Nolpaza: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti (Pantoprazolo Sodico Sesquidrato): sicurezza e modo d’azione

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti (Pantoprazolo Sodico Sesquidrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Adulti ed adolescenti dai 12 anni in su

Esofagite da reflusso.

Adulti

Eradicazione dell’Helicobacter pylori (H. pylori) in combinazione con idonea terapia antibiotica nei pazienti con ulcere associate ad H. pylori.

Ulcera gastrica e duodenale.

Sindrome di Zollinger Ellison e altre condizioni patologiche ipersecretive.

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: come funziona?

Ma come funziona Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti

Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica Codice ATC: A02BC02

Meccanismo di azione

Il pantoprazolo è un sostituto benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco bloccando specificatamente le pompe protoniche delle cellule parietali.

Il pantoprazolo viene trasformato nella sua forma attiva nell’ambiente acido delle cellule parietali dove inibisce l’enzima H+, K+ ATPasi, cioè nella fase finale della produzione dell’acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e influisce sia sulla secrezione acida basale che sulla secrezione acida stimolata. Nella maggior parte dei pazienti la scomparsa dei sintomi si raggiunge entro due settimane. Come con altri inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H 2, il trattamento con il pantoprazolo determina una riduzione dell’acidità nello stomaco e quindi un aumento della gastrina proporzionalmente alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all’enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, può inibire la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione con altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è lo stesso se il prodotto è somministrato per via orale o endovenosa.

I valori della gastrina a digiuno aumentano durante il trattamento con il pantoprazolo. Nell’assunzione a breve termine, di solito tali valori non eccedono i limiti superiori della norma. Durante il trattamento a lungo termine, i livelli di gastrina raddoppiano nella maggior parte dei casi. Un aumento eccessivo, comunque, si verifica solo in casi isolati. Conseguentemente, in una minoranza dei casi durante il trattamento a lungo termine si è osservato un aumento da lieve a moderato del numero delle cellule endocrine specifiche (ECL) nello stomaco (iperplasia da semplice ad adenomatoide). Tuttavia, sulla base degli studi condotti fino ad ora, non è stata osservata nell’uomo la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici riscontrata nell’ambito degli esperimenti condotti sugli animali (vedere paragrafo 5.3).

Durante il trattamento con medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida. Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.

Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.

Sulla base dei risultati degli studi condotti sugli animali, non si può del tutto escludere un’influenza di un trattamento a lungo termine del pantoprazolo superiore ad un anno sui parametri endocrini della tiroide.


Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti

Assorbimento

Il pantoprazolo viene rapidamente assorbito e la concentrazione plasmatica massima si raggiunge anche dopo una singola dose orale di 40 mg. In media, le concentrazioni sieriche massime sono pari a 2-3 ?g/ml dopo circa 2,5 ore dalla somministrazione, e questi valori rimangono costanti dopo somministrazione multipla.

La farmacocinetica non varia dopo la somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi compreso tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è lineare sia dopo la somministrazione orale che dopo quella per via endovenosa.

La biodisponibilità assoluta delle compresse è del 77% circa. L’assunzione concomitante di cibo non ha influenza sull’AUC, sulla concentrazione sierica massima e sulla biodisponibilità. Solo la variabilità del tempo di induzione aumenta con l’assunzione concomitante di cibo.

Distribuzione

Il legame del pantoprazolo con le proteine sieriche è del 98% circa. Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg.

Eliminazione

L’eliminazione renale rappresenta la via di escrezione principale (circa l’80%) per i metaboliti del pantoprazolo, la parte restante viene escreta con le feci. Il metabolita principale nel siero e nelle urine è il desmetilpantoprazolo che è coniugato con il solfato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più lunga di quella del pantoprazolo.

Caratteristiche in pazienti/gruppi speciali di soggetti Compromissione epatica o renale

Non è richiesta alcuna riduzione della dose quando il pantoprazolo viene somministrato in pazienti con compromissione della funzione renale (inclusi pazienti in dialisi). Come nei soggetti sani, l’emivita del pantoprazolo è breve. Solo una piccolissima quantità di pantoprazolo è dializzata. Anche se il metabolita principale ha un’emivita moderatamente ritardata (2-3 ore), l’escrezione è comunque rapida e quindi non si verifica accumulo.

Anche se nei pazienti con cirrosi epatica (classi A e B secondo Child), i valori di emivita aumentano di 7-9 ore e i valori di AUC aumentano di un fattore di 5-7, la concentrazione sierica massima aumenta solo lievemente di un fattore di 1,5 rispetto ai soggetti sani.

Anziani

Il lieve aumento dell’AUC e della Cmax riscontrato in un gruppo di volontari anziani rispetto alle controparti giovani non è clinicamente rilevante.

Altre popolazioni speciali

Popolazione pediatrica

In seguito alla somministrazione di dosi orali singole di 20 o 40 mg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 5 e 16 anni, i valori di AUC e Cmax sono risultati nell’intervallo dei corrispondenti valori degli adulti.

A seguito della somministrazione di singole dosi ev di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 2 e 16 anni non si è riscontrata alcuna associazione significativa tra la clearance del pantoprazolo e l’età o il peso. L’AUC e il volume di distribuzione concordavano con i dati degli adulti.


Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: dati sulla sicurezza

I dati preclinici non hanno evidenziato rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità per dosi ripetute e genotossicità.

Nell’ambito di studi di carcinogenicità di due anni condotti nei ratti, sono state riscontrate neoplasie neuroendocrine. In aggiunta, sono state trovate cellule squamose di papilloma a nel prestomaco dei ratti. Il meccanismo con cui i sostituti benzimidazolici causano la formazione di carcinoidi gastrici è stato oggetto di studi approfonditi, sulla base dei quali si può concludere che si tratta di una reazione secondaria agli elevati livelli sierici di gastrina che si manifestano nei ratti durante il trattamento cronico con alte dosi. Nell’ambito degli studi di due anni condotti su roditori, è stato osservato un

aumento del numero di tumori del fegato nei ratti e nelle femmine di topo e ciò è stato interpretato come causa dell’elevato tasso metabolico del pantoprazolo nel fegato.

È stato osservato un lieve aumento di modificazioni neoplastiche della tiroide nel gruppo di ratti che ricevevano la dose più elevata (200 mg/kg). La comparsa di queste neoplasie è associata alle modifiche indotte dal pantoprazolo nella degradazione della tiroxina nel fegato dei ratti. Poiché la dose terapeutica negli uomini è bassa, non sono previsti effetti dannosi a carico delle ghiandole tiroidee.

Negli studi di riproduzione sugli animali, si sono riscontrati segni di lieve fetotossicità a dosi superiori a 5 mg/kg.

Gli studi non hanno evidenziato prove di fertilità compromessa o di effetti teratogeni. È stato studiato l’attraversamento della placenta nei ratti e ed è stato riscontrato che esso aumenta nella gestazione avanzata. Conseguentemente, la concentrazione del pantoprazolo nel feto risulta lievemente aumentata prima della nascita.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: interazioni

Medicinali la cui farmacocinetica di assorbimento dipende dal pH

A causa del suo potente effetto di inibizione a lungo termine della secrezione gastrica acida, il pantoprazolo può interferire con l’assorbimento di altri farmaci per i quali il pH gastrico è un importante determinante della disponibilità orale, come alcuni antimicotici azolici (per es. ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo ed altri medicinali come erlotinib).

Inibitori della proteasi dell’HIV

La somministrazione concomitante di pantoprazolo non è raccomandata con gli inibitori della proteasi dell’HIV il cui assorbimento dipende dal pHacido intragastrico quali atazanavir a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità, (vedere paragrafo 4.4).

Se la combinazione degli inibitori della proteasi dell’HIV con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (es. carica virale). Non deve essere superata una dose di 20mg di pantoprazolo al giorno. È necessario aggiustare il dosaggio degli inibitori della proteasi dell’HIV.

Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin)

La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fenprocumone non ha influenzato la farmacocinetica di warfarin, fenprocumone o dell’INR. Tuttavia, ci sono state segnalazioni di aumento del tempo di protrombina e INR nei pazienti in trattamento con PPI e warfarin o fenprocumone in concomitanza. Incrementi dell’INR e tempo di protrombina possono portare a sanguinamento anormale, e persino al decesso. I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fenprocumone possono avere bisogno di essere monitorati per aumento dell’INR e tempo di protrombina

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Metotressato

È stato riportato che l’uso concomitante di alte dosi di metotressato (ad es. 300 mg) ed inibitori di pompa protonica aumenta i livelli di metotressato in alcuni pazienti. Pertanto laddove vengano somministrate alte dosi di metotressato, ad es. per il cancro e la psoriasi, va considerata una sospensione temporanea del pantoprazolo.

Altri studi di interazione

Studi di interazione con farmaci anch’essi metabolizzati attraverso questi sistemi enzimatici, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato interazioni clinicamente significative.

Un’interazione del pantoprazolo con altri prodotti o composti medicinali, che vengono metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico, non può essere esclusa.

Non si sono osservate interazioni durante la somministrazione concomitante di antiacidi.

Sono stati condotti anche studi di interazione sulla somministrazione concomitante del pantoprazolo e antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina) e non sono state riscontrate interazioni clinicamente significative.

Una riduzione della dose può essere considerata per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo, o quelli con compromissione epatica.


Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Nolpaza 40 mg compresse gastroresistenti: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Il pantoprazolo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Si possono manifestare reazioni avverse come capogiri e disturbi della vista (vedere paragrafo 4.8). In tal caso, i pazienti non devono guidare o utilizzare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco