Xenazina: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Xenazina 25 mg compresse (Tetrabenazina): sicurezza e modo d’azione

Xenazina 25 mg compresse (Tetrabenazina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Disordini del movimento associati a Corea di Huntington.

Xenazina 25 mg è indicato anche nel trattamento della discinesia tardiva da moderata a severa invalidante e/o socialmente imbarazzante. Tale condizione deve permanere anche dopo sospensione di una terapia con antipsicotici, oppure nei casi in cui non c’e’ possibilità di interrompere il trattamento antipsicotico; indicato anche in casi in cui la discinesia persiste nonostante riduzione del dosaggio dell’antipsicotico o sostituzione con antipsicotici atipici.

Xenazina 25 mg compresse: come funziona?

Ma come funziona Xenazina 25 mg compresse? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Xenazina 25 mg compresse

Categoria farmacoterapeutica: Altri farmaci del sistema nervoso. Codice ATC: N07XX06

La tetrabenazina è un inibitore specifico, ad alta affinità, della captazione delle monoammine nelle vescicole granulari dei neuroni presinaptici del sistema nervoso centrale.

Tetrabenazina agisce in modo simile alla reserpina, rispetto alla quale, tuttavia, presenta attività periferica trascurabile ed una durata d’azione più ridotta.

Nella sperimentazione animale, tetrabenazina ha ridotto l’attività motoria spontanea in misura dose- dipendente; la durata d’azione è stata di 5-6 ore.


Xenazina 25 mg compresse: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Xenazina 25 mg compresse, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Xenazina 25 mg compresse

Tetrabenazina è rapidamente e quasi completamente assorbita dal tratto gastrointestinale. La sua biodisponibilità orale è bassa e assai variabile a causa dell’elevato effetto di primo passaggio epatico. Il legame alle proteine plasmatiche è dell’83-85%. La biodisponibilità del suo principale metabolita, la idrossitetrabenazina, è superiore all’80%. Il volume di distribuzione è elevato. Solo piccole quantità si rintracciano immodificate nelle urine. Dati pubblicati riportano che la idrossitetrabenazina è attiva quanto la tetrabenazina nella deplezione delle ammine cerebrali ed e’ quindi probabile che questo metabolita

sia il principale responsabile dell’effetto terapeutico. Sia la tetrabenazina che la idrossitetrabenazina superano facilmente la barriera ematoencefalica.


Xenazina 25 mg compresse: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Xenazina 25 mg compresse agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Xenazina 25 mg compresse è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Xenazina 25 mg compresse: dati sulla sicurezza

Gli studi sugli animali hanno dimostrato che la tetrabenazina interviene nel metabolismo delle ammine biogene, come la serotonina e la noradrenalina, e che tale attività è prevalentemente circoscritta al sistema nervoso centrale. Si ritiene che gli effetti della tetrabenazina sulle ammine cerebrali spieghino gli effetti clinici osservati nell’uomo.

Nei test di tossicità per lo sviluppo non vi era alcuna evidenza di mortalità in utero, di ritardo della crescita o di teratogenicità in ratti e conigli. In uno studio perinatale e postnatale nei ratti, sono state osservate morti neonatali. Tuttavia in base all’inadeguata assistenza materna osservata nelle madri ratte e alla tipologia delle morti dei piccoli di ratto, gli effetti osservati in questo studio sono imputabili alla deficienza di cure materne alla nascita o poco dopo la nascita, piuttosto che a un effetto diretto su qualsiasi parametro di sviluppo o riproduttivo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Xenazina 25 mg compresse: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Xenazina 25 mg compresse

Xenazina 25 mg compresse: interazioni

Levodopa

Tetrabenazina inibisce l’azione di levodopa e quindi ne attenua l’effetto.

Inibitori delle monoaminossidasi

Tetrabenazina non deve essere somministrata in presenza di inibitori delle MAO a causa del rischio di possibili gravi interazioni che danno origine a crisi ipertensive (vedere paragrafo 4.3). Devono trascorrere almeno 14 giorni tra la sospensione di un inibitore delle MAO e l’inizio del trattamento con tetrabenazina.

Uso concomitante di farmaci neurolettici

Reazioni avverse associate alla tetrabenazina, come il prolungamento dell’intervallo QTc, la sindrome neurolettica maligna e disturbi extrapiramidali potrebbero essere esacerbate dall’uso concomitante di antagonisti dopaminergici. Vi è un potenziale rischio di impoverimento significativo della dopamina quando si somministra tertrabenazina contemporaneamente ad agenti neurolettici (ad esempio aloperidolo, clorpromazina, metoclopramide, ecc.) ed i pazienti devono essere monitorati clinicamente per riscontrare l’eventuale insorgenza di parkinsonismo. La sindrome neurolettica maligna è stata osservata in casi isolati.

Farmaci antipertensivi e beta bloccanti

L’uso concomitante di tetrabenazina con farmaci anti-ipertensivi e beta-bloccanti puó aumentare il rischio di ipotensione ortostatica.

Farmaci che deprimono il Sistema Nervoso Centrale

Si deve prendere in considerazione la possibilitá che si manifestino effetti sedativi additivi quando tetrabenazina viene utilizzata in combinazione con depressori del SNC (incluso alcool, neurolettici, ipnotici e oppiacei).

Farmaci che prolungano l’intervallo QTc

Tetrabenazina deve essere usata con prudenza se assunta con sostanze note per prolungare l’intervallo QTc, inclusi farmaci antipsicotici (es. clorpromazina, tioridazina), antibiotici (es. gatifloxacina, moxifloxacina) e farmaci antiaritmici di classe IA e III (es. chinidina, procainamide, amiodarone, sotalolo).

Reserpina

L’uso concomitante di tetrabenazina e reserpina è controindicato (vedì par.4.3). La reserpina lega irreversibilmente VMAT2 ed il suo effetto dura diversi giorni. Si deve porre attenzione nel passaggio di un paziente da reserpina a tetrabenazina. Il medico deve attendere la ricomparsa della corea prima di somministrare tetrabenazina, in modo da evitare il sovradosaggio ed una ulteriore deplezione di serotonina e noradrenalina nel Sistema Nervoso Centrale. Dato che gli effetti della reserpina possono essere prolungati, si deve effettuare una valutazione clinica nello stabilire la durata della sospensione prima di iniziare la terapia con tetrabenazina.

Digossina

La digossina è un substrato della P-glicoproteina. Uno studio su volontari sani ha dimostrato che la tetrabenazina (25mg due volte al giorno per tre giorni) non influenza la biodisponibilità della digossina, suggerendo che a questa dose la tetrabenazina non influenza la P-glicoproteina nel tratto intestinale. Anche studi in vitro suggeriscono che la tetrabenazina e i suoi metaboliti non sono inibitori della P- glicoproteina.

Il pretrattamento con antidepressivi triciclici potrebbe limitare o capovolgere gli effetti della tetrabenazina, dando luogo ad effetti paradossi.

Studi nell’animale hanno evidenziato che la difenilidantoina antagonizza gli effetti della tetrabenazina sulla locomozione.


Xenazina 25 mg compresse: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Xenazina 25 mg compresse: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

I pazienti devono essere avvertiti che Xenazina 25 mg può causare sonnolenza e quindi alterare la capacità di svolgere certe attività (guidare, usare macchinari, ecc.).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco