Copemyl: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Copemyl (Glatiramer Acetato): sicurezza e modo d’azione

Copemyl (Glatiramer Acetato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Glatiramer acetato è indicato per il trattamento della sclerosi multipla (SM) recidivante (vedere paragrafo 5.1 per ìmportantì ìnformazìonì sulla popolazìone nella quale è stata stabìlìta l’effìcacìa).

Glatiramer acetato non è indicato in pazienti affetti da SM progressiva primaria o secondaria.

Copemyl: come funziona?

Ma come funziona Copemyl? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Copemyl

Categoria farmacoterapeutica: altri immunomodulatori. Codice ATC: L03AX13.

Meccanismo d’azione

Il meccanismo o i meccanismi per mezzo dei quali il glatiramer acetato agisce nei pazienti affetti da SM non sono stati ancora chiariti completamente. Tuttavia si ritiene che il prodotto agisca alterando i processi immunitari attualmente ritenuti responsabili della patogenesi della SM. Questa ipotesi è stata supportata dai risultati di studi condotti per approfondire le conoscenze riguardanti la patogenesi dell’encefalomielite allergica sperimentale (EAE), una condizione che, in diverse specie animali, viene indotta mediante l’immunizzazione contro materiale contenente mielina derivato dal sistema nervoso centrale e che spesso viene utilizzato come modello animale sperimentale della SM .Studi condotti negli animali e su pazienti affetti da SM indicano che, in seguito alla sua somministrazione, vengono indotti e attivati alla periferia linfociti T suppressor specifici del glatiramer acetato.

Efficacia clinica e sicurezza

Sclerosi multipla recidivante-remittente (RRMS):

Un totale di 269 pazienti è stato trattato con glatiramer acetato in tre studi controllati. Il primo era uno studio della durata di due anni eseguito in 50 pazienti (glatiramer acetato n. = 25, placebo n. = 25); ai quali era stata diagnosticata, mediante l’applicazione di criteri standard allora vigenti, la sclerosi multipla (SM) recidivante con fasi di remissione e con almeno due attacchi di disfunzione neurologica (esacerbazioni) nel precedente periodo di due anni. Il secondo studio utilizzava i medesimi criteri di inclusione e comprendeva 251 pazienti trattati

per un massimo di 35 mesi (glatiramer acetato n. = 125, placebo n. = 126). Il terzo studio era uno studio della durata di nove mesi che comprendeva 239 pazienti (glatiramer acetato n. = 119, placebo n. = 120) e dove i criteri di inclusione erano simili a quelli del primo e del secondo studio con l’aggiunta di un ulteriore criterio, ovvero che i pazienti dovevano avere almeno una lesione captante gadolinio evidenziata con la risonanza magnetica (RMI).

In studi clinici eseguiti in pazienti affetti da SM trattati con glatiramer acetato, è stata osservata una significativa riduzione del numero di recidive rispetto al placebo.

Nel più grande studio controllato che sia stato eseguito, la percentuale di recidive è diminuita del 32% e precisamente da 1,98 nei pazienti che assumevano il placebo a 1,34 nei pazienti che assumevano glatiramer acetato.

Sono disponibili i dati relativi all’esposizione di 103 pazienti trattati con glatiramer acetato per un periodo totale di dodici anni.

Glatiramer acetato ha dimostrato benefici rispetto al placebo anche sui parametri MRI pertinenti alla SM recidivante con remissione.

Tuttavia, glatiramer acetato non ha avuto effetti positivi sulla progressione dell’invalidità nei pazienti affetti da SM recidivante con remissione.

Non vi sono prove che il trattamento con glatiramer acetato abbia un effetto sulla durata o sulla gravità delle recidive.

Attualmente non è stata dimostrata l’utilità di glatiramer acetato in pazienti affetti dalla malattia progressiva primaria o secondaria.

Primo evento clinico indicativo di sclerosi multipla:

Uno studio controllato con placebo che comprendeva 481 pazienti (glatiramer acetato n. = 243, placebo n. = 238) è stato condotto in soggetti con una manifestazione neurologica singola, ben definita, unifocale e con caratteristiche MRI fortemente indicative di SM (almeno due lesioni cerebrali, evidenziate con la RMI pesate in T2, superiori a 6 mm di diametro). Qualsiasi altra patologia, ad eccezione della SM, che poteva meglio interpretare i segni e sintomi osservati nel paziente doveva essere esclusa. Il periodo di controllo con placebo è stato seguito da una fase di trattamento in aperto: ai pazienti che presentavano sintomi da SM o che erano asintomatici per tre anni, a seconda di ciò che si verificava per primo, veniva assegnato un trattamento con la sostanza attiva in aperto per un ulteriore periodo di due anni, non superando una durata massima di trattamento totale pari a 5 anni. Dei 243 pazienti randomizzati inizialmente a glatiramer acetato 198 hanno continuato il trattamento con glatiramer acetato nella fase in aperto. Dei 238 pazienti randomizzati inizialmente a placebo, 211 sono passati al trattamento con glatiramer acetato nella fase in aperto.

Durante il periodo di trattamento controllato con placebo fino a tre anni, glatiramer acetato ha ritardato la progressione dal primo evento clinico alla sclerosi multipla clinicamente definita (CDMS) secondo i criteri di Poser in maniera significativa sia dal punto di vista statistico che clinico corrispondente a una riduzione del rischio del 45% (rapporto di rischio (HR) = 0,55; 95% CI [0,40; 0,77], p=0,0005). La percentuale di pazienti che avevano sviluppato CDMS era del 43% per il gruppo trattato con placebo e del 25% per il gruppo trattato con glatiramer acetato.

L’effetto favorevole del trattamento con glatiramer acetato rispetto a placebo è stato anche dimostrato in due endpoint secondari sui parametri di RMI, cioè il numero di nuove lesioni pesate in T2 ed il volume delle lesioni in T2.

Sono state eseguite delle analisi di sottogruppo post-hoc in pazienti che presentavano diverse

caratteristiche al basale con lo scopo di identificare una popolazione ad alto rischio di sviluppare un secondo attacco. Nei soggetti che presentavano al basale almeno una lesione pesata in T1 captante gadolinio evidenziata con RMI e 9 o più lesioni in T2, il passaggio alla CDMS è stato evidente nel 50% dei soggetti trattati con placebo rispetto al 28% dei soggetti trattati con glatiramer acetato per un periodo di 2,4 anni. Per i soggetti con 9 o più lesioni in T2 al basale, il passaggio alla CDMS è stato evidente nel 45% dei soggetti trattati con placebo rispetto al 26% dei soggetti trattati con glatiramer acetato per un periodo di 2,4 anni. Tuttavia, l’impatto del trattamento precoce con glatiramer acetato in relazione all’evoluzione della malattia a lungo termine non è noto anche in questi sottogruppi di pazienti ad alto rischio, poiché il disegno dello studio era principalmente quello di valutare il tempo che intercorreva tra l’insorgenza del primo evento clinico ed il secondo. In ogni caso, si deve prendere in considerazione il trattamento soltanto per i pazienti considerati ad alto rischio.

L’effetto dimostrato nella fase di controllo con placebo è stato mantenuto nel periodo di follow-up a lungo termine fino a 5 anni. Il tempo per la progressione dal primo evento clinico alla CDMS si è prolungato con il trattamento precoce con glatiramer acetato rispetto al trattamento ritardato, evidenziando una riduzione del rischio del 41% con il trattamento precoce rispetto a quello tardivo (rapporto di rischio = 0,59; 95% CI [0,44; 0,80], p=0,0005). La proporzione di soggetti che hanno progredito a CDMS nel gruppo con trattamento ritardato è stata superiore (49,6%) rispetto a quella nel gruppo con trattamento precoce (32,9%).

Un consistente effetto nel tempo a favore del trattamento precoce rispetto a quello tardivo, è stato evidenziato nel numero annualizzato di lesioni durante l’intero periodo di studio per le nuove lesioni in T1 captanti gadolinio (ridotte del 54%; p<0,0001), le nuove lesioni in T2 (ridotte del 42%; p<0,0001) e le nuove lesioni ipointense in T1 (ridotte del 52%; p<0,0001). Un effetto sulla riduzione, a favore del trattamento precoce rispetto a quello tardivo, è stato osservato anche nel numero totale di nuove lesioni T1 captanti gadolinio (ridotte del 46%; p=0,001), nel volume della lesione T1 captanti gadolinio (differenza media di -0,06 ml; p<0,001), così come nel numero totale di nuove lesioni ipointense in T1 (ridotte del 46%; p<0,001) misurate durante l’intero periodo di studio.

Non sono state osservate differenze rilevanti tra il gruppo con trattamento precoce e quello ritardato, né nel volume delle lesione ipointense in T1 né nell’atrofia cerebrale, durante i 5 anni. Tuttavia, l’analisi dell’atrofia cerebrale, all’ultimo valore osservato (aggiustato in base all’esposizione al trattamento), ha mostrato una riduzione a favore del trattamento precoce con glatiramer acetato (la differenza media di variazione percentuale del volume cerebrale è stato dello 0,28%; p=0,0209).

Copemyl è un medicinale ibrido. Informazioni dettagliate sono fornite sul sito dell’indice dei prodotti di MRI; http://mri.medagencies.org/Human/.


Copemyl: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Copemyl, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Copemyl

Non sono stati eseguiti studi farmacocinetici in pazienti. I dati ottenuti in vitro e i dati limitati raccolti da volontari sani indicano che, somministrando per via sottocutanea glatiramer acetato, la sostanza attiva è prontamente assorbita e che gran parte della dose è rapidamente degradata in frammenti più piccoli già nel tessuto sottocutaneo.


Copemyl: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Copemyl agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Copemyl è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Copemyl: dati sulla sicurezza

I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, tossicità della riproduzione, genotossicità o cancerogenicità, oltre alle informazioni comprese in altre sezioni del RCP. A causa della mancanza di dati farmacocinetici per l’uomo, non è possibile stabilire i margini di esposizione tra uomo e animale.

In un numero limitato di ratti e scimmie trattati per almeno sei mesi è stato riferito il deposito di immunocomplessi nei glomeruli renali. Nel corso di uno studio sul ratto durato due anni,

non è emersa alcuna indicazione di depositi di immunocomplessi nei glomeruli renali.

In seguito alla somministrazione ad animali sensibilizzati (cavie o ratti), sono stati segnalati casi di anafilassi. Non si sa se questi dati abbiano rilevanza per l’uomo.

La tossicità nella sede di iniezione era una evidenza comune dopo ripetute somministrazioni agli animali.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Copemyl: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Copemyl

Copemyl: interazioni

Le interazioni fra glatiramer acetato e altri farmaci non sono state valutate formalmente.

Le osservazioni dagli studi clinici disponibili e dall’esperienza successiva alla commercializzazione, non suggeriscono alcuna significativa interazione del glatiramer acetato con le terapie comunemente usate nei pazienti con SM, compreso l’uso contemporaneo di corticosteroidi fino a 28 giorni.

Uno studio in vitro fa ritenere che glatiramer acetato in circolo si leghi in misura elevata alle proteine plasmatiche, ma che non venga spostato dalla fenitoina o dalla carbamazepina e che non sposti esso stesso la fenitoina o la carbamazepina. Tuttavia, dato che glatiramer acetato ha, teoricamente, la possibilità di alterare la distribuzione delle sostanze legate alle proteine, deve essere accuratamente monitorato l’impiego concomitante di tali medicinali.


Copemyl: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Copemyl: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati eseguiti studi sugli effetti del farmaco sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco