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La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è un disturbo funzionale gastrointestinale caratterizzato da dolore addominale ricorrente e alterazioni dell’alvo, senza evidenze di patologie organiche sottostanti. Questa condizione colpisce una significativa percentuale della popolazione, influenzando negativamente la qualità della vita dei pazienti.
Cos’è la sindrome dell’intestino irritabile
La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è un disturbo cronico del tratto gastrointestinale che si manifesta con sintomi quali dolore addominale, gonfiore e alterazioni delle abitudini intestinali. Nonostante l’assenza di anomalie strutturali evidenti, la SII può compromettere significativamente la qualità della vita dei pazienti.
La diagnosi di SII si basa principalmente sui criteri clinici, come i Criteri di Roma IV, che richiedono la presenza di dolore addominale ricorrente almeno una volta alla settimana negli ultimi tre mesi, associato a due o più dei seguenti criteri: relazione con la defecazione, modifica della frequenza delle evacuazioni o cambiamento nella forma delle feci.
La SII è classificata in sottotipi basati sul predominio dei sintomi: SII con stipsi predominante (SII-C), SII con diarrea predominante (SII-D), SII con alvo misto (SII-M) e SII non classificata. Questa suddivisione è fondamentale per orientare le scelte terapeutiche.
Nonostante la sua natura benigna, la SII può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, influenzando le attività sociali, lavorative e personali dei pazienti. Pertanto, una gestione efficace richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato.

Cause e fattori scatenanti
Le cause esatte della sindrome dell’intestino irritabile (SII) non sono completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori fisiologici, psicologici e ambientali contribuisca alla sua insorgenza. Tra i principali fattori implicati vi sono:
- Alterazioni della motilità intestinale: Anomalie nei movimenti peristaltici possono causare transiti intestinali accelerati o rallentati, determinando rispettivamente diarrea o stipsi.
- Iper-sensibilità viscerale: Una maggiore sensibilità dei nervi intestinali può amplificare la percezione del dolore e del disagio addominale.
- Disbiosi intestinale: Uno squilibrio nella flora batterica intestinale può influenzare negativamente la funzione digestiva e immunitaria.
- Fattori psicologici: Stress, ansia e depressione sono frequentemente associati alla SII e possono esacerbare i sintomi.
Alcuni alimenti e bevande possono agire come fattori scatenanti dei sintomi della SII. Tra questi, i cibi ricchi di FODMAPs (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) sono noti per causare fermentazione intestinale e sintomi correlati.
Le infezioni gastrointestinali possono precedere l’insorgenza della SII, suggerendo un possibile ruolo delle infezioni nel suo sviluppo. Questo fenomeno è noto come SII post-infettiva.
La predisposizione genetica può aumentare la suscettibilità alla SII, anche se i meccanismi genetici specifici non sono ancora completamente chiariti.
Sintomi principali
I sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (SII) variano tra i pazienti, ma comunemente includono: dolore o disagio addominale, alterazioni delle abitudini intestinali e gonfiore addominale. Questi sintomi possono essere intermittenti e spesso correlati a fattori scatenanti specifici.
Il dolore addominale nella SII è tipicamente descritto come crampiforme e può essere alleviato o esacerbato dalla defecazione. La localizzazione e l’intensità del dolore possono variare, ma è spesso presente nella regione inferiore dell’addome.
Le alterazioni delle abitudini intestinali possono manifestarsi come: stipsi, diarrea o un’alternanza tra le due. La consistenza delle feci può variare da dure e grumose a liquide, riflettendo le diverse presentazioni cliniche della SII.
Il gonfiore addominale è un sintomo frequente nella SII e può essere accompagnato da una sensazione di tensione o distensione addominale. Questo sintomo può essere influenzato dall’assunzione di determinati alimenti e dallo stress.
Altri sintomi associati possono includere: sensazione di evacuazione incompleta, presenza di muco nelle feci e necessità urgente di defecare. Questi sintomi possono contribuire al disagio e all’ansia dei pazienti affetti da SII.
Diagnosi differenziale
La diagnosi della sindrome dell’intestino irritabile (SII) è principalmente clinica e si basa sui criteri di Roma IV. Tuttavia, è fondamentale escludere altre patologie gastrointestinali che possono presentare sintomi simili.
