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La domanda “quanto prende un invalido al 75%?” nasce spesso da un equivoco linguistico: nel linguaggio comune si parla di “pensione di invalidità”, ma per chi ha una riduzione della capacità lavorativa riconosciuta dal 74% al 99% l’erogazione economica di riferimento è tecnicamente l’assegno mensile per invalidi civili, una prestazione assistenziale gestita dall’INPS e finanziata dalla fiscalità generale. L’importo non dipende solo dalla percentuale di invalidità indicata sul verbale, bensì da un insieme di criteri che includono limiti di reddito personali, requisiti anagrafici e amministrativi, oltre allo stato lavorativo al momento della domanda e per tutta la durata della prestazione. Per questo, due persone con il medesimo 75% di invalidità potrebbero ricevere trattamenti differenti, o in alcuni casi non averne diritto.
Per orientarsi con precisione è utile distinguere tra ciò che la percentuale esprime (la riduzione della capacità lavorativa accertata dalla Commissione medico-legale) e le regole che governano l’accesso alle prestazioni economiche. Nel seguito chiariremo i criteri per l’assegnazione, i fattori che influenzano l’importo, le modalità di richiesta e gli aggiornamenti periodici. È importante tenere a mente che i limiti reddituali e alcune condizioni operative vengono aggiornati di anno in anno: comprenderne l’architettura, più che memorizzare cifre, aiuta a capire se si rientra nei requisiti e quale percorso intraprendere per ottenere la prestazione.
Criteri per l’assegnazione della pensione
Quando si parla di invalidità civile al 75% ci si riferisce a una riduzione della capacità lavorativa collocata nella fascia 74–99%, valutata da una Commissione medico-legale integrata ASL/INPS sulla base della documentazione clinica e dell’esame obiettivo. In questa fascia, l’eventuale prestazione economica di riferimento non è la pensione di inabilità (riservata all’invalidità totale al 100%) ma l’assegno mensile agli invalidi civili. Si tratta di una misura assistenziale, priva di requisiti contributivi: non occorre cioè aver versato contributi previdenziali per maturare il diritto, a differenza delle prestazioni di invalidità “previdenziali” legate a un rapporto assicurativo. Il riconoscimento della percentuale è condizione necessaria, ma non sufficiente: determina l’accesso potenziale al beneficio, che viene poi verificato alla luce di requisiti anagrafici, reddituali e lavorativi.
Il primo gruppo di criteri riguarda l’età e lo status anagrafico-amministrativo. L’assegno mensile per invalidi civili spetta agli adulti tra i 18 anni e l’età pensionabile (oggi 67 anni), mentre sotto i 18 anni esistono prestazioni diverse strutturate sulle difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età. Al compimento dei 67 anni, il trattamento assistenziale non si somma all’eventuale assegno sociale: la prestazione si trasforma in misura equivalente di natura sociale, con proprie soglie di reddito e regole di compatibilità. Sul piano amministrativo, è necessario essere residenti stabilmente e abitualmente in Italia. Quanto alla cittadinanza, hanno titolo i cittadini italiani e dell’Unione Europea; i cittadini di Paesi terzi possono accedere se in possesso dei titoli di soggiorno previsti dall’ordinamento (ad esempio permesso di lungo periodo) e comunque nel rispetto dei requisiti di residenza.
Il secondo blocco di criteri è economico. L’assegno mensile agli invalidi civili con percentuale tra 74% e 99% è concesso solo se il reddito personale annuo non supera una soglia fissata e aggiornata annualmente. Queste soglie sono centrali: superarle anche di poco comporta il venir meno del diritto per l’anno di riferimento, mentre rientrarvi ripristina la prestazione. Nel caso dell’assegno mensile, in linea generale rileva il reddito personale e non quello del nucleo familiare o del coniuge; fanno eccezione alcune prestazioni assistenziali diverse o cumulabili, ciascuna con proprie regole. Ai fini del calcolo, oltre ai redditi da lavoro, possono essere considerati anche altri introiti (es. alcuni redditi da capitale o immobiliari), mentre taluni trattamenti assistenziali non concorrono: è quindi importante verificare con attenzione la composizione del proprio reddito imponibile per evitare errori nella domanda o nelle comunicazioni all’INPS.

Un ulteriore criterio riguarda lo stato lavorativo. A differenza della pensione di inabilità totale, l’assegno mensile per invalidi nella fascia 74–99% è storicamente subordinato al non svolgimento di attività lavorativa. In pratica, il trattamento è destinato a persone la cui capacità lavorativa è significativamente ridotta e che, al momento, non lavorano; l’avvio di un rapporto di lavoro (anche part-time o a tempo determinato) di norma determina la sospensione dell’erogazione per il periodo di attività. È doveroso segnalare che la disciplina sui rapporti tra assegno mensile e lavoro è stata oggetto di interventi interpretativi e aggiornamenti: possono esistere margini di compatibilità o periodi di sospensione/ripristino legati al reddito effettivo percepito e alla tempestività delle comunicazioni. In ogni caso, l’obbligo di informare l’INPS su eventuali variazioni lavorative o reddituali è essenziale per evitare indebito e relative richieste di restituzione.
Infine, contano le regole di durata, revisione e compatibilità. Il verbale di invalidità civile può prevedere una revisione periodica: in tal caso, la prestazione è confermata solo se, alla data di revisione, la percentuale e gli altri requisiti risultano ancora sussistenti. Al raggiungimento dei 67 anni, come accennato, il trattamento assistenziale confluisce nell’assegno sociale sostitutivo, con verifica dei requisiti di legge. È utile distinguere la condizione di invalidità civile dalla condizione di handicap ai sensi della Legge 104/1992: si tratta di accertamenti diversi e finalizzati a tutele differenti, che possono coesistere ma non si sostituiscono. Per chi ha invalidità al 75% possono inoltre essere previste agevolazioni non strettamente economiche (esenzioni sanitarie, collocamento mirato al lavoro, misure di sostegno sociale), ciascuna regolata da criteri propri. La fotografia complessiva dei requisiti, dunque, va costruita caso per caso rispetto a età, residenza, reddito personale, stato lavorativo e calendario delle revisioni.
Importo della pensione per il 75% di invalidità
L’importo dell’assegno mensile per chi ha un’invalidità civile riconosciuta al 75% non è una percentuale dello stipendio o di altre basi di calcolo. È un importo base definito annualmente a livello nazionale e aggiornato con la perequazione, erogato solo in presenza dei requisiti previsti, in particolare il rispetto delle soglie di reddito personale. La percentuale accertata individua la fascia di tutela (74–99%), ma non determina da sola la misura della somma spettante.
Nell’arco dell’anno l’importo può essere interessato da adeguamenti e conguagli dovuti a rivalutazioni o a verifiche reddituali effettuate dall’INPS. In presenza dei requisiti anagrafici e reddituali possono inoltre spettare maggiorazioni sociali previste dalla normativa; alcune di esse, tuttavia, sono riservate agli invalidi civili totali o a condizioni specifiche e non si applicano automaticamente a chi ha un’invalidità parziale.
La prestazione è corrisposta con cadenza mensile mediante accredito presso banca o Poste. Trattandosi di un trattamento individuale, in linea generale rileva il reddito personale del titolare ai fini del diritto. Il superamento delle soglie comporta la sospensione o la revoca per l’anno di riferimento, mentre il rientro nei limiti può comportare il ripristino dell’erogazione dopo le necessarie verifiche amministrative.
Quanto alla decorrenza, l’assegno viene riconosciuto, di norma, dal mese successivo alla presentazione della domanda e alla sussistenza di tutti i requisiti; in caso di definizione tardiva del procedimento, possono essere corrisposti gli arretrati dalla data indicata nel provvedimento di accoglimento. Eventuali variazioni dello stato lavorativo o della situazione reddituale, se comunicate, possono incidere temporaneamente sull’erogazione con sospensioni e successive riprese secondo le regole di compatibilità.
Come richiedere la pensione di invalidità
Per ottenere la pensione di invalidità civile al 75%, è necessario seguire una procedura specifica che coinvolge diversi passaggi e la presentazione di documentazione adeguata.
Il primo passo consiste nell’ottenere un certificato medico introduttivo rilasciato da un medico certificatore. Questo documento attesta la presenza e la gravità dell’invalidità e deve essere inviato telematicamente all’INPS dal medico stesso. Successivamente, il richiedente riceverà un codice univoco da utilizzare per la presentazione della domanda online. (torrinomedica.it)
Una volta ottenuto il certificato medico, il richiedente deve presentare la domanda all’INPS. Questo può essere fatto attraverso il portale online dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, e compilando la domanda telematica inserendo il codice univoco fornito dal medico certificatore. In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato o a un’associazione di categoria, come l’ANMIC, l’ENS, l’UIC o l’ANFASS, che possono assistere nella compilazione e nell’invio della domanda.
È fondamentale allegare alla domanda tutta la documentazione necessaria, tra cui un documento di identità valido, il codice fiscale, la documentazione che attesti il reddito personale annuo e, per i cittadini stranieri, il permesso di soggiorno valido. Assicurarsi che tutti i dati personali siano aggiornati e corretti per evitare ritardi nella procedura.
Dopo l’invio della domanda, l’INPS procederà con l’accertamento sanitario, che può includere una visita medica presso una commissione medico-legale. È fondamentale presentarsi alla visita con tutta la documentazione sanitaria disponibile per facilitare la valutazione. Al termine dell’iter, l’INPS comunicherà l’esito della domanda tramite raccomandata A/R o all’indirizzo PEC fornito dal richiedente. È possibile monitorare lo stato della domanda accedendo al servizio “Cassetta postale online” disponibile sul sito dell’INPS.
Variazioni e aggiornamenti
La normativa riguardante la pensione di invalidità civile al 75% può subire modifiche nel tempo, influenzando requisiti, importi e procedure. È quindi essenziale rimanere aggiornati sulle eventuali variazioni legislative per garantire il rispetto delle condizioni necessarie e l’accesso ai benefici previsti.
Ad esempio, l’importo dell’assegno mensile e i limiti di reddito per l’accesso alla pensione possono essere soggetti a rivalutazioni annuali. Nel 2023, l’importo della pensione di invalidità civile era di 313,91 euro mensili, con un limite di reddito personale annuo di 5.391,88 euro. (invaliditaediritti.it)
Inoltre, le procedure per la presentazione della domanda e la documentazione richiesta possono essere aggiornate. È quindi consigliabile consultare periodicamente il sito ufficiale dell’INPS o rivolgersi a un patronato per ottenere informazioni aggiornate e dettagliate.
Infine, è importante essere consapevoli delle scadenze per la presentazione di eventuali ricorsi in caso di rigetto della domanda. Il ricorso deve essere presentato presso il Tribunale competente per territorio entro 180 giorni dalla comunicazione dell’esito, preferibilmente con l’assistenza di un legale o di un patronato.
Consigli utili per i richiedenti
Affrontare il processo di richiesta della pensione di invalidità civile al 75% può risultare complesso. Ecco alcuni consigli utili per facilitare l’iter e aumentare le probabilità di successo.
Innanzitutto, è fondamentale raccogliere e organizzare accuratamente tutta la documentazione necessaria prima di presentare la domanda. Questo include il certificato medico introduttivo, documenti di identità, codice fiscale e attestazioni di reddito. Una documentazione completa e corretta riduce il rischio di ritardi o rigetti.
È consigliabile rivolgersi a un patronato o a un’associazione di categoria per ricevere assistenza nella compilazione e nell’invio della domanda. Questi enti offrono supporto gratuito e possono facilitare l’intero processo, assicurando che tutta la documentazione sia correttamente compilata e inviata.
Durante l’iter di valutazione, è importante mantenere una comunicazione costante con l’INPS e monitorare lo stato della propria domanda attraverso i canali ufficiali. In caso di richieste di integrazione documentale o di convocazioni per visite mediche, rispondere tempestivamente per evitare ritardi.
Infine, in caso di rigetto della domanda, non scoraggiarsi. È possibile presentare ricorso entro 180 giorni dalla comunicazione dell’esito, preferibilmente con l’assistenza di un legale esperto in materia previdenziale.
In conclusione, la pensione di invalidità civile al 75% rappresenta un importante sostegno economico per le persone con ridotta capacità lavorativa. Seguire attentamente la procedura di richiesta, mantenersi aggiornati sulle normative vigenti e avvalersi del supporto di professionisti può facilitare l’accesso a questo beneficio.
Per approfondire
INPS – Pensione di invalidità civile: Pagina ufficiale dell’INPS con informazioni dettagliate sulla pensione di invalidità civile, requisiti e modalità di richiesta.
Ministero della Salute – Disabilità: Sezione dedicata alle persone con disabilità, con informazioni su diritti, servizi e agevolazioni disponibili.
HandyLex – Pensione di invalidità civile: Approfondimento sulle caratteristiche della pensione di invalidità civile, con riferimenti normativi e indicazioni pratiche.
