Puregon 75 UI: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Puregon 75 UI

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Puregon 75 UI: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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PUREGON 75 UI POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una flaconcino contiene 75 UI di ormone follicolo-stimolante ricombinante (FSH) corrispondente a 7,5 mcg di proteina (bioattività specifica in vivo corrispondente a circa 10.000 UI FSH / mg di proteina). La polvere per soluzione iniettabile contiene il principio attivo beta follitropina, prodotto attraverso ingegneria genetica da una linea cellulare ovarica di criceto cinese (chinese hamster ovary – CHO).

Dopo ricostituzione, la soluzione contiene 75 UI di beta follitropina per ml.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Polvere e solvente per soluzione iniettabile (polvere e solvente per preparazione iniettabile).

Massa o polvere bianca o quasi bianca. Il solvente è una soluzione limpida e incolore.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Nella donna:

Puregon è indicato nel trattamento dell’infertilità femminile nelle seguenti condizioni cliniche:

Anovulazione (inclusa la sindrome policistica dell’ovaio, PCOS) in donne che non hanno risposto al trattamento con clomifene citrato.

Iperstimolazione controllata delle ovaie, per indurre lo sviluppo di follicoli multipli, nei protocolli di riproduzione assistita [per es. fertilizzazione in vitro/trasferimento dell’embrione (IVF/ET), trasferimento intratubarico del gamete (GIFT) e iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI)].

Nell’uomo:

Insufficiente spermatogenesi da ipogonadismo ipogonadotropo.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Il trattamento con Puregon deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento dei problemi della fertilità.

La prima iniezione con Puregon deve essere effettuata sotto diretto controllo medico.

Posologia

Dosaggio nella donna

Esistono nello stesso soggetto e tra soggetti diversi notevoli variazioni nella risposta delle ovaie alle gonadotropine esogene. Questo rende impossibile definire uno schema di dosaggio unico. Le dosi pertanto devono essere aggiustate individualmente secondo la risposta ovarica. Questo richiede l’esame ecografico ed il monitoraggio dei livelli di estradiolo.

Sulla base dei risultati di studi clinici comparativi, si raccomanda di somministrare un dosaggio totale di Puregon più basso per un periodo di trattamento più corto rispetto a quello generalmente impiegato per l’FSH urinario, non solo per ottimizzare lo sviluppo follicolare, ma anche per ridurre al minimo il rischio di iperstimolazione ovarica indesiderata (vedere paragrafo 5.1).

L’esperienza clinica con Puregon si basa su un periodo sino a tre cicli terapeutici per entrambe le indicazioni. L’insieme delle esperienze con la IVF indica che, di norma, il grado di successo del trattamento rimane invariato durante i primi quattro tentativi, per poi diminuire progressivamente.

Anovulazione

In generale, è consigliato uno schema sequenziale di trattamento che inizia con la somministrazione giornaliera di 50 UI di Puregon almeno per 7 giorni. Se non vi è alcuna risposta ovarica, la dose giornaliera è gradualmente aumentata fino a che la crescita del follicolo e/o i livelli plasmatici di estradiolo indicano un’adeguata risposta farmacodinamica. Un incremento giornaliero dei livelli di estradiolo del 40-100% è considerato ottimale.

La dose giornaliera è somministrata fino a quando non si raggiungono condizioni pre-ovulatorie, cioè fin quando non vi è evidenza ecografica di un follicolo dominante di almeno 18 mm di diametro e/o quando i livelli plasmatici di estradiolo non sono saliti a 300-900 picogrammi/ml (1000-3000 pmol/l). Di solito, per ottenere questa condizione sono sufficienti 7-14 giorni di trattamento. La somministrazione di Puregon è allora interrotta e l’ovulazione può essere indotta con la somministrazione di gonadotropina corionica umana (hCG).

Se il numero di follicoli maturati è troppo elevato o se i livelli di estradiolo aumentano troppo rapidamente, cioè più del doppio ogni giorno, per 2 o 3 giorni consecutivi di estradiolo, la dose giornaliera deve essere ridotta.

Dal momento che follicoli con diametro superiore a 14 mm possono esitare in gravidanza, più follicoli pre-ovulatori di diametro superiore a 14 mm comportano il rischio di gravidanze multiple. In questo caso la hCG non deve essere somministrata ed il concepimento deve essere evitato, allo scopo di prevenire gravidanze multiple.

Iperstimolazione ovarica controllata nei programmi di riproduzione assistita.

Esistono numerosi protocolli di stimolazione. Viene raccomandata una dose iniziale di 100-225 UI, almeno per i primi 4 giorni. Successivamente la dose può essere adattata individualmente, in base alla risposta ovarica. In studi clinici, si è visto che sono sufficienti dosi di mantenimento che vanno da 75 a 375 UI per 6-12 giorni, anche se può essere necessario un trattamento più lungo.

Puregon può essere somministrato da solo oppure, per prevenire una luteinizzazione precoce, in associazione con un agonista o antagonista del GnRH. Quando si usa un agonista del GnRH, potrebbe essere necessaria una dose totale maggiore di Puregon per ottenere un’adeguata risposta follicolare.

La risposta ovarica è controllata mediante ecografia e determinazione dei livelli plasmatici di estradiolo. Quando la valutazione ecografica indica la presenza di almeno 3 follicoli di 16-20 mm di diametro e vi è prova di una buona risposta dell’estradiolo (livelli plasmatici di circa 300-400 picogrammi/ml (1000-1300 pmol/l) per ciascun follicolo con un diametro superiore a 18 mm), la fase finale di maturazione dei follicoli è indotta somministrando hCG. Il prelievo degli ovociti è eseguito 34-35 ore più tardi.

Dosaggio nell’uomo

Puregon deve essere somministrato alla dose di 450 UI/settimana, preferibilmente suddivise in 3 dosi da 150 UI, in concomitanza con la somministrazione di hCG. Il trattamento con Puregon e hCG deve essere continuato almeno per 3 – 4 mesi prima che si possa osservare un miglioramento nella spermatogenesi. Per valutare la risposta, si raccomanda l’analisi del liquido seminale da 4 a 6 mesi dopo l’inizio del trattamento. Se il paziente non risponde entro questo periodo di tempo, la terapia combinata può essere continuata; l’attuale esperienza clinica indica che per ottenere la spermatogenesi può essere necessario un trattamento fino a 18 mesi o oltre.

Non ci sono indicazioni relative all’uso di Puregon nei bambini.

Modo di somministrazione

Puregon deve essere ricostituito con il solvente fornito. La soluzione ricostituita deve essere somministrata immediatamente. Allo scopo di evitare la somministrazione di grandi quantità di soluzioni, si possono disciogliere da 3 a 4 masse liofilizzate di Puregon in 1 ml di solvente. Qualora siano necessarie solo 1 o 2 masse liofilizzate, il volume può essere ridotto a 0,5 ml. Dopo la ricostituzione di ciascuna massa liofilizzata, si deve controllare visivamente che tutto il materiale liofilizzato si sia disciolto completamente. Se la soluzione ricostituita contiene particelle o non è limpida, essa non deve essere impiegata.

Per evitare che l’iniezione risulti dolorosa e per ridurre al minimo il rischio di fuoriuscita del liquido dal sito dell’iniezione, Puregon deve essere somministrato lentamente per via intramuscolare o sottocutanea. L’iniezione per via sottocutanea deve essere eseguita in siti alterni, per prevenire la lipoatrofia. Ogni residuo della soluzione deve essere eliminato.

L’iniezione sottocutanea di Puregon può essere praticata dal paziente stesso o da altra persona, dopo adeguata istruzione da parte del medico. L’autosomministrazione di Puregon può essere effettuata solo da pazienti ben motivati, adeguatamente addestrati e con possibilità di ottenere consulenza da un esperto.

04.3 Controindicazioni

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Per l’uomo e per la donna

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Tumori dell’ovaio, della mammella, dell’utero, del testicolo, dell’ipofisi o dell’ipotalamo.

Insufficienza primaria delle gonadi.

Inoltre, per la donna

Sanguinamento vaginale del quale non sia stata posta diagnosi.

Cisti ovariche od ingrossamento ovarico non dovuti a sindrome policistica ovarica (PCOS).

Malformazioni degli organi riproduttivi incompatibili con la gravidanza.

Tumori fibroidi dell’utero incompatibili con la gravidanza.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Puregon può contenere tracce di streptomicina e/o neomicina. Questi antibiotici possono causare reazioni di ipersensibilità in persone sensibili.

Deve essere esclusa la presenza di endocrinopatie extragonadiche non sotto controllo (ad es. disfunzioni della tiroide, del surrene o dell’ipofisi).

Nella donna

In gravidanze ottenute dopo induzione dell’ovulazione con preparati gonadotropinici vi è un aumentato rischio di gestazioni multiple. Appropriati aggiustamenti della dose di FSH dovrebbero prevenire lo sviluppo di follicoli multipli. Gravidanze multiple, specialmente quelle con un numero elevato di feti, conducono ad un aumentato rischio di esiti avversi, materni e perinatali. I pazienti devono essere avvisati dei potenziali rischi di nascite multiple prima di iniziare il trattamento.

Dal momento che le donne non fertili sottoposte a fecondazione assistita, in particolare ad IVF, presentano spesso anomalie delle tube, l’incidenza di gravidanze extrauterine può risultare maggiore. È pertanto importante confermare precocemente, mediante ecografia, che si tratta di gravidanza intrauterina.

La percentuale di interruzioni di gravidanza nelle donne sottoposte a riproduzione assistita è più elevata rispetto a quella nella popolazione normale.

L’incidenza di malformazioni congenite a seguito di tecniche di riproduzione assistita può essere leggermente più elevata rispetto a quella osservata dopo concepimento spontaneo. Ciò può essere dovuto a differenze nelle caratteristiche dei genitori (p. es. età della madre, caratteristiche dello sperma) ed a gestazioni multiple.

Iperstimolazione ovarica non desiderata: nel trattamento delle donne, la valutazione ecografica dello sviluppo follicolare e la determinazione dei livelli di estradiolo devono essere eseguite prima del trattamento e ad intervalli regolari, durante la terapia. Indipendentemente dallo sviluppo di un elevato numero di follicoli, i livelli di estradiolo possono aumentare in modo estremamente rapido, per esempio più del doppio ogni giorno per 2 o 3 giorni consecutivi ed eventualmente raggiungere valori eccessivamente elevati. La diagnosi di iperstimolazione ovarica può essere confermata mediante ecografia.

Se si verifica una iperstimolazione ovarica indesiderata (cioè non come facente parte di un programma di riproduzione assistita), la somministrazione di Puregon deve essere interrotta. In questo caso il concepimento deve essere evitato e l’hCG non deve essere somministrata poiché essa può indurre, in aggiunta all’ovulazione multipla, la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS).

I sintomi e segni clinici di una lieve sindrome da iperstimolazione ovarica sono dolore addominale, nausea, diarrea ed un lieve o modico aumento di volume delle ovaie, con presenza di formazioni cistiche. In associazione con la sindrome da iperstimolazione ovarica sono state riportate anomalie transitorie dei test di funzionalità epatica, indicative di disfunzione epatica, che possono essere accompagnate da modificazioni morfologiche della biopsia epatica. In rari casi, una sindrome da iperstimolazione ovarica grave può mettere in pericolo la vita della paziente. In questi casi è caratteristica la presenza di grosse cisti ovariche (tendenti alla rottura), ascite, spesso idrotorace ed aumento del peso corporeo. In rari casi tromboembolia venosa o arteriosa può verificarsi in associazione con OHSS.

E’ stata segnalata torsione ovarica dopo trattamento con beta follitropina e dopo il trattamento con altre gonadotropine. Ciò può essere associato ad altri fattori di rischio come OHSS, gravidanza, precedenti interventi chirurgici addominali, storia di torsione ovarica, pregressa o presente cisti ovarica ed ovaie policistiche. Il danno ovarico causato da un ridotto apporto sanguigno può essere limitato da una precoce diagnosi e da una immediata detorsione.

Vi sono state segnalazioni di neoplasie ovariche e di altre neoplasie dell’apparato riproduttivo, sia benigne che maligne, in donne che sono state sottoposte a terapie farmacologiche multiple per il trattamento dell’infertilità. Non è stato ancora stabilito se il trattamento con gonadotropine aumenti o no il rischio di base di questi tumori nelle donne infertili.

Le donne che presentano fattori di rischio generalmente riconosciuti per trombosi, quali anamnesi personale o familiare, grave obesità (Indice di Massa Corporea > 30 Kg/m²) oppure trombofilia nota, possono avere un aumentato rischio di eventi tromboembolici venosi o arteriosi durante o successivi al trattamento con gonadotropine. In queste donne i benefici di un trattamento per l’IVF devono essere soppesati nei confronti dei rischi. Si deve comunque ricordare che la stessa gravidanza può determinare un aumentato rischio di trombosi.

Nell’uomo

Negli uomini, elevati livelli di FSH endogeno sono indicativi di insufficienza testicolare primaria. Tali pazienti non rispondono alla terapia con Puregon/hCG.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’uso concomitante di Puregon e clomifene citrato può far aumentare la risposta follicolare.

Dopo la soppressione ipofisaria provocata con un agonista del GnRH, per ottenere un’adeguata risposta follicolare può essere necessaria una dose più alta di Puregon.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Fertilità

Puregon è usato nel trattamento delle donne sottoposte a induzione ovarica o iperstimolazione ovarica controllata nei programmi di riproduzione assistita. Nell’uomo Puregon è usato per il trattamento della insufficiente spermatogenesi da ipogonadismo ipogonadotropo. Per posologia e modo di somministrazione, vedere paragrafo 4.2.

Gravidanza

Non ci sono indicazioni per l’utilizzo di Puregon durante la gravidanza. Nell’uso clinico non è stato riportato alcun rischio teratogeno a seguito di iperstimolazione ovarica controllata con gonadotropine. Nei casi di esposizione durante la gravidanza, i dati clinici non sono sufficienti ad escludere un effetto teratogeno dell’FSH ricombinante. Tuttavia, ad oggi, non è stato riportato alcun effetto malformativo particolare. Nessun effetto teratogeno è stato osservato negli studi sull’animale.

Allattamento

Non ci sono informazioni disponibili dagli studi clinici e dagli studi sugli animali sulla escrezione di beta follitropina nel latte materno. E’ improbabile che la beta follitropina venga escreta nel latte umano a causa del suo alto peso molecolare. Se la beta follitropina fosse escreta nel latte umano, sarebbe degradata nel tratto intestinale del lattante. La beta follitropina può influenzare la produzione lattea.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Puregon non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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L’uso clinico di Puregon per via intramuscolare o sottocutanea può provocare reazioni locali al sito di iniezione (3% di tutti i pazienti trattati). La maggior parte di queste reazioni locali è di natura moderata e transitoria. Reazioni generalizzate di ipersensibilità sono state osservate più raramente (0,2% circa di tutti i pazienti trattati con Puregon).

Trattamento della donna:

Nel 4% circa delle donne trattate con Puregon in studi clinici sono stati riportati segni e sintomi relativi alla sindrome da ipestimolazione ovarica (vedere paragrafo 4.4). Effetti indesiderati correlati a questa sindrome comprendono dolore e/o congestione pelvica, dolore e/o distensione addominale, disturbi al seno e ingrossamento delle ovaie.

La tabella sottostante elenca le reazioni avverse di Puregon riportate negli studi clinici in donne, secondo la Classificazione per sistemi e organi e la frequenza; comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100).

SOC Frequenza Reazione avversa
Patologie del sistema nervoso Comune Cefalea
Patologie gastrointestinali Comune Distensione addominale
Dolore addominale
Non comune Fastidio addominale
Costipazione
Diarrea
Nausea
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune OHSS
Dolore pelvico
Non comune Disturbi al seno¹
Metrorragia
Cisti ovarica
Ingrossamento ovarico
Torsione ovarica
Ingrossamento uterino
Emorragia vaginale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Reazioni del sito d’iniezione²
Non comune Reazioni di ipersensibilità generalizzata³

¹ Disturbi al seno includono dolorabilità, dolore e/o congestione e dolore del capezzolo

² Reazioni locali al sito di iniezione includono: bruciore, dolore, rossore, gonfiore e prurito

³ Reazioni di ipersensibilità generalizzata includono: eritema, orticaria, rash e prurito.

Inoltre sono stati segnalati gravidanza ectopica, aborto e gravidanze multiple. Questi sono considerati correlati alla procedura ART o a successiva gravidanza.

In casi rari, tromboembolia è stata associata con la terapia Puregon/hCG. Ciò è stato anche riportato durante il trattamento con altre gonadotropine.

Trattamento dell’uomo:

La tabella sottostante elenca le reazioni avverse di Puregon riportate negli studi clinici in uomini (30 pazienti trattati), secondo la Classificazione per sistemi e organi e la frequenza; comune (≥ 1/100, < 1/10).

SOC Frequenza¹ Reazione avversa
Patologie del sistema nervoso Comune Cefalea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Acne
Rash
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune Cisti epididimale
Ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Reazione del sito di iniezione²

¹ Reazioni avverse che sono riportate una volta sola sono elencate come comuni perchè una singola segnalazione alza la frequenza sopra l’1%.

² Le reazioni locali al sito di iniezione comprendono indurimento e dolore.

04.9 Sovradosaggio

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Non sono disponibili dati sulla tossicità acuta di Puregon nella specie umana; tuttavia, in studi condotti negli animali è stato dimostrato che la tossicità acuta di Puregon e dei preparati a base di gonadotropine urinarie è molto bassa. Un dosaggio eccessivamente elevato di FSH può portare all’iperstimolazione delle ovaie (vedere paragrafo 4.4).

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: ormoni sessuali e modulatori del sistema genitale, gonadotropine, codice ATC: G03G A06.

Puregon contiene FSH ricombinante. Esso è prodotto da una linea di cellule ovariche di criceto cinese modificate con subunità geniche di FSH umano, con tecnica del DNA ricombinante. La sequenza amino-acidica primaria è identica a quella dell’FSH naturale umano. È noto che vi sono piccole differenze nella catena glucidica.

L’FSH è indispensabile per la normale crescita e maturazione dei follicoli e per la steroidogenesi gonadica. Nella donna, la quantità di FSH è critica per l’inizio e la durata dello sviluppo follicolare e conseguentemente per il numero e la coordinazione temporale dei follicoli che raggiungeranno la maturità.Puregon può dunque essere usato per stimolare lo sviluppo follicolare e per favorire la produzione steroidea, in casi selezionati di alterata funzione gonadica.

Inoltre Puregon può essere usato per provocare lo sviluppo di più follicoli in programmi di riproduzione assistita, per esempio fertilizzazione in vitro/trasferimento dell’embrione (IVF/ET), trasferimento intratubarico del gamete (GIFT) e iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI).

Il trattamento con Puregon è generalmente seguito da somministrazione di hCG per indurre la fase conclusiva della maturazione follicolare, la ripresa della meiosi e la rottura del follicolo.

In studi clinici di comparazione tra FSH ricombinante (beta follitropina) e FSH urinario per la stimolazione controllata delle ovaie in donne partecipanti a protocolli di riproduzione assistita (ART) e per l’induzione dell’ovulazione (vedere tabelle 1 e 2 sottostanti), Puregon è stato più efficace rispetto al FSH urinario in termini di minore dose totale e più breve periodo di trattamento necessari a provocare la maturazione follicolare.

Per la stimolazione ovarica controllata, Puregon ha determinato un più alto numero di ovociti recuperati ad una più bassa dose totale e con un più breve periodo di trattamento quando confrontato al FSH urinario.

Tabella 1: Risultati dello studio 37608 (studio randomizzato, comparativo, di confronto tra la sicurezza e l’efficacia di Puregon rispetto al FSH urinario nella stimolazione ovarica controllata).

Puregon (n = 546) FSH urinario (n = 361)
Numero medio di ovociti recuperati 10,84* 8,95
Dose totale media (numero di fiale da 75 UI) 28,5* 31,8
Durata media di stimolazione FSH (giorni) 10,7* 11,3

* Le differenze tra i 2 gruppi sono state statisticamente significative (p < 0,05).

Per l’induzione dell’ovulazione, Puregon ha determinato una più bassa dose media totale e una più breve durata media di trattamento rispetto al FSH urinario.

Tabella 2: Risultati dello studio 37609 (studio randomizzato, comparativo, di confronto tra la sicurezza e l’efficacia di Puregon rispetto al FSH urinario nell’induzione dell’ovulazione).

Puregon (n = 105) FSH urinario (n = 66)
Numero medio dei follicoli ≥ 12 mm 3,6* 2,6
≥ 15 mm 2,0 1,7
≥ 18 mm 1,1 0,9
Dose totale media (IU)a 750* 1035
Durata media di trattamento (giorni)a 10,0* 13,0

* Le differenze tra i 2 gruppi sono state statisticamente significative (p < 0,05).

aLimitato alle donne con ovulazione indotta (Puregon, n = 76; FSH urinario, n = 42).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Dopo somministrazione intramuscolare o sottocutanea di Puregon, le concentrazioni massime di FSH sono raggiunte entro circa 12 ore. Dopo somministrazione intramuscolare di Puregon, le concentrazioni massime di FSH sono più elevate, e vengono raggiunte prima, negli uomini rispetto alle donne. A causa del prolungato rilascio dal sito di iniezione e dell’emivita di eliminazione di circa 40 ore (12-70 ore), i livelli di FSH rimangono elevati per 24-48 ore. Dato il valore relativamente elevato dell’emivita di eliminazione, dopo somministrazioni ripetute dello stesso dosaggio le concentrazioni plasmatiche di FSH sono approssimativamente 1,5-2,5 volte più alte rispetto a quelle che si hanno dopo somministrazione unica. Questo aumento contribuisce al raggiungimento di livelli terapeutici di FSH.

Non ci sono significative differenze farmacocinetiche tra somministrazione intramuscolare e somministrazione sottocutanea di Puregon. Entrambe presentano una biodisponibilità assoluta di circa il 77%. Essendo l’FSH ricombinante molto simile dal punto di vista biochimico all’FSH umano, esso è distribuito, metabolizzato ed escreto allo stesso modo.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La somministrazione unica di Puregon nel ratto non ha indotto effetti tossici significativi. Negli studi sulla somministrazione ripetuta nel ratto (2 settimane) e nel cane (13 settimane) di dosi fino a 100 volte la dose massima nella specie umana, Puregon non ha provocato effetti tossici significativi.

Puregon non ha mostrato potere mutageno sia nel test di Ames sia nel test di aberrazione cromosomica con linfociti umani in vitro.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Puregon polvere per soluzione iniettabile contiene:

saccarosio

citrato di sodio

polisorbato 20.

Per aggiustare il pH può essere aggiunto idrossido di sodio e/o acido cloridrico.

La fiala di solvente contiene cloruro di sodio (4,5 mg) in acqua per preparazioni iniettabili (1,0 ml).

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di incompatibilità, il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

Il contenuto di un flaconcino deve essere usato immediatamente dopo la ricostituzione.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

Non congelare.

Tenere il/i flaconcino/i e la/e fiala/e nell’imballaggio esterno.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Massa liofilizzata sterile in flaconcino da 1 ml (vetro tipo I) ed 1 ml di solvente (soluzione salina allo 0,45%) in fiala da 1 ml (vetro tipo I).

Confezioni da 1, 3, 5 o 10 flaconcini.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Puregon deve essere ricostituito con il solvente, mediante lieve agitazione. Evitare lo scuotimento vigoroso. Non usare la soluzione nel caso siano presenti in essa particelle o qualora essa non risulti limpida.

Qualora venga disciolta più di una massa liofilizzata, prima di trasferire la soluzione nel successivo flaconcino da ricostituire, si deve controllare visivamente che tutto il materiale liofilizzato si sia disciolto completamente.

Il contenuto di un flaconcino deve essere usato immediatamente dopo la ricostituzione.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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N.V. Organon, Kloosterstraat 6, Postbus 20, 5340 BH Oss, Paesi Bassi

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/96/008/005

029520057

EU/1/96/008/006

029520069

EU/1/96/008/007

029520071

EU/1/96/008/008

029520083

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 3 Maggio 1996

Data dell’ultimo rinnovo: 3 Maggio 2006

10.0 Data di revisione del testo

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11/2010

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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  • Puregon 100 ui/0,5 ml soluzione iniettabile – im Sc 5 fl 100 UI/0,5 ml
  • Puregon 300 ui/0,36 ml soluzione iniettabile – Sc 1 Cart 300 UI/0,36 ml
  • Puregon 50 ui/0,5 ml soluzione iniettabile – im Sc 5 fl 50 UI/0,5 ml
  • Puregon 600 ui/0,72 ml soluzione iniettabile – Sc 1 Cart 600 UI/0,72 ml
  • Puregon 900 ui/1,08 ml soluzione iniettabile – Sc 1 Cart 900 UI/1,08 ml