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Le cisti ovariche sono formazioni sacculare piene di liquido che si sviluppano all’interno o sulla superficie delle ovaie. Sono comuni nelle donne in età fertile e, nella maggior parte dei casi, sono benigne e asintomatiche. Tuttavia, alcune cisti possono causare sintomi significativi o complicanze, rendendo fondamentale una comprensione approfondita per una gestione clinica adeguata.
Definizione di cisti ovariche
Le cisti ovariche sono sacche piene di liquido che si formano all’interno o sulla superficie di un’ovaia. Possono variare in dimensioni, da pochi millimetri a diversi centimetri, e sono spesso rilevate incidentalmente durante esami ginecologici routinari. La maggior parte delle cisti ovariche è di natura funzionale, legata al ciclo mestruale, e tende a risolversi spontaneamente senza necessità di intervento. Tuttavia, esistono anche cisti patologiche, come le cisti dermoidi o endometriosiche, che possono richiedere un’attenzione clinica specifica.
Le cisti funzionali si suddividono principalmente in due tipi:
- Cisti follicolari: si formano quando un follicolo non rilascia l’ovulo durante l’ovulazione e continua a crescere.
- Cisti del corpo luteo: si sviluppano quando il corpo luteo, struttura che si forma dopo l’ovulazione, si riempie di liquido o sangue.
Le cisti patologiche, invece, includono:
- Cisti dermoidi: contenenti tessuti come capelli, pelle o denti.
- Cistoadenomi: cisti che si sviluppano dalla superficie dell’ovaria e possono contenere materiale mucinoso o sieroso.
- Endometriomi: cisti riempite di sangue vecchio, associate all’endometriosi.
La distinzione tra cisti funzionali e patologiche è cruciale per determinare l’approccio terapeutico più appropriato.
Cause e fattori predisponenti
Le cisti ovariche possono derivare da vari fattori, sia fisiologici che patologici. Le cisti funzionali sono spesso il risultato di variazioni normali del ciclo mestruale. Tuttavia, alcune condizioni possono predisporre alla formazione di cisti ovariche.
Tra i principali fattori predisponenti troviamo:
- Trattamenti per l’infertilità: l’uso di farmaci per l’induzione dell’ovulazione può aumentare il rischio di sviluppare cisti ovariche.
- Gravidanza: durante il primo trimestre, è comune la formazione di cisti del corpo luteo, che solitamente si risolvono spontaneamente.
- Endometriosi: questa condizione può portare alla formazione di endometriomi, cisti riempite di sangue vecchio.
- Squilibri ormonali: alterazioni nei livelli di estrogeni e progesterone possono influenzare lo sviluppo di cisti.
- Precedenti cisti ovariche: una storia di cisti aumenta la probabilità di recidive.
Altri fattori di rischio includono:
- Obesità: può influenzare l’equilibrio ormonale e aumentare il rischio di cisti.
- Menarca precoce: l’inizio precoce delle mestruazioni può essere associato a un rischio maggiore.
- Storia familiare: una predisposizione genetica può giocare un ruolo nello sviluppo di cisti ovariche.
Comprendere questi fattori è essenziale per una valutazione del rischio e per la pianificazione di strategie preventive o terapeutiche appropriate.
Sintomi e complicanze
Molte cisti ovariche sono asintomatiche e vengono scoperte incidentalmente durante esami di routine. Tuttavia, quando presenti, i sintomi possono includere:
- Dolore pelvico: può essere sordo o acuto, localizzato su un lato, e può intensificarsi durante i rapporti sessuali o l’attività fisica.
- Irregolarità mestruali: cicli mestruali irregolari, mestruazioni abbondanti o spotting intermestruale.
- Sensazione di pressione o gonfiore addominale: dovuta all’aumento di volume della cisti.
- Disturbi urinari o intestinali: frequente bisogno di urinare o difficoltà nella defecazione, causati dalla pressione della cisti su vescica o intestino.
Le complicanze, sebbene rare, possono includere:
- Rottura della cisti: può causare dolore acuto e improvviso, accompagnato da sanguinamento interno.
- Torsione ovarica: la cisti può causare la torsione dell’ovaio, interrompendo il flusso sanguigno e provocando dolore severo.
- Trasformazione maligna: sebbene raro, alcune cisti possono evolvere in tumori maligni, soprattutto in postmenopausa.
Il riconoscimento tempestivo dei sintomi e delle potenziali complicanze è fondamentale per una gestione clinica efficace e per prevenire esiti avversi.
Diagnosi ecografica
L’ecografia transvaginale rappresenta l’esame di prima linea nella valutazione delle cisti ovariche, grazie alla sua capacità di fornire immagini dettagliate delle strutture pelviche. Questo metodo consente di distinguere tra cisti semplici, caratterizzate da pareti sottili e contenuto anecogeno, e cisti complesse, che presentano setti, pareti ispessite o componenti solide. L’accuratezza diagnostica dell’ecografia è strettamente legata all’esperienza dell’operatore e alla qualità dell’apparecchiatura utilizzata.
Per migliorare la precisione diagnostica, l’ecografia può essere integrata con l’uso del Doppler color, che valuta il flusso sanguigno all’interno della cisti. Un flusso sanguigno aumentato o atipico può suggerire la presenza di una lesione maligna. Tuttavia, è importante interpretare questi dati nel contesto clinico complessivo della paziente, poiché alcune cisti benigne possono presentare caratteristiche simili.
In alcuni casi, l’ecografia transvaginale può essere combinata con la preparazione intestinale, nota come ecografia con gel, per migliorare la visualizzazione delle lesioni endometriosiche profonde che coinvolgono il retto e il sigma. Questa tecnica prevede l’introduzione di una piccola quantità di gel ecografico nel retto, permettendo una migliore identificazione delle lesioni infiltranti. (centrodiagnosticoippocrate.it)
Nonostante l’ecografia sia uno strumento diagnostico fondamentale, presenta alcune limitazioni, come la difficoltà nel rilevare lesioni superficiali sul peritoneo o la ridotta efficacia in pazienti obese. In situazioni di incertezza diagnostica o quando le caratteristiche ecografiche sono sospette, può essere indicato ricorrere a ulteriori indagini, come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata, per una valutazione più approfondita.
Gestione clinica e terapie
La gestione delle cisti ovariche dipende da vari fattori, tra cui le dimensioni, l’aspetto ecografico, i sintomi riferiti dalla paziente, l’età e la storia clinica. Molte cisti funzionali si risolvono spontaneamente entro pochi cicli mestruali e non richiedono interventi terapeutici, se non un monitoraggio ecografico periodico.
Per le cisti funzionali di piccole dimensioni (inferiori a 5 cm) e asintomatiche, è consigliato un controllo ecografico dopo 6-12 settimane. Se la cisti si è risolta o ha ridotto le sue dimensioni, non è necessario alcun ulteriore trattamento. In caso di persistenza o aumento delle dimensioni, è opportuno procedere con ulteriori valutazioni.
Le cisti non funzionali, come le cisti dermoidi o endometriosiche, richiedono un approccio personalizzato. Le cisti di piccole dimensioni e asintomatiche possono essere monitorate nel tempo, mentre quelle di dimensioni maggiori o sintomatiche possono necessitare di un intervento chirurgico.
Il trattamento chirurgico può essere eseguito tramite laparoscopia o laparotomia. La laparoscopia, tecnica minimamente invasiva, è generalmente preferita per le cisti benigne, poiché comporta un minor dolore post-operatorio, una degenza ospedaliera più breve e un recupero più rapido. La laparotomia, invece, è riservata a cisti di grandi dimensioni, sospette per malignità o quando la laparoscopia non è praticabile.
