Emtriva: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Emtriva 200 mg capsule rigide (Emtricitabina): sicurezza e modo d’azione

Emtriva 200 mg capsule rigide (Emtricitabina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Emtriva è indicato, in combinazione con altri medicinali antiretrovirali, per il trattamento di adulti e bambini di età pari o superiore a 4 mesi infetti da virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1).

Questa indicazione si basa sugli studi condotti su pazienti mai sottoposti a trattamento e pazienti con precedente esperienza di trattamento con controllo virologico stabile. Non vi sono esperienze riguardo all’uso di Emtriva in pazienti che stanno fallendo il loro attuale regime o che hanno subito fallimenti terapeutici (vedere paragrafo 5.1).

Nel decidere un nuovo regime terapeutico per i pazienti che non hanno risposto alla terapia antiretrovirale, occorre considerare attentamente anche il profilo delle mutazioni associato ai diversi medicinali e ai trattamenti precedenti del singolo paziente. Ove disponibile, potrebbe essere indicato il test di resistenza.

Emtriva 200 mg capsule rigide: come funziona?

Ma come funziona Emtriva 200 mg capsule rigide? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Emtriva 200 mg capsule rigide

Categoria farmacoterapeutica: Nucleosidi e nucleotidi inibitori della transcrittasi inversa, codice ATC: J05AF09

Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici

Emtricitabina è un analogo sintetico nucleosidico della citidina, con attività specifica nei confronti dell’HIV-1, dell’HIV-2 e dell’HBV.

Emtricitabina è fosforilata dagli enzimi cellulari per formare emtricitabina 5’-trifosfato, che inibisce competitivamente la transcrittasi inversa dell’HIV-1, provocando l’interruzione della catena del DNA. Emtricitabina è un debole inibitore delle DNA polimerasi ?, ? e ? dei mammiferi e della DNA polimerasi ? mitocondriale.

Emtricitabina non ha mostrato citotossicità nelle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC), nelle linee cellulari stabilizzate di linfociti e monociti macrofagi o nelle cellule progenitrici del midollo osseo in vitro. Non vi è stata evidenza di tossicità per i mitocondri né in vitro in vivo.

Attività antivirale in vitro: Il valore di concentrazione di inibizione 50% (IC50) per emtricitabina rispetto agli isolati di laboratorio e clinici dell’HIV-1 era compreso tra 0,0013 e 0,5 µmol/l. Negli studi di combinazione di emtricitabina con inibitori della proteasi (PI), analoghi nucleosidici, nucleotidici e non-nucleosidici inibitori della transcrittasi inversa dell’HIV, sono stati osservati additivi effetti sinergici. La maggior parte di queste combinazioni di medicinali non è stata studiata nell’uomo.

Quando è stata testata l’attività rispetto ai ceppi di laboratorio dell’HBV, il valore di IC50 per emtricitabina era compreso tra 0,01 e 0,04 µmol/l.

Resistenza: La resistenza dell’HIV-1 a emtricitabina si sviluppa in conseguenza delle mutazioni nel codone 184, causando la trasformazione della metionina in valina (è stato osservato anche un intermedio dell’isoleucina) della transcrittasi inversa dell’HIV. Questa mutazione dell’HIV-1 è stata osservata in vitro e in pazienti infetti da HIV-1.

I virus resistenti a emtricitabina hanno presentato resistenza crociata a lamivudina, ma hanno conservato la sensibilità ad altri inibitori nucleosidici della transcrittasi inversa (NRTI) (zidovudina, stavudina, tenofovir, abacavir e didanosina), a tutti gli inibitori non nucleosidici della transcrittasi inversa (NNRTI) e a tutti i PI. I virus resistenti alla zidovudina, didanosina e agli NNRTI sono rimasti sensibili all’emtricitabina (IC50 = da 0,002 µmol/l a 0,08 µmol/l).

