Jorveza: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Jorveza (Budesonide): sicurezza e modo d’azione

Jorveza (Budesonide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Jorveza è indicato per il trattamento dell’esofagite eosinofila (EE) negli adulti (età superiore a 18 anni).

Jorveza: come funziona?

Ma come funziona Jorveza? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Jorveza

Categoria farmacoterapeutica: antidiarroici, antinfiammatori/antinfettivi intestinali, corticosteroidi ad azione locale, codice ATC: A07EA06

Meccanismo d’azione

Budesonide è un glucocorticosteroide non alogenato che esplica un effetto prevalentemente antinfiammatorio attraverso il legame al recettore dei glucocorticoidi. Nel trattamento della EE con Jorveza, budesonide inibisce la secrezione stimolata dall’antigene di molte molecole di segnalazione pro-infiammatorie, come la linfopoietina timica stromale, l’interleuchina 13 e l’eotassina 3 nell’epitelio esofageo, determinando una riduzione significativa dell’infiltrato infiammatorio eosinofilo nell’esofago.

Efficacia e sicurezza clinica

In uno studio clinico randomizzato, controllato verso placebo, in doppio cieco, di fase III (BUL- 1/EEA), comprendente 88 pazienti adulti con EE attiva (randomizzazione 2:1), 1 mg di budesonide somministrato due volte al giorno sotto forma di compressa orodispersibile per 6 settimane ha indotto la remissione clinico-patologica (definita come un picco <16 eosinofili/mm2 di campo ad alto ingrandimento nella biopsia esofagea e sintomi assenti o minimi di disfagia o dolore durante la deglutizione) in 34 pazienti su 59 (57,6%) rispetto a 0/29 pazienti (0%) del gruppo placebo.

L’estensione del trattamento in aperto con 1 mg di budesonide sotto forma di compressa orodispersibile due volte al giorno per altre 6 settimane nei pazienti senza remissione nella fase in doppio cieco ha innalzato la percentuale di pazienti con remissione clinico-patologica all’84,7%.

In uno studio clinico randomizzato, controllato verso placebo, in doppio cieco, di fase III

(BUL-2/EER) comprendente 204 pazienti adulti affetti da EE in remissione clinico patologica, i pazienti sono stati randomizzati per il trattamento con 0,5 mg di budesonide due volte al giorno, 1 mg di budesonide due volte al giorno o placebo, sotto forma di compresse orodispersibili, per

48 settimane. L’endpoint primario era la percentuale di pazienti senza fallimento terapeutico, inteso come recidiva clinica (gravità della disfagia o dolore durante la deglutizione ?4 punti su una scala di valutazione numerica da 0 a 10 rispettivamente) e/o recidiva istologica (picco ? 48 eosinofili/mm2 per campo ad alto ingrandimento), e/o impatto di bolo alimentare con necessità di intervento endoscopico e/o dilatazione endoscopica, e/o prematura interruzione per qualsisi motivo. Alla settimana 48, l’assenza di fallimento terapeutico è stata riscontrata in un numero significativamente maggiore di pazienti nei gruppi trattati con una dose da 0,5 mg (73,5%) e 1 mg (75%) due volte al giorno rispetto al gruppo trattato con placcebo (4,4%).

L’endpoint secondario “remissione profonda della malattia”, o remissione clinica, endoscopica e istologica profonda, più stringente ha dimostrato un’efficacia clinica significativamente maggiore nel gruppo trattato con una dose da 1 mg (52,9%) due volte al giorno rispetto a quello trattato con una dose da 0,5 mg (39,7%) due volte al giorno, indicando che una dose maggiore di budesonide è efficace per ottenere e mantenere una remissione profonda della malattia.

Per informazioni sulle reazioni avverse osservate, vedere paragrafo 4.8.


Jorveza: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Jorveza, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Jorveza

Assorbimento

Dopo somministrazione di Jorveza, la budesonide è rapidamente assorbita. I dati farmacocinetici dopo somministrazione di singole dosi di 1 mg di budesonide in soggetti sani a digiuno in due diversi studi mostrano un tempo di latenza mediano di 0,17 ore (intervallo 0,00 – 0,52 ore) e un tempo mediano al picco di concentrazione plasmatica di 1,00 – 1,22 ore (intervallo 0,50 – 2,00 ore). Il picco medio di concentrazione plasmatica (± deviazione standard) era di 0,44 – 0,49 ng/mL (intervallo

0,18 – 1,05 ng/ml) e l’area sotto la curva concentrazione plasmatica–tempo (AUC0-00) era di 1,50 ± 2,23 hr*ng/mL (intervallo 0,81 – 5,14 hr*ng/ml).

Per la dose da 4 mg di budesonide sono disponibili dati farmacocinetici per dose singola in pazienti a digiuno affetti da EE: il tempo di latenza mediano era di 0,00 ore (intervallo 0,00 – 0,17), il tempo mediano al picco di concentrazione plasmatica era di 1,00 ora (intervallo 0,67 – 2,00 ore); il picco di concentrazione plasmatica era di 2,56 ± 1,36 ng/mL e l’AUC0-12 era di 8,96 ± 4,21 hr*ng/mL.

Nei pazienti è stato osservato un aumento del 35% del picco di concentrazione plasmatica e un aumento del 60% dell’AUC0-12 in confronto ai soggetti sani.

È stata dimostrata la proporzionalità della dose dell’esposizione sistemica (Cmax e AUC) dalle compresse orodispersibili da 0,5 mg a quelle da 1 mg.

Distribuzione

Il volume apparente di distribuzione era di 35,52 ± 14,94 L/kg dopo somministrazione orale di 1 mg di budesonide in soggetti sani e di 42,46 ± 23,90 L/kg dopo somministrazione di 4 mg di budesonide in pazienti con EE. Il legame alle proteine plasmatiche è pari in media all’85-90%.

Biotrasformazione

Il metabolismo di budesonide nei pazienti con EE è ridotto in confronto ai soggetti sani e, di conseguenza, le concentrazioni plasmatiche di budesonide sono aumentate.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione mediana è di 2-3 ore nei soggetti sani (che ricevono 1 mg di budesonide) e di 4-5 ore nei pazienti con EE (che ricevono 4 mg di budesonide). La clearance della budesonide è di circa 13-15 L/ora/kg nei soggetti sani e di 6,54 ± 4,4 L/ora/kg nei pazienti con EE. La budesonide viene eliminata dal rene in quantità trascurabili. Nelle urine sono stati riscontrati soltanto i metaboliti della budesonide, ma non la budesonide stessa.

Compromissione epatica


Jorveza: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Jorveza agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Jorveza è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Jorveza: dati sulla sicurezza

I dati preclinici in studi tossicologici acuti, subcronici e cronici condotti con budesonide hanno fatto registrare atrofia del timo e della corteccia surrenale ed una riduzione in particolare dei linfociti.

La budesonide non ha presentato effetti mutageni in una serie di test in vitro e in vivo.

Un numero leggermente accresciuto di focolai epatici basofili è stato osservato in studi cronici condotti con budesonide sul ratto ed in studi di cancerogenicità è stata osservata una maggiore incidenza di neoplasie epatocellulari primitive, di astrocitomi (nei ratti di sesso maschile) e di tumori mammari (nei ratti di sesso femminile). Questi tumori sono dovuti probabilmente all’azione sul recettore specifico degli steroidi, all’aumentato carico metabolico e a effetti anabolici sul fegato, effetti conosciuti anche per altri glucocorticosteroidi e rilevati in studi condotti sul ratto, che perciò rappresentano un effetto di classe in questa specie.

La budesonide non ha avuto effetti sulla fertilità nel ratto. Negli animali in gestazione, la budesonide, come altri glucocorticosteroidi, ha dimostrato di causare morte fetale e anomalie dello sviluppo fetale (dimensioni minori dei cuccioli, ritardo di crescita intrauterina del feto e anomalie scheletriche). È stato riportato che alcuni glucocorticoidi producono palatoschisi negli animali. La rilevanza clinica di questi dati nell’uomo non è stata stabilita (vedere paragrafo 4.6.).


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Jorveza: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Jorveza

Jorveza: interazioni

La co-somministrazione per via orale di 200 mg di ketoconazolo una volta al giorno ha fatto registrare un aumento della concentrazione plasmatica di budesonide (dose singola da 3 mg) all’incirca di sei volte. In caso di somministrazione di ketoconazolo approssimativamente 12 ore dopo budesonide, è stato rilevato un aumento della concentrazione plasmatica di budesonide di circa tre volte.

Estrogeni, contraccettivi orali

Sono state segnalate elevate concentrazioni plasmatiche ed effetti potenziati dei glucocorticosteroidi nelle pazienti di sesso femminile che assumevano anche estrogeni o contraccettivi orali. Questo effetto non è stato osservato con budesonide in caso di assunzione concomitante di contraccettivi orali di associazione a dosi ridotte.

Glicosidi cardiaci

L’azione dei glicosidi può essere potenziata dalla carenza di potassio, che è una reazione avversa potenziale e nota dei glucocorticoidi.

Saluretici

L’uso concomitante di glucocorticoidi può provocare un aumento dell’escrezione di potassio e peggiorare l’ipokaliemia.


Jorveza: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Jorveza: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Jorveza non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco