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Il mal di gola è uno dei disturbi più comuni sia nei bambini sia negli adulti e, nella maggior parte dei casi, è legato a infezioni delle vie respiratorie superiori. Tuttavia, non tutti i mal di gola sono uguali: alcuni sono causati da virus, altri da batteri, e riconoscere la differenza può essere importante per capire quando è utile rivolgersi al medico e quando, invece, è probabile che il disturbo si risolva spontaneamente con semplici misure di supporto. Comprendere i segnali che il corpo invia aiuta a evitare sia allarmismi inutili sia il ricorso inappropriato agli antibiotici, che vanno usati solo quando realmente indicati.
Questa guida offre una panoramica chiara e basata sulle evidenze scientifiche su come distinguere, per quanto possibile, un mal di gola di origine virale da uno di origine batterica, quali sintomi osservare, come viene posta la diagnosi dal medico e quali sono i trattamenti più utilizzati. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sostituiscono il parere del proprio medico o pediatra: in presenza di sintomi intensi, persistenti o associati a segnali di allarme, è sempre opportuno una valutazione clinica diretta.
Sintomi del mal di gola
Quando si parla di “mal di gola” si fa riferimento a un insieme di sintomi che interessano la faringe, le tonsille e, talvolta, le strutture circostanti. Il sintomo principale è il dolore, che può essere lieve, come un semplice fastidio alla deglutizione, oppure molto intenso, tanto da rendere difficile mangiare, bere o persino parlare. Spesso il dolore è accompagnato da sensazione di bruciore, secchezza o corpo estraneo in gola. In molti casi si associano altri disturbi generali, come stanchezza, malessere diffuso, mal di testa e perdita di appetito. È importante osservare non solo l’intensità del dolore, ma anche la sua durata e l’eventuale comparsa di altri sintomi sistemici, perché questi elementi orientano verso una causa virale o batterica.
Un altro aspetto rilevante è la presenza di febbre, che nel mal di gola può variare da un lieve rialzo della temperatura corporea a valori più elevati. Nelle infezioni virali la febbre può essere assente o moderata, mentre nelle forme batteriche, in particolare quelle da Streptococcus pyogenes (lo streptococco beta-emolitico di gruppo A), tende a essere più alta e improvvisa. Oltre alla febbre, è utile valutare la presenza di tosse, naso che cola, voce rauca, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi del collo. Questi segni, considerati nel loro insieme, forniscono indizi utili, pur non essendo da soli sufficienti per una diagnosi definitiva.
All’esame obiettivo, cioè alla visita medica, il mal di gola si manifesta con arrossamento della mucosa faringea, gonfiore delle tonsille e, talvolta, presenza di placche biancastre o giallastre. Il paziente può riferire dolore localizzato da un lato o diffuso a tutta la gola, e il medico può rilevare linfonodi cervicali ingrossati e dolenti alla palpazione. In alcuni casi, soprattutto nei bambini, il mal di gola si associa a dolori abdominals, nausea o vomito, sintomi che possono confondere il quadro clinico. È importante ricordare che la presenza di placche non significa automaticamente infezione batterica, perché anche alcune infezioni virali possono dare un aspetto simile delle tonsille.
Infine, vanno considerati i cosiddetti “segnali di allarme”, che richiedono una valutazione medica urgente. Tra questi rientrano difficoltà respiratoria, impossibilità a deglutire liquidi o saliva, dolore molto intenso localizzato da un solo lato del collo, rigidità del collo, difficoltà ad aprire la bocca, voce “ovattata” o cambiata in modo marcato, comparsa di eruzioni cutanee diffuse, stato di confusione o sonnolenza marcata. Anche un mal di gola che persiste oltre 7–10 giorni senza miglioramento, o che si ripresenta frequentemente, merita un approfondimento specialistico, perché potrebbe nascondere cause non infettive o complicanze che richiedono un inquadramento più accurato.
Differenze tra mal di gola batterico e virale
Distinguere clinicamente tra mal di gola batterico e virale non è sempre semplice, ma esistono alcuni elementi che possono orientare. Il mal di gola virale è di gran lunga il più frequente e spesso si inserisce in un quadro di infezione delle vie respiratorie superiori: raffreddore, tosse, starnuti, congestione nasale e talvolta congiuntivite. L’esordio può essere graduale, con un senso di secchezza e bruciore che peggiora in pochi giorni, accompagnato da malessere generale e febbre lieve o moderata. Il dolore alla deglutizione è presente ma, in genere, non impedisce completamente di mangiare o bere. Le tonsille possono apparire arrossate, ma non sempre sono molto gonfie, e le placche sono meno tipiche rispetto alle forme batteriche.
Il mal di gola batterico, in particolare quello da streptococco di gruppo A, tende invece a presentarsi con esordio più brusco, febbre alta, brividi e dolore intenso alla gola, spesso senza tosse o raffreddore associati. Il paziente può riferire difficoltà marcata a deglutire, talvolta con dolore irradiato alle orecchie, e un senso di malessere generale più pronunciato. All’esame obiettivo, le tonsille appaiono molto gonfie, arrossate e ricoperte da essudato biancastro (le cosiddette “placche”), mentre i linfonodi del collo sono ingrossati e dolenti. Nei bambini possono comparire anche dolori abdominals, nausea e vomito, e in alcuni casi un’eruzione cutanea fine e diffusa, tipica della scarlattina.
Dal punto di vista epidemiologico, le infezioni virali colpiscono tutte le fasce di età e sono particolarmente frequenti nei mesi freddi, quando la circolazione di virus respiratori come rhinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali è più intensa. Le faringiti batteriche da streptococco sono più comuni in età scolare e adolescenziale, ma possono interessare anche gli adulti, soprattutto in contesti di stretto contatto (famiglia, comunità chiuse, scuole). È importante sottolineare che, sebbene alcuni punteggi clinici (come i criteri di Centor modificati) aiutino a stimare la probabilità di infezione batterica, la diagnosi certa richiede test specifici, perché i sintomi possono sovrapporsi e non sono infallibili.
Un altro elemento cruciale riguarda le implicazioni terapeutiche: il mal di gola virale non trae beneficio dagli antibiotici, che non agiscono sui virus e il cui uso inappropriato favorisce lo sviluppo di resistenze batteriche e possibili effetti collaterali. Al contrario, nelle faringiti batteriche da streptococco, la terapia antibiotica appropriata riduce la durata dei sintomi, la contagiosità e il rischio di complicanze, come la febbre reumatica o alcune forme di glomerulonefrite. Per questo motivo è fondamentale non basarsi solo sulla percezione soggettiva (“ho molto male, quindi è batterico”) ma affidarsi alla valutazione medica e, quando indicato, ai test diagnostici, evitando l’autoprescrizione di antibiotici o l’uso di farmaci avanzati da precedenti terapie.
Diagnosi del mal di gola
La diagnosi di mal di gola inizia sempre dall’anamnesi, cioè dalla raccolta accurata delle informazioni riferite dal paziente: quando sono iniziati i sintomi, come si sono evoluti, se sono presenti febbre, tosse, naso che cola, dolori muscolari, eruzioni cutanee, contatti recenti con persone malate o episodi ricorrenti di faringite. Il medico valuta anche eventuali patologie concomitanti, come allergie, reflusso gastroesofageo, fumo di sigaretta o esposizione a irritanti ambientali, che possono contribuire al disturbo o mimare un’infezione. Questa fase è fondamentale per orientare il sospetto diagnostico e per individuare eventuali fattori di rischio per complicanze, soprattutto nei pazienti più fragili, come anziani, immunodepressi o persone con malattie croniche.
Segue l’esame obiettivo, durante il quale il medico osserva la gola con l’aiuto di una fonte luminosa, valutando il colore della mucosa, il volume delle tonsille, la presenza di essudato (placche), eventuali petecchie sul palato e lo stato generale del cavo orale. Vengono palpati i linfonodi del collo per verificarne dimensioni e dolorabilità, e si controllano orecchie e naso per escludere altre sedi di infezione. In base ai sintomi e ai segni rilevati, il medico può utilizzare scale cliniche, come i criteri di Centor o McIsaac, che attribuiscono un punteggio alla presenza di febbre, assenza di tosse, linfonodi dolenti, essudato tonsillare e fascia di età, per stimare la probabilità di faringite streptococcica e decidere se procedere con test specifici.
Per distinguere con maggiore precisione tra mal di gola virale e batterico, soprattutto quando la probabilità di infezione da streptococco è intermedia o alta, si ricorre a test diagnostici mirati. Il più utilizzato in ambito ambulatoriale è il tampone faringeo rapido per lo streptococco di gruppo A, che consiste nel prelievo di un campione di secrezioni dalla faringe e dalle tonsille mediante un bastoncino sterile. Il risultato è disponibile in pochi minuti e, se positivo, indica con buona attendibilità la presenza del batterio, orientando verso la prescrizione di antibiotici. In caso di test rapido negativo ma forte sospetto clinico, soprattutto in contesti ad alto rischio, il medico può richiedere un tampone faringeo tradizionale con coltura, che richiede più tempo ma è considerato il riferimento diagnostico.
In alcune situazioni particolari, come mal di gola molto severo, ricorrente o associato a sintomi atipici, possono essere necessari ulteriori accertamenti. Tra questi rientrano esami del sangue (emocromo, indici di infiammazione, sierologia per alcuni virus come Epstein-Barr nella mononucleosi infettiva), ecografia del collo per valutare linfonodi o raccolte di pus, e, più raramente, indagini endoscopiche in ambito otorinolaringoiatrico per escludere patologie strutturali o neoplastiche. È importante ricordare che l’autodiagnosi basata solo su sintomi percepiti o su informazioni reperite online può essere fuorviante: la valutazione di un professionista sanitario resta il modo più sicuro per inquadrare correttamente il problema e impostare il percorso più adeguato.
Trattamenti per il mal di gola
Il trattamento del mal di gola dipende innanzitutto dalla causa sottostante. Nella maggior parte dei casi, soprattutto quando l’origine è virale, la terapia è sintomatica, cioè mirata ad alleviare il dolore e il disagio in attesa che l’organismo risolva spontaneamente l’infezione. Tra le misure generali rientrano il riposo, un’adeguata idratazione con acqua e bevande tiepide, l’evitare fumo di sigaretta e ambienti secchi o irritanti, e l’uso di umidificatori se l’aria domestica è molto secca. Possono essere utili anche rimedi locali come gargarismi con soluzioni tiepide, pastiglie o spray per la gola contenenti sostanze lenitive o lievi anestetici, sempre seguendo le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo e le raccomandazioni del medico o del farmacista.
Per il controllo del dolore e della febbre, il medico può consigliare l’uso di analgesici e antipiretici di uso comune, come paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da assumere alle dosi e per la durata raccomandate. È importante non superare le dosi massime giornaliere e prestare attenzione a eventuali controindicazioni o interazioni con altri farmaci assunti. Nei bambini, la scelta del farmaco e del dosaggio deve essere particolarmente prudente e sempre basata sul peso corporeo, evitando l’uso di medicinali non adatti all’età pediatrica. L’automedicazione prolungata o l’uso contemporaneo di più prodotti contenenti lo stesso principio attivo possono aumentare il rischio di effetti indesiderati, per cui è sempre opportuno confrontarsi con un professionista sanitario in caso di dubbi.
Quando il mal di gola è causato da un’infezione batterica documentata, in particolare da streptococco di gruppo A, il trattamento di scelta è la terapia antibiotica sistemica, prescritta dal medico. Gli antibiotici più utilizzati appartengono alla classe delle penicilline o di altri beta-lattamici; in caso di allergia documentata, possono essere considerati farmaci alternativi. È fondamentale assumere l’antibiotico esattamente come indicato, rispettando dosi, orari e durata della terapia, anche se i sintomi migliorano rapidamente: interrompere il trattamento troppo presto può favorire recidive e contribuire allo sviluppo di resistenze batteriche. Gli antibiotici non devono mai essere assunti di propria iniziativa, né utilizzati “di scorta” da precedenti prescrizioni, perché un uso inappropriato non solo è inefficace contro le infezioni virali, ma può essere dannoso.
In alcune situazioni particolari, come tonsilliti ricorrenti, sospetto di complicanze (ascessi peritonsillari, flemmoni del collo) o difficoltà respiratorie, può essere necessario un inquadramento specialistico otorinolaringoiatrico e, in rari casi, un trattamento chirurgico come la tonsillectomia. Tuttavia, la decisione di rimuovere le tonsille si basa su criteri ben definiti (numero di episodi all’anno, gravità, impatto sulla qualità di vita, presenza di complicanze) e va valutata caso per caso. In ogni fase del percorso terapeutico, è importante evitare il fai-da-te, informare il medico di tutti i farmaci assunti, compresi prodotti da banco e integratori, e segnalare prontamente eventuali reazioni avverse o peggioramento dei sintomi, in modo da poter adattare la strategia di cura in modo sicuro e appropriato.
