Zelibroaf: รจ un farmaco sicuro? Come funziona?

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film (Vemurafenib): sicurezza e modo d’azione

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film (Vemurafenib) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Vemurafenib รจ indicato, in monoterapia, per il trattamento di pazienti adulti con melanoma inoperabile o metastatico, positivo alla mutazione del BRAF V600 (vedere paragrafo 5.1).

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: come funziona?

Ma come funziona Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film? Qual รจ il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film

Categoria farmacoterapeutica: Agenti antineoplastici, inibitore delle protein-chinasi, codice ATC: L01XE15

Meccanismo dโ€™azione ed effetti farmacodinamici

Vemurafenib รจ un inibitore della serina-treonina chinasi BRAF.

Le mutazioni nel gene BRAF si traducono nellโ€™attivazione costitutiva delle proteine BRAF che possono causare la proliferazione cellulare senza fattori di crescita associati.

I dati preclinici generati in saggi biochimici hanno dimostrato che vemurafenib puรฒ inibire in modo potente le chinasi BRAF attivate da mutazioni del codone 600 (tabella 6).

Tabella 6: Attivitร  inibitoria chinasica di vemurafenib contro diverse BRAF chinasi

Chinasi Frequenza prevista nel melanoma positivo alla mutazione V600 (t) Concentrazione inibente 50 (nM)
BRAFV600E 87,3 10
BRAFV600K 7,9% 7
BRAFV600R 1% 9
BRAFV600D <0,2% 7
BRAFV600G <0,1% 8
BRAFV600M <0,1% 7
BRAFV600A <0,1% 14
BRAFWT N/A 39

(t)Stima basata su 16.403 melanomi con mutazioni del codone 600 BRAF, nel database pubblico COSMIC, versione 71 (novembre 2014).

Questo effetto inibitorio รจ stato confermato in saggi di fosforilazione ERK e di anti-proliferazione cellulare, su linee cellulari disponibili di melanoma, che esprimono BRAF V600-mutante. In saggi di anti-proliferazione cellulare, la concentrazione inibente 50 (IC50) contro le linee cellulari V600- mutate (linee cellulari con mutazioni V600E, V600R, V600D e V600K) variava da 0,016 a 1,131 ?M,

mentre la IC50 contro le linee cellulari BRAF con il ceppo non mutato (wild-type) era rispettivamente di 12,06 e 14,32 ?M.

Determinazione dello stato di mutazione del BRAF

Prima di iniziare la terapia con vemurafenib, si deve accertare la presenza della mutazione BRAF V600 nel tessuto tumorale dei pazienti, mediante un test validato. Negli studi clinici di fase II e di fase III, i pazienti idonei sono stati identificati avvalendosi di un saggio della reazione a catena della polimerasi, in tempo reale (cobasยฎ 4800 BRAF V600 Mutation Test). Questo test dispone del marchio CE e viene utilizzato per valutare lo stato della mutazione del BRAF del DNA isolato da tessuto tumorale fissato in formalina e immerso in paraffina (FFPE). Questo test รจ stato concepito per rilevare la mutazione BRAF V600E predominante, con elevata sensibilitร  (fino al 5% di sequenza V600E in un background di sequenza del ceppo non mutato –wild-type- da DNA, derivato da FFPE). Studi clinici e non-clinici, con analisi di sequenziamento retrospettive, hanno mostrato che il test rileva con minore sensibilitร  anche le mutazioni meno comuni BRAF V600D e V600K. Tra i campioni disponibili dagli studi clinici e non-clinici (n=920), risultati positivi alla mutazione con il test cobas e successivamente analizzati mediante sequenziamento, nessun campione รจ stato identificato come ceppo non mutato – wild-type- sia con sequenziamento di Sanger che 454.

Efficacia e sicurezza clinica

Risultati dello studio di fase III (NO25026) in pazienti non precedentemente trattati

Uno studio di fase III, in aperto, multicentrico, internazionale, randomizzato, supporta lโ€™uso di vemurafenib in pazienti non trattati precedentemente per il melanoma positivo alla mutazione del BRAF V600E, inoperabile o metastatico. I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con vemurafenib (960 mg, due volte al giorno) o con dacarbazina (1000 mg/m2 al giorno, 1 ogni 3 settimane).

In totale, 675 pazienti sono stati randomizzati con vemurafenib (n=337) o con dacarbazina (n=338). La maggior parte dei pazienti era costituita da soggetti di sesso maschile (56%) e caucasici (99%), lโ€™etร  mediana era pari a 54 anni (il 24% era ? 65 anni), tutti i pazienti avevano un performance status ECOG di 0 o 1 e la maggior parte dei pazienti aveva malattia in stadio M1c (65%). Gli endpoint co- primari di efficacia dello studio erano la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS).

Lโ€™analisi โ€œad interimโ€ pre-specificata con un cut-off dei dati al 30 dicembre 2010, si sono osservati miglioramenti significativi degli endpoint co-primari di OS (p<0,0001) e PFS (p<0,0001) (log-rank test non stratificato). Su raccomandazione del Comitato di monitoraggio della sicurezza dei dati (DSMB), questi risultati sono stati resi disponibili a gennaio 2011 e lo studio รจ stato modificato per permettere ai pazienti trattati con dacarbazina di passare al trattamento con vemurafenib.

Successivamente, sono state eseguite analisi a posteriori (post-hoc) della sopravvivenza , come descritto nella Tabella 7.

Tabella 7: Sopravvivenza globale, in pazienti non trattati precedentemente, con melanoma positivo alla mutazione del BRAF V600 alla data di cut-off dello studio (N=338 dacarbazina, N=337 vemurafenib)

Date di cut-off Trattamento Numero di decessi (%) Hazard Ratio (95% IC) Numero di
pazienti cross- over (%)
30 dicembre
2010
dacarbazina 75 (22) 0,37 (0,26, 0,55) 0 (non
applicabile)
vemurafenib 43 (13)
31 marzo
2011
dacarbazina 122 (36) 0,44 (0,33, 0,59) (w) 50 (15%)
vemurafenib 78 (23)
3 ottobre
2011
dacarbazina 175 (52) 0,62 (0,49, 0,77) (w) 81 (24%)
vemurafenib 159 (47)
1 febbraio 2012 dacarbazina 200 (59) 0,70 (0,57, 0,87) (w) 83 (25%)
vemurafenib 199 (59)
20 dicembre
2012
dacarbazina 236 (70) 0,78 (0,64, 0,94) (w) 84 (25%)
vemurafenib 242 (72)

(w)Risultati non resi noti al momento del โ€œcross-overโ€

Risultati resi noti al momento del โ€œcross-overโ€: 31 marzo 2011: HR (IC 95%) = 0,47 (0,35, 0,62); 3 ottobre

2011: HR (IC 95%) = 0,67 (0,54, 0,84); 1 febbraio 2012: HR (95% IC) = 0,76 (0,63, 0,93); 20 dicembre 2012:

HR (95% CI) = 0,79 (0,66, 0,95)

Figura 1: Curve di Kaplan-Meier di sopravvivenza globale – pazienti non trattati precedentemente (cut-off al 20 dicembre 2012)

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La Tabella 8 mostra lโ€™effetto del trattamento per tutte le variabili di stratificazione pre-specificate, che sono considerate fattori prognostici.

Tabella 8: Sopravvivenza globale in pazienti non trattati precedentemente, con melanoma positivo alla mutazione del BRAF V600 per LDH, stadio del tumore e stato ECOG (analisi post hoc, cut-off al 20 dicembre 2012, risultati non resi noti al momento del cross over)

Variabile di
stratificazione
N Hazard Ratio Intervallo di confidenza al
95%
LDH normale 391 0,88 0,67; 1,16
LDH >ULN 284 0,57 0,44; 0,76
Stadio IIIc/M1A/M1B 234 1,05 0,73; 1,52
Stadio MIC 441 0,64 0,51; 0,81
ECOG PS=0 459 0,86 0,67; 1,10
ECOG PS=1 216 0,58 0,42; 0,9

LDH Lattato deidrogenasi, EGOC PS: Eastern Cooperative Oncology Group Performance Status

La Tabella 9 mostra il tasso di risposta globale e la sopravvivenza libera da progressione della malattia, in pazienti non trattati precedentemente con melanoma, positivo alla mutazione del BRAF V600.

Tabella 9: Tasso di risposta globale e sopravvivenza libera da progressione della malattia, in pazienti non trattati precedentemente, con melanoma positivo alla mutazione del BRAF V600

vemurafenib dacarbazina p-value (x)
Cut-off del 30 dicembre, 2010 (y)
Tasso di risposta globale
(IC 95%)
48,4%
(41,6%, 55,2%)
5,5%
(2,8%, 9,3%)
<0,0001
Sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS)
Hazard Ratio
(IC 95%)
0,26
(0,20, 0,33)
<0,0001
Numero di eventi (%) 104 (38%) 182 (66%)
PFS mediana (mesi)
(IC 95%)
5,32
(4,86, 6,57)
1,61
(1,58, 1,74)
Cut-off del 1 febbraio 2012 (z)
Sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS)
Hazard Ratio
(IC 95%)
0,38
(0,32, 0,46)
<0,0001
Numero di eventi (%) 277 (82%) 273 (81%)
PFS mediana (mesi) (CI 95%) 6,87
(6,14, 6,97)
1,64
(1,58, 2,07)

(x) Log-rank test non stratificato per PFS e test del chi-quadro per il tasso di risposta globale.

(y) Alla data del 30 dicembre 2010, un totale di 549 pazienti erano valutabili per la PFS e 439 pazienti erano valutabili per il tasso di risposta globale.

(z) Alla data del 1 febbraio 2012, un totale di 675 pazienti era valutabile per lโ€™analisi a posteriori –post-hoc- di aggiornamento della PFS.

Nello studio NO25026, un totale di 57 pazienti su 673, i cui tumori sono stati analizzati retrospettivamente mediante sequenziamento, ha mostrato di essere affetto da melanoma positivo alla mutazione del BRAF V600K. Nonostante fossero limitate dallโ€™esiguo numero di pazienti, le analisi di efficacia in tali pazienti con tumori positivi alla mutazione V600K, indicavano un similare beneficio del trattamento con vemurafenib in termini di OS, di PFS e di migliore risposta globale confermata. Non sono disponibili dati relativi a pazienti affetti da melanomi con mutazioni rare del BRAF V600, diverse da V600E e V600K.

รˆ stato condotto uno studio di fase II, a singolo braccio, multicentrico, internazionale, su 132 pazienti con melanoma metastatico, positivi alla mutazione del BRAF V600E, secondo cobas 4800 BRAF V600 Mutation Test, a cui era stata somministrata almeno una terapia precedente. Lโ€™etร  mediana era pari a 52 anni, con il 19% dei pazienti al di sopra dei 65 anni. La maggior parte dei pazienti era costituita da soggetti di sesso maschile (61%), caucasici (99%) e aveva la malattia in stadio M1c (61%). Nel 49% dei pazienti almeno 2 terapie precedenti non avevano avuto buon esito.

Con un follow-up mediano di 12,9 mesi (intervallo da 0,6 a 20,1), lโ€™endpoint primario di migliore tasso di risposta globale confermata (CR + PR), valutato da un comitato di revisione indipendente (IRC), รจ stato pari al 53% (IC 95%: 44%, 62%). La sopravvivenza globale mediana รจ stata pari a 15,9

mesi (IC 95%: 11,6, 18,3). Il tasso di sopravvivenza globale a 6 mesi รจ stato pari al 77% (IC 95%: 70%,

85%) e a 12 mesi รจ stato pari al 58% (IC 95%: 49%, 67%).

Risultati dello studio di fase II (MO25743) in pazienti con metastasi cerebrali

รˆ stato condotto uno studio a singolo braccio, multicentrico (N = 146), con vemurafenib, in pazienti adulti con melanoma metastatico, confermato istologicamente positivo alla mutazione del BRAF V600 (secondo il cobas 4800 BRAF V600 Mutation Test) e con metastasi cerebrali. Lo studio ha incluso due coorti che arruolavano simultaneamente:

Coorte 1 con pazienti non precedentemente trattati (N = 90): pazienti che non avevano ricevuto precedenti trattamenti per metastasi cerebrali; era consentita una precedente terapia sistemica per melanoma metastatico, esclusi gli inibitori di BRAF e gli inibitori di MEK.

Coorte 2 con pazienti precedentemente trattati (N = 56): pazienti che erano stati precedentemente trattati per metastasi cerebrali e sono progrediti dopo questo trattamento. Per i pazienti trattati con radioterapia stereotassica (SRT) o chirurgia, doveva essersi sviluppata una nuova lesione cerebrale, misurabile secondo i criteri RECIST, dopo questa precedente terapia.

Sono stati arruolati un totale 146 pazienti . La maggior parte erano maschi (61,6%), e Caucasici (92,5%), e lโ€™etร  mediana era 54 anni (intervallo da 26 a 83 anni), distribuiti in modo simile tra le due coorti. Il numero mediano di lesioni cerebrali al basale era 2 (intervallo da 1 a 5), in entrambe le coorti. Lโ€™obiettivo primario di efficacia dello studio era il tasso di migliore risposta complessiva (BORR) nel cervello di pazienti con melanoma metastatico con metastasi cerebrali non precedentemente trattate, valutato da un comitato di revisione indipendente (IRC).

Gli obiettivi secondari comprendevano una valutazione dellโ€™efficacia di vemurafenib, misurata tramite BORR nel cervello di pazienti precedentemente trattati, la durata della risposta (DOR), la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS) e la sopravvivenza globale (OS), in pazienti con melanoma con metastasi cerebrali (vedere tabella 10).

Tabella 10: Efficacia di Vemurafenib in pazienti con metastasi cerebrali

Coorte 1 Non
precedentemente trattati
n = 90
Coorte 2
Precedentemente trattati
n = 56
Totale
n = 146
BORRa cerebrale Numero di pazienti responsivi (%)
(95% IC)b
16 (17,8%)
(10,5, 27,3)
10 (17,9%)
(8,9, 30,4)
26 (17,8%)
(12,0, 25,0)
DORc cerebrale(n) Mediana (mesi)
(95% IC)d
(n = 16)
4,6
(2,9, 6,2)
(n = 10)
6,6
(2,8, 10,7)
(n = 26)
5,0
(3,7, 6,6)
BORR
extracranico n (%)a
26 (32,9%) 9 (22,5%) 35 (29,4%)
PFS – totale Mediana (mesi)e
(95% IC)d
3,7
(3,6, 3,7)
3,7
(3,6, 5,5)
3,7
(3,6, 3,7)
PFS โ€“ solo cerebrale Mediana (mesi)e
(95% IC)d
3,7
(3,6, 4,0)
4,0
(3,6, 5,5)
3,7
(3,6, 4,2)
OS
Mediana (mesi) (95% IC)d
8,9
(6,1, 11,5)
9,6
(6,4, 13,9)
9,6
(6,9, 11,5)

a Tasso di migliore risposta complessiva confermata, valutata da un comitato di revisione indipendente, numero di responsivi n (%)

b Intervallo di Confidenza (IC) bilaterale 95% secondo il Sistema Clopper-Pearson

c Durata della risposta, valutata da un comitato di revisione indipendente

d Stima di Kaplan-Meier

e Valutato dallo sperimentatore

Popolazione pediatrica

Risultati dello studio di fase I (NO25390) su pazienti pediatrici

รˆ stato condotto uno studio di fase I, con incremento progressivo della dose, volto a valutare lโ€™uso di vemurafenib in sei pazienti adolescenti, affetti da melanoma allo stadio IIIC o IV, positivo alla mutazione BRAF V600. Tutti i pazienti trattati avevano almeno 15 anni di etร  e un peso corporeo minimo di 45 kg. Tre pazienti sono stati trattati con vemurafenib 720 mg, due volte al giorno, mentre gli altri tre con vemurafenib 960 mg, due volte al giorno. Non รจ stato possibile stabilire la massima dose tollerata. Sebbene siano state osservate regressioni transitorie del tumore, il tasso di migliore risposta globale (BORR) รจ stato pari allo 0% (IC al 95%: 0%, 46%), sulla base delle risposte confermate. Lo studio รจ stato chiuso a causa dello scarso arruolamento. Per informazioni sullโ€™uso pediatrico, vedere paragrafo 4.2.


Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual รจ il meccanismo d’azione di Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film, ma รจ altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherร  ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo piรน il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film

Vemurafenib รจ una sostanza di Classe IV (scarsa solubilitร  e permeabilitร ), sula base dei criteri descritti dal Sistema di Classificazione Biofarmaceutica (Biopharmaceutics Classification System). I parametri farmacocinetici per vemurafenib sono stati determinati usando lโ€™analisi non compartimentale in studi di fase I e di fase III (20 pazienti dopo aver ricevuto per 15 giorni dosaggi di

960 mg, due volte al giorno, e 204 pazienti allo stato stazionario al giorno 22), nonchรฉ mediante lโ€™analisi PK della popolazione, avvalendosi dei dati raggruppati di 458 pazienti, 457 dei quali erano caucasici.

Assorbimento

La biodisponibilitร  allo stato stazionario era compresa tra 32 e 115% (media 64%) rispetto ad una microdose endovena, in uno studio di fase I con condizioni alimentari non controllate in 4 pazienti con tumori positivi alla mutazione BRAF V600.

Vemurafenib viene assorbito con un Tmax mediano approssimativamente di 4 ore, a seguito di una singola dose di 960 mg (4 compresse da 240 mg). Vemurafenib mostra un’elevata variabilitร  inter- paziente. Nello studio di fase II, AUC0-8h e Cmax al giorno 1 erano pari a 22,1 ยฑ 12,7 ยตg?h/ml e 4,1 ยฑ 2,3 ยตg/ml. Si verifica accumulo di vemurafenib, con somministrazioni superiori a piรน di due volte al giorno. Nellโ€™analisi non compartimentale, dopo la somministrazione di una dose di 960 mg di vemurafenib, due volte al giorno, il rapporto Giorno 15/Giorno 1 variava tra 15 e 17 volte per AUC e tra 13 e 14 volte per Cmax, producendo AUC0-8h e Cmax ,rispettivamente, pari a 380,2 ยฑ 143,6 ?gโ€ขh/ml e 56,7 ยฑ 21,8 ?g/ml, in condizioni di stato stazionario.

Il cibo (un pasto con elevato contenuto di grassi) aumenta la biodisponibilitร  relativa di una singola dose da 960 mg di vemurafenib. Dopo un pasto e a digiuno, i rapporti della media geometrica dei valori di Cmax e AUC erano, rispettivamente, di 2,5 e da 4,6 a 5,1. Se una singola dose di vemurafenib veniva assunta insieme al cibo, il Tmax mediano era aumentato da 4 a 7,5 ore.

Lโ€™effetto del cibo sullโ€™esposizione di vemurafenib, allo stato stazionario, non รจ al momento noto. La regolare assunzione di vemurafenib a stomaco vuoto puรฒ determinare unโ€™esposizione allo stato stazionario significativamente piรน bassa rispetto allโ€™assunzione di vemurafenib durante o subito dopo i pasti. Lโ€™assunzione occasionale di vemurafenib a stomaco vuoto dovrebbe avere un impatto limitato sullโ€™esposizione allo stato stazionario, a causa dellโ€™elevato accumulo di vemurafenib allo stato stazionario. I dati di sicurezza ed efficacia degli studi pivotal sono stati raccolti in pazienti che hanno assunto vemurafenib con o senza cibo.

La variabilitร  dellโ€™esposizione puรฒ anche verificarsi a causa delle differenze del contenuto dei liquidi gastrointestinali, dei volumi, del pH, della motilitร , del tempo di transizione e della composizione biliare.

Allo stato stazionario, lโ€™esposizione media di vemurafenib nel plasma รจ stabile durante lโ€™intervallo di 24 ore, come indicato dal rapporto medio di 1,13 tra le concentrazioni plasmatiche prima e 2-4 ore dopo lโ€™assunzione della dose del mattino.

Nella popolazione di pazienti con melanoma metastatico, in seguito a somministrazione orale, si stima che la costante del tasso di assorbimento sia pari a 0,19 hr-1 (con il 101% di variabilitร  tra i pazienti).

Distribuzione

Nei pazienti con melanoma metastatico, si stima che il volume di distribuzione apparente di vemurafenib sia pari a 91 l (con una variabilitร  tra i pazienti pari al 64,8%). Il medicinale crea, in vitro, facilmente legami con le proteine plasmatiche umane (>99%).

Biotrasformazione

Eliminazione

Nei pazienti con melanoma metastatico, si stima che la clearance apparente di vemurafenib sia pari a 29,3 l/giorno (con una variabilitร  tra i pazienti pari al 31,9%). Dallโ€™analisi PK della popolazione, lโ€™emivita di eliminazione della popolazione, stimata per vemurafenib, รจ pari a 51,6 ore (lโ€™intervallo tra il 5ยฐ e il 95ยฐ percentile delle stime dellโ€™emivita individuale รจ 29,8 โ€“ 119,5 ore).

Nello studio di bilanciamento della massa umana con vemurafenib, somministrato per via orale, in media il 95% della dose veniva recuperato entro 18 giorni. La maggior parte del materiale correlato a vemurafenib (94%) era recuperato nelle feci e <1% nelle urine. Lโ€™eliminazione renale non sembra essere importante per lโ€™eliminazione di vemurafenib, mentre lโ€™escrezione biliare del composto immodificato puรฒ essere unโ€™importante via di eliminazione. Vemurafenib, in vitro, รจ un substrato e un inibitore di P-gp.

Popolazioni speciali

Anziani

Sulla base dellโ€™analisi PK di popolazione, lโ€™etร  non ha alcun effetto statisticamente significativo sulla farmacocinetica di vemurafenib.

Genere

Lโ€™analisi della farmacocinetica di popolazione ha indicato, nei pazienti di sesso maschile, rispetto al sesso femminile, una clearance apparente maggiore del 17% (CL/F) e un volume di distribuzione apparente maggiore del 48% (V/F). Non รจ chiaro se si tratti di un effetto correlato al genere o alla corporatura. Tuttavia, le differenze di esposizione non sono sufficientemente ampie da richiedere una correzione della dose in base alla corporatura o al genere.

Compromissione renale

Nellโ€™analisi farmacocinetica di popolazione, effettuata avvalendosi di dati derivanti da studi clinici in pazienti con melanoma metastatico, una compromissione renale lieve e moderata non ha influenzato la clearance apparente di vemurafenib (clearance della creatinina >40 ml/min). Non sono disponibili dati in pazienti con compromissione renale severa (vedere paragrafรฌ 4.2 e 4.4).

Compromissione epatica

Sulla base dei dati preclinici e dello studio di bilanciamento della massa umana, la maggior parte di vemurafenib viene eliminata per via epatica. Nellโ€™analisi farmacocinetica di popolazione, effettuata avvalendosi di dati derivanti da studi clinici in pazienti con melanoma metastatico, aumenti di AST e ALT fino a tre volte il limite superiore della norma, non hanno influenzato la clearance apparente di vemurafenib. I dati sono insufficienti a determinare lโ€™effetto della compromissione epatica, metabolica o escretoria, sulla farmacocinetica di vemurafenib (vedere paragrafรฌ 4.2 e 4.4).

Popolazione pediatrica

I dati limitati di farmacocinetica, ricavati da sei pazienti adolescenti di etร  compresa tra 15 e 17 anni, affetti da melanoma in stadio IIIC o IV, positivo alla mutazione BRAF V600, suggeriscono che le caratteristiche farmacocinetiche di vemurafenib riscontrate negli adolescenti, sono tendenzialmente simili a quelle osservate negli adulti. Per informazioni sullโ€™uso pediatrico, vedere paragrafo 4.2.


Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: รจ un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film รจ un farmaco sicuro?

Prima di tutto รจ necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: dati sulla sicurezza

Il profilo di sicurezza preclinico di vemurafenib รจ stato valutato in ratti, cani e conigli.

Nel cane, studi di tossicologia a dose ripetuta hanno identificato il fegato e il midollo osseo come organi bersaglio. Nello studio a 13 settimane sui cani, sono stati notati effetti tossici reversibili (necrosi e degenerazione epatocellulare), a livello epatico, con esposizioni inferiori allโ€™esposizione clinica prevista (sulla base della comparazione delle AUC). In uno studio su cani, anticipatamente interrotto a 39 settimane BID, ad esposizioni simili allโ€™esposizione clinica prevista (sulla base della comparazione delle AUC), in un cane, si รจ osservata necrosi focale del midollo osseo . In uno studio di citotossicitร  del midollo osseo, in vitro, a concentrazioni clinicamente rilevanti, รจ stata rilevata una lieve citotossicitร  in alcune popolazioni di cellule linfo-ematopoietiche di ratti, cani e umani .

รˆ stato dimostrato che vemurafenib รจ fototossico, in vitro, su colture di fibroblasti murini, in seguito ad irradiazione UVA, ma non in vivo, secondo uno studio condotto sui ratti a dosi massime di

450 mg/kg/giorno (a esposizioni inferiori allโ€™esposizione clinica prevista sulla base della comparazione delle AUC). Negli animali non sono stati effettuati studi specifici con vemurafenib, per

valutare lโ€™effetto sulla fertilitร . Tuttavia, in studi di tossicitร  a dose ripetuta, non sono stati rilevati evidenze istopatologiche sugli organi riproduttivi di ratti e cani di sesso maschile e femminile, a dosi massime di 450 mg/kg/giorno (a esposizioni inferiori allโ€™esposizione clinica prevista sulla base della comparazione delle AUC). Non รจ stata osservata alcuna teratogenicitร  in studi di sviluppo embrio- fetale, in ratti e conigli, a dosi massime, rispettivamente, di 250 mg/kg/giorno e 450 mg/kg/giorno, che hanno portato a esposizioni inferiori allโ€™esposizione clinica prevista (sulla base della comparazione delle AUC). Tuttavia, le esposizioni negli studi di sviluppo embrio-fetale erano inferiori allโ€™esposizione clinica, sulla base della comparazione delle AUC, pertanto รจ difficile definire in quale misura questi risultati possano essere estrapolati allโ€™uomo. Non รจ quindi possibile escludere un effetto di vemurafenib sul feto. Non sono stati effettuati studi riguardanti lo sviluppo pre- e postnatale.

In saggi in vitro, non sono stati identificati segni di genotossicitร  (mutazione batterica [saggio di AMES], aberrazione del cromosoma linfocitario umano), nรฉ nel test del micronucleo del midollo osseo di ratto in vivo condotto con vemurafenib.

Con vemurafenib, non sono stati condotti studi di cancerogenicitร .


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: si puรฒ prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco รจ sicuro o no, รจ quello delle interazioni con altri farmaci.

Puรฒ infatti capitare che un farmaco, di per sรฉ innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo รจ vero anche per i prodotti erboristici: classico รจ l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: interazioni

Effetti di vemurafenib sugli enzimi farmaco-metabolizzanti

In uno studio clinico, la co-somministrazione di vemurafenib ha ridotto lโ€™AUC di midazolam (substrato del) di circa il 39% (massima riduzione fino allโ€™80%).

In considerazione della lunga emivita di vemurafenib, il completo effetto inibitorio di vemurafenib su un medicinale concomitante puรฒ non essere osservato prima di 8 giorni di trattamento con vemurafenib.

Al termine del trattamento con vemurafenib, puรฒ essere necessario un periodo di washout di 8 giorni per evitare interazioni con un trattamento successivo.

Radioterapia

In pazienti trattati con vemurafenib, รจ stato osservato un potenziamento della tossicitร  da radioterapia (vedere paragrafรฌ 4.4 e 4.8). Nella maggior parte dei casi i pazienti avevano ricevuto regimi di radioterapia con dosi maggiori o uguali a 2Gy/giorno (regimi ipofrazionati).

Effetti di vemurafenib sui sistemi di trasporto dei farmaci

Studi in vitro hanno dimostrato che vemurafenib รจ un inibitore dei trasportatori di efflusso P- glicoproteina (P-gp) e proteina resistente al cancro della mammella (BCRP).

Uno studio di interazione farmacologica clinica ha dimostrato che dosi orali multiple di vemurafenib (960 mg, due volte al giorno), hanno aumentato l’esposizione di una singola dose orale del substrato P- gp digossina, approssimativamente di 1,8 e 1,5 volte per AUClast e Cmax della digossina, rispettivamente.

Deve essere prestata cautela nel dosaggio di vemurafenib, quando usato in concomitanza con substrati della P-gp (ad es., aliskiren, ambrisentan, colchicina, dabigatran etexilato, digossina, everolimus, fexofenadina, lapatinib, maraviroc, nilotinib, posaconazolo, ranolazina, sirolimus, sitagliptin, talinololo, topotecan) e, se clinicamente indicato, puรฒ essere presa in considerazione una riduzione della dose del medicinale somministrato in concomitanza.

Bisogna considerare un monitoraggio addizionale dei livelli di medicinali substrati di P-gp, con un indice ristretto terapeutico (ad es., digossina, dabigatran etexilato, aliskiren) (vedere paragrafo 4.4).

Gli effetti di vemurafenib sui medicinali che sono substrati di BCRP non sono noti.

Non si puรฒ escludere che vemurafenib possa aumentare lโ€™esposizione di medicinali trasportati dal BCRP (ad es., metotrexato, mitoxantrone, rosuvastatina). Molti medicinali antitumorali sono substrati del BCRP e pertanto esiste un rischio teorico di interazione con vemurafenib.

I possibili effetti di vemurafenib su altri trasportatori, al momento, non sono noti. Effetti dei medicinali concomitanti su vemurafenib

Pazienti co-trattati con questi agenti devono essere monitorati attentamente per gli eventi avversi e, se clinicamente indicato, si deve considerare un aggiustamento della dose (vedere Tabella 1 al paragrafo 4.2).

In uno studio clinico, la somministrazione concomitante di una singola dose di 960 mg di vemurafenib con rifampicina, ha ridotto significativamente (40% circa) lโ€™esposizione plasmatica di vemurafenib.


Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato รจ quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacitร  di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacitร  di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacitร  fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Zelibroaf 240 mg compresse rivestite con film: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Vemurafenib ha unโ€™influenza trascurabile sulla capacitร  di guidare veicoli e sullโ€™uso di macchinari. I pazienti devono essere consapevoli del potenziale affaticamento o dei potenziali problemi di vista che possono controindicare la guida.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco