Disturbi somatoformi: dottore, non sono mica pazzo!

Disturbi somatoformi: dottore, non sono mica pazzo!

I disturbi somatoformi o somatomorfi consistono in sintomi fisici che richiamano la presenza di vere e proprie patologie fisiche prive di cause a livello organico. Infatti, tali disturbi si manifestano solo mediante i malesseri corporei e mai attraverso i malesseri psichici, ecco perché la diagnosi differenziale sui disturbi somatoformi è sempre stata messa in discussione.

Epidemiologia

Tutti i disturbi somatoformi sono maggiormente diffusi tra le donne, e il disturbo più diffuso è il disturbo somatoforme indifferenziato.

Eziopatogenesi

L’eziopatogenesi dei disturbi somatoformi è caratterizzata da tre tipi di cause che possono essere o scatenanti oppure di cronicizzazione.

Le cause dei disturbi sono i seguenti:

  • Cause di natura biologica: familiarità, disturbi somatosensoriali e disturbi emotivo-affettivi;
  • Cause di natura socioculturale: status sociale, posizione economica e gruppo di appartenenza;
  • Cause di natura psicodinamica: traumi infantili, abusi fisici, violenze sessuali e disturbi della personalità.

Classificazione dei disturbi somatoformi

Il DSM IV TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali – quarta edizione – text revision) inserisce i disturbi somatoformi nell’ASSE I (in cui rientrano i disturbi clinici e le altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica), e li classifica nel seguente modo:

  • Disturbo da Somatizzazione: presenza di dolori/sintomi sessuali e neurovegetativi;
  • Disturbo Algico: presenza di algie (dolori);
  • Disturbo da Dismorfismo Corporeo: ossessiva preoccupazione per uno o più difetti estetici;
  • Ipocondria: timore di essere affetti da una patologia fisica e/o mentale che si rivela del tutto inesistente;
  • Disturbo di conversione: presenza di sintomi organici/neurologici/motori con parziale o completa assenza di sintomi psichici;
  • Disturbo Somatoforme Indifferenziato: recriminazioni immotivate a causa dei sintomi somatici accusati, che si prolungano per oltre 6 mesi;
  • Disturbi Somatoformi NAS o non altrimenti specificati: rientrano i disturbi somatoformi che non soddisfano affatto i criteri diagnostici dei disturbi sopraelencati.

Disturbo da somatizzazione

Il disturbo da somatizzazione, noto anche con il nome di Sindrome di Briquet (Briquet fu il primo medico a descrivere tale patologia nel 1859) è caratterizzato da una forma di innervazione viscerale e si manifesta attraverso 8 tipi di sintomi fisici, che sono fondamentali per ottenere una diagnosi certa di disturbo da somatizzazione.

Gli 8 sintomi comprendono: 2 sintomi del tratto gastrico, 1 sintomo sessuale, 4 algie e 1 sintomo pseudo neurologico.

I sintomi variano da soggetto e soggetto e includono: capogiri, dolori muscolo-scheletrici, vomito, tachicardia, tracce di sangue nelle urine, disturbi somato-sensoriali localizzati alle gambe e alle braccia,…

I pazienti, che sono prevalentemente di sesso femminile, si lamentano continuamente dei sintomi fisici da loro patiti, negando fermamente di essere affette da malesseri psichici, escludendo a priori che i sintomi fisici provati siano scatenati da una fragilità psichica o da lievi forme di psicopatologie.

Esse si sentono costantemente malate fisicamente e richiedono più volte l’intervento del medico per la cura dei loro disagi.

L’esordio della patologia avviene intorno ai 30 anni di età con un decremento sintomatologico dai 30 anni in su per le donne, mentre per gli uomini, tali disturbi somatici raggiungono il picco fino ai 60 anni di età, per poi decrescere al superamento di tale età.

I fattori scatenanti sono molteplici: ereditarietà, abuso di sostanze stupefacenti, autolesionismo, crisi depressive e bipolarismo.

Il disturbo da somatizzazione si manifesta in comorbidità con i disturbi di personalità, nevrosi isterica, disturbi d’ansia e bipolari.

Disturbo algico

Il disturbo algico consiste nella presenza di algie, ovvero dolori acuti (durata fino a 6 mesi) o cronici (durata oltre ai 6 mesi), localizzati in una o più aree corporee generando un profondo disagio nel normale funzionamento sociale, familiare, lavorativo e in tante altre aree importanti.

I dolori possono interessare svariate aree fisiche, ad esempio: dolori al capo (emicranie, cefalee, nevralgie), disturbi oro-facciali che interessano anche il nervo trigemino (dolori mascellari, mal di denti e bruxismo), dolori oculari, otalgie, dolori toracici, dolori pelvici, dolori osteo-articolari, dolori di pancia e di stomaco, dolori cardiaci,…

Le algie colpiscono soprattutto le donne adulte, specialmente se hanno vissuto eventi particolarmente stressanti nella loro vita, episodi traumatici, disturbi dell’umore/ansia, e se si è affetti dai disturbi di personalità (disturbo istrionico, narcisistico e ossessivo-compulsivo di personalità).

Per il trattamento del disturbo algico è ovviamente necessaria l’assunzione di analgesici (per via orale o per via endovena) e di ansiolitici.

Disturbo da dismorfismo corporeo

Il disturbo da dismorfismo corporeo (DDC) consiste nell’ossessiva preoccupazione per un difetto estetico che può essere immaginario o reale (che viene ingigantito) e viene diagnosticato nella popolazione occidentale che si rivolge ad un chirurgo estetico, colpendo prevalentemente le donne.

Tali preoccupazioni che riguardano specifiche aree del corpo (seno piccolo, naso storto, brutta pelle, cosce gonfie, ecc) sono tormentose, opprimenti e difficili da dominare.

Nelle pazienti affette sono presenti alcuni comportamenti tipici, come: guardarsi assiduamente allo specchio, curare eccessivamente il proprio corpo, chiedere opinioni agli altri circa il proprio “difetto”, paragonarsi agli altri, camuffarsi, avere deliri di riferimento, tentare di evitare gli specchi e di nascondere le presunte deformazioni fisiche con il trucco e con l’abbigliamento.

Esse possono anche vergognarsi della loro ossessione, cercando di non rivelarla a nessuno per non essere interrogati e non far sorgere critiche e curiosità da parte della gente.

Il DDC provoca un disagio o una menomazione significativa in tante aree importanti della vita quotidiana.

I fattori scatenanti del DDC in giovane età sono: abusi sessuali, violenze sessuali e delusioni passionali.

La patologia si presenta assieme ai disturbi depressivi, ai disturbi d’ansia e ai disturbi di personalità.

Per il trattamento del DDC si interviene mediante: chirurgia plastica (solo se è realmente presente il difetto fisico), antidepressivi triciclici, serotoninergici e psicoterapia.

Ipocondria

L’ipocondria consiste in un timore, ossessivo e devastante, di essere affetti da una patologia fisica e/o mentale, che si rivela alla fine del tutto inesistente.

L’ipocondria è un disturbo somatoforme diffusissimo e colpisce sia gli uomini che le donne.

Gli ipocondriaci sono ossessivamente preoccupati della propria salute, e basta un piccolo sintomo (mal di pancia) che subito li pone in stato di allerta e di profondo tormento.

La patologia può colpire sia in età adulta che in età senile.

Tutti sintomi sono frutto di profondi malesseri psichici, come: la depressione, i disturbi psicotici e deliranti. I dolori provati sono acuti di durata massima di 6 mesi e sono circoscritti nella zona cardiaca e nella zona epigastrica.

Disturbo di conversione

Il disturbo di conversione o “nevrosi isterica” è una forma nevrotica in cui emergono solo sintomi organici, neurologici e motori (volontari o involontari), con parziale o completa assenza di sintomi psichici. La personalità del paziente è vulnerabile, volubile ed egocentrico con un’espressione somatica smisurata degli affetti inconsci, atteggiamenti teatrali e depersonalizzazione.

La conversione ha una funzione altamente simbolica basandosi sulla trasformazione dei desideri e impulsi rimossi dal proprio inconscio, in sintomi somatici, che interessano varie parti del corpo: palpitazioni, dolori ovarici, disturbi della coscienza, svenimenti, dispnea, paralisi, atassia, convulsioni, tremori, ipotensione, bradicardia, amnesie, spasmi, contrazioni e dolori digerenti.

Disturbo da somatizzazione indifferenziato

Il paziente affetto da tale disturbo riporta continue recriminazioni immotivate a causa dei sintomi somatici (disturbi urinari ed epigastrici) accusati, che si prolungano per oltre 6 mesi.

La patologia presenta dei tratti clinici simili al disturbo di somatizzazione (sopraesposto), colpendo soprattutto le donne e non dipende dagli effetti fisiologici di una sostanza, e ne tanto meno da una condizione medica generale.

Trattamenti

Esistono svariati tipi di trattamenti da rivolgere ai pazienti affetti da disturbi somatoformi:

  • Interventi psicofisiologici: per il trattamento dei dolori cronici;
  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale;
  • Psicoterapia psicodinamica;
  • Somministrazione di antipsicotici: benzamidi che agiscono sul piano gastrointestinale ed emotivo;
  • Somministrazione di antidepressivi: SSRI – inibitori selettivi della serotonina e antidepressivi triciclici;
  • Terapia del dolore: mediante somministrazione di analgesici o addirittura di morfina.

 

BIBLIOGRAFIA
  1. A. Siracusano, Manuale di psichiatria, Il pensiero scientifico editore, 2007;
  2. V. Andreoli., G. B Cassano., R. Rossi, DSM-IV-TR – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Text revision ICD-10/ICD-9-CM. Classificazione parallela, Elsevier Ed., «Collana: Classificazioni DSM/ICD», 2007;
  3. Cassano G. Battista, Pancheri Paolo – Manuale di psichiatria, Utet, 2005.