ARNICA
Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini
(Arnica montana L. – Fam. Composite/Tubuliflore/Senecionee)
Arnica- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018
Indice dei contenuti
- Generalità
- Componenti principali
- Proprietà farmacologiche
- Estratti e preparati vari
- Preparazioni usuali e Formule
- Bibliografia
Generalità
Etimologia: Nome volgare – Erba benedetta delle montagne, Starnutella. Habitat – In tutte le montagne dell’Europa. Fiorisce, secondo le regioni, in giugno, luglio. Parti usate – I fiori, il rizoma con le radici, raccolto in autunno. (Arnicae |
Componenti principali
a) dei fiori: olio essenziale 0,04-0,14%, secondo Schimmel (1)(2); secondo Grilner e Spaich (3) in maggio 0,28-0,65% nella droga fresca, 1,3-3,3% nella secca, in agosto 0,73-0,85% nella droga fresca, 1,9-3,8% nella secca (3).
Nell’estratto etereo-petrolico Dieterle e Fay ( 4) hanno trovato in prevalenza acido oleico ed inoltre gli acidi laurico e palmitico e piccole quantità degli acidi stearico e diossistearico.
Altri componenti della droga: colina (0,1% nei fiori secchi) (5)(6), gli alcooli triterpenici arnisterina o arnidendrolo o arnidiolo C30H50O2 (7) (8) (9) e faradiolo C30H50O2 (8) (10), riferibili al gruppo del lupano; inoltre sterine (10), un alcool C24H50O, identificabile con l’alcool carnaubilico (10), una paraffina C30H62,(7) (8) (10), acido caffeico (11), sostanze coloranti di natura carotinoide; xantofilla, xantofillepossido e zeaxantina (12). Dieterle ed Engelhard (8) hanno esclusa la presenza del composto amaro arnicina, segnalato 1n precedenza.
b) della radice: olio etereo 0,5-1,5% (2), acido caffeico (11), acidi fumarico e succinico, inulina 12%, fruttosio 2,5%, saccarosio 1%, tannino catechico 2%; ceneri (Na, K, Mg, Ca, Fe, Mn, SO4, PO4) (13).
Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico
La tintura di Arnica è usata esternamente come antiechimotico, revulsivo e risolvente. La tintura diluita al 10-20% (onde evitare lesioni cutanee eritematose ed anche vere vescicazioni, allorchè venga applicata pura o non sufficientemente diluita), è indicata per applicazioni locali, nelle lesioni traumatiche senza soluzione di continuità dei tessuti (ecchimosi ecc.).
Attualmente le preparazioni di Arnica non vengono più usate per via interna, per quanto esse potrebbero trovare ancora qualche utile applicazione terapeutica.
Richaud (14) trovò che l’Arnica diminuendo la conducibilità ed i riflessi spinali, dovrebbe essere considerata come un tipico paralizzante spinale.
L’azione moderatrice dell’attività riflessa sarebbe stata confermata clinicamente da Dani Hervonet (15) il quale afferma di aver ottenuto, somininistrando la tintura d’Arnica alla dose di 25-50 gocce mattino e sera, nel trattamento dell’arteriosclerosi e dell’arteriospasmo, un’azione sedativa generale con marcata azione elettiva sul sistema arterioso e sul cuore. L’ A. considera l’Arnica come un medicamento privo di tossicità se impiegato alle dosi indicate e da lui ritenute sufficientemente attive.
Skakun e Zhulkevich (16) trovarono che un estratto di fiori d’Arnica, somministrato alla dose di 1 cc, ha provocato nei cani un aumento notevole del flusso della bile, nella quale però il contenuto degli acidi biliari era leggermente diminuito percentualmente. Un estratto ottenuto dalle foglie si è dimostrato invece, sotto questo aspetto, del tutto inattivo.
Estratti e preparati vari
a) Estratto fluido fiori per tintura ( g 1 = 40 gtt ).
(per uso esterno)
b) Estratto fluido fiori (g 1 = 30 gtt).
(per uso esterno)
e) Estratto fluido rizoma e radici (g 1 = 40 gtt).
(per uso esterno)
d) Tintura F.U. rizomi e radici al 10% di droga.
(per uso esterno)
Preparazioni usuali e formule galeniche
Tintura F.U. | |
Estratto fluido arnica rizomi e radici | g.10 |
Alcool di 70° | g.90 |
Posologia | per uso esterno |
Soluzione sostituibile all’infuso | |
Estratto fluido arnica fiori | g. 1 |
Acqua | q.b. a g. 100 |
Posologia | per uso esterno |
BIBLIOGRAFIA
(1) SCHIMMEL, Ber. Schlmmd, ottobre 1889, 5; ottobre 1891, 4 – (2) GUENTHER E., The Essentlal Olls, 1952, voi. V, 426 – (3) GRiiNER S. e SPAICH W,, Arch. Pharm., 287, 243, 19!14 -..(4) DIETERLE e FAY, Arch. Pharm., 227, 65, 1939 – {5) FORST, Arch. txp. Path. u. Pharm., 201, 243, 1943 – (6) THIES, Pharm. lnd., 10, 289, 1943 – (7) KLOBB, Pharm. Ztg., 40, 846, 1905; Bull. Soc. Chlm., 7, 940, 1910 – (8) OIETERLE e ENGELHARD, Arch. Pharrn., 276, 225, 1940; OIETERLB H. e SCHREIBER J., Arch. Pharrn., 279, 312, 1941 – (9) ZIMMERMANN, Helv. Chlm. Acta, 24, 393, 1941 – (10) CORCILJUS F., Àrch. Pharm., 289/61, 75, 1956 – (11) PASSERINI e PAPINI, Il Farmaco, Ed. Sclent., 3, 526, 1948 – (12) KARRER P., JUCKER E. e KRAUSB VOITH E., Helv. Chlrn. Acta, 30, 537, 1947 – (13) THIES e HERRLlNGER, Pharmar.le, j, 119 e 347, 1950 – (14) RICHAUO A., Soc. de Blol., 11, 1, 1922, e 21, t, 1922 – (lS) DANI HERVONET, Journ. des Pratlc., 7 Sett. 19!10 – (16) SKAKUN N. P. e ZHULKEVICH, Farmakol. I. Tok.rlkol., 18, 2, 45, 1955.