Cabaser: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Cabaser (Cabergolina): sicurezza e modo d’azione

Cabaser (Cabergolina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Quando si ritiene opportuno il trattamento dei segni e sintomi della malattia di Parkinson con un farmaco agonista dopaminergico, la cabergolina è indicata come terapia di seconda linea in pazienti intolleranti ai farmaci non derivati dall’ergotamina o che non abbiano risposto a tale terapia, sia in monoterapia che in associazione alla levodopa in combinazione con un inibitore periferico della decarbossilasi.

Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico specialista in Neurologia, Neuropsichiatria, Geriatria o Psichiatria. Il beneficio derivante da un trattamento continuato deve essere controllato periodicamente tenendo conto del rischio di reazioni fibrotiche e di valvulopatia (vedere sezìonì 4.3, 4.4 e 4.8).

Cabaser: come funziona?

Ma come funziona Cabaser? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Cabaser

Categoria farmacoterapeutica: antiparkinsoniani, agonisti della dopamina Codice ATC: N04BC06

Cabaser è un derivato dell’ergot ad azione dopaminergica con un potente e prolungato effetto agonista dei recettori D2 dopaminergici.

Attraverso la stimolazione diretta dei recettori D2 dopaminergici presenti sulle cellule lattotropiche ipofisarie, nei ratti il composto diminuisce la secrezione della prolattina a dosi orali di 3-25 mcg/kg, e in vitro alla concentrazione di 45 pg/ml. Oltre a ciò, Cabaser esercita un effetto dopaminergico centrale attraverso la stimolazione del recettore D2, a dosi orali più alte di quelle efficaci per l’abbassamento dei livelli di prolattina sierica. Il miglioramento del deficit motorio nei modelli animali è stato osservato a dosi orali giornaliere di 1-2.5 mg/kg nei ratti e per via sottocutanea a dosi di 0.5-1 mg/kg nelle scimmie.

Nei volontari sani la somministrazione di Cabaser a singole dosi orali di 0.3-2.5 mg è associata a una diminuzione significativa dei livelli sierici di prolattina. L’effetto è rapido (entro 3 ore dalla somministrazione) e persistente (fino a 7-28 giorni).

La riduzione della prolattina è dose-correlata in termini di entità e di durata.

L’unico effetto farmacodinamico di Cabaser, non correlato all’effetto terapeutico, è costituito dalla diminuzione della pressione arteriosa. Il massimo effetto ipotensivo di Cabaser in dose singola si manifesta durante le prime 6 ore dopo l’assunzione del farmaco ed è dose-dipendente sia come entità che come incidenza.


Cabaser: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Cabaser, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Cabaser

I profili farmacocinetico e metabolico di Cabaser sono stati studiati in volontari sani di entrambi i sessi, nelle pazienti iperprolattinemiche e in pazienti affetti da Morbo di Parkinson. Dopo somministrazione orale, il prodotto marcato viene rapidamente assorbito nel tratto gastrointestinale come evidenziato dal picco della radioattività nel plasma, osservabile tra 0,5 e 4 ore dalla somministrazione.

Dieci giorni dopo la somministrazione, nelle urine e nelle feci è stato riscontrato rispettivamente il 18- 20% e il 55-72% della dose marcata. Nelle urine è stata rilevata una quota di prodotto immodificato pari al 2-3% della dose.

Il metabolita principale identificato nelle urine è la 6-allil-8ß-carbossi-ergolina, pari al 4-6% della dose. Sono stati identificati e determinati nelle urine tre altri metaboliti, per una quota pari al 3% . Studi condotti in vitro hanno evidenziato che i metaboliti sono meno potenti di Cabaser come agonisti dei recettori D2 della dopamina.

La bassa escrezione urinaria del prodotto inalterato è stata confermata anche in studi condotti con prodotto non radioattivo. L’emivita di Cabaser, calcolata sulle percentuali di escrezione urinaria, è lunga (63-68 ore nei volontari sani, 79-115 ore nelle pazienti iperprolattinemiche).

