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L’artrite psoriasica (PsA) è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni e la pelle, spesso associata alla psoriasi. In Italia, oltre 100.000 persone ne sono affette, con sintomi che includono dolore, gonfiore e rigidità articolare. (reumatologia.it) La diagnosi precoce e un trattamento adeguato sono fondamentali per prevenire danni articolari irreversibili e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Cos’è l’artrite psoriasica
L’artrite psoriasica è una patologia autoimmune che si manifesta in individui affetti da psoriasi cutanea. Circa il 30% dei pazienti con psoriasi sviluppa anche questa forma di artrite. La malattia può presentarsi in diverse forme cliniche, variando da oligoartrite a poliartrite, e può coinvolgere sia le articolazioni periferiche che la colonna vertebrale.
La PsA è caratterizzata da un’infiammazione cronica che può portare a danni articolari progressivi se non trattata adeguatamente. I pazienti possono sperimentare periodi di remissione alternati a fasi di riacutizzazione dei sintomi. La malattia può insorgere a qualsiasi età, ma è più comune tra i 30 e i 50 anni.
Oltre alle manifestazioni articolari, la PsA può coinvolgere altri tessuti, come tendini e legamenti, causando entesiti e dattiliti. Queste condizioni contribuiscono al dolore e alla disabilità associati alla malattia. La PsA è anche associata a comorbidità come malattie cardiovascolari, obesità e sindrome metabolica.
La gestione della PsA richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge reumatologi, dermatologi e altri specialisti. L’obiettivo è controllare l’infiammazione, prevenire danni articolari e migliorare la qualità di vita del paziente.
Cause principali
Le cause esatte dell’artrite psoriasica non sono completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, immunologici e ambientali contribuisca allo sviluppo della malattia. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo, con diversi geni associati a un aumento del rischio di sviluppare la PsA.
Fattori ambientali, come infezioni, traumi o stress, possono scatenare o esacerbare la malattia in individui geneticamente predisposti. Ad esempio, infezioni streptococciche sono state associate all’insorgenza della psoriasi e, di conseguenza, della PsA.
Il sistema immunitario svolge un ruolo centrale nella patogenesi della PsA. Un’attivazione anomala del sistema immunitario porta a un’infiammazione cronica delle articolazioni e della pelle. Questa risposta immunitaria aberrante può essere innescata da autoantigeni o da fattori ambientali.
Alcuni fattori di rischio modificabili, come l’obesità e il fumo, sono stati associati a un aumento del rischio di sviluppare la PsA. La gestione di questi fattori può essere parte integrante della strategia terapeutica per prevenire o ridurre la gravità della malattia.
Sintomi articolari
I sintomi articolari dell’artrite psoriasica variano ampiamente tra i pazienti e possono includere dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni. Le articolazioni più comunemente colpite sono quelle delle mani, dei piedi, delle ginocchia e delle caviglie.
La PsA può manifestarsi con diversi pattern di coinvolgimento articolare, tra cui:
- Oligoartrite: coinvolgimento di poche articolazioni, spesso in modo asimmetrico.
- Poliartrite: coinvolgimento di cinque o più articolazioni, simile all’artrite reumatoide.
- Spondilite: infiammazione della colonna vertebrale e delle articolazioni sacroiliache.
- Artrite mutilante: forma grave che porta a deformità e distruzione articolare.
Oltre all’infiammazione articolare, i pazienti possono presentare entesiti, ovvero infiammazione nei punti di inserzione dei tendini e dei legamenti sull’osso. Le entesiti sono comuni nel tallone e possono causare dolore significativo.
Un’altra manifestazione caratteristica è la dattilite, nota anche come “dito a salsiccia”, che consiste in un’infiammazione diffusa di un dito della mano o del piede. La dattilite è considerata un segno distintivo della PsA e può aiutare nella diagnosi differenziale.
La rigidità mattutina è un sintomo frequente e può durare più di 30 minuti. Questa rigidità può migliorare con l’attività fisica e peggiorare con il riposo prolungato.
Diagnosi reumatologica
La diagnosi dell’artrite psoriasica si basa su una combinazione di anamnesi, esame clinico, esami di laboratorio e imaging. Non esiste un test diagnostico specifico per la PsA, rendendo fondamentale l’esperienza clinica del reumatologo.
Durante l’anamnesi, è importante indagare la presenza di psoriasi cutanea, sia attuale che pregressa, e la storia familiare di psoriasi o PsA. La presenza di sintomi articolari, entesiti o dattiliti deve essere attentamente valutata.
L’esame obiettivo può rivelare segni di infiammazione articolare, come gonfiore, calore e dolore alla palpazione. La valutazione delle unghie per la presenza di pitting o onicolisi può fornire ulteriori indizi diagnostici.
Gli esami di laboratorio possono mostrare segni di infiammazione, come elevati livelli di proteina C-reattiva (PCR) o velocità di eritrosedimentazione (VES). Tuttavia, questi marker non sono specifici per la PsA. La ricerca del fattore reumatoide (FR) e degli anticorpi anti-peptidi citrullinati ciclici (anti-CCP) è generalmente negativa nella PsA, aiutando nella diagnosi differenziale con l’artrite reumatoide.
Le tecniche di imaging, come la radiografia, l’ecografia e la risonanza magnetica, possono evidenziare segni di infiammazione e danno articolare. L’ecografia, in particolare, è utile per rilevare entesiti e sinoviti subcliniche. Lo studio UPSTREAM ha valutato l’utilità dell’ecografia nella gestione della PsA, evidenziando il suo valore aggiunto rispetto alla sola valutazione clinica.
La diagnosi dell’artrite psoriasica (AP) richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo reumatologi e dermatologi, data la stretta associazione con la psoriasi cutanea. L’iter diagnostico inizia con un’accurata anamnesi, focalizzandosi su sintomi articolari come dolore, gonfiore e rigidità, nonché sulla presenza attuale o pregressa di lesioni cutanee tipiche della psoriasi. È fondamentale indagare anche la storia familiare, poiché una predisposizione genetica può aumentare il rischio di sviluppare la malattia. (jnjconte.it)
L’esame obiettivo si concentra sull’identificazione di segni clinici caratteristici, quali dattilite (gonfiore uniforme di un dito), entesite (infiammazione nei punti di inserzione dei tendini) e coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali. Questi segni distintivi aiutano a differenziare l’AP da altre forme di artrite, come l’artrite reumatoide. (fondazioneveronesi.it)
Gli esami di laboratorio, sebbene non specifici, possono supportare la diagnosi. L’aumento degli indici infiammatori, come la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva (PCR), può indicare un processo infiammatorio in corso. La ricerca del fattore reumatoide e degli anticorpi anti-peptidi citrullinati ciclici (anti-CCP) è utile per escludere l’artrite reumatoide, poiché questi marcatori sono generalmente assenti nell’AP. (vicinidipelle.it)
Le indagini strumentali rivestono un ruolo cruciale nella conferma diagnostica e nella valutazione dell’estensione del danno articolare. L’ecografia articolare e la risonanza magnetica sono particolarmente utili per rilevare segni precoci di infiammazione, come sinovite ed entesite, anche in assenza di alterazioni radiografiche evidenti. Le radiografie tradizionali possono evidenziare danni strutturali nelle fasi più avanzate della malattia, come erosioni ossee e anchilosi. (lapelleconta.it)
Terapie innovative
Il trattamento dell’artrite psoriasica mira a controllare l’infiammazione, alleviare i sintomi e prevenire la progressione del danno articolare. Negli ultimi anni, l’approccio terapeutico ha subito significative evoluzioni, introducendo opzioni più mirate ed efficaci.
I farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) tradizionali, come il metotrexato, la leflunomide e la sulfasalazina, sono stati a lungo utilizzati per controllare l’infiammazione e rallentare la progressione della malattia. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono adeguatamente a queste terapie, rendendo necessaria l’introduzione di trattamenti più innovativi. (humanitas.it)
I farmaci biologici rappresentano una svolta nel trattamento dell’AP. Questi agenti mirano specificamente a citochine pro-infiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α), l’interleuchina-17 (IL-17) e l’interleuchina-23 (IL-23), riducendo così l’infiammazione e il danno articolare. Esempi di questi farmaci includono gli inibitori del TNF-α, come adalimumab e etanercept, e gli inibitori dell’IL-17, come secukinumab.
Un’altra classe di terapie innovative è rappresentata dalle piccole molecole, come gli inibitori delle Janus chinasi (JAK). Questi farmaci orali interferiscono con le vie di segnalazione cellulare coinvolte nell’infiammazione, offrendo un’opzione terapeutica per i pazienti che non rispondono ai trattamenti precedenti. Apremilast, un inibitore della fosfodiesterasi 4 (PDE4), è un altro esempio di piccola molecola utilizzata nel trattamento dell’AP.
Per approfondire
Humanitas: Panoramica completa sull’artrite psoriasica, incluse cause, sintomi e trattamenti.
Fondazione Umberto Veronesi: Informazioni dettagliate su diagnosi e terapie dell’artrite psoriasica.
Manuali MSD: Informazioni professionali sull’artrite psoriasica, incluse opzioni terapeutiche.
