Perché si dimagrisce con Ozempic?

Ozempic (semaglutide) e dimagrimento: meccanismo GLP‑1, effetti su appetito e composizione corporea, evidenze dei trial e real‑world, plateau e aderenza, considerazioni cliniche e sicurezza.

Negli ultimi anni Ozempic, il nome commerciale della semaglutide iniettabile una volta a settimana, è diventato noto non solo per il controllo del diabete di tipo 2, ma anche per l’effetto sulla perdita di peso. Molte persone riferiscono una significativa riduzione dell’appetito e un calo ponderale già nelle prime settimane, ma il dimagrimento non è un “effetto magico”: è la conseguenza di meccanismi fisiologici ben definiti che coinvolgono intestino, pancreas e cervello.

Comprendere perché si dimagrisce con Ozempic aiuta a usare il farmaco in modo appropriato e a impostare aspettative realistiche. La semaglutide appartiene alla classe degli agonisti del recettore del GLP‑1, un ormone intestinale che regola l’equilibrio energetico, la glicemia e la sensazione di fame. Il risultato finale è una riduzione spontanea dell’introito calorico, sostenuta da un maggiore senso di sazietà e da una minore gratificazione verso cibi ipercalorici. Di seguito esploriamo in che modo queste azioni si traducono in perdita di peso.

Meccanismo d’azione di Ozempic

Ozempic è un agonista del recettore del GLP‑1 (glucagon‑like peptide‑1), un’incretina prodotta dall’intestino dopo i pasti. Attivando i recettori del GLP‑1 nel pancreas, la semaglutide aumenta la secrezione di insulina in modo glucosio‑dipendente e riduce la secrezione di glucagone; ciò migliora il controllo glicemico senza provocare ipoglicemie significative quando usata in monoterapia. Ma i recettori GLP‑1 sono espressi anche nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale: proprio da queste sedi derivano gli effetti sull’appetito e sulla sazietà che, più della modulazione della glicemia, spiegano il dimagrimento osservato con Ozempic.

A livello centrale, l’attivazione dei recettori GLP‑1 in aree ipotalamiche chiave (come il nucleo arcuato) potenzia i neuroni anoressigeni POMC/CART e inibisce quelli oressigeni NPY/AgRP. La conseguenza è una riduzione della fame basale e una più rapida comparsa di sazietà durante i pasti. La semaglutide influenza anche i circuiti mesolimbici della ricompensa, attenuando la risposta ai segnali alimentari ad alta palatabilità: molte persone riferiscono meno “craving” per zuccheri e snack e una maggiore facilità a scegliere porzioni più piccole o alimenti meno calorici. Questo duplice effetto—sui centri omeostatici della fame e sui circuiti edonici—riduce in modo sostanziale l’assunzione calorica quotidiana.

Nel tratto gastrointestinale, la semaglutide rallenta lo svuotamento gastrico, soprattutto nelle prime settimane di trattamento. Uno stomaco che si svuota più lentamente invia al cervello segnali di pienezza più persistenti, prolungando la sazietà post‑prandiale e riducendo la dimensione dei pasti successivi. Questo effetto meccanico sul transito gastrico si somma all’azione centrale e contribuisce a spezzare il circolo “fame‑picco glicemico‑nuova fame” che porta spesso a spuntini ripetuti. Va notato che il rallentamento dello svuotamento tende a sviluppare una certa tolleranza col tempo, ma l’effetto centrale sulla regolazione dell’appetito in genere persiste e sostiene il calo calorico nel lungo periodo.

Ozempic e dimagrimento: come funziona?

Il risultato complessivo è un riequilibrio del bilancio energetico guidato soprattutto dalla riduzione dell’introito. Non emergono effetti clinicamente rilevanti di aumento del dispendio energetico a riposo; piuttosto, il miglior controllo glicemico e insulinico limita i picchi post‑prandiali e i segnali lipogenici, favorendo un ambiente metabolico più favorevole alla mobilizzazione dei grassi. In pratica, chi usa Ozempic tende a sentirsi sazio prima, a desiderare meno cibi altamente calorici e a sostenere nel tempo un deficit energetico moderato ma costante, condizione essenziale per la perdita di peso. L’adeguata titolazione della dose e l’accompagnamento con abitudini alimentari e motorie appropriate aiutano a massimizzare questi effetti e a ridurre gli eventi gastrointestinali, che sono frequenti ma non rappresentano il principale motivo del dimagrimento.

Effetti sul peso corporeo

Con Ozempic la riduzione del peso è in genere progressiva: nelle prime settimane prevale la diminuzione spontanea dell’introito calorico, mentre con il proseguire della terapia la curva di calo tende ad appiattirsi fino a un plateau. L’entità del dimagrimento varia tra individui e può essere influenzata da dose, durata del trattamento, presenza di diabete di tipo 2 e abitudini quotidiane. In media, le persone senza diabete tendono a perdere una quota maggiore di peso rispetto a chi ha diabete, anche per l’eventuale uso concomitante di farmaci che incidono sull’appetito o sul metabolismo.

Dal punto di vista della composizione corporea, la perdita riguarda soprattutto la massa grassa, ma può coinvolgere anche una quota di massa magra, in particolare nelle fasi iniziali o quando il calo ponderale è rapido. Mantenere una buona qualità dell’alimentazione e includere attività fisica, soprattutto di forza, aiuta a preservare la massa muscolare e la funzionalità fisica durante il dimagrimento indotto da GLP‑1 RA.

Gli effetti gastrointestinali (nausea, senso di pienezza, talora vomito) sono più frequenti all’inizio e possono ridurre temporaneamente la quantità di cibo assunta, ma non spiegano da soli la perdita di peso a lungo termine. Il rallentamento dello svuotamento gastrico tende a ridursi con il tempo, mentre resta la modulazione dei circuiti centrali della fame e della ricompensa, che sostiene un minore appetito e porzioni più contenute.

Il mantenimento dei risultati richiede continuità: alla sospensione del farmaco è comune un recupero parziale del peso nei mesi successivi, con ampia variabilità individuale. Aderenza, titolazione graduale, qualità del sonno, livello di stress, ambiente alimentare e farmaci concomitanti contribuiscono a spiegare perché, a parità di dose, alcune persone rispondono più di altre. Questi elementi vanno considerati nell’interpretazione dei risultati e nella pianificazione del percorso terapeutico.

Studi clinici

Numerosi studi clinici hanno valutato l’efficacia di Ozempic (semaglutide) nella perdita di peso, sia in pazienti con diabete di tipo 2 che in individui obesi senza diabete. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2021 ha mostrato che, dopo 68 settimane di trattamento con semaglutide, i partecipanti hanno perso in media il 14,9% del loro peso corporeo iniziale, rispetto al 2,4% del gruppo placebo. (ilfattoalimentare.it)

Tuttavia, ricerche successive hanno evidenziato risultati più modesti nella pratica clinica quotidiana. Uno studio osservazionale ha rilevato che, dopo un anno di trattamento con semaglutide, la perdita di peso media era del 5,1% per i pazienti obesi e del 2,2% per quelli con diabete di tipo 2. Questi dati suggeriscono che l’efficacia del farmaco può variare in base a fattori individuali e all’aderenza al trattamento.

Inoltre, uno studio condotto su oltre 215.000 pazienti diabetici trattati con agonisti del recettore GLP-1, tra cui semaglutide, ha mostrato un’associazione positiva con la riduzione del rischio di 42 malattie, tra cui patologie cardiovascolari e disturbi cognitivi. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta di associazioni statistiche e non di nessi causali definiti.

Nonostante i benefici osservati, alcuni pazienti interrompono il trattamento a causa di effetti collaterali o per la mancanza di risultati attesi. Uno studio ha rilevato che circa il 45% dei pazienti ha smesso di assumere agonisti del recettore GLP-1 entro 12 mesi dall’inizio della terapia, evidenziando l’importanza di un monitoraggio continuo e di un supporto adeguato durante il trattamento. (wired.it)

Conclusioni

Ozempic (semaglutide) si è dimostrato efficace nel promuovere la perdita di peso in pazienti con diabete di tipo 2 e in individui obesi, grazie al suo meccanismo d’azione che imita l’ormone GLP-1, regolando l’appetito e il metabolismo. Tuttavia, l’efficacia del trattamento può variare in base a fattori individuali, all’aderenza alla terapia e alla presenza di effetti collaterali. È fondamentale che l’uso di Ozempic sia supervisionato da un professionista sanitario, che possa valutare l’idoneità del farmaco per il singolo paziente e monitorare eventuali effetti avversi. Inoltre, l’associazione del trattamento farmacologico con modifiche dello stile di vita, come una dieta equilibrata e l’esercizio fisico, è essenziale per ottenere risultati ottimali e sostenibili nel tempo.

Nel complesso, l’inserimento di Ozempic in un percorso terapeutico strutturato può favorire un calo ponderale clinicamente rilevante e miglioramenti metabolici correlati. I risultati tendono a consolidarsi nel medio termine fino a un plateau e la loro tenuta dipende dalla continuità della terapia e da abitudini che sostengano il bilancio energetico. Alla sospensione, è possibile un recupero di parte del peso perso: questo aspetto va considerato nella pianificazione del trattamento e nella valutazione del rapporto benefici-rischi.

Per approfondire

Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Informazioni aggiornate su Ozempic (semaglutide) e le sue indicazioni terapeutiche.

Agenzia Europea per i Medicinali (EMA): Dettagli sul profilo di sicurezza e sull’efficacia di Ozempic.

Diabetes UK: Panoramica sull’uso di semaglutide nel trattamento del diabete di tipo 2.

Mayo Clinic: Descrizione dettagliata del farmaco semaglutide, inclusi dosaggi e precauzioni.

NHS UK: Informazioni sul semaglutide, comprese indicazioni, effetti collaterali e interazioni.