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Il carcinoma anaplastico della tiroide (ATC) è una neoplasia rara e altamente aggressiva che rappresenta circa il 2% di tutti i tumori tiroidei. auxologico.it Colpisce prevalentemente individui di età superiore ai 60 anni e si caratterizza per una rapida crescita e una prognosi sfavorevole. orpha.net
Cos’è il carcinoma anaplastico della tiroide
Il carcinoma anaplastico della tiroide è una forma indifferenziata di cancro che origina dalle cellule follicolari della tiroide. A differenza delle forme differenziate, come il carcinoma papillare o follicolare, l’ATC presenta cellule che hanno perso le caratteristiche tipiche delle cellule tiroidee, rendendo il tumore particolarmente aggressivo. mypathologyreport.ca
Questa neoplasia si distingue per la sua capacità di invadere rapidamente le strutture circostanti nel collo, come la trachea e l’esofago, causando sintomi compressivi. Inoltre, ha una tendenza marcata a metastatizzare precocemente a distanza, coinvolgendo frequentemente polmoni, ossa e cervello.
Nonostante la sua rarità, l’ATC rappresenta una delle forme più letali di cancro alla tiroide, con una sopravvivenza media che varia da 4 a 9 mesi dopo la diagnosi. La rapidità di progressione e la resistenza ai trattamenti convenzionali contribuiscono alla prognosi infausta associata a questa patologia.
La diagnosi precoce e un approccio terapeutico multidisciplinare sono fondamentali per cercare di migliorare gli esiti clinici, sebbene le opzioni terapeutiche siano limitate e spesso palliative.

Cause principali
Le cause esatte del carcinoma anaplastico della tiroide non sono completamente comprese, ma diversi fattori di rischio sono stati identificati.
Uno dei principali fattori di rischio è la presenza di una storia pregressa di tumori tiroidei ben differenziati, come il carcinoma papillare o follicolare. In alcuni casi, l’ATC può svilupparsi attraverso un processo di dedifferenziazione, in cui un tumore tiroideo preesistente perde le sue caratteristiche differenziate e diventa più aggressivo.
Altri fattori di rischio includono:
- Esposizione a radiazioni ionizzanti, soprattutto durante l’infanzia o l’adolescenza.
- Presenza di gozzo multinodulare di lunga durata.
- Carenza di iodio nella dieta.
- Età avanzata, con un’incidenza maggiore nei soggetti oltre i 60 anni.
Studi genetici hanno identificato mutazioni in geni come TP53, TERT, BRAF e RAS associate all’ATC. Queste alterazioni genetiche possono contribuire alla trasformazione maligna delle cellule tiroidee e alla progressione aggressiva del tumore.
Nonostante l’identificazione di questi fattori di rischio, la prevenzione dell’ATC rimane complessa, e la comprensione dei meccanismi molecolari alla base della sua insorgenza è oggetto di ricerca continua.
Sintomi caratteristici
Il carcinoma anaplastico della tiroide si manifesta tipicamente con sintomi che insorgono rapidamente a causa della crescita veloce del tumore.
I sintomi più comuni includono:
- Massa o nodulo in rapida crescita nella parte anteriore del collo.
- Dolore o pressione al collo.
- Difficoltà a deglutire (disfagia).
- Difficoltà respiratorie (dispnea).
- Raucedine o cambiamenti di voce.
- Tosse persistente o sensazione di pienezza alla gola.
In alcuni casi, possono manifestarsi sintomi sistemici come affaticamento, perdita di peso non intenzionale o alterazioni dei livelli di calcio nel sangue (ipercalcemia).
La rapida progressione dei sintomi richiede un intervento medico tempestivo per una valutazione accurata e l’inizio di un trattamento appropriato.
Diagnosi precoce
La diagnosi precoce del carcinoma anaplastico della tiroide è fondamentale per migliorare la prognosi, sebbene sia spesso difficile a causa della rapidità di progressione della malattia.
Il processo diagnostico inizia con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo, focalizzandosi sulla presenza di una massa tiroidea a crescita rapida e sui sintomi associati.
Gli esami strumentali includono:
- Ecografia tiroidea per valutare le caratteristiche del nodulo.
- Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM) per determinare l’estensione locale e la presenza di metastasi.
- Biopsia con ago sottile (FNA) per l’analisi citologica del tessuto.
La conferma diagnostica richiede spesso una biopsia tissutale con studi immunoistochimici per distinguere l’ATC da altre neoplasie, come il linfoma tiroideo.
Data l’aggressività del tumore, è essenziale un approccio diagnostico rapido e accurato per avviare tempestivamente il trattamento più appropriato.
Gestione clinica
Il carcinoma anaplastico della tiroide (ATC) è una neoplasia altamente aggressiva che richiede un approccio terapeutico multidisciplinare. La gestione clinica si basa su una combinazione di chirurgia, radioterapia e terapie sistemiche, adattate alle caratteristiche specifiche del paziente e dello stadio della malattia.
La chirurgia rappresenta il trattamento di prima linea per i pazienti con ATC localizzato e resecabile. L’obiettivo è ottenere una resezione completa del tumore (R0), che può migliorare la sopravvivenza. Tuttavia, data la natura invasiva dell’ATC, la resezione completa non è sempre possibile. In questi casi, la chirurgia palliativa può essere considerata per alleviare i sintomi locali.
La radioterapia adiuvante è spesso utilizzata dopo l’intervento chirurgico per ridurre il rischio di recidiva locale. Nei pazienti con malattia non resecabile o metastatica, la radioterapia può essere impiegata con intento palliativo per controllare la crescita tumorale e alleviare i sintomi. La decisione di utilizzare la radioterapia deve essere personalizzata, considerando i potenziali benefici e gli effetti collaterali.
Le terapie sistemiche, inclusi gli inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) e le terapie target, hanno mostrato efficacia in alcuni pazienti con ATC. In particolare, per i pazienti con mutazione BRAF V600E, l’associazione di dabrafenib e trametinib è stata approvata dalla FDA per il trattamento dell’ATC non resecabile o metastatico. Questa combinazione ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita in studi clinici. aifa.gov.it
La chemioterapia tradizionale può essere considerata in contesti selezionati, spesso con intento palliativo o come parte di strategie multimodali. Regimi a base di taxani o antracicline possono offrire un controllo transitorio della malattia, con benefici variabili. L’immunoterapia è oggetto di studio e, insieme alla profilazione molecolare estesa, può contribuire all’identificazione di bersagli terapeutici in sottogruppi di pazienti.
La gestione delle vie aeree è una priorità nei casi con ostruzione o rischio di compromissione respiratoria. Valutazioni otorinolaringoiatriche e anestesiologiche possono indirizzare a procedure come tracheostomia o posizionamento di stent tracheali per garantire la pervietà. Un adeguato supporto nutrizionale, la gestione della disfagia e il controllo del dolore e del sanguinamento locale sono elementi centrali della cura.
L’integrazione precoce delle cure palliative aiuta a definire obiettivi realistici di trattamento, a gestire i sintomi e a sostenere la qualità di vita. Il coinvolgimento di centri di riferimento, la discussione in tumor board multidisciplinari e la valutazione dell’arruolamento in studi clinici sono raccomandazioni frequenti, dati il comportamento aggressivo dell’ATC e l’evoluzione rapida della malattia.
Per approfondire
Nuove linee guida ATA sul carcinoma anaplastico della tiroide – Sintesi delle raccomandazioni aggiornate per la gestione dell’ATC.
FDA approva un nuovo trattamento per il carcinoma tiroideo anaplastico BRAF-positivo – Informazioni sull’approvazione di dabrafenib e trametinib per l’ATC con mutazione BRAF V600E.
Linee guida – Tiroide – Raccolta di linee guida per la gestione delle patologie tiroidee, inclusi i carcinomi.
Tumori della Tiroide – Istituti Fisioterapici Ospitalieri – Panoramica sulle tipologie di carcinoma tiroideo e approcci diagnostici.
