Qutenza 179 mg cerotto cutaneo (Capsaicina): sicurezza e modo d’azione
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo (Capsaicina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:
Qutenza è indicato per il trattamento del dolore neuropatico periferico negli adulti da solo o in associazione ad altri medicinali per il trattamento del dolore.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: come funziona?
Ma come funziona Qutenza 179 mg cerotto cutaneo? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.
Farmacodinamica di Qutenza 179 mg cerotto cutaneo
Categoria farmacoterapeutica: Anestetici altri anestetici locali, codice ATC: N01BX04 Meccanismo d’azione
La capsaicina, o 6-nonenamide, N-[(4-idrossi-3-metossifenil) metil]-8-metile, (6E), è un agonista altamente selettivo del recettore vanilloide 1 TRPV1 (transient receptor potential vanilloid 1).
L’effetto iniziale della capsaicina è l’attivazione dei nocicettori cutanei che esprimono il TRPV1, che causa sensazione di puntura ed eritema dovuti al rilascio di neuropeptidi vasoattivi.
Effetti farmacodinamici
In seguito all’esposizione alla capsaicina, i nocicettori cutanei diventano meno sensibili ad una molteplicità di stimoli. Questi effetti tardivi della capsaicina sono denominati spesso "desensibilizzazione" e si ritiene siano alla base del miglioramento della sintomatologia dolorosa. Si prevede che le sensazioni che dipendono dai nervi cutanei che non esprimono il TRPV1 restino inalterate, compresa la capacità di avvertire stimoli meccanici e vibratori. Le alterazioni indotte dalla capsaicina nei nocicettori cutanei sono reversibili ed è stato segnalato ed osservato che la normale funzionalità (percezione di sensazioni nocive) viene ripristinata nel giro di settimane nei volontari sani.
Efficacia e sicurezza clinica
L’efficacia di una singola applicazione di 30 minuti di Qutenza ai piedi è stata dimostrata nell’ambito di studi clinici controllati, della durata di 12 settimane, condotti su pazienti con neuropatia dolorosa associata ad infezione da HIV (Human Imunodeficiency Virus – Associated Neuropathy, HIV-AN) e con neuropatia diabetica periferica dolorosa. L’efficacia di una singola applicazione di 60 minuti di Qutenza in sedi diverse dai piedi è stata dimostrata in studi clinici controllati, della durata di 12 settimane, condotti su pazienti con nevralgia posterpetica (postherpetic neuralgia, PHN). La riduzione media del dolore dopo una singola applicazione di Qutenza rispetto al basale dalla settimana 2 alla 12 in tutti gli studi autorizzativi variava tra -22,8% e -32,3%, rispetto al range compreso tra -10,7% e
-25,0% del cerotto di controllo. I tassi di risposta (definita come una riduzione del 30% del punteggio medio del dolore al basale) variavano tra 34% e 47%, rispetto al range compreso tra 18% e 36% del cerotto di controllo. Questi risultati erano statisticamente significativi verso capsaicina a basso dosaggio (PHN e HIV-PN) o placebo (pDPN).
Una riduzione del dolore è stata osservata alla prima settimana nella PHN, alla seconda settimana nella HIV-AN e alla terza settimana in pDPN. Per tutte e tre le eziologie, l’efficacia è stata mantenuta per tutta la durata del periodo di studio di 12 settimane.
Efficacia e tollerabilità costanti e riproducibili sono state dimostrate con trattamenti ripetuti per un periodo di 52 settimane in due studi clinici (STRIDE e PACE). In questi due studi, uno su pazienti con pDPN e uno su pazienti con HIV-AN, lesioni nervose post-traumatiche (PNI) e PHN, il tempo medio (Deviazione Standard) al ritrattamento è stato rispettivamente di 68,4 (23,31) e 107 (43,58) giorni. In questi studi il 25% dei pazienti ha presentato un tempo al ritrattamento inferiore a 61,5 e 78,8 giorni rispettivamente, ed il 25% dei pazienti ha presentato un tempo al ritrattamento superiore a 64,6 e 118,7 giorni rispettivamente.
Un aumento della frequenza fino a circa 5% delle reazioni note al sito di applicazione, come dolore e
sensazione di bruciore, è stato riportato entro 90 giorni in pazienti trattati con Qutenza.
Il profilo di sicurezza di Qutenza nei pazienti diabetici è risultato coerente con quello osservato nella popolazione non diabetica.
Qutenza si è dimostrato efficace quando usato da solo o in associazione a medicinali sistemici per il dolore neuropatico.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: come si assorbe e si elimina?
Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Qutenza 179 mg cerotto cutaneo, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.
Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.
Farmacocinetica di Qutenza 179 mg cerotto cutaneo
Qutenza è stato studiato in modo da veicolare la capsaicina in esso contenuta a livello cutaneo. Dati in vitro (test di dissoluzione della sostanza attiva e di permeazione cutanea) dimostrano che il tasso di rilascio della capsaicina da Qutenza è lineare durante il tempo di applicazione. Sulla base degli studi in vitro, si stima un assorbimento di circa l’1% della capsaicina nello strato epidermico e dermico della cute durante le applicazioni di un’ora. Dal momento che la quantità di capsaicina rilasciata dal cerotto per ogni ora è proporzionale alla superficie di applicazione, questo equivale ad una possibile dose massima totale stimata per un’area di applicazione di 1000 cm2 di circa 7 mg. Presumendo che un cerotto di area pari a 1000 cm2 rilasci circa l’1% di capsaicina dallo stesso ad una persona di 60 kg, l’esposizione potenziale massima alla capsaicina è di circa 0,12 mg/kg, una volta ogni 3 mesi.
Secondo il Comitato scientifico dell’alimentazione umana dell’UE, l’assunzione orale media in Europa della capsaicina è di 1,5 mg/die (0,025 mg/kg/die per una persona di 60 kg) e l’esposizione alimentare massima è tra 25 e 200 mg/die (fino a 3,3 mg/kg/die per una persona di 60 kg).
I dati farmacocinetici nell’uomo hanno mostrato un’esposizione sistemica transitoria bassa (< 5 ng/ml) alla capsaicina in circa un terzo dei pazienti con nevralgia posterpetica, nel 3% dei pazienti con neuropatia diabetica periferica dolorosa e in nessun paziente con neuropatia associata all’infezione da HIV in seguito ad applicazioni di Qutenza di 60 minuti. Non sono disponibili dati in seguito a trattamenti di 30 minuti. In generale, le percentuali di pazienti con nevralgia posterpetica e con esposizione sistemica alla capsaicina aumentavano con superfici di trattamento più estese e durate di
trattamento più lunghe. La concentrazione più alta rilevata della capsaicina nei pazienti trattati per 60 minuti è stata di 4,6 ng/ml, che si presentava subito dopo aver tolto Qutenza. I livelli più elevati
quantificabili si sono osservati nel momento in cui si toglieva Qutenza, con una netta tendenza verso la scomparsa entro 3-6 ore dopo aver tolto Qutenza. Non si sono osservati livelli rilevabili di metaboliti in nessun soggetto.
Un’analisi farmacocinetica di popolazione condotta su pazienti trattati per 60 e 90 minuti ha indicato che i livelli di capsaicina nel plasma arrivavano al picco circa 20 minuti dopo aver tolto Qutenza e scendevano molto rapidamente, con un’emivita di eliminazione media di circa 130 minuti.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: è un farmaco sicuro?
Abbiamo visto come Qutenza 179 mg cerotto cutaneo agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Qutenza 179 mg cerotto cutaneo è un farmaco sicuro?
Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.
Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: dati sulla sicurezza
I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety farmacology, di tossicità a dose singola e di tossicità a dose ripetuta.
Studi di genotossicità condotti con la capsaicina mostrano una debole risposta mutagenica nel test del linfoma murino, risposte negative nel test di Ames, del micronucleo di topo e aberrazione cromosomica nelle analisi sui linfociti del sangue periferico umano.
Uno studio di cancerogenicità condotto nei topi indica che la capsaicina non è cancerogena.
Uno studio sulla tossicologia riproduttiva condotto sui ratti ha mostrato una riduzione statisticamente significativa del numero e della percentuale di spermatozoi motili nei ratti trattati per 3 ore al giorno a partire da 28 giorni prima della convivenza, durante la convivenza e continuando fino al giorno prima del sacrificio. Per quanto né in maniera statisticamente significativa né dipendente dal dosaggio, l’indice di fertilità e il numero di gravidanze per il numero di ratti conviventi si riducevano in tutti i gruppi sottoposti al trattamento con la capsaicina.
Uno studio teratologico condotto sui conigli non ha mostrato potenziali effetti di tossicità embriofetale. Ritardi dell’ossificazione scheletrica (riduzione delle ossa metatarsali ossificate) sono stati osservati in uno studio teratologico sui ratti a dosaggi superiori ai livelli terapeutici umani; non si conosce la significatività di questo risultato per l’uomo. Studi tossicologici peri- e postnatali, condotti nei ratti, non dimostrano un potenziale di tossicità riproduttiva. I ratti in allattamento esposti a Qutenza tutti i giorni per 3 ore hanno dimostrato livelli misurabili di capsaicina nel latte materno.
Una leggera sensibilizzazione è stata osservata in uno studio di sensibilizzazione cutanea condotto sulle cavie.
Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.
Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: si può prendere insieme ad altri farmaci?
Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.
Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.
Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.
Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Qutenza 179 mg cerotto cutaneo
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: interazioni
Non sono stati effettuati studi formali di interazione con altri medicinali dal momento che con Qutenza sono stati dimostrati solo bassi livelli transitori di assorbimento sistemico.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: posso guidare la macchina se lo prendo?
Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.
Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni
E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.
Qutenza 179 mg cerotto cutaneo: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari
Qutenza non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco