Etanicozid: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Etanicozid b6 (Etambutolo + Isoniazide + Piridossina): sicurezza e modo d’azione

Etanicozid b6 (Etambutolo + Isoniazide + Piridossina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Terapia della malattia tubercolare in tutte le localizzazioni, anche se sostenuta da micobatteri resistenti ad altri chemioantibiotici.

L’uso di Etanicozid B6 può essere indicato anche in associazione ad altri antimicobatterici.

Etanicozid b6: come funziona?

Ma come funziona Etanicozid b6? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Etanicozid b6

L’etambutolo e l’isoniazide che costituiscono i principi attivi di Etanicozid B6 sono due chemioterapici antitubercolari le cui attività e tollerabilità cliniche sono largamente documentate.

Essi posseggono meccanismo d’azione e destino metabolico sostanzialmente diversi: ciò spiega la mancanza di resistenza crociata fra loro e di interferenze negative sulla tollerabilità.

Etanicozid B6 pertanto esercita una spiccata azione antitubercolare, permettendo attraverso l’assunzione di un’unica compressa di due antimicobatterici, l’applicazione di una terapia di efficacia atta a ritardare la resistenza batterica.

Ai due antimicobatterici è associato un adeguato dosaggio di piridossina (Vit. B6) e ciò allo scopo di prevenire eventuali fenomeni neurotossici che possono verificarsi in corso di trattamenti prolungati con isoniazide.

L’attività antimicobatterica in vitro dell’associazione si è dimostrata elevata: le prove di controllo hanno escluso sia l’antagonismo tra le sostanze chemioterapiche, sia l’interferenza della piridossina.


Etanicozid b6: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Etanicozid b6, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Etanicozid b6

La farmacocinetica dell’isoniazide e dell’etambutolo dopo assorbimento gastrointestinale segue differenti vie metaboliche (acetilazione epatica per l’isoniazide, ossidazione per l’etambutolo) giungendo in tempi differenti all’emuntorio renale. Risulta pertanto che un farmaco non interferisce sulle vie metaboliche dell’altro con meccanismi competitivi o di altro genere.

La velocità di eliminazione dell’isoniazide nell’uomo è il principale fattore che influenza la sua farmacocinetica, essa è costante per ogni individuo in modo bimodale (acetilatori rapidi RA e lenti SA) secondo il noto polimorfismo genetico.

L’isoniazide è rapidamente e completamente assorbita dopo somministrazione orale e parenterale. L’assorbimento orale dell’isoniazide avviene soprattutto nell’intestino tenue e i picchi ematici si hanno dopo 1- 2 ore dall’ingestione. Il volume apparente di distribuzione è pressochè identico tra RA ed SA e si aggira intorno al 61 + 11% del peso corporeo. Questi valori corrispondono alla quasi totalità dell’acqua corporea; ciò indica che il farmaco è distribuito liberamente nei liquidi intra ed extra cellulari.

Studi sull’uomo dimostrano significative concentrazioni di isoniazide nel liquor, nell’essudato pleurico, nella saliva, nelle feci; studi sui ratti ne dimostrano il passaggio attraverso la placenta e il latte.

L’acetilazione rappresenta la tappa principale del metabolismo e le differenze che si riscontrano tra RA ed SA trovano ragione nelle differenti velocità a cui avviene questa reazione.

Gli RA acetilano infatti 5 volte più rapidamente che gli SA. In vivo si è dimostrato che la capacità degli enzimi acetilanti può essere in qualche modo ridotta anche per dosi piccole (250 mg).

Una volta formata, l’acetil-isoniazide è trasformata in ac. isonicotinico e monoacetilidrazina . L’ac. isonicotinico è coniugato con la glicina ed escreto dal rene. La monoacetilidrazina viene trasformata in diacetilidrazina da parte degli stessi enzimi acetilanti geneticamente determinati, per cui gli RA producono 4 volte più diacetilidrazina che gli SA.

Le concentrazioni plasmatiche di isoniazide dopo una dose per os sono più basse per gli RA, mentre non è così per le dosi somministrate endovena, dove non c’è differenza di concentrazione di isoniazide tra SA ed RA.

La costante di eliminazione varia più di dieci volte da individuo ad individuo. Nella grande maggioranza degli RA l’emivita varia da 35 a 110 minuti, mentre negli SA varia da 110 a 400 e più minuti.

La velocità della clearance renale è praticamente proporzionale alle concentrazioni dell’isoniazide nel sangue.

I valori di clearance non sono influenzati dal tempo della misurazione nè dal fenotipo acetilatore e risultano essere di 46 + 3 ml/min.

L’escrezione renale rappresenta circa il 27% e l’11% della clearance corporea totale negli RA e rispettivamente negli SA.

L’etambutolo somministrato per os viene rapidamente assorbito e le concentrazioni sieriche che si ottengono sono proporzionali alla dose somministrata.

Il picco sierico si trova a circa quattro ore dalla somministrazione per os ed ha valori di 10 mcg/ml per dosi di 50 mg/kg e di 5 mcg/ml per dosi di 25 mg/kg.

Per le concentrazioni plasmatiche anteriori alle 12 ore c’è una distinta fase di distribuzione seguita da un’apparente fase di eliminazione con una emivita media di 4.06 + 0.53 ore.

Le curve di escrezione del farmaco nelle urine mostrano anch’esse un’emivita simile.

Più lungo è invece il tempo di dimezzamento dalla 24ma alla 72ma ora aggirandosi a 10 ore. I valori della clearance renale riportati in letteratura variano da 100 ml/min. a 450 ml/min.

La quota di farmaco legata alle proteine sarebbe del 20-30% e varierebbe in base alla concentrazione sierica del farmaco, oscillando dall’8,1% per concentrazioni di 4,8 mcg/ml al 39,3% per concentrazioni di 0,6 mcg/ml. Il farmaco è rapidamente escreto nelle urine: nelle prime sei ore per circa il 33%, nelle 12 ore per il 51% e nelle 24 ore per il 62%. Della quota escreta nelle urine il 50% circa è immodificato, mentre un 8.15% è rappresentato da metoboliti.

Questi metoboliti non compaiono che dopo 6 ore dalla somministrazione, tra la sesta e la 12 ma ora sono circa il 3-7% e dalla 12ma alla 24ma ora il 4% circa della quota di farmaco somministrata, mentre l’etambutolo immodificato è circa il 12%.

Tra i metaboliti escreti nelle urine i principali sono il derivato acido dicarbossilico e il metabolita aldeidico intermedio che rappresenta il prodotto iniziale dell’ossidazione.

Esiste inoltre una quota di farmaco che viene escreta con le feci, la quale si aggira intorno al 20%.

Negli eritrociti l’etambutolo si accumula contro il gradiente di concentrazione raggiungendo, all’ottava ora dalla somministrazione, valori quasi doppi di quelli sierici.

Non è stato trovato accumulo del farmaco nel sangue e nei tessuti dopo 108 giorni di trattamento consecutivo.

I picchi riscontrati nell’uomo con dosi per os di 25 mg/kg (5 mcg/ml) sono associati con una protezione del 90- 100% nel topo e nella scimmia.


Etanicozid b6: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Etanicozid b6 agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Etanicozid b6 è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Etanicozid b6: dati sulla sicurezza

Le ricerche tossicologiche condotte su Etanicozid B6 hanno dimostrato che non esiste alcun rinforzo dell’azione tossica dell’isoniazide nei confronti dell’etambutolo e ciò sia per quanto si riferisce all’azione delle dosi letali di ciascuna delle due sostanze per via orale sia per quanto si riferisce alla manifestazione di effetti tossici acuti (convulsioni) di dosi singole molto alte, appena subletali, sia infine per quanto si riferisce alla manifestazione di effetti tossici cronici o subacuti di dosi alte e ripetute (effetto epatotossico).

In tutti questi casi non sono stati osservati fenomeni di potenziamento dell’azione tossica, nè fenomeni di somma; la somministrazione delle due sostanze chemioterapiche a ratti e cani, per la durata di 5 mesi, in dosi giornaliere pari a circa 4 volte quella di Etanicozid B6 in clinica umana non ha dato origine ad alcuna

manifestazione tossica. Gli animali hanno preso il cibo regolarmente e sono aumentati di peso come quelli di controllo. La loro crasi sanguigna è stata normale; l’esame delle urine è stato negativo; la transaminasi epatica non ha subito variazioni significative; l’esame autoptico macroscopico e quello microscopico di alcuni visceri non ha mostrato nulla di patologico.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Etanicozid b6: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Etanicozid b6

Etanicozid b6: interazioni

La somministrazione contemporanea di isoniazide e difenilidantoina in dosi normali può risolversi in un eccesso dei livelli ematici di quest’ultima ed in uno stato di intossicazione con nistagmo, atassia, letargo.

In casi del genere occorre procedere all’aggiustamento della posologia della difenilidantoina.

Per la presenza della piridossina (Vit. B6), particolare cautela dovrà essere usata qualora il prodotto sia prescritto insieme con levodopa per la terapia del morbo di Parkinson, in quanto la piridossina a dosaggi elevati può antagonizzarne l’effetto terapeutico.

La frequenza e la gravità delle reazioni secondarie di tipo ematologico possono essere aumentate dall’uso contemporaneo di rifampicina.

E’ opportuno non somministrare simultaneamente per via orale isoniazide ed antiacidi a base di idrossido di alluminio, perchè questi farmaci inibiscono l’assorbimento gastro-intestinale dell’isoniazide.


Etanicozid b6: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Etanicozid b6: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Nessuno.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco