Quanto si prende per 30 giorni di infortunio?

Indennità INAIL per 30 giorni di infortunio: calcolo giornaliero, documenti necessari, tempistiche di pagamento, differenze con malattia e consigli operativi secondo CCNL

Quando si chiede “quanto si prende per 30 giorni di infortunio?”, la risposta dipende da alcune variabili chiave: il tipo di evento (infortunio sul lavoro oppure extra-lavorativo, che nei fatti ricade nel regime di malattia), l’ammontare e la struttura della retribuzione, e ciò che prevede il contratto collettivo applicato. In caso di infortunio sul lavoro, l’indennità economica è in linea generale riconosciuta dall’INAIL a partire dal quarto giorno di inabilità temporanea certificata, mentre il giorno dell’evento e i tre successivi sono a carico del datore di lavoro secondo percentuali definite dalla legge e, spesso, integrate dal CCNL.

Per orientarsi rapidamente: su 30 giorni di infortunio sul lavoro, nella configurazione “base” senza integrazioni contrattuali, il lavoratore percepisce in genere il 100% della retribuzione per il giorno dell’evento, il 60% per i tre giorni successivi (a carico del datore di lavoro) e il 60% della retribuzione media giornaliera per le rimanenti giornate (a carico dell’INAIL fino al 90° giorno; dal 91° la percentuale INAIL sale al 75%). Se, ad esempio, la retribuzione lorda mensile è pari a 1.800 euro (circa 60 euro lordi/giorno usando una divisione semplificata per 30), l’importo complessivo lordo riconosciuto in 30 giorni senza integrazioni contrattuali si colloca intorno ai 1.100 euro; con CCNL che integrano fino al 100% per l’intero periodo, la cifra può avvicinarsi molto alla normale retribuzione mensile. I dettagli e il calcolo puntuale sono spiegati nella sezione seguente.

Calcolo dell’indennità giornaliera

Il calcolo dell’indennità per infortunio sul lavoro si articola in passaggi e “fasi” temporali. Primo: chi paga e quando. Il giorno dell’evento infortunistico (la giornata in cui si verifica l’infortunio) è in genere retribuito al 100% dal datore di lavoro. I tre giorni successivi, detti “giorni di carenza”, sono a carico del datore di lavoro al 60% della retribuzione media giornaliera, salvo miglior favore previsto dal contratto collettivo. Dal quarto giorno di inabilità temporanea assoluta certificata scatta l’indennità INAIL: 60% della retribuzione media giornaliera dal 4° al 90° giorno, che diventa 75% dal 91° giorno in poi, fino alla guarigione clinica. Le giornate sono di calendario: se il certificato copre anche sabati, domeniche o festivi, questi rientrano nel conteggio. In molti settori il datore di lavoro anticipa in busta paga le somme dovute (proprie e/o INAIL) e poi effettua i conguagli; in altri casi l’INAIL paga direttamente. Questa distinzione incide sulle tempistiche di incasso, non sulle percentuali applicate.

Secondo: la base di calcolo. L’indennità INAIL si applica a una retribuzione media giornaliera determinata sulla retribuzione “utile”, di norma composta dagli elementi fissi e continuativi (paga base, contingenza, scatti, superminimi fissi; in genere esclusi straordinari occasionali e premi non continuativi). Le regole tecniche possono variare per settore, qualifica e in presenza di retribuzioni variabili. Per una stima pratica, molti utilizzano la retribuzione lorda mensile abituale e la rapportano a una giornata media; un metodo semplice per approssimare è dividere la retribuzione lorda mensile per 30 giorni di calendario. Questo approccio dà un valore orientativo (“retribuzione media giornaliera” stimata) su cui applicare le percentuali. Nei casi con part-time, turni o voci variabili, può essere preferibile usare una media recente delle buste paga o attenersi al divisore previsto dal CCNL/settore, consapevoli che il calcolo ufficiale INAIL tiene conto della retribuzione imponibile ai suoi fini, con eventuali minimi e massimali.

Terzo: applicare le percentuali ai 30 giorni. Immaginiamo un lavoratore con retribuzione lorda mensile di 1.800 euro e usiamo, per semplicità, un divisore 30: la retribuzione media giornaliera stimata è 60 euro lordi. Su 30 giorni di infortunio che includono il giorno dell’evento, l’articolazione tipica è: 1° giorno (evento) 100% a carico del datore = 60 euro; 2°-3°-4° giorno (carenza) 60% ciascuno = 36 euro x 3 = 108 euro; dal 5° al 30° giorno indennità INAIL al 60% = 36 euro x 26 = 936 euro. Il totale lordo stimato per i 30 giorni è dunque 60 + 108 + 936 = 1.104 euro. Attenzione: alcune prassi contano i “tre giorni di carenza” come i tre successivi al giorno dell’evento, con indennità INAIL dal quarto giorno di inabilità; nell’esempio abbiamo assunto che il certificato copre 30 giorni comprensivi del giorno dell’infortunio, ottenendo 26 giornate indennizzate da INAIL al 60%. Il principio non cambia: l’indennità INAIL interviene dopo i tre giorni di carenza, sino al 90° giorno al 60% e poi al 75%.

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Quarto: integrare con le previsioni del contratto collettivo. Molti CCNL migliorano sensibilmente il trattamento “di legge”. Due leve sono frequenti: 1) l’integrazione dei tre giorni di carenza fino a percentuali più alte (talvolta fino al 100%); 2) l’integrazione dell’indennità INAIL dal 60% fino a una percentuale superiore (in alcuni casi fino al 100%) per un certo periodo. Tornando all’esempio, se il CCNL prevede che il datore di lavoro integri fino al 100% per tutto il primo mese, l’importo complessivo che il lavoratore riceve per i 30 giorni tenderà ad avvicinarsi alla normale retribuzione mensile lorda (circa 1.800 euro). Operativamente, ciò avviene perché: a) il datore copre il 100% del giorno dell’evento; b) integra i tre giorni di carenza dal 60% al 100%; c) dalla 5ª alla 30ª giornata, l’INAIL riconosce il 60% (936 euro nell’esempio) e il datore integra il restante 40% (circa 624 euro), arrivando al 100% della retribuzione media giornaliera. Non tutti i contratti però garantiscono un’integrazione piena e continuativa: in alcuni settori si applicano percentuali o durate diverse, possono esserci franchigie, limiti massimi o condizioni specifiche (anzianità, qualifica, tutele aggiuntive). Inoltre, l’indennità INAIL è soggetta a un proprio regime fiscale e non è assoggettata a contribuzione previdenziale ordinaria, per cui gli importi netti in busta paga possono discostarsi dagli esempi lordi.

Quinto: particolarità e casi specifici. Se l’infortunio supera i 90 giorni, l’indennità INAIL sale al 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno in poi. Questo non riguarda l’ipotesi dei 30 giorni, ma è utile per inquadrare l’andamento nel tempo. Per i lavoratori part-time, l’importo è proporzionato all’orario e alla retribuzione effettiva. Per chi ha retribuzioni variabili, indennità accessorie o turnazioni, il calcolo della retribuzione utile può basarsi su medie e su regole settoriali, con l’eventuale applicazione di minimi/massimali ai fini INAIL. Nei periodi di infortunio maturano di norma alcuni istituti (for esempio TFR) secondo le regole vigenti, ma ferie, permessi e tredicesima/quattordicesima possono seguire discipline diverse a seconda del CCNL. Infine, è bene distinguere questo scenario dall’“infortunio non sul lavoro”: gli eventi extra-lavorativi sono in genere trattati come malattia e le percentuali/enti erogatori cambiano; questo verrà chiarito nella sezione dedicata alle differenze. In ogni caso, per quantificare con precisione quanto si percepirà in 30 giorni, conviene verificare: retribuzione media giornaliera utile, percentuali da applicare per ciascun segmento temporale, eventuali integrazioni contrattuali, presenza di minimi o massimali e modalità di pagamento (anticipato in busta o diretto dall’ente).

Documentazione richiesta

Per ottenere l’indennità di infortunio, è fondamentale presentare una serie di documenti all’INAIL. Il primo passo consiste nella compilazione del modulo di denuncia dell’infortunio, noto come “Mod. 4 bis R.A.”, che deve essere accuratamente compilato con tutti i dettagli relativi all’incidente. (carminepersico.it)

È altresì necessario fornire il certificato medico rilasciato dal Pronto Soccorso o dal medico curante, che attesti la natura e la gravità dell’infortunio. Questo certificato deve essere inviato all’INAIL entro cinque giorni dall’evento. (fgudipartimentouniversita.org)

Inoltre, è richiesta la relazione dettagliata sulle modalità dell’infortunio e la natura dell’infermità, redatta dal datore di lavoro o dal responsabile della struttura. Questa relazione deve essere trasmessa al servizio del personale competente entro cinque giorni dall’evento.

Infine, è importante includere la ricevuta di presentazione dell’avvenuta denuncia di infortunio rilasciata dall’Autorità di Pubblica Sicurezza, se prevista.

Tempistiche per il pagamento

Dopo la presentazione della documentazione completa, l’INAIL procede alla valutazione del caso. I tempi di attesa possono variare, ma generalmente l’ente comunica l’esito della richiesta entro un periodo ragionevole. (lavivienda.it)

Una volta approvata la richiesta, l’indennità per inabilità temporanea viene erogata direttamente dall’INAIL tramite accredito su conto corrente bancario o postale. In alcuni casi, il pagamento può essere anticipato dal datore di lavoro in busta paga, con successivo rimborso da parte dell’INAIL. (postosicuro.info)

È importante notare che l’indennità copre il periodo di inabilità a partire dal quarto giorno successivo all’infortunio, poiché i primi tre giorni sono a carico del datore di lavoro.

Le tempistiche effettive dipendono da variabili operative: completezza della documentazione, eventuali accertamenti medico-legali e modalità di erogazione (pagamento diretto INAIL oppure anticipo aziendale). Nel pagamento diretto, l’INAIL di norma liquida il primo periodo utile dopo l’acquisizione del certificato telematico e della denuncia; eventuali proroghe vengono pagate con ulteriori ratei, man mano che pervengono i nuovi certificati e le conferme di inabilità. Se l’azienda anticipa, l’erogazione segue il calendario paghe, mentre i conguagli con l’INAIL avvengono successivamente senza incidere sulle percentuali spettanti.

Per evitare ritardi è utile verificare che siano stati comunicati correttamente IBAN, intestazione del conto e codice fiscale, e che ogni proroga dell’inabilità sia trasmessa nei tempi previsti. Eventuali richieste di integrazione documentale o convocazioni a visita vanno gestite tempestivamente, poiché la mancata risposta può comportare la sospensione della liquidazione. La guarigione clinica o la ripresa del lavoro devono essere comunicate per chiudere il periodo indennizzabile ed evitare eccedenze o recuperi.

Differenze tra infortunio sul lavoro e non

Un infortunio sul lavoro è un evento dannoso che si verifica durante l’attività lavorativa o nel tragitto casa-lavoro (infortunio in itinere). In questi casi, il lavoratore è coperto dall’assicurazione obbligatoria dell’INAIL, che prevede specifiche prestazioni economiche e sanitarie.

Al contrario, un infortunio non legato all’attività lavorativa non rientra nella copertura INAIL. In tali situazioni, il lavoratore può fare riferimento all’assicurazione sanitaria nazionale o a eventuali polizze assicurative private stipulate individualmente.

È fondamentale distinguere tra queste due tipologie di infortunio, poiché le procedure per la richiesta di indennizzo e le prestazioni erogate differiscono significativamente.

Negli eventi extra-lavorativi, l’assenza è generalmente inquadrata come malattia e le tutele economiche fanno capo all’INPS e al datore di lavoro secondo il CCNL applicato: percentuali, giorni di carenza e durate possono differire rispetto all’infortunio sul lavoro. La gestione passa dal certificato telematico di malattia inviato dal medico all’INPS, con relativo numero di protocollo comunicato al datore di lavoro.

Cambiano anche alcuni profili gestionali: fasce di reperibilità per eventuali visite di controllo, regole sul periodo di comporto e sulla maturazione di istituti come ferie, permessi e mensilità aggiuntive possono seguire discipline differenti tra malattia e infortunio. È quindi opportuno verificare, oltre alla copertura assicurativa competente, le previsioni specifiche del proprio contratto collettivo.

Consigli per la gestione dell’infortunio

In caso di infortunio sul lavoro, è essenziale seguire una serie di passaggi per garantire una corretta gestione dell’evento. Innanzitutto, è importante rivolgersi immediatamente a un Pronto Soccorso o al proprio medico curante, specificando che l’infortunio è avvenuto in ambito lavorativo. (assodigitale.it)

Successivamente, è necessario informare tempestivamente il datore di lavoro, fornendo tutta la documentazione medica ricevuta. Il datore ha l’obbligo di trasmettere la denuncia di infortunio all’INAIL entro i termini previsti dalla normativa vigente.

È consigliabile conservare copie di tutta la documentazione inviata e ricevuta, inclusi certificati medici, moduli di denuncia e comunicazioni con l’INAIL. Questo permette di avere un tracciato completo dell’iter seguito e facilita eventuali verifiche future.

Infine, in caso di difficoltà o dubbi durante il processo, è opportuno rivolgersi a professionisti legali esperti in materia di infortuni sul lavoro, che possono fornire supporto e consulenza per tutelare al meglio i propri diritti.

Gestire correttamente un infortunio sul lavoro richiede attenzione e tempestività. Seguendo le procedure indicate e avvalendosi del supporto di professionisti qualificati, è possibile garantire il riconoscimento dei propri diritti e l’accesso alle prestazioni previste.

Per approfondire

Modulistica INAIL – Pagina ufficiale dell’INAIL contenente i moduli necessari per la denuncia di infortunio e altre pratiche correlate.