Quanto vale un punto di invalidità INAIL?

Valore di un punto INAIL: calcolo con tabelle per danno biologico, fasce 6–15% (capitale) e ≥16% (rendita), età e aggiornamenti; esempi, differenze con invalidità INPS e iter di valutazione.

“Quanto vale un punto di invalidità INAIL?” è una domanda frequente dopo un infortunio sul lavoro o il riconoscimento di una malattia professionale. Nella pratica medico-legale, tuttavia, non esiste un valore unico e valido in assoluto per ogni “punto”: l’importo dipende da più variabili definite per legge e applicate dall’INAIL attraverso tabelle dedicate. Capire come si calcola il valore aiuta a orientarsi tra percentuali di menomazione, fasce d’età, indennizzo in capitale o rendita, e aggiornamenti periodici degli importi.

Il cuore del sistema è la valutazione medico-legale della menomazione permanente, espressa in punti percentuali, che traduce in numeri l’impatto stabile dell’evento lesivo sulla persona. In base all’entità di questa percentuale, l’INAIL applica due regimi economici distinti: per le menomazioni di grado contenuto l’indennizzo è una somma una tantum (capitale), mentre per gradi più elevati scatta la rendita, cioè una prestazione periodica. Dire “quanto vale un punto” ha quindi senso solo se prima si chiarisce in quale regime rientra il caso, quale sia l’età dell’assicurato alla data di consolidamento dei postumi e quale aggiornamento tabellare sia in vigore.

Calcolo del valore

Il calcolo del valore di un punto di invalidità INAIL parte sempre dalla valutazione medico-legale della menomazione permanente (postumi), effettuata alla stabilizzazione del quadro clinico. La percentuale assegnata non misura solo la perdita di capacità lavorativa, ma il danno all’integrità psicofisica in senso ampio (danno biologico), secondo criteri e tabelle proprie dell’INAIL. La cornice normativa distingue poi tre fasce operative: fino al 5% di menomazione non è previsto indennizzo per danno biologico in via permanente (restano comunque le prestazioni per l’inabilità temporanea durante la malattia); dal 6% al 15% è erogato un indennizzo in capitale; dal 16% in su spetta una rendita. Questa suddivisione è cruciale perché la domanda “quanto vale un punto?” riceve risposte diverse a seconda della fascia in cui ricade la menomazione accertata.

In pratica, il percorso di calcolo segue alcuni passaggi logici: 1) accertare la percentuale di menomazione con riferimento ai criteri medico-legali INAIL; 2) individuare l’età alla data di consolidamento dei postumi; 3) collocarsi nella fascia corretta (6–15% capitale; ≥16% rendita); 4) consultare la tabella in vigore nell’anno pertinente e leggere l’importo corrispondente (per il capitale) o la quota periodica (per la rendita); 5) nel caso di rendita, considerare anche la componente patrimoniale connessa alla retribuzione, che incide sull’importo complessivo. Da questi passaggi discende che parlare di “quanto vale un punto di invalidità INAIL” ha senso solo come espressione sintetica di un calcolo più articolato, che non si riduce a un unico valore standard per tutti, ma dipende da percentuale, età, anno di riferimento e, nelle rendite, anche dalla retribuzione.

Fattori che influenzano il valore

Per le menomazioni tra il 6% e il 15%, l’INAIL non usa un “prezzo unitario” fisso del punto valido per tutti, ma una tabella di indennizzo in capitale che combina due variabili: percentuale di menomazione e età dell’assicurato alla data di consolidamento. Il risultato è un importo lordo una tantum. In questa fascia, il valore medio per punto tende a crescere al crescere della menomazione (progressività) e a variare in funzione dell’età: a parità di percentuale, un’età più giovane corrisponde generalmente a un importo maggiore, perché il danno incide su un arco di vita più lungo. Ne consegue che, anche nello stesso anno tabellare, il “valore del punto” non è una cifra unica ma un valore variabile che si ricava caso per caso dalla tabella.

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Per menomazioni dal 16% in su, l’indennizzo del danno biologico avviene in forma di rendita. Anche qui l’INAIL adotta tabelle che, in relazione a percentuale e età, determinano l’ammontare della quota di rendita imputabile al danno biologico. A questa quota si somma una componente di natura patrimoniale legata alla retribuzione e alla riduzione della capacità lavorativa, così da riflettere anche le ripercussioni economiche dell’evento. Di fatto, dunque, chiedersi “quanto vale un punto” in questa fascia significa riferirsi a un flusso economico periodico (mensile/annuale), non a una somma unica: il “valore del punto” non è solo funzione di percentuale ed età, ma risente anche della retribuzione di riferimento e della struttura della rendita. Per questo motivo, una stima rapida per punto rischia di essere fuorviante se non si specificano le condizioni concrete.

Un ulteriore elemento da considerare è l’aggiornamento periodico degli importi. Le tabelle INAIL per l’indennizzo del danno biologico, sia in capitale sia in rendita, vengono periodicamente rivalutate. L’effetto pratico è che il “valore del punto” di uno stesso grado di menomazione e con identica età può differire tra un anno e l’altro, per effetto di adeguamenti economici. Ecco perché due lavoratori con pari percentuale e età simile, ma con consolidamento avvenuto in anni diversi, potrebbero percepire importi differenti. Questo aspetto rende indispensabile riferirsi sempre alla tabella vigente alla data utile per il calcolo, evitando confronti diretti con importi storici non più attuali o con valori desunti da fonti non aggiornate.

Esempi di valutazione

Per comprendere meglio come l’INAIL determina il valore di un punto di invalidità, consideriamo alcuni esempi pratici. Supponiamo che un lavoratore subisca un infortunio che comporta la perdita dell’ultima falange del dito indice. Secondo le tabelle INAIL, questa menomazione corrisponde a una percentuale di invalidità del 7%.

In un altro caso, un lavoratore potrebbe riportare un’anchilosi dell’articolazione del dito medio, valutata al 5% di invalidità. È importante notare che, in presenza di più menomazioni, le percentuali non si sommano aritmeticamente, ma vengono combinate secondo criteri specifici per determinare l’invalidità complessiva.

Ad esempio, se un lavoratore subisce sia la perdita dell’ultima falange del dito indice (7%) sia l’anchilosi del dito medio (5%), l’INAIL applica una formula che considera l’invalidità complessiva, evitando una semplice somma delle percentuali individuali. Questo metodo garantisce una valutazione equa e accurata del danno subito.

Questi esempi illustrano come l’INAIL utilizzi le tabelle di menomazione per assegnare una percentuale specifica a ciascuna lesione, determinando così l’entità dell’indennizzo o della rendita spettante al lavoratore.

Differenze tra INAIL e altre valutazioni

È fondamentale distinguere tra le valutazioni di invalidità effettuate dall’INAIL e quelle relative all’invalidità civile riconosciuta dall’INPS. Sebbene entrambe mirino a supportare individui con ridotta capacità lavorativa, i criteri e le finalità differiscono significativamente.

L’INAIL si occupa di infortuni sul lavoro e malattie professionali, valutando il danno biologico subito dal lavoratore in relazione all’attività lavorativa svolta. Le percentuali di invalidità riconosciute dall’INAIL determinano l’accesso a indennizzi in capitale o rendite mensili, a seconda del grado di menomazione.

Al contrario, l’invalidità civile riconosciuta dall’INPS riguarda qualsiasi cittadino con una riduzione permanente della capacità lavorativa, indipendentemente dalla causa. Le percentuali di invalidità civile determinano l’accesso a prestazioni economiche e agevolazioni, come l’assegno mensile o la pensione di inabilità.

Un’altra differenza significativa riguarda le tabelle di valutazione utilizzate. L’INAIL applica tabelle specifiche per le menomazioni derivanti da infortuni sul lavoro, mentre l’INPS utilizza tabelle diverse per valutare l’invalidità civile. Di conseguenza, la stessa menomazione potrebbe essere valutata con percentuali diverse nei due ambiti.

Comprendere queste differenze è essenziale per i lavoratori che desiderano richiedere le prestazioni appropriate in base alla propria situazione, assicurandosi di seguire le procedure corrette per ciascun ente.

Come richiedere una valutazione

Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità da parte dell’INAIL, il lavoratore deve seguire una procedura specifica. In caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, è necessario informare tempestivamente il datore di lavoro e fornire la documentazione medica relativa all’evento.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di denunciare l’infortunio all’INAIL entro cinque giorni dalla ricezione della comunicazione da parte del lavoratore. Successivamente, l’INAIL avvia l’iter di valutazione, che include una visita medico-legale per determinare il grado di menomazione.

Se il lavoratore ritiene che le proprie condizioni siano peggiorate nel tempo, può presentare una richiesta di aggravamento all’INAIL. Questa richiesta deve essere accompagnata da un certificato medico che attesti l’aggravamento delle condizioni di salute. È importante notare che l’INAIL può anche avviare d’ufficio una revisione della rendita in caso di variazioni delle condizioni del lavoratore.

In caso di disaccordo con la valutazione effettuata dall’INAIL, il lavoratore ha la possibilità di presentare ricorso. È consigliabile, in queste situazioni, rivolgersi a un esperto in materia per valutare la fattibilità del ricorso e seguire l’iter procedurale appropriato.

Seguire attentamente queste procedure è fondamentale per garantire il riconoscimento dei propri diritti e l’accesso alle prestazioni economiche previste in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale.

In conclusione, comprendere il valore di un punto di invalidità INAIL e le procedure per il suo riconoscimento è essenziale per i lavoratori che hanno subito infortuni o malattie professionali. Conoscere le differenze tra le valutazioni dell’INAIL e quelle dell’INPS, nonché le modalità per richiedere una valutazione o un aggravamento, permette di tutelare al meglio i propri diritti e accedere alle prestazioni economiche previste.

Per approfondire

Assegno di incollocabilità – Informazioni dettagliate sull’assegno di incollocabilità erogato dall’INAIL.