tra prestazioni con presupposti differenti.

Il secondo pilastro è il requisito economico: l’assegno mensile per invalidi civili con percentuale tra il 74% e il 99% è riconosciuto solo se il reddito personale annuo non supera la soglia fissata e rivalutata annualmente. Per “reddito personale” si intende, in via generale, ciò che risulta imponibile ai fini fiscali a nome dell’interessato; la verifica non si effettua di norma sul reddito del nucleo familiare. L’eventuale svolgimento di un’attività lavorativa non esclude automaticamente il diritto, ma è essenziale che i proventi, sommati agli altri redditi dell’interessato, restino al di sotto del limite stabilito per l’anno di riferimento. Questo aspetto è cruciale: anche con il 75% riconosciuto, se la soglia reddituale viene superata il diritto all’assegno decade o non matura per quell’anno, e l’INPS può effettuare controlli e conguagli. Nella prassi, le soglie e gli importi vengono aggiornati periodicamente per adeguamento all’andamento dei prezzi.

Accanto ai requisiti sanitario ed economico, sono previsti presupposti amministrativi. La prestazione è di natura assistenziale: non richiede contribuzione previdenziale e non è legata a una storia lavorativa, ma alla condizione di infermità e bisogno economico. Occorre la residenza stabile e abituale in Italia. Possono accedere i cittadini italiani, i cittadini dell’Unione Europea regolarmente residenti e i cittadini di Paesi terzi in possesso dei titoli di soggiorno compatibili con le prestazioni assistenziali di lungo periodo. Le regole sullo status lavorativo sono state semplificate nel tempo: oggi l’attenzione si concentra sul requisito reddituale personale e sul possesso del verbale sanitario; la compatibilità con attività lavorative è subordinata al rispetto del limite di reddito e all’assenza di elementi di incompatibilità specifica. L’istituto che eroga la prestazione verifica periodicamente la sussistenza dei requisiti, anche tramite controlli documentali o campagne di accertamento.

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Un ulteriore elemento da considerare è la “dinamica” del verbale sanitario. La Commissione può indicare una data di revisione, soprattutto quando la menomazione è potenzialmente suscettibile di miglioramento o peggioramento. In prossimità della scadenza, la persona è sottoposta a nuova valutazione per confermare o modificare la percentuale: un eventuale incremento potrebbe aprire l’accesso a prestazioni diverse (ad esempio, all’inabilità totale con requisiti propri), mentre una riduzione sotto il 74% farebbe venire meno il diritto all’assegno. In caso di aggravamento clinico prima della revisione, è possibile chiedere una valutazione anticipata. Va considerato anche che alcune condizioni funzionali, come la perdita dell’autonomia nelle attività quotidiane, attivano canali assistenziali diversi dall’assegno mensile, con logiche e requisiti non sovrapponibili alla mera percentuale di invalidità: separare i piani aiuta a identificare la prestazione più adeguata e a non fare affidamento su automatismi che non esistono in normativa.

Infine, contano i tempi e la decorrenza. In via generale, la prestazione economica decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o alla maturazione dei requisiti, se successiva, a condizione che l’esito sanitario sia favorevole e che il requisito reddituale sia rispettato per l’anno in corso. L’erogazione è mensile e può essere sospesa o revocata se vengono meno i presupposti, ad esempio per superamento del limite di reddito o per esito negativo a revisione. È opportuno conservare con cura il verbale di invalidità e tutta la documentazione clinica aggiornata: saranno richiesti in caso di verifica o di revisione. Ricordare che l’assegno mensile non è una prestazione “contributiva” aiuta a comprendere perché importi e soglie siano oggetto di rivalutazione periodica e perché gli automatismi tra percentuale riconosciuta e diritto economico non siano assoluti. Nel 2025, come ogni anno, i criteri di fondo restano questi: percentuale idonea (almeno 74%, quindi 75% compreso), residenza valida, soglia reddituale personale non superata e corretta gestione amministrativa della domanda e degli eventuali adempimenti successivi.

Importo della pensione per il 75% di invalidità

Con un’invalidità civile riconosciuta al 75% non si accede alla pensione di inabilità, bensì all’assegno mensile per gli invalidi civili parziali (74%–99%). L’importo è stabilito su base nazionale ed è uguale per tutta la fascia, a prescindere dal valore puntuale (74%, 75%, ecc.). La somma è rivalutata periodicamente in base all’andamento dei prezzi e non dipende dai contributi versati, trattandosi di una prestazione assistenziale. La decorrenza economica, in presenza di tutti i requisiti, è in via generale dal primo giorno del mese successivo alla domanda o alla maturazione dei requisiti, se successiva.

L’erogazione è condizionata al rispetto del limite di reddito personale annuo: la presenza di redditi da lavoro o da altre fonti non esclude automaticamente l’assegno, ma i proventi complessivi dell’interessato devono rimanere entro la soglia fissata per l’anno di riferimento. In caso di superamento, l’assegno può essere sospeso o revocato e l’ente può richiedere la restituzione dei ratei indebitamente percepiti; se negli anni successivi i redditi rientrano nei limiti, il diritto può essere ripristinato previa nuova verifica. È buona prassi comunicare tempestivamente eventuali variazioni reddituali rilevanti.

Le maggiorazioni e integrazioni seguono regole specifiche: alcuni incrementi sono previsti solo per particolari platee (ad esempio gli invalidi civili totali) e non si applicano di regola agli invalidi parziali. L’invalidità al 75% non dà diritto, di per sé, all’indennità di accompagnamento, che è connessa alla non autosufficienza e richiede presupposti diversi. Possono invece coesistere, se spettanti, altre provvidenze non economiche o agevolazioni collegate alla condizione di invalidità, secondo la disciplina propria di ciascuna misura.

L’assegno mensile è pagato con le ordinarie modalità INPS (accredito su conto o altre forme ammesse) ed è soggetto a verifiche periodiche sul mantenimento dei requisiti, comprese eventuali revisioni sanitarie. In via generale, le prestazioni assistenziali non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini IRPEF; restano però rilevanti i redditi personali di altra natura ai fini della soglia per l’accesso e la permanenza nell’assegno. Eventuali arretrati vengono liquidati dalla data di decorrenza riconosciuta, una volta conclusi gli accertamenti.

Come richiedere la pensione di invalidità

Per ottenere la pensione di invalidità civile con un grado di invalidità del 75%, è necessario seguire una procedura specifica che coinvolge diversi passaggi e la presentazione di documentazione adeguata.

Il primo passo consiste nell’ottenere un certificato medico introduttivo rilasciato da un medico certificatore. Questo certificato attesta la presenza e la gravità dell’invalidità e deve essere inviato telematicamente all’INPS dal medico stesso. Successivamente, il richiedente riceverà un codice univoco da utilizzare per la presentazione della domanda online. (torrinomedica.it)

Una volta ottenuto il certificato medico, il richiedente deve presentare la domanda all’INPS. Questo può essere fatto attraverso il portale online dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, oppure rivolgendosi a un patronato o a un’associazione di categoria che possa assistere nella compilazione e nell’invio della domanda.

È fondamentale allegare alla domanda tutta la documentazione necessaria, che include un documento di identità valido, il codice fiscale, la certificazione medica e la documentazione che attesti il reddito personale annuo, poiché la concessione della pensione è subordinata al rispetto di specifici limiti reddituali.

Dopo l’invio della domanda, l’INPS procederà con l’accertamento sanitario, che può includere una visita medica presso una commissione medico-legale. È importante presentarsi alla visita con tutta la documentazione sanitaria disponibile per facilitare la valutazione.

Variazioni e aggiornamenti nel 2025

Nel 2025, sono state introdotte alcune modifiche riguardanti la pensione di invalidità civile al 75%. È essenziale rimanere aggiornati su queste variazioni per garantire il rispetto dei nuovi requisiti e beneficiare delle agevolazioni previste.

Una delle principali novità riguarda l’adeguamento degli importi erogati. L’importo della pensione di invalidità civile al 75% è stato aggiornato per tenere conto dell’inflazione e del costo della vita. È consigliabile consultare il sito ufficiale dell’INPS o rivolgersi a un patronato per conoscere l’importo esatto aggiornato. (associazionelaragnatela.it)

Inoltre, sono stati rivisti i limiti di reddito per l’accesso alla pensione. Questi limiti vengono aggiornati periodicamente e possono variare in base a diversi fattori. È fondamentale verificare i nuovi limiti di reddito per assicurarsi di rientrare nei parametri richiesti.

Infine, sono state introdotte semplificazioni nella procedura di richiesta, con l’obiettivo di rendere il processo più rapido ed efficiente. Ad esempio, è stata potenziata la piattaforma online dell’INPS per facilitare la presentazione delle domande e la comunicazione con l’ente.

Consigli utili per i richiedenti

Affrontare la procedura per ottenere la pensione di invalidità civile al 75% può risultare complesso. Ecco alcuni consigli utili per facilitare il processo e aumentare le probabilità di successo.

Innanzitutto, è fondamentale raccogliere tutta la documentazione necessaria in modo accurato e completo. Assicurarsi che i certificati medici siano aggiornati e dettagliati, e che tutti i moduli richiesti siano compilati correttamente.

È consigliabile rivolgersi a un patronato o a un’associazione di categoria per ricevere assistenza nella compilazione e nell’invio della domanda. Questi enti offrono supporto gratuito e possono fornire preziosi consigli su come affrontare eventuali problematiche.

Monitorare lo stato della propria domanda è essenziale. L’INPS mette a disposizione strumenti online per seguire l’avanzamento della pratica. In caso di ritardi o richieste di integrazione documentale, è importante rispondere tempestivamente per evitare ulteriori dilazioni.

Infine, mantenere una comunicazione aperta con l’INPS e partecipare a eventuali visite mediche o colloqui richiesti è cruciale. Presentarsi preparati e con tutta la documentazione necessaria può fare la differenza nell’esito della domanda.

In conclusione, ottenere la pensione di invalidità civile al 75% richiede attenzione ai dettagli e una corretta preparazione. Seguendo i consigli sopra indicati e rimanendo aggiornati sulle normative vigenti, è possibile affrontare con successo l’iter burocratico e accedere ai benefici previsti.

Per approfondire

INPS – Pensione di invalidità civile: Pagina ufficiale dell’INPS con informazioni dettagliate sulla pensione di invalidità civile.

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Invalidità civile: Informazioni istituzionali sui diritti e le procedure per l’invalidità civile.

Gazzetta Ufficiale – Normativa su pensioni di invalidità: Testi normativi aggiornati riguardanti le pensioni di invalidità.

Torrinomedica – Requisiti per la pensione con invalidità al 75%: Approfondimento sui requisiti necessari per accedere alla pensione con invalidità al 75%.