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Molte persone si chiedono se esista un momento della giornata “migliore” per assumere i fermenti lattici. La risposta non è un orario universale valido per tutti, perché la sopravvivenza dei microrganismi allo stomaco, la velocità di transito e l’obiettivo clinico (per esempio dopo una terapia antibiotica, in caso di diarrea, oppure per regolarizzare l’intestino) influenzano la strategia. Prima di affrontare quando assumerli, è utile chiarire a cosa servono e quali benefici ci si può ragionevolmente aspettare: sapere “perché” aiuta anche a capire “quando”.
Con “fermenti lattici” si indicano comunemente probiotici, cioè microrganismi vivi che, se assunti in quantità adeguata, conferiscono un beneficio all’ospite. Possono essere presenti in alimenti fermentati o in integratori, in capsule, bustine o gocce. I benefici sono ceppo-specifici: non tutti i lattobacilli o bifidobatteri sono uguali, e la loro azione dipende da dose (CFU), formulazione e tempo di assunzione. Questo non sostituisce terapie prescritte né vale come consiglio personalizzato; è sempre opportuno verificare etichetta, ceppo e indicazioni d’uso e, in caso di condizioni particolari (gravidanza, malattie croniche, immunosoppressione), parlarne con il medico o il farmacista.
Benefici dei fermenti lattici
I fermenti lattici contribuiscono all’equilibrio del microbiota intestinale, una comunità complessa di batteri e altri microrganismi che dialoga con l’epitelio e il sistema immunitario. Molti ceppi non colonizzano in modo permanente: transitano, interagiscono e modulano l’ecosistema intestinale favorendo la crescita di specie benefiche. Producono acidi organici (come lattato e acetato) che abbassano il pH, limitando la proliferazione di patogeni; alcuni secernono batteriocine e competono per nutrienti e siti di adesione. A livello di barriera intestinale possono rafforzare le tight junctions, sostenere la produzione di muco e contribuire all’integrità dell’epitelio. Questi meccanismi, insieme, si traducono spesso in una migliore regolarità dell’alvo e in una riduzione di gonfiore e tensione addominale nelle forme funzionali.
Sul piano clinico, l’assunzione di determinati probiotici è associata a una minore durata e intensità di alcune forme di diarrea (per esempio quella infettiva acuta nei bambini) e a una riduzione del rischio di diarrea associata ad antibiotici. In soggetti con sindrome dell’intestino irritabile, alcuni ceppi possono attenuare dolore addominale, meteorismo e irregolarità dell’alvo, soprattutto se assunti in modo continuativo per alcune settimane. Anche il viaggiatore può trarre beneficio da protocolli mirati per ridurre la probabilità di disturbi intestinali in aree a rischio. È importante sottolineare che i risultati dipendono dal ceppo, dalla dose e dalla costanza di assunzione; abbinare fibre prebiotiche nella dieta può potenziarne l’effetto. Per chi preferisce le fonti alimentari, bevande fermentate come il kefir sono spesso considerate, e può essere utile sapere come si beve il kefir, caldo o freddo
Un altro ambito di beneficio è la digestione dei carboidrati e la produzione di metaboliti utili. Alcuni fermenti lattici esprimono lattasi (beta-galattosidasi) e possono aiutare le persone con maldigestione del lattosio a tollerare meglio i derivati del latte fermentati, riducendo gonfiore e crampi. La fermentazione delle fibre nel colon genera acidi grassi a catena corta come butirrato, che rappresenta una fonte energetica per i colonociti e modula l’infiammazione locale, con potenziale effetto favorevole sulla permeabilità intestinale. Attraverso la deconiugazione degli acidi biliari e altre vie metaboliche, alcuni ceppi possono incidere in modo modesto su parametri metabolici (per esempio il profilo lipidico), sebbene questi effetti siano variabili e non sostituiscano le misure dietetiche e farmacologiche raccomandate.

I fermenti lattici hanno anche un ruolo di modulazione immunitaria. Aumentando la produzione di IgA secretorie e influenzando l’attività delle cellule dendritiche e T, contribuiscono a una risposta più equilibrata agli stimoli antigenici. In alcune popolazioni, l’uso continuativo è stato associato a una lieve riduzione della durata e della frequenza di infezioni respiratorie non complicate e a un miglior decorso dei comuni raffreddori. In ambito urogenitale, l’uso di ceppi specifici per via orale o locale può sostenere l’ecosistema vaginale e ridurre recidive di vaginosi o candidosi in protocolli mirati, sempre nell’ambito della gestione ginecologica. Si parla anche dell’asse intestino-cervello: la modulazione di metaboliti e neurotrasmettitori intestinali potrebbe influire su benessere e percezione del dolore, con dati incoraggianti in alcune sindromi funzionali, pur senza valenza di trattamento psichiatrico.
Dal punto di vista pratico, i benefici dei fermenti lattici sono più probabilmente percepibili con un’assunzione quotidiana e costante, per un tempo sufficiente all’obiettivo (spesso 2–4 settimane per i disturbi funzionali lievi; protocolli più brevi in fase acuta, come in alcune diarree). La risposta individuale può variare in base a età, dieta, farmaci concomitanti e composizione del microbiota. Integrare un’alimentazione ricca di fibre (verdura, frutta, legumi, cereali integrali) e, quando ben tollerati, alimenti fermentati, aiuta a creare un “terreno” favorevole ai probiotici. La scelta di formulazioni gastroresistenti e la corretta conservazione (per esempio attenzione alla catena del freddo quando richiesta) contribuiscono a preservare la vitalità dei microrganismi fino all’arrivo nell’intestino. Ricordando sempre che i fermenti lattici sono un supporto alla salute intestinale e non un sostituto di una diagnosi accurata o di terapie prescritte, possono rappresentare un tassello efficace in un approccio integrato al benessere digestivo.
Orario consigliato per l’assunzione
In assenza di indicazioni specifiche in etichetta, un approccio pratico è assumere i fermenti lattici insieme a un pasto o subito dopo. Il “tampone” alimentare attenua l’acidità gastrica e può favorire la sopravvivenza dei microrganismi nel transito gastrico, soprattutto per le formulazioni non gastroresistenti.
Se la formulazione è gastroresistente o microincapsulata, l’orario diventa meno critico: l’aspetto determinante è la regolarità. Scegliere un momento fisso della giornata (per esempio colazione o sera) aiuta l’aderenza e mantiene un apporto costante di CFU.
Durante terapie antibiotiche, è opportuno distanziare l’assunzione dei fermenti lattici di almeno due ore rispetto alla dose di antibiotico. Stabilire orari “di mezzo” (metà mattina/metà pomeriggio) o serali può facilitare la separazione e la continuità del protocollo.
Nei bambini e nei soggetti con difficoltà di deglutizione, le polveri possono essere miscelate in acqua o latte a temperatura ambiente; evitare bevande molto calde che potrebbero compromettere la vitalità dei microrganismi. In fasi acute di disturbo intestinale, alcuni schemi prevedono somministrazioni quotidiane frazionate per brevi periodi, seguendo le istruzioni del prodotto.
Effetti collaterali e precauzioni
I fermenti lattici sono generalmente considerati sicuri per la maggior parte delle persone e offrono numerosi benefici per la salute intestinale. Tuttavia, in alcuni casi, possono manifestarsi effetti collaterali, sebbene siano solitamente lievi e transitori.
Tra gli effetti indesiderati più comuni si annoverano disturbi gastrointestinali come gonfiore, produzione eccessiva di gas e crampi addominali. Questi sintomi derivano dall’adattamento del microbiota intestinale ai nuovi batteri introdotti e tendono a scomparire entro pochi giorni dall’inizio dell’assunzione.
In rari casi, l’assunzione di fermenti lattici può causare reazioni allergiche, come eruzioni cutanee, prurito o difficoltà respiratorie. Inoltre, in individui con sistema immunitario compromesso, esiste un rischio, seppur minimo, di infezioni sistemiche. È quindi fondamentale che queste persone consultino un medico prima di iniziare l’assunzione di probiotici.
Per minimizzare il rischio di effetti collaterali, è consigliabile iniziare con dosi basse di fermenti lattici e aumentare gradualmente, permettendo all’organismo di adattarsi. Inoltre, è preferibile assumere i probiotici durante i pasti, poiché l’ambiente acido dello stomaco durante la digestione può favorire la sopravvivenza dei batteri benefici.
Interazioni con altri integratori
I fermenti lattici possono interagire con altri integratori e farmaci, influenzandone l’efficacia. Ad esempio, l’assunzione concomitante di probiotici e antibiotici può ridurre l’efficacia di entrambi. È quindi consigliabile assumere i fermenti lattici a distanza di almeno due ore dagli antibiotici per evitare interazioni negative.
Inoltre, alcuni ceppi di probiotici possono interagire con farmaci immunosoppressori, aumentando il rischio di infezioni. Pertanto, è fondamentale consultare un medico prima di iniziare l’assunzione di fermenti lattici se si stanno seguendo terapie farmacologiche specifiche.
È anche importante considerare la presenza di eccipienti o allergeni negli integratori di fermenti lattici, che potrebbero causare reazioni avverse in individui sensibili. Leggere attentamente le etichette dei prodotti e, in caso di dubbi, consultare un professionista sanitario.
L’associazione con prebiotici e fibre (per esempio inulina, FOS, GOS, psillio) può essere sinergica perché fornisce substrati fermentabili ai batteri benefici. In soggetti sensibili è possibile un incremento transitorio di gas: introdurre le fibre gradualmente e, se si usano dosi elevate o fibre molto viscose, valutare di separarle dai probiotici per ridurre il possibile “intrappolamento” meccanico dei microrganismi.
Integratori ad azione adsorbente (carbone attivo, argille, zeoliti) o con componenti a potenziale attività antimicrobica di origine vegetale (per esempio estratto di semi di pompelmo, origano, aglio, berberina) possono interferire con la vitalità dei probiotici: è prudente distanziarne l’assunzione. Enzimi digestivi, lattasi, vitamine e minerali in genere non mostrano interazioni clinicamente rilevanti con i fermenti lattici, salvo diversa indicazione del produttore.
Quando consultare il medico
È consigliabile consultare un medico prima di iniziare l’assunzione di fermenti lattici in determinate situazioni. Ad esempio, individui con sistema immunitario compromesso, come pazienti sottoposti a chemioterapia o affetti da malattie autoimmuni, dovrebbero valutare attentamente l’uso di probiotici sotto supervisione medica.
Inoltre, se durante l’assunzione di fermenti lattici si manifestano sintomi persistenti o gravi, come diarrea prolungata, dolori addominali intensi o reazioni allergiche, è fondamentale interrompere l’assunzione e consultare immediatamente un professionista sanitario.
Le donne in gravidanza o in allattamento dovrebbero discutere con il proprio medico l’opportunità di assumere fermenti lattici, per valutare i potenziali benefici e rischi in base alla loro situazione specifica.
In conclusione, i fermenti lattici offrono numerosi benefici per la salute intestinale, ma è essenziale utilizzarli con consapevolezza, tenendo conto delle possibili interazioni, effetti collaterali e situazioni individuali. Consultare un professionista sanitario prima di iniziare l’assunzione può garantire un uso sicuro ed efficace di questi integratori.
Per approfondire
Quali sono gli effetti collaterali dei fermenti lattici? – Torrinomedica Un’analisi dettagliata sugli effetti collaterali associati all’assunzione di fermenti lattici.
