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I cortisonici topici, o corticosteroidi per uso cutaneo, sono farmaci antinfiammatori applicati direttamente sulla pelle per ridurre arrossamento, prurito, gonfiore e altri segni di infiammazione. Rappresentano una colonna portante della dermatologia clinica e sono ampiamente impiegati in patologie come dermatite atopica ed eczema, dermatite da contatto, psoriasi localizzata, lichen simplex chronicus, punture di insetto e numerose dermatosi pruriginose. Esistono in molte formulazioni, tra cui creme, unguenti, lozioni, gel, schiume e soluzioni, per adattarsi alle diverse aree del corpo e ai diversi tipi di lesione (secca, umida, ipercheratosica, pelosa).
Alla domanda “Quali sono i cortisonici topici?”, la risposta richiede di considerare non solo il principio attivo, ma anche la sua “potenza” clinica, il tipo di veicolo e il contesto d’uso. Molecole diverse, sali differenti dello stesso farmaco (per esempio propionato, valerato o furoato) e concentrazioni variabili determinano effetti e indicazioni non sovrapponibili; inoltre, lo stesso principio attivo può risultare più o meno potente a seconda della forma farmaceutica e della sede cutanea. Questa guida introduce le basi per orientarsi tra meccanismi d’azione, classi di potenza, formulazioni e regole pratiche di applicazione, ponendo le premesse per scegliere in modo consapevole e sicuro.
Introduzione ai cortisonici topici
I cortisonici topici esercitano la loro azione principalmente legandosi al recettore dei glucocorticoidi nelle cellule della pelle, modulando l’espressione genica e inibendo mediatori chiave dell’infiammazione (come citochine, prostaglandine e leucotrieni). A livello clinico ciò si traduce in rapida riduzione di eritema, edema e prurito, con un effetto vasocostrittore che contribuisce a “sbiancare” le chiazze infiammate. L’efficacia sintomatica può essere evidente già dopo poche applicazioni, ma l’obiettivo non è soltanto dare sollievo: dosaggio, durata e potenza devono essere calibrati per ottenere il controllo della malattia minimizzando i rischi a breve e lungo termine. È importante ricordare che il cortisonico non è un antimicrobico: nelle infezioni cutanee non trattate può mascherare i segni, ritardare la diagnosi e, in alcuni casi, peggiorare l’andamento clinico.
La scelta del veicolo è cruciale quanto la scelta della molecola. Gli unguenti, ricchi di fase lipidica e occlusivi, aumentano l’idratazione dello strato corneo e la penetrazione del farmaco: sono ideali per lesioni secche, ipercheratosiche o lichenificate e per aree glabre e fredde; risultano però meno graditi in climi caldi o su aree umide e intertriginose. Le creme, emulsioni più bilanciate, sono versatili e meglio tollerate su pieghe e volto, a scapito di un assorbimento talora inferiore rispetto agli unguenti. Gel, soluzioni, lozioni e schiume sono preferibili su cuoio capelluto e aree pilifere perché si distribuiscono bene senza incollare i capelli; i gel a base alcolica asciugano rapidamente e sono utili su lesioni essudanti, ma possono irritare. La disponibilità di più veicoli per la stessa molecola consente di personalizzare la terapia in base alla sede e al tipo di lesione.
Dal punto di vista clinico, i cortisonici topici vengono classificati per potenza. In Europa è diffusa una scala a quattro livelli: bassa, moderata, alta e molto alta potenza. Nella pratica: i farmaci a bassa potenza (per esempio idrocortisone 1% o desonide 0,05%) sono adatti a volto, pieghe, area genitale e all’uso pediatrico, dove la pelle è più sottile e il rischio di effetti avversi maggiore. Le formulazioni a potenza moderata includono, tra gli altri, il prednicarbato 0,25% e l’idrocortisone butirrato 0,1%, utili per eczemi di intensità lieve-moderata su tronco e arti. I cortisonici ad alta potenza, come betametasone valerato/dipropionato, mometasone furoato 0,1% o fluticasone propionato 0,05%, sono impiegati per placche più spesse o recalcitranti, evitando però volto e pieghe salvo cicli brevi. I molto potenti (per esempio clobetasolo propionato 0,05% o diflucortolone valerato ad alte concentrazioni) sono riservati a aree ipercheratosiche e limitate, per periodi molto brevi. La potenza non dipende solo dalla molecola e dalla concentrazione, ma anche dal veicolo e dalla sede: un unguento può rendere più “forte” una stessa molecola rispetto alla crema, e l’assorbimento è maggiore su volto, scroto e pieghe rispetto a palmi e piante.

