Tic motori e vocali: diagnosi e terapia

Tic motori e vocali: diagnosi e terapia

I tic consistono in disturbi di natura neurologica e neuropsichiatrica e si manifestano per mezzo di movimenti e vocalizzazioni strani, ricorrenti, stereotipati, improvvisi, automatici e aritmici.

I tic motori coinvolgono prevalentemente la faccia, ma possono manifestarsi anche in altre aree corporee, tipo: braccia, gambe, collo e scapole, mentre, i tic vocali colpiscono le aree fonatorie e respiratorie, mediante tosse ed emissione di suoni brevi. Entrambi i tic possono avere effetti persistenti nel tempo, sono inarrestabili ed irrefrenabili, difficili da controllarli e da dominarli.

I tic colpiscono maggiormente soggetti di sesso maschile piuttosto che femminile. Essi provocano una moderata compromissione nel normale funzionamento sociale, scolastico, familiare, lavorativo e in tante altre aree importanti della vita quotidiana, procurando nei pazienti condotte di evitamento sociale, isolamento, frustrazione, umiliazione, forte senso del pudore, complessi di inferiorità, di impotenza ed impetuosità.

Recentemente sono stati eseguiti numerosi studi sperimentali sui disturbi da tic sia a livello terapeutico che diagnostico. Purtroppo, tali disturbi esercitano notevoli ripercussioni a lungo termine sul piano sociale, quindi, è necessario un trattamento multidisciplinare. I farmaci sono indispensabili, anche se il ministero italiano riconosce solo i farmaci sedativi dei tic nervosi, ma non riconosce i farmaci per la cura dei tic, e non sono disponibili nelle nostre farmacie.

Tipi di Tic

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali quarta edizione text revision (DSM IV Tr) classifica i disturbi da tic nel seguente modo:

  • Sindrome di Gilles de la Tourette;
  • Disturbi cronici da tic motori e vocali;
  • Disturbi transitori da tic;
  • Disturbi da Tic non altrimenti specificati (NAS).

Oltre ai disturbi da tic sopracitati, in cui analizzeremo in seguito, esistono anche altri tipi di tic:

  • le distonie;
  • le disfonie spasmodiche;
  • i blefarospasmi.

Le distonie consistono in spasmi muscolari automatici che impongono alcune aree corporee (arti superiori, arti inferiori, collo, viso, tronco e faccia) ad assumere atteggiamenti, pose e ad eseguire movimenti stereotipati, strani e inadeguati all’ambiente in cui si è inseriti.

Esempi di distonie possono essere: il “torcicollo spasmodico”, che consiste nell’inclinare il capo su un lato, e il “crampo dello scrivano”, o “distonia dei musicisti” che colpisce le mani e le braccia, con una tendenza nel ripetere le medesime azioni (coazione a ripetere) non solo durante l’attività professionale (es. suonare il pianoforte), ma anche al di fuori di essa, in contesti e in situazioni differenti.

Le disfonie spasmodiche colpiscono i muscoli delle corde vocali, rendendo faticoso, tremante, coatto e poco fluente l’eloquio.

A tali disfonie sono associate le distonie dell’apparato oro-facciale, con la manifestazione di movimenti aritmici e ricorrenti della bocca e della lingua (apertura e chiusura della bocca, leccarsi le labbra, masticazione ininterrotta, ecc). Tali movimenti dipendono dall’attivazione del quinto paio dei nervi cranici del ponte e del mesencefalo, ossia: il nervo trigemino, che innerva: bocca, meningi, muscoli facciali e mascellari.

I blefarospasmi sono tic nervosi cronici e persistenti nel tempo, e coinvolgono gli occhi, causando una chiusura aritmica delle palpebre o di una palpebra.

Si interviene con la tossina botulinica, con la chirurgia (miectomia), con gli antidepressivi triciclici, e si consiglia di indossare gli occhiali da sole, per ridurre la ricezione dei raggi ultravioletti che procurano irritazione agli occhi, e incrementano la frequenza dei blefarospasmi.

Sindrome di Tourette

La Sindrome di Tourette o disturbo di Gilles de la Tourette è un disturbo da tic di eziologia neuropsichiatrica infantile, descritto per la prima volta nel 1895 dal noto neuropsichiatra francese Georges Gilles de la Tourette (1859-1904), da cui prese per l’appunto il nome tale patologia.

I soggetti colpiti da tale sindrome sono i bambini, prevalentemente di sesso maschile, con un’incidenza pari a 6-35 su 10mila, e gli adulti con un’incidenza pari a 1 su 10mila.

Inizialmente i disturbi sono: i blefarospasmi (tic nervosi cronici e persistenti nel tempo, e coinvolgono gli occhi, causando una chiusura aritmica delle palpebre o di una palpebra) e le distonie facciali (tic nervosi sul volto).

I disturbi iniziali sono vissuti inconsapevolmente dai bambini, data la loro tenera età, ma la consapevolezza di tali deficit maturano con la crescita e con lo sviluppo psico-emotivo-somatico.

Secondo il DSM IV Tr la sindrome di Tourette riporta i seguenti criteri diagnostici:

  • Criterio A: Manifestazione di tic motori (sette-otto anni di età) e di uno o più tic vocali (undici-dodici anni di età);
  • Criterio B: Entrambi i tic emergono più volte al dì per più di dodici mesi;
  • Criterio C: Solitamente l’esordio avviene durante l’infanzia o nell’adolescenza, quindi prima della maggiore età;
  • Criterio D: I tic hanno un’origine neurologica e non dipendono dagli effetti fisiologici di una sostanza, e ne tanto meno da una condizione medica generale.

La presente patologia dura per tutta la vita, anche se la frequenza e la gravità dei tic si riducono di gran lunga in età adulta. Quindi, proprio perché dura per tutta la vita non c’è remissione clinica.

La malattia presenta tre forme cliniche: forma “pura”, con presenza di tic motori/vocali; forma “complessa”, in cui oltre ai semplici tic, si rivelano anche altri disturbi, tipo: ecolalia (ripetere a pappagallo ciò che gli altri dicono), copro-prassia (tic nervosi ed impulsi nell’emettere gesti osceni e nel pronunciare parolacce); forma “plus”, in questo caso i tic nervosi sono correlati alle seguenti psicopatologie: disturbo ossessivo-compulsivo (nel 30% dei bimbi con Tourette), disturbo da ADHD o disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (nella metà dei bimbi con Tourette), crisi depressive/bipolarismo e DSA o disturbi specifici dell’apprendimento.

La sindrome genera una elevata compromissione nel normale funzionamento sociale, scolastico, lavorativo e in tante altre aree importanti, procurando nei soggetti condotte di evitamento sociale, frustrazione, umiliazione, forte senso del pudore, complessi di inferiorità, di impotenza ed impetuosità.

La frequenza e la gravità dei tic viene amplificata dalle situazioni stressanti, traumatiche ed emotivamente coinvolgenti.

Tale disturbo da tic riporta una triplice eziologia:

  • Ereditarietà: essa ha un ruolo fondamentale, anche se tutt’oggi non sono ben noti i cromosomi coinvolti e le modalità di trasmissione genetica;
  • Disfunzione dell’attività del neurotrasmettitore dopaminergico: infatti vengono somministrati i farmaci agonisti della dopamina allo scopo di sedare i sintomi della sindrome di Tourette;
  • Reazioni autoimmuni: essi sono causati dalle malattie infettive, e tali reazioni si scatenano sui gangli della base e sul cervelletto, inficiando negativamente sulla motricità.

Disturbo cronico da Tic motori e vocali

Il disturbo cronico da tic motori e vocali è un disturbo da tic di eziologia neuropsichiatrica infantile, ed è il più blando e il meno diffuso rispetto alla Sindrome di Tourette. I pazienti affetti da tale disturbo cronico da tic riportano o tic motori oppure tic vocali, ma non si manifestano mai contemporaneamente, e questo è un dato diagnostico importante da tenere in considerazione per la diagnosi differenziale per la Sindrome di Tourette.

Come il disturbo di Tourette, i tic compaiono più volte al dì per più di dodici mesi e l’esordio avviene o durante l’infanzia o nell’adolescenza, quindi prima del raggiungimento della maggiore età. I tic hanno un’origine neurologica e non dipendono dagli effetti fisiologici di una sostanza, e ne tanto meno da una condizione medica generale.

La frequenza e la gravità dei tic viene amplificata dalle situazioni stressanti, traumatiche ed emotivamente coinvolgenti.

Disturbo transitorio da Tic

Il disturbo transitorio da tic è anch’esso un disturbo da tic di eziologia neuropsichiatrica infantile, ed è meno frequente rispetto alla Sindrome di Tourette.

I pazienti affetti da tale disturbo riportano tic motori singoli o multipli e/o tic vocali singoli o multipli.

I tic compaiono più volte al dì solo per un mese, per poi ridursi la frequenza dei tic giornalieri, e tali sintomi durano meno di un anno.

La frequenza e la gravità dei tic viene amplificata dalle situazioni stressanti, traumatiche ed emotivamente coinvolgenti.

L’esordio avviene o durante l’infanzia o nell’adolescenza, quindi prima del raggiungimento della maggiore età.

I tic hanno un’origine neurologica e non dipendono dagli effetti fisiologici di una sostanza, e ne tanto meno da una condizione medica generale.

Disturbi da Tic non altrimenti specificati

Nella categoria dei disturbi da tic non altrimenti specificati o NAS, rientrano i disturbi da tic che non rispettano affatto i criteri diagnostici, prognostici, eziologici e nosografici dei disturbi da tic precedentemente descritti.

Terapia dei Tic

Purtroppo, tutti i disturbi ticcosi esercitano notevoli ripercussioni a lungo termine sul piano sociale, quindi, è necessario un trattamento multidisciplinare.

I farmaci sono indispensabili, anche se il ministero italiano riconosce solo i farmaci sedativi dei tic nervosi, ma non riconosce i farmaci per la cura dei tic, e non sono neanche disponibili nelle nostre farmacie.

Per ridurre i tic vengono somministrati i farmaci agonisti della dopamina allo scopo di ripristinare l’attività del neurotrasmettitore dopaminergico.

Oltre alla farmacoterapia si può anche intervenire con i mezzi di correzione della condotta sul bambino affetto dai sintomi ticcosi.

I mezzi di correzione sono i seguenti:

  • Terapia psicomotoria;
  • Psicoterapia: ha lo scopo di ridurre l’evitamento sociale, l’isolamento, la frustrazione, l’umiliazione, il forte senso del pudore, i complessi di inferiorità, di impotenza ed impetuosità, e di accrescere l’autostima, la motivazione e la capacità di autocontrollo delle proprie azioni e delle proprie vocalizzazioni;
  • Psicoterapia comportamentale;
  • Somministrazione della tossina botulinica: che viene iniettata nelle aree corporee colpite dalla sintomatologia ticcosa, allo scopo di ridurre la motilità e la propriocezione. Tale trattamento produce notevoli benefici, con scarsi effetti indesiderati.

Per concludere, non dimentichiamo che è fondamentale il ruolo che la famiglia e la scuola hanno nella gestione della sintomatologia ticcosa del bambino. E’ importante lasciare libero il bambino nell’esternare i propri tic, non imporgli mai i limiti temporali, e nel caso di azioni ticcose sconci e volgari, si consiglia di rimpiazzarli con atti socialmente accettabili.

 

 

BIBLIOGRAFIA
  1. Marcelli D., Psicopatologia del bambino, Masson, Milano, 2013;
  2. Bertelloni S., Burgio R., Una pediatria per la società che cambia, Tecniche Nuove, Milano, 2007;
  3. Valentina Ivancich, L’ambulatorio in psichiatria dell’età evolutiva.Screening, orientamento diagnostico, consultazione breve, Milano, Springer Verlag Italia, 2012.