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Il cancro alla tiroide rappresenta una delle neoplasie endocrine più comuni, con un’incidenza in aumento negli ultimi decenni. Sebbene la maggior parte dei noduli tiroidei sia benigna, una percentuale può evolvere in forme maligne, rendendo fondamentale una diagnosi precoce e accurata. La gestione terapeutica varia in base al tipo istologico e allo stadio della malattia, includendo opzioni che spaziano dalla chirurgia alla terapia con radioiodio, fino a trattamenti farmacologici mirati.
Cos’è il cancro alla tiroide
Il cancro alla tiroide è una neoplasia maligna che origina dalle cellule della ghiandola tiroidea, situata alla base del collo. Esistono diversi tipi istologici di carcinoma tiroideo, tra cui il carcinoma papillare, il carcinoma follicolare, il carcinoma midollare e il carcinoma anaplastico. Il carcinoma papillare è il più frequente, rappresentando circa l’80% dei casi, seguito dal carcinoma follicolare. Il carcinoma midollare, derivante dalle cellule C parafollicolari, e il carcinoma anaplastico, altamente aggressivo, sono meno comuni.
La prognosi varia significativamente in base al tipo istologico e allo stadio alla diagnosi. I carcinomi papillari e follicolari, noti come carcinomi differenziati, tendono ad avere una prognosi favorevole, con tassi di sopravvivenza a 10 anni superiori al 90%. Al contrario, il carcinoma anaplastico presenta una prognosi infausta, con una sopravvivenza mediana di pochi mesi. Il carcinoma midollare ha una prognosi intermedia, influenzata dalla presenza di mutazioni genetiche e dalla diffusione metastatica.
L’incidenza del cancro alla tiroide è in aumento, attribuibile in parte al miglioramento delle tecniche diagnostiche e all’aumento dell’uso dell’ecografia tiroidea. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono un reale incremento dei casi, potenzialmente legato a fattori ambientali e genetici. È più comune nelle donne rispetto agli uomini, con un rapporto di circa 3:1, e l’età media alla diagnosi varia tra i 45 e i 50 anni.
La gestione del cancro alla tiroide richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo endocrinologi, chirurghi, oncologi e radioterapisti. La scelta del trattamento dipende da vari fattori, tra cui il tipo istologico, lo stadio della malattia, l’età del paziente e la presenza di comorbidità. Un follow-up a lungo termine è essenziale per monitorare eventuali recidive e gestire le complicanze del trattamento.

Cause principali
Le cause esatte del cancro alla tiroide non sono completamente comprese, ma diversi fattori di rischio sono stati identificati. L’esposizione a radiazioni ionizzanti, soprattutto durante l’infanzia, aumenta significativamente il rischio di sviluppare neoplasie tiroidee. Questo è stato evidenziato in seguito a incidenti nucleari, come quello di Chernobyl, dove si è osservato un aumento dei casi di carcinoma tiroideo nelle popolazioni esposte.
La predisposizione genetica gioca un ruolo importante, in particolare nel carcinoma midollare della tiroide, che può essere associato a sindromi genetiche come la neoplasia endocrina multipla di tipo 2 (MEN2). Mutazioni nel gene RET sono spesso presenti in questi pazienti, rendendo lo screening genetico fondamentale per i familiari a rischio. Anche altri tipi di carcinoma tiroideo possono avere una componente ereditaria, sebbene meno definita.
La carenza di iodio nella dieta è stata storicamente associata a un aumento del rischio di gozzo e di alcuni tipi di carcinoma tiroideo, in particolare il carcinoma follicolare. Tuttavia, l’implementazione di programmi di iodoprofilassi ha ridotto significativamente questo rischio in molte regioni. Al contrario, un eccesso di iodio può essere associato a un aumento del rischio di carcinoma papillare, sebbene le evidenze siano meno chiare.
Altri fattori di rischio includono il sesso femminile, l’età avanzata e la presenza di malattie tiroidee benigne, come la tiroidite di Hashimoto. Sebbene la tiroidite di Hashimoto sia una condizione benigna, alcuni studi hanno suggerito un’associazione con un aumentato rischio di linfoma tiroideo e, in misura minore, di carcinoma papillare. Tuttavia, il rischio assoluto rimane basso.
Sintomi iniziali
Il cancro alla tiroide nelle fasi iniziali è spesso asintomatico e viene frequentemente scoperto incidentalmente durante esami di imaging eseguiti per altre ragioni. Quando presenti, i sintomi possono includere la comparsa di un nodulo o gonfiore nella regione anteriore del collo, che può essere palpabile o visibile. Questo nodulo è generalmente indolore e può aumentare di dimensioni nel tempo.
Altri sintomi possono includere cambiamenti nella voce, come raucedine persistente, difficoltà nella deglutizione (disfagia) o sensazione di pressione nella regione del collo. Questi sintomi si verificano quando il tumore cresce e comprime le strutture adiacenti, come la trachea o l’esofago. In alcuni casi, possono essere presenti linfonodi ingrossati nel collo, indicativi di diffusione metastatica locale.
Sintomi meno comuni includono dolore al collo o alla gola, tosse persistente non associata a infezioni delle vie respiratorie superiori e difficoltà respiratorie. Questi sintomi sono più frequenti nei tumori di dimensioni maggiori o in quelli che invadono strutture circostanti. È importante notare che la presenza di questi sintomi non è specifica per il cancro alla tiroide e può essere associata a condizioni benigne.
Data la natura spesso asintomatica nelle fasi iniziali, è fondamentale che i clinici mantengano un alto indice di sospetto, soprattutto in pazienti con fattori di rischio noti. Una valutazione clinica accurata, seguita da esami diagnostici appropriati, è essenziale per una diagnosi tempestiva e una gestione ottimale della malattia.
Diagnosi endocrinologica
La diagnosi del cancro alla tiroide richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge endocrinologi, chirurghi, radiologi e anatomo-patologi. Il processo diagnostico inizia con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo, durante il quale il medico valuta la presenza di noduli o ingrossamenti nella regione del collo. La palpazione può rivelare noduli tiroidei, ma non consente di determinare la natura benigna o maligna della lesione.
L’ecografia tiroidea rappresenta l’esame strumentale di prima scelta per la valutazione dei noduli tiroidei. Questo esame non invasivo fornisce informazioni dettagliate sulla dimensione, la forma, la struttura interna e la vascolarizzazione dei noduli. Caratteristiche ecografiche sospette, come microcalcificazioni, margini irregolari o aumento della vascolarizzazione, possono indicare un rischio maggiore di malignità.
In presenza di noduli sospetti, si procede con l’agoaspirato con ago sottile (FNAC), una procedura minimamente invasiva che consente di prelevare cellule dal nodulo per l’analisi citologica. I risultati dell’FNAC vengono classificati secondo il sistema di Bethesda, che stratifica il rischio di malignità e guida le decisioni terapeutiche. Ad esempio, una classificazione di Bethesda IV indica una sospetta neoplasia follicolare, suggerendo la necessità di un intervento chirurgico per una diagnosi definitiva.
Gli esami di laboratorio sono fondamentali per valutare la funzionalità tiroidea e per identificare marcatori tumorali. Il dosaggio del TSH (ormone tireostimolante) aiuta a determinare se la tiroide è ipo- o iperfunzionante. In alcuni casi, la misurazione della calcitonina è indicata, soprattutto quando si sospetta un carcinoma midollare della tiroide. Livelli elevati di calcitonina possono suggerire la presenza di questo tipo di tumore.
Trattamenti disponibili
Il trattamento del cancro alla tiroide varia in base al tipo istologico, allo stadio della malattia e alle caratteristiche individuali del paziente. La chirurgia rappresenta il trattamento principale per la maggior parte dei tumori tiroidei. La tiroidectomia totale, che prevede la rimozione completa della ghiandola tiroidea, è indicata nei casi di tumori maligni confermati o sospetti. In situazioni selezionate, come nei tumori di piccole dimensioni e a basso rischio, può essere considerata la lobectomia, ovvero la rimozione di un solo lobo tiroideo. La scelta dell’intervento dipende da vari fattori, tra cui le dimensioni del tumore, la presenza di metastasi e le condizioni generali del paziente.
Dopo l’intervento chirurgico, la terapia con iodio radioattivo (RAI) può essere utilizzata per eliminare eventuali cellule tumorali residue. Questa terapia è particolarmente indicata nei carcinomi differenziati della tiroide, come il carcinoma papillare e follicolare, soprattutto in presenza di fattori di rischio per recidiva. La RAI sfrutta la capacità delle cellule tiroidee di captare lo iodio, permettendo al radioiodio di distruggere selettivamente le cellule tumorali.
La terapia ormonale soppressiva con levotiroxina è un componente essenziale del trattamento post-chirurgico. L’obiettivo è mantenere i livelli di TSH a valori bassi, poiché questo ormone può stimolare la crescita di eventuali cellule tumorali residue. Il dosaggio della levotiroxina viene attentamente monitorato per bilanciare l’efficacia terapeutica con il rischio di effetti collaterali, come l’osteoporosi o le aritmie cardiache.
Nei casi di carcinoma midollare della tiroide o di tumori avanzati non responsivi alle terapie convenzionali, possono essere impiegate terapie mirate. Farmaci come gli inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) agiscono su specifici bersagli molecolari coinvolti nella crescita tumorale. Questi trattamenti hanno mostrato efficacia nel controllare la progressione della malattia in pazienti con carcinoma midollare metastatico o con carcinoma differenziato refrattario al radioiodio.
Per approfondire
AIRC – Tumore della tiroide: Guida completa sul tumore della tiroide, con informazioni su sintomi, diagnosi e trattamenti disponibili.
AIMAC – Tipi di trattamento per il cancro della tiroide: Panoramica sui diversi approcci terapeutici per il carcinoma tiroideo.
ISSalute – Tumore della tiroide: Informazioni dettagliate sulle cause, sintomi e opzioni di cura per il tumore tiroideo.
Humanitas – Carcinoma della tiroide: Descrizione delle modalità diagnostiche e terapeutiche per il carcinoma tiroideo.
Manuali MSD – Tumori della tiroide: Approfondimento sui tumori tiroidei, con focus su diagnosi e trattamento.
Auxologico – Malattie della Tiroide: l’Approccio Multidisciplinare: Discussione sull’importanza di un approccio integrato nella gestione delle patologie tiroidee.
Istituto di Candiolo – Programma tumore della tiroide: Informazioni sulle terapie complementari e adiuvanti per il trattamento del tumore tiroideo.
