Che ricetta serve per lansoprazolo ?

Introduzione: Il lansoprazolo è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci inibitori di pompa protonica (IPP), ampiamente utilizzato per il trattamento di patologie legate all’iperacidità gastrica, come l’ulcera peptica e il reflusso gastroesofageo. La sua efficacia è legata alla capacità di inibire selettivamente la pompa protonica nelle cellule parietali dello stomaco, riducendo così la produzione di acido cloridrico. In questo articolo esploreremo la composizione chimica, la preparazione farmaceutica, il dosaggio, la modalità di somministrazione e le condizioni di conservazione del lansoprazolo.

Composizione Chimica del Lansoprazolo

Il lansoprazolo è un derivato benzimidazolico con formula chimica C16H14F3N3O2S. La sua struttura molecolare è caratterizzata dalla presenza di un anello benzimidazolico sostituito, che conferisce al farmaco la capacità di legarsi alla pompa protonica. Il lansoprazolo è un composto chirale, ma viene utilizzato in forma racemica, ovvero una miscela equimolare dei due enantiomeri. La sua attività farmacologica è principalmente dovuta all’enantiomero (S)-(+)-lansoprazolo.

Il lansoprazolo è un composto lipofilo, il che facilita il suo assorbimento attraverso le membrane cellulari. Tuttavia, la sua solubilità è influenzata dal pH dell’ambiente, essendo più solubile in condizioni acide. Questa caratteristica è fondamentale per la sua attivazione e per il suo meccanismo d’azione, poiché il lansoprazolo deve essere convertito nella sua forma attiva all’interno delle cellule parietali dello stomaco.

La molecola del lansoprazolo possiede anche un gruppo solfossido, che è essenziale per la sua attività inibitoria. Questo gruppo reagisce con i gruppi sulfidrilici della pompa protonica, formando un legame covalente che inibisce l’attività enzimatica responsabile della secrezione di acido cloridrico.

Preparazione Farmaceutica del Lansoprazolo

La preparazione farmaceutica del lansoprazolo deve garantire la stabilità della molecola e la sua corretta liberazione nel tratto gastrointestinale. Il lansoprazolo è comunemente formulato come capsule gastroresistenti, che proteggono il principio attivo dall’ambiente acido dello stomaco e ne permettono il rilascio e l’assorbimento nell’intestino tenue.

Per la produzione delle capsule, il lansoprazolo viene miscelato con eccipienti inerti, come lattosio e amido, che facilitano la sua compressione e la sua stabilità fisica. Inoltre, vengono aggiunti agenti antiagglomeranti e lubrificanti per migliorare la scorrevolezza del prodotto finito. La scelta degli eccipienti è cruciale per assicurare la biodisponibilità ottimale del farmaco.

La tecnologia di incapsulamento deve inoltre prevedere un rivestimento enterico, resistente ai succhi gastrici, che si dissolva solo a pH più elevati. Questo consente al lansoprazolo di superare inalterato lo stomaco e di essere rilasciato nell’intestino, dove il pH è più alcalino, garantendo così un’efficace assorbimento.

Dosaggio e Modalità di Somministrazione

Il dosaggio del lansoprazolo varia in base alla patologia da trattare e alle condizioni del paziente. Generalmente, per il trattamento dell’ulcera peptica e del reflusso gastroesofageo, il dosaggio consigliato è di 15-30 mg al giorno, da assumere almeno 30 minuti prima dei pasti per massimizzare l’effetto inibitorio sulla secrezione acida.

Il lansoprazolo è somministrato per via orale sotto forma di capsule gastroresistenti. È importante non masticare o rompere la capsula, per preservarne il rivestimento enterico. In alcuni casi, per pazienti con difficoltà di deglutizione, è possibile aprire la capsula e disperdere il contenuto in un cucchiaio di succo di frutta o yogurt, facendo attenzione a non masticare i granuli.

La durata del trattamento con lansoprazolo è determinata dal medico in base alla risposta del paziente e alla gravità della patologia. Si raccomanda di non superare la dose prescritta e di non interrompere il trattamento senza consultare un professionista sanitario, anche se i sintomi dovessero migliorare prima del termine del ciclo terapeutico.

Stabilità e Conservazione del Lansoprazolo

La stabilità del lansoprazolo è influenzata da fattori come la temperatura, l’umidità e la luce. Pertanto, è importante conservare il farmaco in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e luce diretta. La temperatura ideale di conservazione è generalmente al di sotto dei 25°C.

Le capsule di lansoprazolo devono essere mantenute nella loro confezione originale fino al momento dell’uso, per proteggerle dall’umidità e preservarne l’integrità. È fondamentale evitare di conservare il farmaco in ambienti umidi, come il bagno, dove le condizioni possono compromettere la qualità del prodotto.

La data di scadenza indicata sulla confezione del lansoprazolo deve essere rispettata. Una volta superata la data di scadenza, il farmaco potrebbe non essere più efficace o sicuro per l’uso. È importante non utilizzare il lansoprazolo oltre tale data e smaltire correttamente il farmaco scaduto, seguendo le indicazioni delle autorità sanitarie locali.

Conclusioni: Il lansoprazolo rappresenta un’opzione terapeutica importante nel trattamento delle patologie legate all’iperacidità gastrica. La conoscenza della sua composizione chimica, della preparazione farmaceutica, del dosaggio e delle modalità di somministrazione, nonché delle condizioni di conservazione, è essenziale per garantire l’efficacia e la sicurezza del trattamento. È sempre consigliabile seguire le indicazioni del medico e del farmacista per un uso corretto del farmaco.

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