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La trombosi si verifica quando all’interno di un vaso sanguigno si forma un coagulo (trombo) che ostacola o blocca il flusso del sangue. Può interessare le vene (trombosi venosa profonda, trombosi in sedi atipiche o tromboflebite superficiale) oppure le arterie (trombosi arteriosa, spesso legata a placche aterosclerotiche o a fibrillazione atriale). Riconoscere tempestivamente i segnali con cui la trombosi si manifesta è fondamentale per intervenire presto ed evitare complicanze come l’embolia polmonare, l’ischemia di un arto o un ictus. I sintomi, tuttavia, non sono sempre evidenti: alcuni quadri sono sfumati o aspecifici e possono essere confusi con disturbi muscolari, articolari o respiratori comuni.
Questa guida offre una panoramica chiara dei sintomi più frequenti e di quelli meno tipici, con indicazioni pratiche per distinguere le situazioni che richiedono una valutazione urgente da quelle che possono essere discusse con il medico in tempi programmati. L’obiettivo è fornire a professionisti e lettori non specialisti uno schema di riferimento utile per orientarsi di fronte a dolore all’arto, gonfiore improvviso, mancanza di fiato o altri segnali potenzialmente legati a un coagulo. Le informazioni qui riportate sono di carattere generale: non sostituiscono il giudizio clinico né la valutazione individuale, che resta essenziale quando si sospetta una trombosi.
Sintomi comuni della trombosi
La trombosi non ha un unico volto: i sintomi dipendono dal tipo di vaso coinvolto (vena o arteria), dalla sede (arti inferiori, arti superiori, polmoni, cervello, addome) e dall’estensione del coagulo. In linea generale, la trombosi venosa profonda (TVP) tende a causare dolore e gonfiore localizzati, mentre la trombosi arteriosa si manifesta più spesso con dolore acuto e improvviso associato a segni di ridotta perfusione dei tessuti a valle. Non va dimenticato che una quota non trascurabile di trombosi è paucisintomatica o del tutto silente, soprattutto nelle fasi iniziali o quando il trombo è di piccole dimensioni: per questo motivo il contesto clinico (fattori di rischio recenti, interventi chirurgici, periodi di immobilità, viaggi lunghi, gravidanza e puerperio, terapia ormonale) e l’andamento temporale dei disturbi sono elementi cruciali nella valutazione.
La presentazione classica della TVP degli arti inferiori include gonfiore a una gamba (raramente bilaterale), dolore o tensione al polpaccio o alla coscia, sensazione di calore e arrossamento cutaneo. Talvolta è percepibile un aumento della circonferenza dell’arto interessato o si notano vene superficiali più evidenti. Il dolore può essere continuo o evocato dalla deambulazione e dalla palpazione profonda, e tende a non migliorare con il semplice riposo come accade negli stiramenti muscolari. Un segno suggestivo è il gonfiore che insorge senza trauma, soprattutto dopo un periodo di immobilità o dopo un viaggio prolungato. Va ricordato che alcuni segni “storici” come il dolore alla dorsiflessione del piede non sono affidabili da soli. La TVP della coscia o della pelvi può dare un gonfiore più massivo e un senso di peso all’arto; al contrario, una TVP distale (polpaccio) può essere più discreta, con sintomi sfumati o intermittenti.
L’embolia polmonare (EP), spesso conseguenza della migrazione di un trombo venoso dalle gambe ai polmoni, si manifesta con mancanza di fiato di nuova insorgenza o rapidamente peggiorata, dolore toracico che aumenta con il respiro profondo o la tosse (dolore “pleuritico”), tachicardia e senso di oppressione. Possono comparire tosse con striature di sangue, vertigini o svenimento nelle forme più estese, e cianosi delle labbra o delle dita nei casi gravi. In molti pazienti i sintomi sono più lievi: una dispnea che compare sotto sforzo, un respiro corto “insolito” rispetto al proprio standard, una stanchezza marcata non spiegata o una sensazione di ansia fisica legata all’ipossigenazione. In presenza di EP, il torace può essere normale all’auscultazione o presentare rantoli basali se vi è un infarcimento polmonare; la saturazione di ossigeno può essere ridotta ma non sempre in modo eclatante, specie nelle microembolie. Un recente episodio di dolore e gonfiore a una gamba aumenta la probabilità che i sintomi respiratori siano di natura tromboembolica.
