A cosa è dovuto il prurito in tutto il corpo?

Prurito generalizzato: cause cutanee e sistemiche, sintomi, diagnosi, trattamenti e rimedi, prevenzione e gestione, quando consultare un dermatologo

Il prurito che interessa gran parte del corpo o che “si sposta” in più aree nell’arco della giornata è un sintomo comune e trasversale, che può andare da fastidio lieve e intermittente a sensazione insistente e disturbante del sonno. Spesso è dovuto a cause banali e transitorie (ad esempio pelle secca in inverno o dopo lunghe docce calde), ma talvolta rappresenta il segnale di condizioni cutanee infiammatorie o di disturbi sistemici che meritano valutazione clinica. Comprendere il contesto in cui il prurito compare (durata, distribuzione, fattori scatenanti, presenza di lesioni cutanee) aiuta a orientare l’attenzione sulle cause più probabili e a impostare interventi mirati.

Questa guida illustra in modo chiaro ma rigoroso i principali meccanismi e le cause del prurito generalizzato, le modalità con cui si manifesta e le opzioni di gestione. Non sostituisce un consulto medico, ma offre un quadro utile per riconoscere i pattern più comuni e capire quando potrebbe essere opportuno richiedere un approfondimento. Nei paragrafi successivi troverai le cause dermatologiche e sistemiche più frequenti, i fattori ambientali e i farmaci che possono favorire il prurito, oltre a spunti per la prevenzione e la cura che verranno sviluppati nelle parti successive della guida.

Cause del prurito generalizzato

Il prurito è una sensazione complessa che nasce dall’attivazione di specifiche fibre nervose (fibre C prurito-specifiche) nella pelle e dalla successiva elaborazione a livello del midollo spinale e del cervello. Numerose molecole possono innescarlo: la più nota è l’istamina, ma giocano un ruolo rilevante anche citochine come l’interleuchina-31, neuropeptidi, bile acidi e sostanze derivate dal metabolismo uremico. Per questo non tutti i pruriti rispondono ai comuni antistaminici: alcune forme sono “non istaminergiche” e richiedono approcci differenti. Dal punto di vista clinico, è utile distinguerlo in: cause cutanee (dove il problema origina nella pelle), cause sistemiche (correlate a organi interni o al sangue), cause neuropatiche e psicogene, oltre a forme indotte da farmaci e a fattori ambientali. Anche l’assenza di lesioni cutanee visibili (prurito sine materia) orienta più facilmente verso una causa extracutanea, mentre la presenza di pomfi, placche eczematose, vescicole o cunicoli scabbiosi suggerisce una causa primariamente dermatologica.

Le cause cutanee sono le più frequenti. La xerosi (pelle secca) è responsabile di molto prurito, soprattutto negli anziani, durante i mesi freddi o in chi fa bagni/ docce prolungate con detergenti aggressivi: la barriera cutanea si indebolisce, aumenta la perdita d’acqua e si attivano mediatori pruritogeni. Tra le dermatosi infiammatorie, la dermatite atopica e la dermatite da contatto producono prurito intenso e diffuso, spesso con chiazze arrossate, lichenificazione da grattamento e talvolta essudazione; l’orticaria si manifesta con pomfi fugaci e molto pruriginosi. La psoriasi, pur non sempre pruriginosa, può dare prurito significativo in fase attiva. Le infestazioni, come la scabbia, generano prurito marcato, tipicamente peggiore di notte, con lesioni nei solchi interdigitali, polsi, ascelle, area ombelicale e genitale. Anche condizioni come prurigo nodulare o dermatite seborroica possono contribuire a un quadro di prurito generalizzato, soprattutto se coesistono fattori irritativi ambientali.

Tra le cause sistemiche, diverse patologie epatiche con colestasi (ad esempio calcoli delle vie biliari, epatopatie colestatiche, colestasi intraepatica della gravidanza) provocano prurito spesso accentuato a palmi e piante e durante la notte, talvolta senza segni cutanei evidenti. L’insufficienza renale cronica è una causa classica di prurito uremico, spesso generalizzato e resistente ai semplici emollienti. Le alterazioni tiroidee (ipo- o ipertiroidismo) possono manifestarsi con prurito per meccanismi multipli, compresa la secchezza cutanea. Le condizioni ematologiche includono la carenza di ferro e la policitemia vera: in quest’ultima è tipico il prurito acquagenico, scatenato o peggiorato dal contatto con l’acqua, soprattutto calda. Neoplasie ematologiche come il linfoma di Hodgkin possono presentarsi con prurito persistente e diffuso, talvolta prima di altri segni; anche neoplasie solide e infezioni croniche possono rientrare nella diagnosi differenziale. Il diabete può favorire il prurito attraverso xerosi, neuropatia o infezioni cutanee secondarie. Nelle persone in gravidanza, oltre alla colestasi intraepatica, esistono pruriti funzionali legati a cambiamenti ormonali e cutanei. In assenza di lesioni, un prurito che persista oltre 6 settimane e non si spiega con fattori ambientali merita inquadramento clinico sistematico.

Cause del Prurito Generalizzato e Come Alleviarlo

Esistono poi forme neuropatiche e psicogene. Il prurito neuropatico deriva da un danno o disfunzione delle vie nervose periferiche o centrali: può comparire dopo herpes zoster (nevralgia post-erpetica), in corso di sclerosi multipla, neuropatie periferiche (anche diabetiche), compressioni nervose o lesioni midollari. Può presentarsi in distretti localizzati ma, in alcuni casi, essere percepito come diffuso per fenomeni centrali di sensibilizzazione. Le forme psicogene sono associate a disturbi d’ansia, depressione, somatizzazione o condizioni come il disturbo da infestazione delirante; lo stress è un amplificatore riconosciuto del prurito e del circolo vizioso “prurito-grattamento”. Anche i farmaci hanno un ruolo rilevante: gli oppioidi (per via centrale e liberazione di istamina), alcuni antibiotici, antimalarici, farmaci per la pressione (in particolare gli ACE-inibitori in alcune persone), terapia ormonale, statine e, in oncologia, diverse immunoterapie e target therapies possono indurre prurito con o senza eruzione cutanea. La temporalità rispetto all’inizio di un nuovo farmaco è un indizio cruciale.

Infine, fattori ambientali e abitudini possono innescare o sostenere il prurito generalizzato. Clima freddo e secco, aria condizionata continua, docce molto calde e frequenti, detergenti schiumogeni o con profumi, sfregamento da indumenti ruvidi o in lana, sudorazione e occlusione prolungata (tute da lavoro, dispositivi di protezione) alterano la barriera cutanea e favoriscono la sensazione di prurito. L’acqua dura può peggiorare la secchezza, mentre il contatto con sostanze irritanti o allergeni ambientali o professionali (nichel, conservanti, profumi) può spostare il quadro verso una dermatite da contatto con prurito diffuso. In molte persone, il prurito peggiora la sera o di notte per una combinazione di cambiamenti circadiani e minori distrazioni, aumentando il grattamento e la microlesività cutanea. Non di rado coesistono più fattori: una base di xerosi su cui si innesta un’irritazione da detergente, un nuovo farmaco e un periodo di stress. Quando nonostante la correzione dei fattori esterni il prurito persiste, si parla talvolta di prurito cronico di origine sconosciuta, che richiede un percorso ordinato di esclusione e di gestione sintomatica.

Sintomi e diagnosi

Il prurito generalizzato può essere continuo o intermittente, talora migrante, con intensità variabile nel corso della giornata e frequente peggioramento serale/notturno. Può accompagnarsi a bruciore o pizzicore, secchezza cutanea, escoriazioni lineari e lichenificazione da grattamento; la presenza di pomfi evanescenti, chiazze eczematose o cunicoli scabbiosi orienta verso specifiche cause dermatologiche, mentre l’assenza di lesioni (prurito sine materia) fa pensare più facilmente a un’origine extracutanea.

La diagnosi si basa su anamnesi accurata e esame obiettivo completo. Sono rilevanti: durata del sintomo (acuto vs cronico oltre 6 settimane), esordio, stagionalità, fattori scatenanti o allevianti, abitudini igieniche, esposizioni domestiche e professionali, viaggi e contatti, nuove terapie o integratori, comorbidità (epatiche, renali, tiroidee, ematologiche), e stato di gravidanza. L’esame clinico valuta cute, cuoio capelluto, mucose e unghie, ricercando pattern tipici (orticaria, eczema, psoriasi, segni di scabbia) e segni sistemici associati (linfoadenopatie, ittero, pallore).

Gli accertamenti di primo livello, quando indicati, includono generalmente uno screening ematochimico (emocromo con indici del ferro, funzionalità epatica e renale, glicemia, TSH/assetto tiroideo, indici infiammatori) ed esame urine. In base al sospetto clinico si aggiungono test mirati: raschiato o nastro per parassitosi, colture in caso di sovrainfezione, patch test per dermatite da contatto, dosaggi specifici in gravidanza, biopsia cutanea per lesioni atipiche o diagnosi incerte, e approfondimenti strumentali se presenti segni d’allarme.

La valutazione della gravità e dell’impatto comprende scale di intensità del prurito (ad esempio NRS/VAS), disturbi del sonno e qualità di vita. Un diario dei sintomi e la revisione strutturata dei farmaci aiutano a identificare pattern e possibili trigger, guidando l’iter diagnostico tra cause dermatologiche, sistemiche, neuropatiche e psicogene.

Trattamenti e rimedi

Il trattamento del prurito generalizzato dipende dalla causa sottostante. In presenza di condizioni cutanee come dermatite atopica o psoriasi, il dermatologo può prescrivere creme a base di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione e il prurito. Inoltre, l’uso di emollienti e idratanti specifici aiuta a mantenere la pelle idratata, riducendo la secchezza e il conseguente prurito.

Se il prurito è causato da reazioni allergiche, gli antistaminici orali possono essere efficaci nel controllare i sintomi. In alcuni casi, quando il prurito è associato a condizioni sistemiche come malattie epatiche o renali, è fondamentale trattare la patologia di base per alleviare il sintomo. La fototerapia, che utilizza raggi ultravioletti, può essere indicata per alcune forme di prurito cronico, offrendo sollievo ai pazienti.

È importante evitare il grattamento, poiché può aggravare l’irritazione e portare a infezioni secondarie. L’applicazione di impacchi freddi sulle aree pruriginose può fornire un sollievo temporaneo. Inoltre, l’uso di abbigliamento in tessuti naturali e l’evitare sostanze irritanti come detergenti aggressivi contribuiscono a ridurre il prurito.

Prevenzione e gestione

Per prevenire il prurito generalizzato, è essenziale mantenere una corretta igiene della pelle, utilizzando prodotti delicati e idratanti. Evitare bagni o docce troppo caldi e prolungati aiuta a preservare il film idrolipidico cutaneo, prevenendo la secchezza. È consigliabile indossare abiti in cotone o altri materiali naturali che permettono alla pelle di respirare, riducendo l’irritazione.

Una dieta equilibrata, ricca di vitamine e minerali, supporta la salute della pelle. È importante anche gestire lo stress, poiché può esacerbare il prurito in alcune condizioni dermatologiche. Tecniche di rilassamento come yoga o meditazione possono essere utili in questo senso.

Se si è soggetti a reazioni allergiche, identificare ed evitare gli allergeni scatenanti è fondamentale. In caso di prurito persistente, è opportuno tenere un diario dei sintomi per individuare possibili trigger e discuterne con il medico.

Quando consultare un dermatologo

È consigliabile rivolgersi a un dermatologo quando il prurito persiste per più di due settimane nonostante l’adozione di rimedi casalinghi, o quando è associato a sintomi come perdita di peso inspiegabile, febbre, sudorazioni notturne o affaticamento. Inoltre, se il prurito è accompagnato da lesioni cutanee, arrossamenti diffusi o segni di infezione come pus o croste, è necessaria una valutazione specialistica.

In presenza di prurito intenso che interferisce con il sonno o le attività quotidiane, è fondamentale consultare un medico per identificare la causa e instaurare un trattamento adeguato. Anche se il prurito si manifesta in concomitanza con l’assunzione di nuovi farmaci, è opportuno informare il proprio medico per valutare possibili reazioni avverse.

Infine, se si hanno condizioni preesistenti come dermatite atopica, psoriasi o altre malattie cutanee, e si nota un peggioramento dei sintomi o l’insorgenza di nuovo prurito, è indicato consultare il dermatologo per una revisione del piano terapeutico.

In conclusione, il prurito generalizzato può derivare da molteplici cause, sia cutanee che sistemiche. Una corretta identificazione della causa è essenziale per instaurare un trattamento efficace. Mantenere una buona igiene della pelle, adottare misure preventive e consultare tempestivamente un dermatologo in caso di sintomi persistenti o preoccupanti sono passi fondamentali per gestire e alleviare il prurito.

Per approfondire

Prurito, esami da fare per scoprire le cause – Santagostino Magazine – Un articolo che esplora le possibili cause del prurito e gli esami diagnostici consigliati.