Anche posologia e tecnica di applicazione condizionano l’esito terapeutico. Una regola pratica valida è l’unità “fingertip unit” (FTU): la quantità di crema o unguento che si estende dalla punta alla prima piega del dito indice di un adulto, pari a circa 0,5 g. Indicativamente, per coprire una mano (palmo e dorso) occorre 1 FTU; un braccio e la mano, 3 FTU; un piede, 2 FTU; una gamba, 6 FTU; il tronco anteriore, 7 FTU; il tronco posteriore (inclusi glutei), 7 FTU; volto e collo, 2,5 FTU. Applicare quantità adeguate riduce sia il rischio di sottotrattamento sia quello di abuso. Molti cortisonici moderni sono efficaci con un’applicazione al giorno; altri richiedono due applicazioni quotidiane nelle fasi acute. Una strategia frequente è l’uso quotidiano nelle prime 1–2 settimane, seguito da “terapia al bisogno” o terapia di mantenimento intermittente (per esempio due volte a settimana) per prevenire le riacutizzazioni. Il tapering (riduzione graduale di potenza o frequenza) aiuta a evitare il rebound infiammatorio.
Sicurezza e precauzioni sono parte integrante della prescrizione. Gli effetti avversi cutanei più comuni, soprattutto con potenze elevate, occlusione o uso prolungato, includono atrofia cutanea (assottigliamento), strie, teleangectasie, ecchimosi, ritardo di guarigione, ipopigmentazione, ipertricosi e follicolite; su volto e pieghe può comparire dermatite periorale o peggioramento di rosacea e acne. L’applicazione perioculare protratta è associata a rischio di ipertensione oculare e cataratta: in quelle sedi si preferiscono potenze basse per periodi brevi, con monitoraggio. L’assorbimento sistemico è generalmente minimo, ma aumenta con corticosteroidi molto potenti, grandi aree trattate, occlusione, cute lesa e in età pediatrica; in tali condizioni, se l’esposizione è prolungata, è teoricamente possibile una soppressione dell’asse ipotalamo–ipofisi–surrene o altri effetti sistemici. È prudente evitare l’uso su infezioni cutanee non trattate (batteriche, virali o fungine), salvo diversa indicazione specialistica, perché i cortisonici possono attenuare l’infiammazione senza risolvere l’agente causale e favorire “tinea incognito”. L’educazione del paziente su quantità, durata, sedi consentite e segnali d’allarme riduce gli insuccessi terapeutici e i rischi.
Principali cortisonici topici
I principi attivi più utilizzati spaziano dai corticosteroidi a bassa potenza (idrocortisone, desonide) a quelli di potenza moderata (idrocortisone butirrato, prednicarbato, fluocinolone acetonide, metilprednisolone aceponato), fino ai farmaci ad alta potenza (betametasone valerato o dipropionato, mometasone furoato, fluticasone propionato, desossimetasone) e molto alta potenza (clobetasolo propionato, halobetasolo propionato, diflucortolone valerato ad alte concentrazioni). La scelta si basa su spessore e sede delle lesioni, durata prevista del trattamento e profilo di sicurezza richiesto.
Le differenze tra sali (per esempio propionato, valerato, furoato, aceponato) influenzano lipofilia, penetrazione cutanea e affinità per il recettore, con impatto sulla potenza clinica. Alcuni derivati sono pro-farmaci attivati negli strati cutanei, caratteristica che può favorire un buon rapporto efficacia/tollerabilità. La stessa molecola può presentare attività diversa in base alla forma farmaceutica e alla concentrazione disponibile.
Quasi tutti i corticosteroidi topici sono disponibili in più veicoli (crema, unguento, lozione, gel, schiuma, soluzione), permettendo di adattare l’applicazione a sede, tipo di lesione e preferenze d’uso. Forme leggere e non occlusive (lozioni, soluzioni, schiume) sono pratiche su aree pilifere come il cuoio capelluto; unguenti e creme più ricchi risultano utili su placche secche o lichenificate, dove è necessario aumentare l’idratazione e la penetrazione.