Efficacia e sicurezza clinica

Emtricitabina in combinazione con altri agenti antiretrovirali, inclusi gli analoghi nucleosidici, gli analoghi non nucleosidici e i PI, si è dimostrata efficace nel trattamento dell’infezione da HIV in pazienti mai sottoposti a trattamento o con precedente esperienza di trattamento con controllo virologico stabile. Non ci sono esperienze sull’uso di emtricitabina in pazienti che stanno fallendo l’attuale regime o che hanno fallito molti regimi.

In adulti mai sottoposti a trattamento antiretrovirale, emtricitabina era significativamente superiore a stavudina quando i due medicinali sono stati assunti in combinazione con didanosina ed efavirenz in tutte le 48 settimane di trattamento. L’analisi fenotipica non ha evidenziato modifiche significative della suscettibilità a emtricitabina, a meno che non si fosse sviluppata mutazione M184V/I.

In adulti con esperienza di trattamento virologicamente stabili, emtricitabina, in combinazione con un NRTI (o stavudina o zidovudina) e un PI o un NNRTI, si è dimostrata non inferiore alla lamivudina nei rispetti della proporzione di responders (< 400 copie/mL) durante 48 settimane (77% emtricitabina, 82% lamivudina). In aggiunta, in un secondo studio pazienti, con esperienza di trattamento stabile con PI in regime HAART, sono stati randomizzati ad un regime in unica somministrazione giornaliera contenente emtricitabina o a continuare con il loro regime PI-HAART. A 48 settimane di trattamento il regime contenente emtricitabina ha dimostrato una percentuale di pazienti con HIV RNA < 400 copie/mL (94% emtricitabina versus 92%) e una percentuale superiore di pazienti con HIV RNA < 50 copie/mL (95% emtricitabina versus 87%) comparata ai pazienti che continuavano con il loro trattamento contenente PI-HAART.

Popolazione pediatrica

In neonati e bambini di età superiore a 4 mesi, è stata raggiunta o mantenuta una completa soppressione dell’HIV-1 RNA plasmatico per 48 settimane nella maggior parte dei pazienti (l’89% ha raggiunto ? 400 copie/mL e il 77% ha raggiunto ? 50 copie/mL).

Non vi sono esperienze cliniche sul l’impiego di emtricitabina in neonati di età inferiore a 4 mesi.


Emtriva 200 mg capsule rigide: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Emtriva 200 mg capsule rigide, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Emtriva 200 mg capsule rigide

Assorbimento

Emtricitabina viene assorbita rapidamente ed ampiamente a seguito di somministrazione orale, con picco di concentrazione plasmatica a 1-2 ore dopo la somministrazione. In 20 soggetti infetti da HIV, a cui è stata somministrata emtricitabina 200 mg quotidianamente in capsule rigide, allo

steady-state

le concentrazioni plasmatiche di emtricitabina di picco (Cmax), di valle (Cmin) e l’area sotto la curva della concentrazione plasmatica nell’arco di un intervallo di somministrazione di 24 ore (AUC) erano pari a 1,8 ± 0,7 µg/mL, 0,09 ± 0,07 µg/mL e 10,0 ± 3,1 µg·h/mL, rispettivamente. Le concentrazioni plasmatiche allo

steady-state

hanno raggiunto livelli di circa quattro volte superiori ai valori

in vitro IC90 per l’attività anti-HIV.

La biodisponibilità assoluta di emtricitabina da Emtriva 200 mg capsule rigide è stata stimata essere 93% e la biodisponibilità assoluta da Emtriva 10 mg/mL soluzione orale è stata stimata essere 75%.

In uno studio pilota nei bambini e in uno studio di bioequivalenza negli adulti, è stato dimostrato che la soluzione orale Emtriva 10 mg/mL ha una biodisponibilità del 80% comparata a Emtriva 200 mg capsule rigide. Non si conosce la causa di questa differenza. A causa di questa differenza nella biodisponibilità di emtricitabina tra capsule rigide e soluzione orale, 240 mg di emtricitabina somministrata come soluzione orale devono produrre livelli plasmatici simili a una capsula rigida da 200 mg. Perciò i bambini che pesano almeno 33 kg possono prendere sia una capsula rigida da 200 mg al giorno o possono continuare ad assumere emtricitabina in soluzione orale fino alla dose massima di 240 mg (24 mL) una volta al giorno.

La somministrazione di Emtriva 200 mg capsule rigide con un pasto ad alto contenuto di grassi o la somministrazione di Emtriva 10 mg/mL soluzione orale con un pasto a basso o ad alto contenuto di grassi non ha influito sull’esposizione sistemica (AUC0-?) di emtricitabina; pertanto le capsule rigide di Emtriva 200 mg e la soluzione orale di Emtriva 10 mg/mL possono essere somministrate con o senza cibo.

Distribuzione

Il legame in vitro di emtricitabina alle proteine plasmatiche umane era del < 4% e indipendente dalla concentrazione nel range da 0,02 a 200 µg/mL. Il rapporto di concentrazione sangue/plasma medio era approssimativamente 1,0 e il rapporto medio di concentrazione liquido seminale/plasma era approssimativamente 4,0.

Il volume apparente di distribuzione a seguito di somministrazione endovenosa di emtricitabina era 1,4 ± 0,3 L/kg, indicando che emtricitabina è ampiamente distribuita in tutto l’organismo sia negli spazi fluidi intracellulari che extracellulari.

Biotrasformazione

Vi è un limitato metabolismo di emtricitabina. La biotrasformazione di emtricitabina include l’ossidazione del gruppo tiolico per formare diastereomeri 3’-solfossido (circa 9% della dose) e la coniugazione con l’acido glucuronico per formare 2’-O-glucuronide (circa 4% della dose).

Inoltre, emtricitabina non ha inibito la uridin-5’-difosfoglucuroniltransferasi, l’enzima responsabile della glucuronidazione.

Eliminazione

Emtricitabina viene escreta principalmente dai reni, con recupero completo della dose ottenuto nelle urine (circa 86%) e nelle feci (circa 14%). Il tredici percento della dose di emtricitabina è stato recuperato nelle urine sotto forma di tre metaboliti. La clearance sistemica di emtricitabina è stata in

media di 307 mL/min (4,03 mL/min/kg). A seguito di somministrazione orale, l’emivita di eliminazione di emtricitabina è di circa 10 ore.

Linearità/Non linearità

La farmacocinetica di emtricitabina è proporzionale alla dose, nel range di dosaggio da 25 a 200 mg a seguito di somministrazione unica o ripetuta.

Farmacocinetica intracellulare: In uno studio clinico, l’emivita intracellulare di emtricitabina- trifosfato nelle PBMC è stata di 39 ore. I livelli di trifosfato intracellulare sono aumentati con la dose, ma hanno raggiunto il plateau a dosaggi di 200 mg o superiori.

Adulti con insufficienza renale

I parametri farmacocinetici sono stati determinati a seguito di somministrazione orale di un’unica dose di 200 mg di emtricitabina capsule rigide a 30 soggetti non infetti da HIV, con vario grado di insufficienza renale. I soggetti sono stati raggruppati secondo la clearance della creatinina al basale

(> 80 mL/min come funzione normale; 50-80 mL/min come lieve compromissione; 30-49 mL/min come moderata compromissione; < 30 mL/min come grave compromissione; < 15 mL/min come funzionalmente anefrici che necessitano di emodialisi).

L’esposizione sistemica a emtricitabina (media ± deviazione standard) è aumentata da 11,8 ± 2,9 µg·h/mL in soggetti con funzionalità renale normale a 19,9 ± 1,1, 25,0 ± 5,7 e

34,0 ± 2,1 µg·h/mL, rispettivamente, in pazienti con compromissione renale lieve, moderata e grave.

In pazienti con insufficienza renale terminale (ESRD) in emodialisi, circa il 30% della dose di emtricitabina è stata recuperata nel dializzato nell’arco di un periodo di dialisi di 3 ore che era stato iniziato entro 1,5 ora dall’assunzione di emtricitabina (flusso ematico di 400 mL/min e flusso del dializzato di circa 600 mL/min).

Insufficienza epatica

La farmacocinetica di emtricitabina non è stata studiata in soggetti non infetti da HBV con vario grado di insufficienza epatica. In generale, la farmacocinetica dell’emtricitabina in soggetti infetti da HBV era simile a quella dei soggetti sani e dei soggetti infetti da HIV.

Età

Non sono disponibili dati di farmacocinetica negli anziani di età superiore a 65 anni.

Sesso

Sebbene la Cmax e la Cmin media erano approssimativamente più alte del 20% e l’AUC media era più alta del 16% nelle femmine in comparazione ai maschi, questa differenza non è stata considerata clinicamente significativa.

Etnicità

Non sono state identificate differenze farmacocinetiche clinicamente significative relative all’etnicità.

Popolazione pediatrica

In generale, la farmacocinetica dell’emtricitabina nei neonati, nei bambini e negli adolescenti (di età compresa tra 4 mesi e 18 anni) è simile a quella osservata negli adulti.

L’AUC media osservata in 77 neonati, bambini e adolescenti che ricevevano 6 mg/kg di emtricitabina una volta al giorno come soluzione orale o 200 mg di emtricitabina come capsule rigide una volta al giorno, era comparabile all’AUC media di 10,0 µg·h/mL osservata in 20 adulti che assumevano

200 mg come capsula rigida una volta al giorno.

In uno studio, non comparativo in aperto, sono stati ottenuti dati di farmacocinetica da 20 neonati, nati da madri infette da HIV, che avevano ricevuto due trattamenti per 4 giorni di soluzione orale di emtricitabina tra la prima settimana di vita e i 3 mesi di età alla dose di 3 mg/kg al giorno. Questa dose è la metà di quella approvata per neonati dell’età di 4 mesi ed oltre (6 mg/kg). La clearance apparente

relativa al corpo completo allo steady state (Cl/F) è aumentata con l’età per il periodo di 3 mesi con una corrispondente diminuzione nella AUC. L’esposizione plasmatica di emtricitabina (AUC) in neonati fino a 3 mesi di età che hanno ricevuto 3 mg/kg di emtricitabina una volta al giorno è stata simile a quella osservata utilizzando dosi di 6 mg/kg in adulti infetti da HIV e in bambini dell’età di 4 mesi e oltre.


Emtriva 200 mg capsule rigide: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Emtriva 200 mg capsule rigide agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Emtriva 200 mg capsule rigide è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Emtriva 200 mg capsule rigide: dati sulla sicurezza

I dati preclinici su emtricitabina non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno e tossicità della riproduzione e dello sviluppo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Emtriva 200 mg capsule rigide: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Emtriva 200 mg capsule rigide

Emtriva 200 mg capsule rigide: interazioni

Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.

Non esistono interazioni clinicamente significative quando emtricitabina è co-somministrata con indinavir, zidovudina, stavudina, famciclovir o tenofovir disoproxil fumarato.

Emtricitabina viene eliminata principalmente attraverso filtrazione glomerulare e secrezione tubulare attiva. Con l’eccezione di famciclovir e tenofovir disoproxil fumarato, non è stato valutato l’effetto della co-somministrazione di emtricitabina con medicinali escreti per via renale, o altri medicinali noti per influire sulla funzionalità renale. La co-somministrazione di emtricitabina e medicinali eliminati attraverso secrezione tubulare attiva può comportare un aumento delle concentrazioni seriche sia di emtricitabina che del farmaco co-somministrato, a causa della competizione per questa via di eliminazione.

Non ci sono ancora esperienze sulla co-somministrazione con analoghi della citidina. Di conseguenza, non può per ora essere raccomandato l’uso di emtricitabina in combinazione con lamivudina per il trattamento dell’infezione da HIV.


Emtriva 200 mg capsule rigide: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Emtriva 200 mg capsule rigide: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Tuttavia, i pazienti devono essere informati che durante il trattamento con emtricitabina sono stati segnalati capogiri.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco