Poligala Virginiana: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Poligala Virginiana

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

(Polygala Senega L. – Fam. Polygalacee) (Sin. – Polygala grandiflora Walt. e var. albida Mich., rosea Mich., tenuifolia Pursh., latifolia Toney e Gray.)

Poligala Virginiana- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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poligalavirginiana

Etimologia – Polygala (vedi Polygala vulgaris L.).

Senega (o Seneca, Seneka, Senecka) deriva da Sénékas, nome della tribù indiana pellirosse dell'ovest dello stato di New York, che usava la radice come rimedio abituale contro il morso del crotalo, nome a sua volta derivante dall’indiano (Oregon) snake = serpente ed attribuito anche, in quel paese, ad un lago ed un fiume ed alle relative cascate: Seneka-falls. Da ciò anche il nome commerciale Seneka Snakeroot.

Nomi volgari Rattlesnake root (ingl.), racine de serpent à sonnettes, polygale de Virginie (fr.). klapperschlangenwurz (ted.), poligala de Virginia (spagn.).

Habitat Originaria dalle regioni montagnose e secche, nei luoghi petrosi, sabbiosi e soleggiati, della Virginia (U.S.A.). La specie tipo si trova (o si trovava) spontanea, ora rarefatta, nelle stazioni naturali anche in Pennsylvania, nel Maryland, nel sud/Carolina, in Georgia, nel Tennesee, Kentuky, Texas. Viene ora coltivata. La var. o s.sp. latifolia Toney e Gray, con la var. dentata è coltivata nel Dakota, Minnesota, Wisconsin, Illinois, Indiana, Missouri. Il tipo alligna nel Canada nel Nouveau-Brunswick, Manitoba, Saskatchewan, Alberta.

A seconda della provenienza della droga, si denomina Poligala dell'Ovest (Canada [Manitoba], Dakota, Minnesota [U.S.A.]), del Nord (Stati del n/est degli U.S.A.), del Sud (Stati del sud e sud/est degli U.S.A. [Virginia] ).

Pianta erbacea perenne.

Nota In Canada alligna una specie affine la Polygala pauciflora Willd. (luoghi umidi del Saskatchewan e Nouveau-Brunswick) le cui piccole radici sono talvolta offerte come P. Senega.

Parti usate I rizomi (corone) con le radici (Senegae radix F.U.).

Componenti principali

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Saponine di composizione chimica non determinata (1) (2). Kobert (1) ha estratto due saponine (senegina, senegone): 10 % dalle radici fresche, solo il 2 % dalle radici vecchie. Dafert e Kalman (2) hanno ricavato ca. 10% di una saponina neutra, che per scissione idrolitica produce glucosio, arabinosio, un metilpentosio ed una genina (senegenina) non identificata. Dalla idrolisi completa della saponina (senegina), ottenuta dalla P. Senega, Wedekind e Krecke (3) hanno riferito di avere separato una genina triterpenica in forma cristallina (acido senegeninico o senegenina), C28H48(OH)2(COOH)2(?). Jacobs e Isler (4) hanno trovato 2,5 % di saponina (senegina), da cui per idrolisi sono state ricavate due sapogenine: una di queste (senegenina), con formula bruta C30H44O8 oppure C30H46O8, conterrebbe due gruppi carbossilici, due gruppi ossidrilici ed un legame lattonico; l’altra con formula C29H46O6 oppure C29H44O6. Shamma e Reiff (4a) per la senegenina hanno stabilito la formula C30H44O8 ed hanno riferito che ad essa deve probabilmente attribuirsi la struttura di triterpene tetraciclico.

Altre esperienze sono state condotte sull’estrazione delle saponine (5). Bozena Pasich (6) con saggi cromatografici qualitativi ha rilevato la presenza, nelle saponine della P. Senega, di due componenti triterpenoidi.

Oltre alle saponine, sono stati segnalati i seguenti componenti;

— a-spinasterina, C29H48O, è stata isolata per la prima volta dalle foglie dello Spinacio (Spinacia oleracea L.) da Heyl e coll. (7) (8) e successivamente dalle radici della Polygala Senega L. da Simpson (9). La formula di struttura (I), determinata da Barton (10) (11), è stata confermata mediante sintesi parziale da Fieser, Fieser e Chakravarti (12).

poligalavirginiana Figura 1

— poligalitolo, C6H12O5, già trovato nella Polygala amara L. (13), P. vulgaris L. (14) e nella P. tenuifolia (15), è stato estratto anche dalla Polygala Senega (16) (17).

— olio etereo 0,25-0,33 % con salicilato di metile (1,6%) e con valerianato di metile; l'olio etereo manca nelle radici conservate per lungo tempo (18).

— acidi acetico, valerianico, malico; acido salicilico libero 0,06 % e come estere metilico 0,01% nelle radici secche (18).

— olio grasso 4,55% con oleina 79,3%, acidi grassi liberi 19,75%, palmitina 7,93%, insaponificabile 12,78% (19).

— resina sino a 0,9% (18).

— pectine (18).

— un enzima (20), che determina la scissione della saponina durante il magazzinaggio della droga e dei preparati di questa (21-23).

— quattro esteri ossicinnamici, derivati dagli acidi p-cumarico, ferulico, sinapico e 3,4,5-trimetossicinnamico. E’ probabilmente presente anche un estere dell’acido p-metossi-cinnamico, che è stato ottenuto per idrolisi diretta dell’estratto di Polygala Senega. In questi esteri uno o due tipi di residui ossicinnamoilici sono presenti in associazione con D-glucosio (24).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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La Poligala virginiana venne introdotta in Europa nella prima metà del 1700 dal medico inglese Tennent il quale ebbe la possibilità di conoscerla durante il suo soggiorno in Virginia dove essa era usata dagli indiani Senega contro le morsicature dei serpenti.

I preparati di Poligala virginiana, come quelli di tutte le droghe a contenuto saponinico, irritano le mucose con le quali vengono poste in contatto e, se ingeriti a dosi elevate, determinano irritazione della bocca, salivazione abbondante, forte irritazione gastrica con sensazione di bruciore, coliche, diarrea, nausea e vomito dovuto ad eccitazione riflessa del centro del vomito per irritazione delle terminazioni emetico-sensitive della mucosa Gastrica.

Somministrati in dosi terapeutiche i preparati di Poligala virginiana non provocano il vomito ma una sensazione di nausea lieve e durevole che determina aumento e fluidificazione della secrezione bronchiale.

La differenza esistente fra dose espettorante e dose emetica è, per la Poligala virginiana, come pure per la Poligala nostrale, molto elevata per cui essa viene comunemente impiegata come espettorante nell’asma e nelle varie forme di bronchite.

Come già detto a proposito della Poligala nostrale il contenuto in saponine totali di questa, è leggermente inferiore a quella della Poligala virginiana ma in questa è superiore il contenuto delle saponine neutre emolitiche, più tossiche delle saponine acide non emolitiche [Lodi (25)].

La Poligala è controindicata nei casi di emottisi e in alcune affezioni infiammatorie gastrointestinali (gastriti, ulcera gastrica o duodenale, enteriti, coliti).

I preparati di Poligala più comunemente usati sono il decotto al 10 % di droga o soluzioni alla stessa percentuale di estratto fluido e lo sciroppo.

Sconsigliabile è l’impiego della polvere della droga per la sua azione irritante sulla mucosa gastrica.

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido F.U. (g 1 = XLVI gtt).

Dosi: g 0,5-1 pro dose più volte pro die.

b) Estratto fluido per sciroppo (g 1 = XXXIII gtt).

Dosi: come sopra.

c) Tintura F.U. al 20% di droga.

Dosi: g 2,5-5 pro dose più volte pro die.

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido poligala virginiana F.U………………………. g 20

Alcool di 60°…………………………………………………………….. g 80

(g 2,5-5 pro dose più volte pro die).

Sciroppo

Estratto fluido poligala virginiana per sciroppo………. g 3

Sciroppo semplice F.U……………………………………………. g 97

Sciroppo espettorante

Estratto fluido poligala virginiana

Estratto fluido scilla……………………………………………. ana g 35

Ammonio carbonato………………………………………………. g 18

Acqua…………………………………………………………………………. g 85

Sciroppo tolù q. b. a………………………………………………. g 1000

Pozione (nelle bronchiti croniche)

Tintura poligala virginiana …………………………………….. g 6

Tintura belladonna…………………………………………………. g 1

Tintura scilla…………………………………………………………… g 2

Essenza trementina…………………………………………….. g 0,10

Sciroppo cedro q. b. a……………………………………………… g 125

(un cucchiaio ogni 4 ore).

BIBLIOGRAFIA

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(1) KOBERT, Ber., 22, 205, 1912 • (2) DAFERT e KALMAN. Pharm. Acla Helv., 5, 77, 1930 – (3) WEDEKIND E., KRECKE R„ Ber.. 57, 1118, 1929; Zeitschr. Fhyshl. Chem., 155. 122, 1926 – (4) JACOBS e ISLER, J. Blol. Chem.. 119, 155, 1937 – (4a) SMAMMA M. e REIFF L. P., Chem. Ind.. 1272. 1960; Chem. Abs.. 55, 145061, 1961 • (5) BALANSARD 1. e FLANDRIN P„ Médécine tropicaìe. n. 2, 146,1944- (6) BOZENA PASICH, Dissen Pharm.. 13. 1, 1961 – (7) HEYL F. W.. WISE E. C. e SPEER J. H., 1. Biol. Chem., 82, 111, 1929 – (8) HART M. C. e HEYL F. W,. ibid., 95, 311, 1932 – (9) SIMPSON J. C. E., 1. Chem. Soc, 730, 1937 – (10) BARTON D. H„ ibid-, 813. 1945 – (11) BARTON D. H. e COX J. D., ibid, 1354, 1948: 214. 1949 – (12) FIESER L. F, FIESER M. e CHAKRAVARTl R. N., 3. Am. Chem. Soc.. 71, 2226, 1949 – (13) CHODAT M„ Arch. Se. phys. noi., 20, 593, 1888 – (14) PICCARD P., Bull. eoe. chim. biol., 9, 692, 1927 – (15) SHINODA J., SAIO S. e SATO D., Ber., 65. 1219, 1932 . (16) FREUDENBERG W. e ROGERS E. F., 1. Am. Chem. Soc., 59, 1602, 1937 – (17) CARR C. 1. e KRANTZ J. C., l.A.Ph.A., 27, 318, 1938 – (18) WEHMER C., Die Pflanzenstolle. II ed., p, 666 – (19) SCHROEDER A., Arch. Pharm., 243, 625, 1905 – (20) ROSENTHALER L., Ber., 22. 267, 1912 – (21) SCHOUSEN C., Farm. Tìdende. 41, 1062, 1931 – (22) TOFF MADSEN C. J„ Dansk Tidsskr. Farm., 11, 165, 1937 – (23) FINHOLT P„ FINHOLT K. e HOPP G„ ì9org. Apotekerloren Tidskr.. 66, 19 e 41. 1958; Chem. Abs.. 52, 149761, 1958 – (24) CORNER J. J., HARBORNE J. B., HUMPHRIES S. G. e OLLIS W. D„ Phylochemislry, I, lì, 1962 – (25) LODI V., Fitoterapia, 16, 41, 1940.