Se hai un abbonamento attivo ACCEDI QUI
Quali malattie sono considerate “invalidanti” nel 2025 e con quali percentuali? La domanda è tutt’altro che teorica: dal grado di invalidità civile riconosciuto dipendono l’accesso a prestazioni economiche e agevolazioni, oltre a misure di sostegno personalizzate. In Italia, l’accertamento medico-legale valuta quanto una patologia (o la combinazione di più patologie) riduca in modo stabile la capacità di svolgere le normali attività della vita e, in età lavorativa, la capacità lavorativa generica. Il risultato è una percentuale, espressa a scaglioni, che si innesta in un quadro normativo stratificato e in continua evoluzione.
Nel linguaggio corrente si tende a sovrapporre termini diversi: invalidità civile (percentuale), handicap ai sensi della Legge 104 (situazione di svantaggio sociale), disabilità in senso ampio (modello bio-psico-sociale) e inabilità lavorativa previdenziale (per chi ha versamenti contributivi). In questo articolo, con taglio pratico e aggiornato al 2025, distinguiamo i piani e ricostruiamo le novità che impattano il riconoscimento, le patologie più frequentemente valutate e le soglie percentuali previste. Anticipiamo un principio cardine: le tabelle di riferimento indicano valori orientativi, ma la percentuale finale scaturisce da una valutazione medico-legale complessiva e individualizzata, che tiene conto della gravità, della stabilità del quadro e dell’eventuale compresenza di più menomazioni.
Aggiornamenti normativi sulle malattie invalidanti
Il sistema italiano di accertamento dell’invalidità civile si fonda storicamente su tabelle ministeriali che correlano specifiche menomazioni a percentuali orientative di riduzione della capacità lavorativa. Tali tabelle, integrate da note tecniche e da prassi INPS, continuano a rappresentare nel 2025 la bussola di riferimento per le Commissioni mediche ASL, integrate dal medico INPS. Il razionale è duplice: garantire uniformità nazionale e al tempo stesso lasciare spazio a una valutazione clinico-funzionale del singolo caso, specialmente quando la patologia non si sovrappone perfettamente a una voce tabellare. In parallelo, il lessico normativo si è progressivamente avvicinato al modello bio-psico-sociale, riconoscendo che il “funzionamento” della persona è il risultato dell’interazione tra condizione di salute, fattori personali e contesto ambientale.
Nel 2025 non risultano stravolgimenti del quadro di base, ma sono in fase di consolidamento diverse innovazioni procedurali che impattano il percorso di riconoscimento. Tra queste, la digitalizzazione degli scambi documentali tra cittadino, medico certificatore, Commissione ASL e INPS; l’estensione dell’accertamento “agli atti” per quadri clinici ben documentati, che permette talvolta di evitare la visita in presenza; l’aggiornamento periodico degli elenchi di patologie stabilizzate e non suscettibili di miglioramento per cui può essere disposto l’esonero dalle revisioni. Particolare attenzione è posta alle malattie croniche e degenerative, alle condizioni irreversibili e alle comorbilità complesse, per le quali l’accertamento punta a ridurre gli oneri ripetitivi per l’assistito. Per i disturbi caratterizzati da andamento fluttuante o da compromissione funzionale non facilmente quantificabile, resta centrale la qualità della documentazione clinica e funzionale presentata, come discussione spesso emersa per condizioni quali la fibromialgia: per approfondire, si veda l’analisi su fibromialgia e diritto alla pensione di invalidità fibromialgia e diritto alla pensione di invalidità.
Un asse di riforma che prosegue nel 2025 riguarda l’armonizzazione tra l’accertamento percentuale dell’invalidità civile e l’approccio per “profilo di funzionamento” ispirato all’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute). L’obiettivo non è sostituire in un colpo solo le percentuali, ma affiancare e gradualmente integrare la misurazione della menomazione con la valutazione degli effettivi limiti nelle attività e nella partecipazione sociale, tenendo conto dei facilitatori (ausili, adattamenti, supporti) e delle barriere ambientali. In questa chiave, le Commissioni sono chiamate a leggere la documentazione specialistica non solo in termini diagnostici, ma anche funzionali: test validati su mobilità, resistenza allo sforzo, capacità di cura di sé, funzioni cognitive e comunicative, sono elementi che possono orientare in modo più preciso la stima percentuale.

Dal punto di vista operativo, si rafforza il coordinamento tra SSN e INPS per ridurre i tempi di definizione delle domande, specialmente quelle per aggravamento, e per concentrare le energie sui casi clinici complessi. Si diffonde l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico per l’acquisizione dei referti, e vengono valorizzate le certificazioni rilasciate da strutture pubbliche o equiparate, organizzate in modo da facilitare la lettura medico-legale (diagnosi, decorso, trattamenti in atto, prognosi funzionale). Resta fermo che, per chi ha già un verbale con revisione programmata, la convocazione può essere sospesa o confermata in base all’attualità clinica e agli elenchi di patologie non rivedibili; mentre per le nuove istanze, la scelta tra visita in presenza e accertamento agli atti dipende dalla completezza della documentazione e dalla necessità di esame obiettivo.
Sulle percentuali, il 2025 non introduce nuove tabelle di applicazione generale: si continua a utilizzare il quadro esistente, interpretato alla luce delle linee guida medico-legali consolidate. Questo significa, tra l’altro, che la somma di più menomazioni non si calcola aritmeticamente; si impiega invece un criterio di integrazione progressiva, che evita il superamento fittizio del 100% e rispecchia l’impatto combinato delle condizioni concorrenti. Ne deriva l’importanza di descrivere in cartella e nel certificato iniziale ciascuna patologia con i relativi esiti e le limitazioni associate (esempio: cardiopatia con classe NYHA, BPCO con valori spirometrici e ossigenoterapia, esiti ortopedici con gradi di limitazione articolare, patologie neurologiche con scale di disabilità, disturbi psichiatrici con livello di funzionamento). Finché non verranno emanati provvedimenti espressi con nuove tabelle, questa cornice resta il riferimento, con eventuali aggiornamenti applicativi diffusi tramite circolari e messaggi operativi.
Elenco delle malattie riconosciute nel 2025
Non esiste un elenco “chiuso” di malattie automaticamente invalidanti: sono riconosciute quelle condizioni che determinano una menomazione stabile e documentata, con ripercussioni sulle attività della vita quotidiana e, in età lavorativa, sulla capacità lavorativa generica. Nel 2025 il perimetro di riferimento riflette le principali aree cliniche previste dalle tabelle e dalla prassi medico-legale, con attenzione alla descrizione funzionale del caso concreto.
Rientrano con frequenza nell’accertamento le patologie neurologiche e neuromuscolari (esiti di ictus, sclerosi multipla, Parkinson, neuropatie e miopatie, epilessie farmacoresistenti), i disturbi dello sviluppo neurologico e le disabilità intellettive, nonché i disturbi psichiatrici maggiori con compromissione del funzionamento personale e sociale. Sono inoltre valutate le menomazioni sensoriali, come cecità parziale o totale e ipoacusia grave, con o senza efficacia protesica.
Tra le condizioni dell’apparato cardiovascolare e respiratorio rientrano scompenso cardiaco e cardiopatie ischemiche o valvolari con limitazioni funzionali documentate (es. classe NYHA), ipertensione complicata e aritmie significative; sul versante pneumologico, BPCO, fibrosi polmonare, asma grave e insufficienza respiratoria cronica, anche in ossigenoterapia. Sono oggetto di valutazione le patologie endocrine e metaboliche con complicanze (diabete con esiti d’organo), le nefropatie croniche fino alla dialisi o al trapianto e le epatopatie croniche avanzate. Le neoplasie in fase attiva, in trattamento o con esiti invalidanti rientrano nel perimetro di riconoscimento, con valutazioni che considerano stadio, terapie e sequele.
Completano il quadro le patologie osteoarticolari e reumatologiche (esiti di fratture e interventi, artrosi severe, amputazioni, artrite reumatoide, spondiloartriti, connettiviti), le malattie autoimmuni sistemiche e le condizioni di dolore cronico quando associate a limitazioni funzionali oggettivabili. Le malattie rare sono valutate sulla base della diagnosi certificata e dell’impatto sul funzionamento, anche in presenza di esenzioni specifiche. In ogni caso, il riconoscimento dipende dalla gravità, dalla stabilità del quadro clinico, dalla risposta ai trattamenti e dalle eventuali comorbilità, come descritto nella documentazione clinica e funzionale prodotta.
Percentuali di invalidità per le malattie
Nel 2025, la valutazione delle percentuali di invalidità per le diverse patologie ha subito significative modifiche. L’INPS ha introdotto nuovi criteri di valutazione che tengono conto non solo della capacità lavorativa residua, ma anche dell’impatto delle malattie sulla vita quotidiana e sulle attività sociali del paziente. Questo approccio multidimensionale mira a fornire una valutazione più accurata e personalizzata dell’invalidità.
Le percentuali di invalidità sono ora determinate considerando vari fattori, tra cui la gravità della patologia, la risposta ai trattamenti e l’effetto sulla qualità della vita. Ad esempio, per le malattie croniche degenerative, come la sclerosi multipla o il diabete di tipo 2, le percentuali possono variare significativamente in base allo stadio della malattia e alle complicanze presenti. Questa metodologia consente di riconoscere in modo più equo le diverse situazioni dei pazienti.
Inoltre, è stata eliminata la necessità di visite di revisione periodiche per i pazienti con patologie stabilizzate o ingravescenti. Questo cambiamento riduce il carico burocratico per i pazienti e le loro famiglie, permettendo loro di concentrarsi maggiormente sulla gestione della malattia e sul miglioramento della qualità della vita. (invaliditaediritti.it)
Processo di riconoscimento dell’invalidità
Il processo di riconoscimento dell’invalidità civile è stato notevolmente semplificato nel 2025. L’INPS ha introdotto una procedura unificata che prevede l’invio telematico di un certificato medico introduttivo, rilasciato da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta o specialisti del Servizio Sanitario Nazionale. Questo certificato avvia il procedimento di valutazione, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’efficienza del sistema. (fiscoetasse.com)
Una volta ricevuto il certificato, l’INPS convoca il richiedente per una visita medica presso le Unità di Valutazione di Base (UVB). Queste unità sono composte da medici nominati dall’INPS, rappresentanti delle associazioni di categoria e professionisti delle aree psicologiche e sociali. La valutazione si conclude con il rilascio di un certificato attestante la condizione di disabilità, valido per tutte le normative vigenti.
Inoltre, l’automatizzazione dei pagamenti rappresenta una delle innovazioni più rilevanti della riforma. Non è più necessario presentare ulteriori domande per l’erogazione delle prestazioni, che vengono attivate automaticamente in base alla documentazione già acquisita. Questo riduce significativamente i tempi di attesa per i beneficiari e limita il rischio di errori amministrativi.
Implicazioni per i pazienti
Le recenti riforme nel sistema di riconoscimento dell’invalidità civile hanno avuto un impatto significativo sulla vita dei pazienti. La semplificazione delle procedure e l’eliminazione delle visite di revisione periodiche per determinate patologie hanno ridotto il carico burocratico, permettendo ai pazienti di concentrarsi maggiormente sulla gestione della loro salute.
Inoltre, l’introduzione di criteri di valutazione più inclusivi e personalizzati ha portato a un riconoscimento più equo delle diverse situazioni dei pazienti. Questo approccio ha migliorato l’accesso alle prestazioni economiche e ai servizi di supporto, contribuendo a una maggiore inclusione sociale e a una migliore qualità della vita per le persone con disabilità.
Infine, l’automatizzazione dei pagamenti e la riduzione dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni hanno fornito un sostegno economico più tempestivo ai pazienti, alleviando le difficoltà finanziarie associate alla gestione delle malattie invalidanti.
In sintesi, le riforme introdotte nel 2025 hanno reso il sistema di riconoscimento dell’invalidità civile più efficiente, equo e centrato sul paziente, migliorando significativamente l’esperienza e il benessere delle persone con disabilità in Italia.
Per approfondire
INPS – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale: Sito ufficiale dell’INPS con informazioni aggiornate sulle procedure di riconoscimento dell’invalidità civile.
Ministero della Salute: Portale del Ministero della Salute con dettagli sulle normative e le linee guida relative alle malattie invalidanti.
Osservatorio Malattie Rare: Risorse e aggiornamenti sulle malattie rare e le relative implicazioni per l’invalidità civile.
HandyLex: Informazioni giuridiche sulle disabilità e i diritti delle persone con invalidità.
