Ritardo mentale: patologia intellettiva permanente
Il ritardo mentale è una patologia intellettiva permanente, tipica dell’età evolutiva, caratterizzata dalla presenza di alterazioni delle funzioni delle facoltà psichiche, mentali, cognitive, motorie e comportamentali, provocando una menomazione nel normale funzionamento sociale, familiare, scolastico, lavorativo e in tante altre aree fondamentali della vita quotidiana.
Esso colpisce durante la fase della maturazione e dello sviluppo cerebrale, organico, corporeo e ormonale del bambino, subendo una brusca interruzione della crescita di tali connotati.
Tale deficit è stato oggetto di numerose interpretazioni da parte di alcune correnti psicologiche e sociologiche molto note.
Soffermiamoci solo su alcune teorie:
- La psichiatria tradizionale asserisce che il ritardo mentale abbia un’origine propriamente organica (dipendente dalla disfunzione del SNC);
- La psicoanalisi collega il ritardo mentale del fanciullo ad un precedente attaccamento materno di tipo insicuro-evitante, insicuro-ambivalente o disorganizzato;
- La psicologia dinamica associa il ritardo mentale ad un origine genetica e/o ambientale;
- Le scienze sociologiche attribuiscono il ritardo mentale ad una incapacità di interazione e di integrazione sociale con correlati disturbi di adattamento.
Eziopatogenesi del ritardo mentale
I fattori eziologici responsabili del ritardo mentale sono:
- Encefalopatie infantili;
- Ipossia cerebrale;
- ICTUS cerebrale;
- Anomalie cromosomiche;
- Patologie neurometaboliche;
- Malattie genetiche;
- Malattie neuromuscolari;
- Fetopatia alcolica;
- Meningiti infantili;
- Infezioni batteriche e virali;
- Ipotiroidismo della gestante;
- Esposizione ai raggi X e ai raggi UV della gestante.
Numerosi studi in riferimento all’eziopatogenesi del ritardo mentale riportano che circa il 90% dei casi abbia contratto delle patologie (scatenanti il ritardo mentale) o nella vita intrauterina (nel corso dello sviluppo fetale) oppure al momento della nascita.
Le cause in questione sono strutturate nel seguente modo:
- Fattori Prenatali:
- anomalie cromosomiche o genetiche (Sindrome di Down, di X fragile, ecc);
- anomalie non cromosomiche (difetti del metabolismo);
- disturbi tiroidei della gestante;
- encefaliti fetali, meningiti, malformazioni cerebrali;
- denutrizione fetale;
- assunzione di alimenti infetti e abuso di farmaci, alcol e droghe da parte della gestante;
- … ecc;
- Fattori Perinatali:
- nascita prematura;
- alterazioni placentari e del cordone ombelicale;
- ipossia cerebrale;
- ischemia cerebrale;
- parto complicato;
- emorragia cerebrale (in caso di nascita prematura);
- preeclampsia della gestante (presenza di edemi e di pressione arteriosa alta nel periodo di gestazione);
- fetopatia alcolica;
- … ecc;
- Fattori Postnatali:
- lesioni cranici e midollari;
- patologie neuromuscolari;
- infezioni batteriche e virali;
- convulsioni;
- traumi cranici;
- encefalopatie infantili;
- traumi cranici;
- vasculopatie cerebrali;
- … ecc.
I fattori predisponenti sono: influenze socio-ambientali, autismo, casi di psicopatologia nella storia clinica familiare, incuria (carenza di cure igieniche), contesto e cultura di appartenenza, presenza di disturbi psicotici nel bambino, episodi di abusi, violenze e abbandoni subite dal piccolo paziente.
E’ opportuno evidenziare che non è possibile rilevare la causa scatenante del ritardo mentale in tutti i pazienti, ma solo nella metà dei casi.
Epidemiologia
Il ritardo mentale colpisce solo il 2% della popolazione generale nella fascia evolutiva, con un rapporto maschi:femmine di 2:1 (i maschi sono più colpiti rispetto alle femmine, con una sottile discrepanza dal punto di vista statistico).
Sintomatologia del ritardo mentale
I sintomi più comuni che si manifestano assiduamente nei pazienti con disabilità intellettiva sono:
- deficit nella pianificazione, organizzazione, coordinazione e sincronizzazione motoria e gestuale;
- deficit fonatori ed articolatori del linguaggio;
- disturbi senso-percettivi;
- interdizione mentale, cognitiva e intellettiva;
- incapacità di produrre fantasie, immaginazioni e costruzioni mentali;
- deficit attentivi e del ragionamento;
- ritardo dell’apprendimento;
- disturbi d’ansia e dell’umore;
- demotivazione e calo di autostima;
- incapacità di critica e di giudizio;
- incapacità di autocontrollo;
- disorientamento topografico e spazio-temporale (varia in base alla gravità del ritardo mentale);
- alterazioni del comportamento (atteggiamenti inappropriati al contesto);
- confusione mentale;
- disturbi sensoriali;
- condotte evitanti ed isolamento sociale.
Diagnosi
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali quarta edizione text revision (DSM IV Tr) e ICD 10 (International Classification of desease) classificano i criteri diagnostici del ritardo mentale nel seguente modo:
- Funzionamento cognitivo e intellettivo (QI) al di sotto di 70;
- Menomazione nel funzionamento in alcune delle seguenti aree:
- integrazione sociale;
- capacità comunicativa;
- igiene della persona e della casa;
- mantenersi economicamente e mantenere la famiglia;
- capacità di problem solving e decision making;
- rendimento scolastico;
- rendimento lavorativo;
- interessi e hobby;
C. L’esordio del ritardo mentale prima del raggiungimento della maggiore età.
Per eseguire una diagnosi valida e corretta occorre tracciare la storia anamnestica del paziente e familiare, valutando l’intera storia clinica del soggetto, dalla vita intrauterina alla nascita.
Per tracciare il profilo cognitivo, intellettivo, motorio e comportamentale del paziente occorrono alcuni test psicometrici molto noti e molto utilizzati, quali:
- il test delle matrici progressive di Raven;
- la scala di Standford-Binet;
- la Wascherl.
Per determinare una corretta diagnosi differenziale, occorre considerare determinati dati fondamentali:
- interdizione mentale e cognitiva;
- eventuale presenza di disturbi neurodegenerativi;
- disturbi sensoriali;
- svantaggi socio-culturali e ambientali.
Livelli di severità
Esistono quattro livelli di severità (in percentuale) di ritardo mentale (RM), e sono catalogati e descritti nel seguente modo:
- RM lieve (QI da 50-55 a 70);
- RM moderato (QI da 35-40 a 50-55);
- RM grave (QI da 20-25 a 35-40);
- RM gravissimo (QI inferiore a 20-25).
Ritardo mentale lieve:
I connotati del ritardo mentale lieve sono:
- lieve ritardo nell’apprendimento;
- lieve ritardo sensoriale e motorio;
- richiesta di un supporto scolastico;
- buona autonomia socio-lavorativa;
- disturbi dell’umore e dell’affettività;
- lievi disturbi comunicativi;
- necessità di un sostegno morale e psicologico in caso di traumi subiti;
- colpisce in età scolare.
Ritardo mentale moderato:
I connotati del ritardo mentale moderato sono:
- ritardo moderato dello sviluppo psicomotorio;
- soddisfacenti capacità linguistiche;
- soddisfacente autonomia;
- apprendimento lento e stentato;
- colpisce prevalentemente i pazienti psicotici e autistici;
- colpisce in età pre-scolare.
Ritardo mentale grave:
I connotati del ritardo mentale grave sono:
- scarso sviluppo psicomotorio e senso motorio;
- scarse capacità linguistiche e comunicative;
- bagaglio lessicale riduttivo;
- scarse capacità relazionali;
- ritardo dell’apprendimento accentuato;
- origine organica;
- bizzarria comportamentale;
- sensi di colpa;
- frustrazione;
- bipolarismo;
- scarsa capacità empatica;
- condotte evitanti;
- complessi di inferiorità;
- ridotta autonomia;
- scarso autocontrollo;
- necessità di supporto e supervisione costante;
- colpisce a pochi anni dalla nascita.
Ritardo mentale gravissimo:
I connotati del ritardo mentale gravissimo sono:
- mancanza delle capacità senso motorie;
- mancanza delle capacità comunicative;
- bagaglio lessicale ridotto a poche parole;
- mancanza delle capacità mnesiche e dell’apprendimento
- mancanza delle capacità sociali e relazionali;
- completa assenza di autonomia e incapacità di svolgere anche le più semplici attività quotidiane;
- origine organica;
- necessità di supporto e di supervisione assiduo 24h/24;
- colpisce i pazienti affetti da malattie neuromuscolari e sistemiche;
- presente sin dalla nascita.
Comorbidità
Il ritardo mentale si manifesta in comorbidità con le seguenti psicopatologie:
- Disturbo autistico;
- Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività – ADHD- ;
- Disturbo d’ansia generalizzato e di separazione;
- Mutismo;
- Disturbi della condotta alimentare nell’età evolutiva;
- Enuresi – Encopresi;
- Sindrome di Tourette;
- Disturbi specifici dell’apprendimento – DSA – ;
- Disturbi di adattamento – DA – ;
- Condotte aggressive e autolesionistiche.
Malattie genetiche con ritardo mentale
Le malattie genetiche e cromosomiche con ritardo mentale, cognitivo, motorio e comportamentale sono le seguenti:
- Sindrome di Down o Trisomia 21:
presenza della tripletta 21. I soggetti Down riportano le seguenti caratteristiche: ridotta circonferenza cranica (ridotta calcificazione cerebrale), lingua – orecchie e naso piccoli, altezza bassa, ritardo mentale moderato, ridotta tonicità muscolare, disturbi visivi, linguistici, comunicativi e dell’apprendimento;
- Sindrome di Angelman:
mutazione del cromosoma 15 trasmesso dalla figura materna. I pazienti riportano convulsioni, disturbi linguistici e ritardo mentale grave;
- Sindrome di Peter Willi:
mutazione del cromosoma 15 trasmesso dalla figura paterna. I pazienti soffrono di: discalculia (incapacità di calcolo e del ragionamento numerico), aumento della fame e dell’appetito, peso notevolmente al di sopra della norma;
- Sindrome dell’ “X Fragile”:
mutazione nel sito fragile del cromosoma X. I pazienti soffrono di ADHD e assumono comportamenti strani e bizzarri;
- Sindrome di Williams:
anomalia del cromosoma 7. I pazienti sono logorroici e soffrono di disturbi sensoriali e disorientamento topografico;
- Sindrome di Turner e di Klinefelter:
degenerazione dei gonosomi.
Piani di trattamento
Le terapie del ritardo mentale possono essere sia individuali che gruppali.
Soffermiamoci su alcuni trattamenti, tra i più diffusi ed efficaci:
- Riabilitazione relazionale;
- Riabilitazione psichiatrica;
- Tecniche di inserimento e adattamento sociale;
- Inserimento scolastico: adottato da parte dei genitori e del corpo docente del bambino ritardato;
- Riabilitazione logopedicaetà evolutiva adulta
- Riabilitazione motoria
- Terapia occupazionale (TO)
- Educazione della condotta alimentare.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association, Diagnostic and statistical manual of mental disorders ( DSM IV TR ), APA Washington, 2007;
- Borgatti R, Moretti G, Ritardo mentale lieve e disturbi specifici di apprendimento: considerazioni critiche, Gior Neuropsich Età Evol, 1999;
- Marcelli D., Psicopatologia del bambino, Masson, Milano, 2013.
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