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Il glioblastoma multiforme (GBM) rappresenta la forma più aggressiva di tumore cerebrale primario negli adulti, caratterizzato da una rapida crescita e da una prognosi sfavorevole. Nonostante i progressi nella ricerca, il trattamento efficace del GBM rimane una sfida significativa per la comunità medica.
Cos’è il glioblastoma multiforme
Il glioblastoma multiforme è un tumore maligno che origina dalle cellule gliali del sistema nervoso centrale, in particolare dagli astrociti. Questa neoplasia è classificata come grado IV secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), indicando il massimo livello di malignità. Il GBM è caratterizzato da una crescita infiltrativa, che rende difficile la completa rimozione chirurgica, e da una marcata eterogeneità cellulare, con cellule che presentano diverse caratteristiche genetiche e fenotipiche.
La sua incidenza è di circa 3-4 casi ogni 100.000 persone all’anno, con una leggera prevalenza nel sesso maschile e un picco di insorgenza tra i 55 e i 65 anni. Nonostante gli sforzi terapeutici, la sopravvivenza mediana dei pazienti affetti da GBM rimane limitata, attestandosi intorno ai 15 mesi dalla diagnosi.
Le caratteristiche istopatologiche del GBM includono una proliferazione cellulare elevata, necrosi, proliferazione vascolare e un’infiltrazione diffusa nel tessuto cerebrale sano circostante. Questi aspetti contribuiscono alla sua aggressività e alla difficoltà nel trattamento.
Dal punto di vista molecolare, il GBM presenta frequentemente alterazioni genetiche come mutazioni nel gene TP53, amplificazione del gene EGFR e perdita del cromosoma 10q, che contribuiscono alla sua patogenesi e possono influenzare la risposta alle terapie.

Cause e fattori predisponenti
Le cause esatte del glioblastoma multiforme non sono completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali possa contribuire alla sua insorgenza. Mutazioni genetiche spontanee che influenzano la regolazione della crescita cellulare e la riparazione del DNA sono frequentemente osservate nei pazienti con GBM.
Tra i fattori di rischio ambientali, l’esposizione a radiazioni ionizzanti è uno dei pochi riconosciuti. Individui sottoposti a radioterapia cranica per altre condizioni mediche presentano un rischio aumentato di sviluppare tumori cerebrali, incluso il GBM. Tuttavia, l’incidenza di tali tumori rimane relativamente bassa.
L’età avanzata è un altro fattore predisponente significativo, con un aumento dell’incidenza del GBM nelle persone di età superiore ai 50 anni. Anche il sesso maschile sembra essere associato a un rischio leggermente maggiore rispetto al sesso femminile.
Alcune sindromi genetiche ereditarie, come la sindrome di Li-Fraumeni e la neurofibromatosi di tipo 1, sono associate a un rischio aumentato di sviluppare GBM. Tuttavia, questi casi rappresentano una minoranza, e la maggior parte dei GBM si verifica in individui senza una chiara predisposizione genetica.
Sintomi principali
I sintomi del glioblastoma multiforme variano in base alla localizzazione del tumore nel cervello e alla velocità di crescita. I sintomi più comuni includono:
- Cefalea persistente: spesso più intensa al risveglio e non alleviata dai comuni analgesici.
- Convulsioni: possono manifestarsi come primo segno della malattia, anche in individui senza precedenti episodi epilettici.
- Deficit neurologici focali: come debolezza o intorpidimento di un lato del corpo, difficoltà nel linguaggio o alterazioni della vista.
- Cambiamenti cognitivi e comportamentali: difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, cambiamenti nella personalità o nell’umore.
In alcuni casi, possono manifestarsi sintomi meno specifici come nausea, vomito o sonnolenza, dovuti all’aumento della pressione intracranica causata dalla massa tumorale. La rapidità di insorgenza e la progressione dei sintomi sono spesso indicative della natura aggressiva del GBM.
È fondamentale che i clinici riconoscano tempestivamente questi segni e sintomi per avviare un iter diagnostico appropriato, poiché una diagnosi precoce può influenzare significativamente le opzioni terapeutiche e la prognosi del paziente.
Diagnosi precoce
La diagnosi precoce del glioblastoma multiforme (GBM) è fondamentale per migliorare le prospettive terapeutiche e la qualità di vita dei pazienti. Un esame neurologico approfondito può rivelare deficit che suggeriscono la presenza di un tumore cerebrale. Tecniche di imaging avanzate, come la risonanza magnetica (RM) e la tomografia computerizzata (TC), sono strumenti essenziali per localizzare e valutare le dimensioni del tumore. (issalute.it)
La biopsia, che consiste nel prelievo di un campione di tessuto cerebrale, è cruciale per confermare la diagnosi e determinare le caratteristiche molecolari del tumore. Questa procedura può essere eseguita prima o durante l’intervento chirurgico, a seconda della posizione del tumore.
Recenti progressi nella ricerca hanno identificato nuovi biomarcatori e tecniche di screening che potrebbero facilitare una diagnosi ancora più precoce del GBM. L’analisi del liquido cerebrospinale e test genetici mirati sono in fase di studio per rilevare mutazioni specifiche associate al tumore, offrendo potenzialmente metodi non invasivi per la diagnosi. (acibademhealthpoint.com)
Inoltre, l’integrazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e il sequenziamento genetico sta aprendo nuove frontiere nella diagnosi precoce del GBM. Questi strumenti possono migliorare la precisione diagnostica e personalizzare le strategie terapeutiche in base al profilo molecolare specifico di ogni paziente.
Nuove terapie disponibili
Il trattamento del glioblastoma multiforme rimane una sfida significativa a causa della sua natura aggressiva e della resistenza alle terapie convenzionali. Attualmente, l’approccio standard include la resezione chirurgica seguita da radioterapia e chemioterapia con temozolomide.
Recenti studi hanno esplorato nuove strategie terapeutiche per migliorare l’efficacia del trattamento e ridurre le recidive. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia ha identificato, in modelli preclinici, una via per superare la resistenza ai farmaci nelle cellule tumorali, aprendo la strada a terapie più efficaci. (airc.it)
Un altro approccio innovativo è stato sviluppato da ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, che hanno generato una nuova classe di fattori molecolari antitumorali capaci di inattivare geni tumorali e prevenire le recidive, sebbene attualmente a livello sperimentale. (hsr.it)
Inoltre, la ricerca si sta concentrando sull’identificazione di nuovi bersagli terapeutici e sulla comprensione dei meccanismi molecolari alla base dello sviluppo del GBM. L’uso di tecnologie avanzate come il sequenziamento genetico e l’intelligenza artificiale sta contribuendo a personalizzare le terapie, offrendo trattamenti su misura basati sul profilo molecolare specifico di ogni tumore.
Per approfondire
Istituto Superiore di Sanità: Informazioni dettagliate sul glioblastoma, incluse cause, sintomi, diagnosi e trattamenti.
Fondazione AIRC: Aggiornamenti sulle nuove terapie in fase di sviluppo per il trattamento del glioblastoma.
Ospedale San Raffaele: Descrizione di un nuovo approccio terapeutico sperimentale per il glioblastoma e le sue recidive.
Policlinico Gemelli: Approfondimenti sul glioblastoma, incluse diagnosi e percorsi terapeutici.