Esistono anche associazioni a dose fissa che combinano un cortisonico con altri principi attivi, come cheratolitici nelle placche ipercheratosiche o antimicotici/antibatterici in contesti selezionati. L’impiego di tali combinazioni è riservato a indicazioni specifiche e per periodi definiti, privilegiando sempre il principio di usare la minore potenza efficace per il tempo necessario.
Indicazioni e usi comuni
I cortisonici topici sono ampiamente utilizzati in dermatologia per il trattamento di diverse condizioni infiammatorie della pelle. Grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive, sono efficaci nel ridurre sintomi come prurito, arrossamento e gonfiore.
Tra le principali indicazioni per l’uso dei cortisonici topici troviamo:
- Dermatite atopica: una condizione cronica caratterizzata da pelle secca, pruriginosa e infiammata.
- Psoriasi: una malattia autoimmune che provoca la formazione di chiazze squamose sulla pelle.
- Eczema: un’infiammazione della pelle che causa arrossamento, prurito e desquamazione.
- Reazioni allergiche cutanee: come orticaria o dermatite da contatto.
- Lichen planus: una malattia infiammatoria che colpisce pelle e mucose, causando lesioni pruriginose.
La scelta del cortisonico topico appropriato dipende dalla gravità della condizione, dalla localizzazione delle lesioni e dalla potenza del farmaco. Ad esempio, per aree sensibili come il viso o le pieghe cutanee, si preferiscono formulazioni a bassa potenza per ridurre il rischio di effetti collaterali. Al contrario, per lesioni più spesse o resistenti, possono essere necessari cortisonici di maggiore potenza.
È fondamentale seguire le indicazioni del medico riguardo alla durata e alla frequenza dell’applicazione, poiché un uso improprio può portare a effetti indesiderati. Inoltre, l’uso prolungato senza supervisione medica può causare assuefazione o riduzione dell’efficacia del trattamento.
Effetti collaterali e precauzioni
Sebbene i cortisonici topici siano efficaci nel trattamento di molte condizioni dermatologiche, il loro uso può comportare effetti collaterali, soprattutto se utilizzati in modo inappropriato o per periodi prolungati.
Tra gli effetti collaterali locali più comuni si annoverano:
- Atrofia cutanea: assottigliamento della pelle che può renderla più fragile e suscettibile a lesioni.
- Teleangectasie: dilatazione dei piccoli vasi sanguigni superficiali, visibili come linee rosse sulla pelle.
- Smagliature: strie cutanee che possono comparire in seguito a un uso prolungato.
- Acne o eruzioni acneiformi: soprattutto con l’uso di cortisonici potenti sul viso.
- Dermatite periorale: infiammazione intorno alla bocca, spesso associata all’uso di cortisonici sul viso.
Inoltre, l’uso prolungato su ampie superfici o sotto bendaggi occlusivi può aumentare l’assorbimento sistemico del farmaco, portando a effetti collaterali sistemici come soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, iperglicemia o ipertensione.
Per minimizzare i rischi, è consigliabile:
- Utilizzare il cortisonico più appropriato in base alla potenza necessaria e alla zona da trattare.
- Limitare la durata del trattamento secondo le indicazioni mediche.
- Evitare l’uso su aree sensibili o su pelle danneggiata senza consultare un medico.
- Non interrompere bruscamente il trattamento, ma seguire le indicazioni per una sospensione graduale.
In caso di effetti collaterali o reazioni avverse, è fondamentale consultare tempestivamente un medico per valutare la necessità di modificare o interrompere il trattamento.
In conclusione, i cortisonici topici rappresentano una risorsa terapeutica preziosa per molte condizioni dermatologiche, ma il loro utilizzo richiede attenzione e responsabilità per garantire efficacia e sicurezza.
Per approfondire
Principi di terapia dermatologica topica – Manuali MSD Edizione Professionisti: Una panoramica completa sui principi della terapia dermatologica topica, inclusi i cortisonici.
Cortisonici topici e allergia – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: Informazioni sull’uso dei cortisonici topici in ambito pediatrico e le relative precauzioni.
Quali sono gli effetti collaterali dei corticosteroidi? – My Personal Trainer: Dettagli sugli effetti collaterali associati all’uso dei corticosteroidi.
Cortisone – Humanitas: Informazioni sul cortisone, le sue indicazioni e gli effetti collaterali.