Prevenzione del mal di gola
La prevenzione del mal di gola si basa innanzitutto su misure generali volte a ridurre il rischio di infezioni respiratorie e a mantenere in buona salute le vie aeree superiori. Una corretta igiene delle mani è uno dei pilastri fondamentali: lavarle spesso con acqua e sapone o utilizzare soluzioni idroalcoliche aiuta a limitare la trasmissione di virus e batteri, soprattutto dopo aver frequentato luoghi affollati, usato i mezzi pubblici o essersi soffiati il naso. È utile anche evitare di condividere bicchieri, posate, bottiglie o spazzolini da denti, in particolare in presenza di persone con sintomi respiratori. Aerare regolarmente gli ambienti chiusi, mantenere un’adeguata umidità dell’aria e non fumare (né esporsi al fumo passivo) contribuiscono a proteggere la mucosa faringea da irritazioni che possono favorire l’insorgenza di mal di gola.
Un altro aspetto importante riguarda lo stile di vita complessivo, che influisce sulla capacità del sistema immunitario di difendersi dalle infezioni. Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e adeguato apporto proteico, fornisce vitamine, minerali e antiossidanti utili al buon funzionamento delle difese immunitarie. L’attività fisica regolare, il sonno sufficiente e la gestione dello stress contribuiscono anch’essi a ridurre la suscettibilità alle infezioni. Al contrario, abitudini come il fumo, l’abuso di alcol, la sedentarietà e ritmi di vita irregolari possono indebolire le difese dell’organismo e rendere più frequenti gli episodi di mal di gola e altre infezioni respiratorie.
La vaccinazione rappresenta un ulteriore strumento di prevenzione per alcune forme di mal di gola legate a specifici agenti infettivi, in particolare i virus influenzali e, in parte, SARS-CoV-2, che possono manifestarsi con faringodinia tra i sintomi iniziali. Seguire i calendari vaccinali raccomandati per età e condizioni di rischio, inclusi i richiami annuali del vaccino antinfluenzale per le categorie indicate, contribuisce a ridurre il numero di infezioni respiratorie e, di conseguenza, di episodi di mal di gola. È importante discutere con il proprio medico o pediatra le vaccinazioni consigliate in base alla situazione individuale, evitando sia sottovalutazioni sia aspettative irrealistiche: nessun vaccino protegge da tutte le possibili cause di mal di gola, ma può ridurre in modo significativo il rischio di alcune infezioni specifiche.
Infine, per prevenire la diffusione del mal di gola quando si è già malati, è utile adottare alcune semplici regole di comportamento. Coprire bocca e naso con un fazzoletto o con l’incavo del gomito quando si tossisce o starnutisce, gettare subito i fazzoletti usati, evitare contatti ravvicinati con persone fragili (bambini piccoli, anziani, soggetti con malattie croniche) e, se possibile, restare a casa nei primi giorni di malattia riduce la probabilità di contagiare gli altri. In presenza di faringite streptococcica trattata con antibiotici, la contagiosità diminuisce in genere dopo 24 ore dall’inizio della terapia, ma è comunque prudente seguire le indicazioni del medico su tempi di rientro a scuola o al lavoro. Un approccio responsabile alla propria salute e a quella degli altri è parte integrante della prevenzione.
In sintesi, capire se il mal di gola è batterico o virale richiede la considerazione congiunta di sintomi, segni clinici e, quando necessario, test diagnostici specifici. Sebbene alcuni elementi orientino verso una causa piuttosto che un’altra, solo la valutazione medica può fornire un inquadramento affidabile e indicare se sia opportuno o meno ricorrere agli antibiotici. Nella maggior parte dei casi, il mal di gola è di origine virale e tende a risolversi spontaneamente con adeguato riposo e misure di supporto, mentre le forme batteriche documentate beneficiano di una terapia mirata che riduce il rischio di complicanze. Prestare attenzione ai segnali di allarme, evitare l’autoprescrizione di farmaci e adottare comportamenti preventivi quotidiani rappresentano i passi fondamentali per gestire in modo consapevole questo disturbo così comune.
Per approfondire
Ministero della Salute Informazioni aggiornate su infezioni respiratorie, uso appropriato degli antibiotici e campagne di prevenzione, utili per comprendere il corretto approccio al mal di gola.
Istituto Superiore di Sanità (ISS) Schede e approfondimenti tecnico-scientifici su malattie infettive delle vie respiratorie e resistenze agli antibiotici, rivolti a cittadini e professionisti.
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Dati e documenti ufficiali sull’uso responsabile degli antibiotici, note informative e campagne contro l’antibiotico-resistenza, rilevanti per le faringiti batteriche.
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) Linee guida e materiali divulgativi internazionali su infezioni respiratorie acute, prevenzione e gestione clinica, con focus su uso prudente degli antimicrobici.
Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Approfondimenti su faringite streptococcica, criteri diagnostici, gestione terapeutica e prevenzione delle complicanze, utili per un confronto con le raccomandazioni internazionali.