La farmacocinetica di Cabaser sembra essere indipendente dalla dose sia in volontari sani (dosi di 0.5-

1.5 mg) che in pazienti affetti da Parkinson (steady-state delle dosi giornaliere fino a 7 mg al giorno). Sulla base dell’emivita di eliminazione, le condizioni di steady-state si raggiungono dopo 4 settimane, come confermato dal picco medio dei livelli plasmatici di Cabaser ottenuto dopo singola somministrazione (37 ± 8 pg/ml) e dopo 4 settimane di somministrazioni ripetute (101 ± 43 pg/ml). Gli esperimenti "in vitro" hanno dimostrato che il farmaco, alle concentrazioni di 0,1-10 ng/ml si lega per il 41-42% alle proteine plasmatiche.

Il cibo sembra non influenzare l’assorbimento e la biodisponibilità di Cabaser.

L’insufficienza renale sembra non modificare la cinetica della cabergolina, mentre una grave insufficienza epatica (punteggio Child-Pugh maggiore di 10, punteggio massimo 12) sembra essere collegata ad un aumento della AUC.


Cabaser: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Cabaser agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Cabaser è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Cabaser: dati sulla sicurezza

Sono stati evidenziati effetti maternotossici ma non teratogeni nei topi con dosaggi di cabergolina fino a 8 mg/kg/die (pari a circa 55 volte la dose massima raccomandata nell’uomo) durante il periodo dell’organogenesi.

Una dose pari a 0,012 mg/kg/die (circa 1/7 della dose massima raccomandata nell’uomo) durante il periodo di organogenesi ha causato nei ratti un aumento delle perdite embriofetali post-impianto. Tali perdite possono essere dovute alle proprietà inibitorie sulla secrezione di prolattina della cabergolina nei ratti. La cabergolina, a dosi giornaliere pari a 0,5 mg/kg/die (pari a circa 19 volte la dose massima

raccomandata nell’uomo) durante il periodo di organogenesi nel coniglio, ha causato maternotossicità caratterizzata da perdita di peso corporeo e riduzione dell’assunzione di cibo. Dosi di 4 mg/kg/die (pari a circa 150 volte la dose massima raccomandata nell’uomo) durante il periodo di organogenesi nel coniglio ha causato un aumento dell’incidenza di varie malformazioni. Tuttavia in un altro studio nei conigli non sono state osservate né malformazioni correlate al trattamento né embriotossicità con dosaggi fino a 8 mg/kg/die (pari a circa 300 volte la dose massima raccomandata nell’uomo).


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Cabaser: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Cabaser

Cabaser: interazioni

L’uso concomitante di altri farmaci, antiparkinson non dopaminoagonisti (selegilina, amantadina, biperidene, triexifenidil) è stato consentito in studi clinici su pazienti in terapia con la cabergolina. Negli studi ove sono state valutate le interazioni farmacocinetiche di carbegolinacon L-dopa o selegilina, non è stata osservata alcuna interazione. Sebbene non ci siano informazioni su eventuali interazioni tra cabergolina e altri alcaloidi dell’ergot, si raccomanda di non usare la cabergolina in associazione con questi farmaci nel trattamento a lungo termine.

Poiché la cabergolina esercita il proprio effetto terapeutico con una stimolazione diretta dei recettori dopaminergici, non deve essere somministrato in concomitanza a farmaci con attività dopaminoantagonista (quali fenotiazine, butirrofenoni, tioxanteni, metoclopramide) perchè ciò po- trebbe determinare una riduzione dell’effetto terapeutico della cabergolina.

La cabergolina, come gli altri derivati dell’ergot, non deve essere usata in concomitanza ad antibiotici macrolidi (es. eritromicina) in quanto si potrebbe avere un aumento della biodisponibilità sistemica.


Cabaser: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Cabaser: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Durante la fase iniziale del trattamento i pazienti devono fare attenzione quando compiono azioni che richiedono reazioni rapide ed accurate.

Pazienti in trattamento con cabergolina che presentino episodi di sonnolenza e/o di attacchi di sonno improvviso devono essere informati di astenersi dalla guida o dall’intraprendere qualsiasi attività in cui una alterata attenzione potrebbe esporre loro stessi o altri al rischio di grave danno o di morte (p.es. l’uso di macchinari) fino a che tali episodi ricorrenti e la sonnolenza non si siano risolti (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze specìalì e precauzìonì dì ìmpìego – Sonnolenza / Attacchì dì sonno ìmprovvìso).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco