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Il prurito diffuso è una sensazione sgradevole che spinge a grattarsi e che interessa gran parte del corpo o più aree contemporaneamente. Può comparire all’improvviso e durare pochi giorni, oppure persistere per settimane o mesi, diventando un problema cronico che impatta il sonno, l’umore e la qualità di vita. A livello biologico, il prurito nasce dall’attivazione di terminazioni nervose specifiche nella pelle e dalla liberazione di mediatori come istamina, interleuchine (ad esempio IL‑31), sostanze biliari e oppioidi endogeni, che trasmettono un segnale lungo le fibre C fino al midollo e al cervello, dove la sensazione viene percepita e modulata.
È importante ricordare che il prurito è un sintomo, non una malattia in sé: le sue cause sono eterogenee e spaziano da condizioni cutanee comuni a patologie sistemiche, neurologiche, psicologiche, fino a effetti indesiderati di farmaci o irritanti ambientali. La valutazione corretta richiede un inquadramento ordinato dei possibili fattori, considerando l’aspetto della pelle (se ci sono lesioni primarie o se la cute appare normale), la durata, gli orari in cui il prurito è più intenso, eventuali sintomi associati e le circostanze scatenanti. In questa guida vengono descritte le cause più frequenti e quelle meno comuni ma clinicamente rilevanti, per facilitare un approccio ragionato all’identificazione del problema.
Cause del prurito diffuso
Le cause dermatologiche rappresentano il primo gruppo da considerare perché sono frequenti e spesso riconoscibili. La xerosi cutanea (pelle secca), tipica in inverno, nei climi asciutti e nelle persone anziane, aumenta la perdita d’acqua e altera la barriera epidermica, generando micro‑fessurazioni e infiammazione di basso grado che attivano le fibre del prurito. La dermatite atopica e altre forme eczematose corso-relapsing causano prurito intenso, spesso notturno, con chiazze eritemato‑desquamative e lichenificazione dovuta al grattamento cronico. Nella psoriasi il prurito è variabile ma può essere marcato nelle fasi attive; in questo caso placche eritemato‑argentee, soprattutto su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto, orientano la diagnosi. La dermatite da contatto irritativa o allergica può estendersi oltre la sede di esposizione e provocare prurito diffuso, in particolare quando l’allergene è un cosmetico, un detersivo o un tessuto a contatto con ampie superfici cutanee. Anche l’orticaria causa pomfi fugaci e molto pruriginosi che possono comparire su tutto il corpo, talora accompagnati da angioedema.
Tra le cause dermatologiche vanno incluse le infestazioni e le infezioni cutanee. La scabbia, dovuta all’acaro Sarcoptes scabiei, si presenta con prurito intenso, tipicamente notturno, che coinvolge più aree (polsi, spazi interdigitali, ascelle, areole mammarie, regione genitale), talvolta in più membri dello stesso nucleo familiare. La pediculosi del capo o del corpo può indurre prurito generalizzato per sensibilizzazione alla saliva dei parassiti. Alcune micosi estese o impetigini possono scatenare un prurito ampio, soprattutto nei soggetti con barriera cutanea compromessa. In tutte queste condizioni, il grattamento ripetuto genera escoriazioni e lesioni da grattamento (excoriationes), sovrapposte a lesioni primarie, che a loro volta possono infezionarsi (impetiginizzazione), alimentando un circolo vizioso del prurito.
Le cause sistemiche meritano particolare attenzione quando il prurito è “sine materia”, cioè in assenza di lesioni cutanee primarie evidenti. Nel contesto epatobiliare, la colestasi (ostacolo al flusso della bile) è classicamente associata a prurito diffuso, spesso più intenso su palmi e piante e nelle ore serali; può accompagnarsi a ittero, urine scure e feci ipocoliche. L’insufficienza renale cronica, soprattutto in stadio avanzato, è un’altra causa riconosciuta di prurito uremico, di solito cronico e fluttuante. Endocrinopatie come ipertiroidismo e ipotiroidismo possono favorire il prurito tramite effetti sul turnover cutaneo e sulla sudorazione; il diabete mellito, oltre alla xerosi, predispone a infezioni cutanee pruriginose e a forme neuropatiche. Tra le carenze nutrizionali, il deficit di ferro (con ferritina bassa) è un possibile fattore. La policitemia vera è tipicamente associata al prurito acquagenico, cioè scatenato o accentuato dal contatto con l’acqua (doccia o bagno), spesso senza segni cutanei visibili. In ambito oncologico, il prurito generalizzato può precedere o accompagnare alcune neoplasie ematologiche (ad esempio linfomi) o, meno spesso, solide, e tende a essere persistente e resistente ai trattamenti sintomatici.

Il prurito può avere anche un’eziologia neurologica o psicosomatica. Nelle neuropatie periferiche, nelle radicolopatie cervicali o lombari, nell’esiti di herpes zoster (prurito post‑erpetico) e in alcune malattie del sistema nervoso centrale, l’alterata trasmissione degli stimoli sensoriali genera prurito neuropatico, che può essere localizzato o, più raramente, diffuso, spesso descritto come bruciore o pizzicore profondo e scarsamente responsivo agli antistaminici. Disturbi dell’umore e d’ansia, stress cronico e alcuni disturbi del controllo degli impulsi possono contribuire a prurito psicogeno e a comportamenti di grattamento compulsivo, con lesioni da escoriazione e peggioramento del quadro cutaneo. Le variazioni ormonali della gravidanza, oltre a peggiorare una dermatite atopica pre‑esistente, possono essere associate a quadri specifici come il prurigo gravidico o, più rilevante sul piano internistico, la colestasi intraepatica gravidica, che comporta prurito marcato prevalentemente palmoplantare e richiede valutazione clinica. Nelle persone anziane, una combinazione di xerosi, politerapia farmacologica, comorbidità e cambiamenti neurocutanei legati all’età (“prurito senile”) è spesso alla base del disturbo.
Numerosi farmaci possono scatenare o aggravare il prurito per meccanismi diversi: reazioni di ipersensibilità, liberazione non immunologica di istamina, colestasi indotta, secchezza cutanea o neuropatia. Esempi comuni includono oppioidi (morfina, codeina, ossicodone), che facilitano il rilascio di istamina e accentuano la percezione del prurito, alcuni antibiotici e anti‑infiammatori in corso di reazioni cutanee esantematiche, diuretici tiazidici e allopurinolo in caso di rash, niacina (vitamina B3) a dosi terapeutiche per vasodilatazione e prurito, terapie ormonali e taluni chemioterapici o immunoterapici. Anche i mezzi di contrasto per indagini radiologiche possono essere associati a prurito transitorio o a reazioni più strutturate. Al di fuori dei farmaci, fattori ambientali quotidiani sono spesso sottovalutati: aria secca e riscaldamento invernale, detergenti aggressivi, uso frequente di acqua molto calda, solventi e sostanze irritanti professionali, fibre ruvide (come la lana) e sudorazione intrappolata da indumenti occlusivi possono promuovere xerosi, irritazione e prurito esteso anche in assenza di patologie maggiori.
Oltre a elencare le cause, è utile riconoscere pattern clinici che orientano il sospetto diagnostico. Il prurito acquagenico che insorge dopo il contatto con l’acqua suggerisce, tra le altre, la policitemia vera, ma può comparire anche in dermatiti o xerosi importanti. Il prurito prevalentemente notturno, molto intenso e condiviso da più conviventi orienta alla scabbia. Il prurito diffuso senza lesioni primarie visibili ma con segni sistemici (calo ponderale non intenzionale, febbricola, sudorazioni notturne, astenia marcata), oppure accompagnato da ittero, urine scure e feci chiare, richiede un approfondimento per cause ematologiche o epatobiliari. La presenza di escoriazioni lineari, croste e lichenificazione senza lesioni elementari iniziali può indicare un prurito “sine materia” cronico con componente psicogena o neuropatica. Infine, il prurito che dura oltre 6 settimane viene definito cronico e, indipendentemente dall’intensità, merita un inquadramento strutturato per identificare possibili fattori scatenanti o comorbidità sottostanti.
Sintomi associati al prurito
Il quadro sintomatologico del prurito diffuso è variegato. La sensazione può essere puntoria, urente o come “formicolio profondo” e mostra di frequente un andamento fluttuante durante la giornata; molti soggetti riferiscono accentuazione serale o notturna, dopo il bagno o la doccia, con il caldo, la sudorazione o in ambienti secchi. La distribuzione può essere ubiquitaria oppure interessare con maggiore intensità cuoio capelluto, tronco, superfici estensorie, pieghe, palmi e piante.
Alla sensazione pruriginosa si associano spesso segni cutanei secondari al grattamento: escoriazioni lineari, croste sierose, lichenificazione nelle aree cronicamente sollecitate e iperpigmentazione post‑infiammatoria. Non di rado si osservano xerosi evidente con fissurazioni, eritema o desquamazione. La presenza di pomfi fugaci, intensamente pruriginosi, orienta verso l’orticaria e può accompagnarsi ad angioedema; un dermografismo marcato può essere evocato dallo sfregamento.
In alcune condizioni compaiono sintomi sistemici che aiutano l’inquadramento: ittero, urine scure e feci ipocoliche nel contesto di colestasi; astenia, febbricola, sudorazioni notturne e calo ponderale nelle malattie ematologiche; crampi, secchezza cutanea diffusa e disturbi del sonno nell’insufficienza renale; intolleranza al caldo o al freddo, variazioni ponderali e tachicardia/bradicardia nelle disfunzioni tiroidee. Nelle infestazioni come la scabbia il prurito è tipicamente notturno e condiviso da più conviventi.
Le ripercussioni funzionali sono frequenti: difficoltà di addormentamento e risvegli notturni, irritabilità, calo di concentrazione e impatto sulle attività quotidiane. Il grattamento persistente può favorire sovrainfezioni batteriche delle lesioni, mentre nei quadri di lunga durata possono emergere noduli da prurigo e ipercheratosi reattiva. In alcuni pazienti sono presenti componenti ansiose o dell’umore che amplificano la percezione del prurito e il circolo vizioso grattamento‑prurito.
Diagnosi del prurito
La diagnosi del prurito diffuso richiede un approccio sistematico per identificare la causa sottostante. Il primo passo è un’anamnesi dettagliata, in cui il medico raccoglie informazioni sulla durata, localizzazione, intensità e fattori scatenanti del prurito. È fondamentale indagare su eventuali esposizioni a sostanze irritanti, assunzione di nuovi farmaci o presenza di altre condizioni mediche. msdmanuals.com
Dopo l’anamnesi, si procede con un esame obiettivo approfondito della pelle per individuare segni di eruzioni cutanee, infiammazioni o altre anomalie. In assenza di manifestazioni cutanee evidenti, il medico può sospettare cause sistemiche e richiedere esami del sangue per valutare la funzionalità epatica, renale e tiroidea, oltre a escludere eventuali infezioni o malattie ematologiche.
In alcuni casi, può essere necessaria una biopsia cutanea per analizzare campioni di pelle al microscopio e identificare patologie dermatologiche specifiche. Se si sospetta una reazione allergica, possono essere eseguiti test allergologici, come il prick test o il patch test, per determinare la sostanza responsabile. ide.it
Quando il prurito è associato a sintomi neurologici o psicologici, potrebbe essere indicata una valutazione neurologica o psicologica per escludere condizioni come la sclerosi multipla o disturbi psichiatrici.
In sintesi, la diagnosi del prurito diffuso è un processo complesso che richiede una valutazione multidisciplinare per identificare accuratamente la causa e pianificare un trattamento efficace.
Trattamenti per il prurito
Il trattamento del prurito diffuso varia in base alla causa identificata. Se il prurito è dovuto a condizioni dermatologiche come eczema o psoriasi, possono essere prescritti corticosteroidi topici o altri farmaci specifici per ridurre l’infiammazione e il prurito. humanitas.it
In presenza di prurito causato da malattie sistemiche, il trattamento si concentra sulla gestione della condizione sottostante. Ad esempio, nel caso di insufficienza renale, può essere necessario un trattamento dialitico, mentre per disturbi epatici si interviene con terapie specifiche per migliorare la funzionalità del fegato. saperesalute.it
Per il prurito associato a reazioni allergiche, l’uso di antistaminici può essere efficace nel ridurre i sintomi. Inoltre, è importante identificare ed evitare l’allergene responsabile per prevenire future reazioni. santagostino.it
Nei casi in cui il prurito ha una componente psicogena, possono essere utili interventi psicoterapeutici o l’uso di farmaci ansiolitici o antidepressivi, sempre sotto supervisione medica. my-personaltrainer.it
Infine, misure generali come mantenere la pelle idratata, evitare bagni o docce troppo calde e indossare abiti in tessuti naturali possono contribuire a ridurre il prurito e migliorare la qualità della vita del paziente.
In conclusione, il prurito diffuso è un sintomo che può derivare da una vasta gamma di cause, sia dermatologiche che sistemiche. Una diagnosi accurata è essenziale per determinare il trattamento più appropriato e migliorare il benessere del paziente.
Per approfondire
Manuale MSD – Prurito: Una risorsa completa sulle cause, diagnosi e trattamenti del prurito.
Humanitas – Prurito: Informazioni dettagliate sulle principali cause e opzioni terapeutiche per il prurito.
Santagostino Magazine – Prurito: esami da fare per scoprire le cause: Guida agli esami diagnostici utili per identificare le cause del prurito.
Istituto IDE – Prurito: Approfondimento sulla diagnosi e trattamento del prurito presso il centro IDE di Milano.
