Quale percentuale di invalidità viene assegnata per l’osteoporosi?

Invalidità civile per osteoporosi: requisiti medico‑legali, percentuali riconosciute, procedure INPS/ASL, documentazione clinica e consigli secondo le linee guida italiane

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’osso caratterizzata da ridotta densità minerale e alterazioni microarchitetturali che aumentano la fragilità scheletrica e il rischio di fratture. Quando compaiono fratture da fragilità — soprattutto vertebrali e del femore — l’impatto sulla mobilità, sull’autonomia nelle attività della vita quotidiana e sulla qualità di vita può essere significativo. Da qui nasce la domanda pratica: quale percentuale di invalidità viene riconosciuta per l’osteoporosi? Non esiste una percentuale “automatica”: la valutazione è individuale e combina dati clinici, strumentali e funzionali, secondo criteri medico-legali codificati.

Per orientarsi è utile distinguere tra diversi istituti: l’invalidità civile (che esprime in percentuale la riduzione della capacità lavorativa o, per chi non lavora, la difficoltà nelle funzioni essenziali), il riconoscimento di handicap ai sensi della Legge 104/1992 (con la possibile “situazione di gravità”), e le prestazioni previdenziali come assegno ordinario o pensione di inabilità legate alla contribuzione. Questa guida, pensata per clinici e lettori non specialisti, chiarisce i requisiti, le percentuali e le procedure con un linguaggio accessibile ma rigoroso, partendo da come si definisce la menomazione in caso di osteoporosi e quali elementi ne determinano l’entità.

Requisiti per l’Invalidità da Osteoporosi

Il primo requisito è generale e riguarda l’accesso alla valutazione: per l’invalidità civile è necessaria la residenza stabile in Italia e la presentazione della domanda all’ente preposto, mentre non è richiesto alcun requisito contributivo. Sul piano sanitario, l’osteoporosi deve essere documentata da evidenze cliniche e strumentali attendibili e attuali. La diagnosi è tipicamente supportata da densitometria ossea (DXA) con T-score ridotto e/o da fratture da fragilità in sedi tipiche; altre informazioni utili sono la storia di cadute, il dolore cronico vertebrale o femoro-lombare e l’eventuale perdita di statura nel tempo. Il requisito sostanziale, ai fini del punteggio di invalidità, non è la presenza della sola osteopenia/osteoporosi in senso densitometrico, ma la misura della menomazione funzionale che ne deriva: limitazioni nel cammino, nella stazione eretta, nel sollevare pesi, nel vestirsi o nel compiere attività strumentali della vita quotidiana.

La commissione medico-legale valuta dunque una combinazione di fattori. Da un lato i parametri “biologici” (T-score alla DXA, andamento nel tempo della densità minerale, markers di turnover osseo, cause secondarie come iperparatiroidismo o uso prolungato di glucocorticoidi); dall’altro gli esiti clinicamente rilevanti, primo fra tutti il numero e la sede delle fratture da fragilità. Fratture vertebrali multiple, crolli somatici con cifosi dolorosa, fratture del femore prossimale o di polso con esiti funzionali peggiorano sensibilmente il profilo. Elementi come dolore persistente, necessità di ausili per la deambulazione, paura di cadere con restrizione dell’attività, postura cifotica che compromette il respiro o la digestione, e l’impatto psicosociale vengono considerati per stimare la riduzione complessiva della capacità lavorativa o dell’autonomia. Per un confronto con un’altra patologia reumatologica che segue logiche di valutazione analoghe nella cornice normativa, si veda l’approfondimento sul diritto alla pensione di invalidità per artrite reumatoide.

Accanto ai requisiti clinici, contano quelli amministrativi. La domanda di invalidità civile passa da un certificato medico introduttivo telematico redatto dal medico curante o dallo specialista, che descrive diagnosi, decorso, terapie in atto e prognosi funzionale; a questo certificato segue la presentazione, da parte dell’interessato o di un patronato, della domanda con allegati. È determinante fornire documentazione recente e pertinente: referti DXA con curve e T-score, radiografie e/o RMN che documentino fratture vertebrali (con indicazione della morfologia: cuneizzazione, schiacciamento, biconcavità), esiti di ricoveri o accessi in pronto soccorso per fratture di femore o altre sedi, relazione specialistica reumatologica o endocrinologica che inquadri l’osteoporosi come primaria o secondaria e che descriva le limitazioni funzionali. Informazioni su fisioterapia svolta, uso di busti o ausili, e sull’aderenza ai farmaci anti-riassorbitivi o anabolici completano il quadro.

2025-09-27_23:48

Il requisito “di gravità” non è una formula astratta: significa che la menomazione deve superare soglie che la normativa collega a diritti e benefici. In termini generali, una riduzione modesta della densità ossea senza fratture e con minimo impatto funzionale difficilmente supera le soglie più alte, mentre un’osteoporosi complicata da fratture vertebrali multiple o da frattura di femore, con dolore, rigidità, deficit di equilibrio e bisogno di assistenza, ha probabilità maggiori di riconoscimenti più consistenti. È utile ricordare le soglie orientative del sistema: intorno a un terzo di invalidità si entra nel perimetro dell’invalidità civile; oltre il 46% si accede al collocamento mirato; dal 74% si apre la possibilità di prestazioni economiche legate alla condizione di invalido civile; al 100% si configura invalidità totale, con tutele specifiche. Queste soglie non sono legate a una singola patologia, ma al peso complessivo della menomazione, che per l’osteoporosi dipende in primis dalla presenza, dal numero e dagli esiti delle fratture da fragilità.

Ulteriori fattori concorrenti possono rafforzare il soddisfacimento dei requisiti: l’età avanzata con comorbilità che amplificano il rischio di caduta, l’osteoporosi secondaria (per esempio da terapia cronica con glucocorticoidi, ipogonadismo, malassorbimento) che rende più probabili fratture ricorrenti, la necessità di assistenza per igiene personale o spostamenti domestici, e l’inefficacia o intolleranza a precedenti linee terapeutiche. Sebbene indici di rischio come il calcolo del rischio a 10 anni di frattura possano essere utili in clinica, ai fini medico-legali prevale la menomazione attuale e documentata. Se la domanda riguarda anche prestazioni lavorative o previdenziali, il profilo professionale e le mansioni abituali diventano rilevanti per giudicare la compatibilità con le limitazioni indotte dall’osteoporosi. Infine, il riconoscimento di handicap (Legge 104) può essere richiesto parallelamente quando la condizione comporta difficoltà persistenti nello svolgimento dei compiti e delle funzioni proprie dell’età: in presenza di limitazioni marcate e continuative, si può configurare la “situazione di gravità”, con specifiche agevolazioni.

Percentuali di Invalidità Assegnate

Le percentuali di invalidità vengono attribuite sulla base della menomazione funzionale complessiva e degli esiti fratturativi. In linea generale, la sola osteoporosi documentata alla DXA, in assenza di fratture e con autonomo svolgimento delle attività della vita quotidiana, comporta menomazioni contenute; al crescere del numero e della sede delle fratture e delle limitazioni concrete nel quotidiano, la percentuale tende ad aumentare. Le soglie ricordate in precedenza aiutano a orientarsi sulla portata del riconoscimento, ma l’attribuzione resta sempre individuale.

Quadri con osteoporosi senza fratture da fragilità, dolore modesto e autonomia sostanzialmente conservata (nessuna necessità di ausili, buona resistenza al cammino, attività domestiche e personali eseguibili) rientrano di frequente in ambiti di riduzione lieve della capacità lavorativa/autonomia; l’impatto può risultare insufficiente a raggiungere le soglie per prestazioni economiche, salvo specificità del profilo clinico e del contesto personale.

La presenza di una o più fratture da fragilità modifica sensibilmente la stima. Fratture vertebrali con crolli somatici e cifosi dolorosa, esiti di frattura del femore prossimale (anche se trattata con protesi) o fratture di omero/polso con residua limitazione articolare possono comportare una riduzione medio‑elevata, soprattutto se coesistono dolore persistente, ridotta tolleranza allo sforzo, necessità di bastone o deambulatore, difficoltà nel sollevare pesi, nel vestirsi o nel mantenere a lungo la stazione eretta. La molteplicità delle fratture, la loro recente insorgenza e la refrattarietà alle terapie costituiscono ulteriori elementi aggravanti.

Nelle situazioni di compromissione marcata dell’autonomia personale, con cadute ricorrenti, importante instabilità posturale, bisogno di assistenza per gli atti fondamentali della vita quotidiana e limitazioni pervasive anche in ambienti adattati, possono essere riconosciute percentuali molto elevate fino all’invalidità totale. Oltre alla percentuale, la commissione può valutare il diritto all’indennità di accompagnamento quando sussistano i requisiti. L’esito può prevedere una revisione temporale: nuovi eventi fratturativi o un miglioramento clinico-funzionale possono giustificare, rispettivamente, aggravamento o riduzione del punteggio. La valutazione considera anche il cumulo con altre patologie e le mansioni abituali quando rilevanti per la compatibilità lavorativa.

Procedure di Valutazione

Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile a causa dell’osteoporosi, è necessario seguire una procedura ben definita. Il primo passo consiste nel rivolgersi al proprio medico curante per ottenere un certificato medico introduttivo. Questo documento, compilato online dal medico e trasmesso telematicamente all’INPS, attesta la presenza della patologia e il grado di invalidità presunto. Il certificato ha una validità di 90 giorni, entro i quali deve essere presentata la domanda di invalidità.

Successivamente, il richiedente deve inoltrare la domanda all’INPS attraverso il servizio online dedicato, utilizzando il proprio codice PIN personale. In alternativa, è possibile avvalersi dell’assistenza di un patronato o di un’associazione di categoria dei disabili per la presentazione della domanda. È importante allegare tutta la documentazione medica pertinente, come referti specialistici e risultati di esami diagnostici, che comprovino la gravità dell’osteoporosi e le sue implicazioni funzionali.

Dopo la presentazione della domanda, l’INPS trasmette la richiesta alla ASL competente, che convocherà il richiedente per una visita medica di accertamento. Durante questa visita, una commissione medica valuterà l’effettivo grado di invalidità e determinerà l’eventuale percentuale riconosciuta. È fondamentale presentarsi alla visita con tutta la documentazione originale e aggiornata, per facilitare una valutazione accurata da parte della commissione.

Documentazione Necessaria

La corretta preparazione della documentazione è essenziale per il buon esito della richiesta di invalidità. Oltre al certificato medico introduttivo rilasciato dal medico curante, è necessario raccogliere e presentare i seguenti documenti:

  • Referti medici specialistici che attestino la diagnosi di osteoporosi e le eventuali complicanze associate.
  • Risultati di esami diagnostici, come la densitometria ossea (MOC), che evidenzino la riduzione della densità minerale ossea.
  • Documentazione relativa a eventuali fratture da fragilità o altre complicanze derivanti dall’osteoporosi.
  • Certificati di ricovero ospedaliero o di interventi chirurgici correlati alla patologia.
  • Eventuali relazioni di fisioterapisti o altri professionisti sanitari che descrivano le limitazioni funzionali causate dalla malattia.

È consigliabile organizzare la documentazione in modo chiaro e cronologico, facilitando così il lavoro della commissione medica durante la valutazione. Inoltre, è opportuno conservare copie di tutti i documenti presentati per eventuali future necessità.

Consigli per i Pazienti con Osteoporosi

Affrontare l’osteoporosi richiede un approccio multidisciplinare che includa trattamenti medici, modifiche dello stile di vita e supporto psicologico. Ecco alcuni consigli utili per i pazienti:

1. Seguire scrupolosamente le terapie prescritte: È fondamentale attenersi alle indicazioni del medico riguardo ai farmaci e alle terapie consigliate per rallentare la progressione della malattia e ridurre il rischio di fratture.

2. Adottare una dieta equilibrata: Assicurarsi un adeguato apporto di calcio e vitamina D attraverso l’alimentazione o, se necessario, mediante integratori, per mantenere la salute delle ossa.

3. Praticare attività fisica regolare: Esercizi di resistenza e di equilibrio possono migliorare la densità ossea e ridurre il rischio di cadute. È consigliabile consultare un fisioterapista per un programma personalizzato.

4. Modificare l’ambiente domestico: Eliminare ostacoli e pericoli in casa, come tappeti scivolosi o mobili sporgenti, per prevenire cadute accidentali.

5. Informarsi sui propri diritti: Conoscere le procedure per il riconoscimento dell’invalidità civile e le agevolazioni disponibili può facilitare l’accesso a supporti economici e assistenziali.

In conclusione, l’osteoporosi può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Tuttavia, attraverso una gestione attenta e informata, è possibile mitigare le sue conseguenze e mantenere un buon livello di autonomia e benessere.

Per approfondire

Ministero della Salute: Informazioni ufficiali sulle malattie croniche e le procedure per il riconoscimento dell’invalidità civile.

INPS: Dettagli sulle procedure per la richiesta di invalidità civile e le prestazioni assistenziali disponibili.

Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM): Linee guida sulla diagnosi e il trattamento dell’osteoporosi.

Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS): Risorse scientifiche e aggiornamenti sulla gestione dell’osteoporosi.

Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Informazioni sui farmaci approvati per il trattamento dell’osteoporosi e relative indicazioni terapeutiche.