Le trombosi venose possono interessare anche sedi meno comuni. La TVP dell’arto superiore, spesso correlata a cateteri venosi o sforzi ripetitivi, provoca gonfiore di braccio e avambraccio, tensione dolorosa, sensazione di calore e talvolta colorazione bluastra con vene superficiali turgide a livello di spalla e collo. La tromboflebite superficiale, pur interessando vene più esterne, si presenta con dolore puntuale lungo il decorso della vena, arrossamento lineare e indurimento “a cordone” sotto la pelle: è fastidiosa ma in genere meno pericolosa, salvo che non si estenda verso punti di confluenza con il sistema profondo. La trombosi dei seni venosi cerebrali può causare mal di testa persistente o progressivo, disturbi visivi (annebbiamento, visione doppia), crisi epilettiche o sintomi neurologici focali; spesso si associa a condizioni predisponenti come disidratazione, gravidanza o infezioni. La trombosi venosa mesenterica, invece, dà dolore addominale intenso e sproporzionato rispetto ai riscontri all’esame obiettivo, con gonfiore addominale, nausea, vomito o sangue nelle feci nelle fasi avanzate.
La trombosi arteriosa ha un profilo sintomatologico differente poiché riduce bruscamente l’apporto di sangue ossigenato a un tessuto. Nell’arto, il quadro tipico dell’ischemia acuta comprende dolore improvviso e severo, pallore o colorito marmorizzato, raffreddamento cutaneo, riduzione o assenza dei polsi periferici, formicolii o perdita di sensibilità e, nelle fasi tardive, debolezza marcata fino alla paralisi: sono i cosiddetti “sei P” dell’ischemia (pain, pallor, pulselessness, paresthesia, poikilothermia, paralysis). A livello cerebrale, un coagulo in un’arteria può provocare segni di ictus: improvvisa debolezza o intorpidimento di volto, braccio o gamba di un lato del corpo, difficoltà a parlare o a comprendere, perdita improvvisa della vista o visione doppia, perdita di equilibrio o mal di testa improvviso e molto intenso. Nell’ambito cardiaco, la trombosi coronarica è responsabile dell’infarto miocardico, che si manifesta con dolore o pressione al petto che può irradiarsi a braccia, spalle, schiena, mandibola, spesso accompagnato da sudorazione fredda, nausea e affanno. Un’ostruzione dell’arteria retinica può dare perdita improvvisa e indolore della vista da un occhio. In tutti questi scenari, la rapidità nel riconoscere i sintomi e attivare i soccorsi è determinante per limitare i danni tissutali.
Quando consultare un medico
È opportuno rivolgersi immediatamente ai servizi di emergenza (112/118) o al Pronto soccorso quando compaiono sintomi suggestivi di un evento acuto potenzialmente grave. Rientrano in questo quadro: mancanza di fiato improvvisa o rapidamente ingravescente, dolore toracico pleuritico o oppressivo, svenimento o capogiri importanti, tosse con sangue o cianosi (possibili segni di embolia polmonare). Allo stesso modo, segnali compatibili con un ictus (debolezza o intorpidimento improvvisi di volto, braccio o gamba di un lato, difficoltà a parlare o a comprendere, perdita improvvisa della vista o visione doppia, mal di testa molto intenso e improvviso) e con ischemia acuta di un arto (dolore severo, pallore e freddo dell’arto, assenza o marcata riduzione dei polsi, formicolii o perdita di forza/sensibilità) richiedono un intervento urgente.
Una valutazione rapida è indicata anche in presenza di gonfiore asimmetrico e doloroso di una gamba insorto senza trauma, soprattutto se associato a fattori di rischio recenti (intervento chirurgico o immobilizzazione, viaggi prolungati, gravidanza o puerperio, terapia ormonale, neoplasia nota, cateteri venosi). Meritano attenzione sollecita anche un dolore addominale intenso e sproporzionato ai riscontri obiettivi, un mal di testa nuovo, persistente o progressivo con disturbi visivi o neurologici, e il gonfiore doloroso di un arto superiore in portatori di cateteri o dopo sforzi ripetitivi.
In assenza di segni di allarme, è consigliabile contattare il medico curante in tempi brevi quando si osservano dolore o tensione al polpaccio con lieve gonfiore non spiegato, sensazione di calore e arrossamento lungo il decorso di una vena superficiale, o disturbi respiratori lievi e atipici rispetto al proprio livello abituale. La valutazione clinica consentirà di stimare la probabilità pre-test in base al contesto e di programmare eventuali esami mirati secondo necessità.
In caso di sospetta trombosi, non è raccomandato intraprendere terapie di propria iniziativa. Nell’attesa della valutazione medica, evitare massaggi energici dell’arto dolente e sforzi intensi; mantenere, se possibile, un’attività fisica moderata senza immobilizzare a letto se non indicato. Annotare l’ora di esordio dei sintomi e riferire farmaci assunti, condizioni predisponenti recenti e gravidanza, informazioni utili per un inquadramento tempestivo.
Diagnosi e test
La diagnosi tempestiva della trombosi è fondamentale per prevenire complicazioni gravi come l’embolia polmonare. Il primo passo consiste in una valutazione clinica dettagliata, durante la quale il medico raccoglie l’anamnesi del paziente e valuta i sintomi presenti. Tuttavia, poiché la trombosi può essere asintomatica o presentare sintomi non specifici, sono necessari esami diagnostici specifici per confermare la presenza di un trombo.
L’ecocolordoppler è l’esame strumentale di prima scelta per individuare la localizzazione e la conformazione del trombo. Questo test non invasivo utilizza ultrasuoni per visualizzare il flusso sanguigno nelle vene e identificare eventuali ostruzioni causate da coaguli. La sua accuratezza e sicurezza lo rendono uno strumento diagnostico prezioso nella pratica clinica. (issalute.it)
Un altro esame importante è il dosaggio del D-dimero, un frammento proteico rilevabile nel sangue in caso di degradazione della fibrina, componente principale dei trombi. Livelli elevati di D-dimero possono indicare la presenza di una trombosi, ma poiché possono aumentare anche in altre condizioni, questo test è più utile per escludere la trombosi in pazienti a basso rischio.
In alcuni casi, soprattutto quando l’ecocolordoppler non fornisce risultati conclusivi o quando si sospetta un’embolia polmonare, possono essere utilizzati altri esami diagnostici come la venografia, la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM). Questi test forniscono immagini dettagliate delle vene e possono aiutare a identificare la presenza e l’estensione dei trombi.
Trattamenti disponibili
Il trattamento della trombosi mira a prevenire l’aumento delle dimensioni del trombo, ridurre il rischio di embolia polmonare e prevenire recidive. Le opzioni terapeutiche includono farmaci anticoagulanti, terapie trombolitiche, l’uso di calze a compressione e, in casi selezionati, interventi chirurgici.
Gli anticoagulanti sono la pietra angolare del trattamento della trombosi venosa profonda. Questi farmaci riducono la capacità del sangue di coagulare, prevenendo l’ingrandimento del trombo esistente e la formazione di nuovi coaguli. Le eparine a basso peso molecolare sono spesso utilizzate nelle fasi iniziali del trattamento, seguite da anticoagulanti orali come il warfarin o gli inibitori diretti del fattore Xa (ad esempio, rivaroxaban, apixaban) per la terapia a lungo termine. (msdmanuals.com)
In situazioni gravi, come una trombosi estesa o un’embolia polmonare massiva, può essere indicata la terapia trombolitica. Questa consiste nella somministrazione di farmaci che dissolvono rapidamente i coaguli di sangue. Tuttavia, a causa del rischio elevato di sanguinamento associato a questa terapia, il suo utilizzo è riservato a casi selezionati e viene effettuato sotto stretta supervisione medica. (medicoverhospitals.in)
L’uso di calze a compressione graduata è raccomandato per migliorare il flusso sanguigno nelle vene delle gambe, ridurre il gonfiore e prevenire complicanze a lungo termine come la sindrome post-trombotica. Queste calze esercitano una pressione controllata sulla gamba, favorendo il ritorno venoso e riducendo il rischio di formazione di nuovi trombi.
In rari casi, quando i trattamenti farmacologici non sono efficaci o appropriati, può essere considerato l’intervento chirurgico. Le procedure chirurgiche includono la trombectomia, che consiste nella rimozione del trombo dalla vena, e l’inserimento di stent venosi per mantenere aperta la vena e prevenire future ostruzioni. Questi interventi sono generalmente riservati a situazioni in cui vi è un alto rischio di complicanze gravi.
In conclusione, la trombosi è una condizione seria che richiede un’attenzione medica immediata. La diagnosi precoce e un trattamento adeguato sono essenziali per prevenire complicanze potenzialmente letali. Se si sospetta una trombosi, è fondamentale consultare tempestivamente un medico per una valutazione approfondita e l’inizio del trattamento appropriato.
Per approfondire
Istituto Superiore di Sanità: Informazioni dettagliate sulla trombosi venosa profonda, incluse cause, sintomi, diagnosi e trattamenti.
Ospedale San Raffaele: Approfondimento sulle cause, diagnosi e terapie della trombosi venosa.
Humanitas: Panoramica sui trattamenti disponibili per la trombosi venosa profonda.
Manuale MSD: Informazioni professionali sui farmaci utilizzati nel trattamento della trombosi venosa profonda.