Le principali condizioni da considerare nella diagnosi differenziale includono: malattie infiammatorie intestinali (come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa), celiachia, intolleranze alimentari, neoplasie gastrointestinali e infezioni intestinali croniche. La presenza di sintomi allarmanti, come perdita di peso non spiegata, sanguinamento rettale o anemia, richiede ulteriori indagini diagnostiche.
La valutazione diagnostica può includere: esami ematochimici, test per la celiachia, esami delle feci e procedure endoscopiche. Questi esami aiutano a escludere altre condizioni e a confermare la diagnosi di SII.
Un’accurata anamnesi e un esame obiettivo dettagliato sono essenziali per identificare i sintomi caratteristici della SII e per escludere altre patologie. La collaborazione tra medico e paziente è fondamentale per una diagnosi corretta e per l’implementazione di un piano terapeutico efficace.
Terapie mediche e dietetiche
La gestione della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) richiede un approccio integrato che combina terapie farmacologiche e modifiche dietetiche. L’obiettivo principale è alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita del paziente. Le strategie terapeutiche variano in base alla predominanza dei sintomi, come diarrea, stipsi o dolore addominale.
Tra i farmaci utilizzati, gli antispastici come il cimetropio bromuro e l’otilonio bromuro sono efficaci nel ridurre il dolore addominale e gli spasmi intestinali. Inoltre, l’uso di antidepressivi triciclici o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) può essere considerato per modulare la percezione del dolore e migliorare la motilità intestinale. Tuttavia, l’impiego di questi farmaci deve essere attentamente valutato dal medico curante. drschaer.com
Dal punto di vista dietetico, l’adozione di una dieta a basso contenuto di FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) ha dimostrato efficacia nel ridurre i sintomi dell’IBS. Questa dieta prevede la limitazione di alimenti come legumi, alcuni tipi di frutta e verdura, latticini e dolcificanti artificiali. È fondamentale che tale regime alimentare sia seguito sotto la supervisione di un nutrizionista per evitare carenze nutrizionali. farmacianews.it
L’integrazione di probiotici può contribuire al ripristino dell’equilibrio della flora intestinale, migliorando sintomi come gonfiore e irregolarità dell’alvo. Tuttavia, l’efficacia dei probiotici varia in base al ceppo utilizzato e alle caratteristiche individuali del paziente. Pertanto, è consigliabile consultare un professionista sanitario prima di iniziare l’assunzione di probiotici.
Ulteriori opzioni terapeutiche vengono selezionate in base al sottotipo di SII. Nella SII con stipsi (SII-C) possono essere utili fibre solubili (ad esempio psillio) e lassativi osmotici come il macrogol; in casi selezionati e secondo indicazione specialistica si possono considerare secretagoghi intestinali come il linaclotide o procinetici quali agonisti 5-HT4. Nella SII con diarrea (SII-D) possono trovare impiego la loperamide per controllare urgenza e frequenza, i sequestranti degli acidi biliari quando si sospetta un malassorbimento e, in specifici profili clinici, antibiotici non sistemici come la rifaximina per modulare la disbiosi. Preparazioni di olio di menta piperita a rilascio enterico sono talvolta utilizzate per il dolore e il meteorismo.
Tra gli interventi non farmacologici rientrano l’educazione del paziente, il monitoraggio con diario di sintomi e alimenti per identificare i trigger e la graduale reintroduzione degli alimenti dopo la fase a basso contenuto di FODMAP per definire le tolleranze individuali, evitando restrizioni protratte. Attività fisica regolare, igiene del sonno e tecniche di gestione dello stress (ad esempio terapia cognitivo-comportamentale, ipnosi intestinale e pratiche di mindfulness) possono contribuire a ridurre l’intensità dei sintomi e a migliorare il benessere complessivo.
Per approfondire
Humanitas Gavazzeni: Panoramica sui trattamenti medici per la sindrome dell’intestino irritabile.
Farmacia News: Approfondimento sull’approccio farmacologico e dietetico nella gestione dell’IBS.
FIMMG Piemonte: Guida al trattamento farmacologico dell’IBS basata su una revisione della letteratura.
Evidence: Linee guida per la gestione della sindrome dell’intestino irritabile negli adulti.
Prof. G. Caletti: Consigli nutrizionali nella sindrome dell’intestino irritabile e nella dispepsia funzionale.
