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La domanda “qual è il nuovo farmaco per perdere peso?” riflette un interesse crescente verso terapie farmacologiche più efficaci e sostenibili per il trattamento dell’obesità. La ricerca degli ultimi anni ha trasformato profondamente questo ambito, spostando l’attenzione da molecole con efficacia modesta e profili di tollerabilità complessi a trattamenti che agiscono su meccanismi fisiologici del controllo dell’appetito e del metabolismo energetico. È importante, tuttavia, ricordare che i farmaci per il dimagrimento sono strumenti che si inseriscono in un percorso completo: dieta strutturata, attività fisica, supporto comportamentale e monitoraggio clinico rimangono pilastri fondamentali della gestione del peso.
Rispetto al passato, la novità non è solo “un” farmaco, ma un’intera generazione di molecole incretiniche più potenti e mirate. Se orlistat o la liraglutide hanno segnato tappe importanti, l’arrivo di semaglutide ad alto dosaggio e, più recentemente, di agonisti doppi come tirzepatide, ha spostato l’asticella dell’efficacia e dell’aderenza. Parlare di “nuovo” significa quindi considerare sia i medicinali appena approvati in alcuni Paesi per il controllo del peso, sia quelli in fase avanzata di sviluppo clinico che promettono ulteriori miglioramenti. In ogni caso, l’impiego richiede un’attenta selezione dei pazienti, la valutazione delle comorbidità e un piano condiviso con il team curante.
Nuovi farmaci per il dimagrimento
La grande novità nel trattamento farmacologico dell’obesità è rappresentata dalle terapie incretiniche, in particolare gli agonisti del recettore GLP-1 e i più recenti agonisti doppi GIP/GLP-1. Queste molecole mimano o potenziano gli ormoni intestinali che regolano sazietà, svuotamento gastrico e metabolismo glucidico, contribuendo a ridurre l’introito calorico e a facilitare la perdita di peso. Semaglutide a dosaggio per controllo del peso ha segnato un cambio di passo in termini di percentuale di chili persi e di proporzione di pazienti che raggiungono obiettivi clinicamente significativi. L’evoluzione successiva è rappresentata da tirzepatide, che sfrutta un duplice meccanismo su GIP e GLP-1 per amplificare l’effetto anoressizzante e migliorare ulteriormente i profili glicemici nei soggetti con diabete concomitante.
Tra i “nuovi” farmaci, tirzepatide è quello che ha catalizzato maggiore attenzione per la gestione del peso, anche indipendentemente dal diabete. Nei principali studi clinici di fase avanzata si sono osservate riduzioni del peso corporeo medie a doppia cifra, con una quota rilevante di pazienti che raggiunge cali del 15–20% e oltre, soprattutto ai dosaggi più elevati, sempre in associazione a dieta ipocalorica e attività fisica. Semaglutide a 2,4 mg rimane un punto di riferimento consolidato, mentre tirzepatide rappresenta uno step ulteriore nel potenziamento del segnale incretinico: la scelta tra le due opzioni dipende da indicazioni autorizzate, profili individuali, tollerabilità e disponibilità nei diversi sistemi sanitari. Per un confronto orientativo sull’efficacia comparativa, può essere utile approfondire il tema “qual è il farmaco più efficace per dimagrire”.
Accanto a questi trattamenti, la pipeline di ricerca è particolarmente vivace. Tra le strategie emergenti spiccano gli agonisti tripli (ad esempio su GIP/GLP-1/glucagone), che mirano a combinare un controllo dell’appetito ancora più robusto con un incremento della spesa energetica; associazioni come amilino-analoghi con GLP-1 (per esempio cagrilintide con semaglutide) progettate per sinergizzare su sazietà e svuotamento gastrico; e nuove formulazioni orali di agonisti GLP-1, sviluppate per semplificare la somministrazione e migliorare l’aderenza. Queste molecole sono in varie fasi di sviluppo e non tutte raggiungeranno la pratica clinica, ma delineano una tendenza chiara: l’obesità viene affrontata come malattia cronica, con farmaci multi-target e obiettivi di lungo termine.

Dal punto di vista clinico, definire “il” nuovo farmaco più adatto richiede di contestualizzare la scelta. Fattori come BMI, presenza di diabete o prediabete, ipertensione, dislipidemia, apnea ostruttiva del sonno e altre comorbidità orientano l’opzione terapeutica. Anche preferenze e caratteristiche del paziente (per esempio accettazione di iniezioni sottocutanee settimanali, eventuale timore di effetti gastrointestinali, impegni lavorativi che rendono complessa la titolazione) devono essere considerate. Le differenze tra molecole in termini di dosaggio, modalità di titolazione e profili di tollerabilità possono incidere sulla persistenza nel tempo. Non meno importante è verificare le autorizzazioni aggiornate nel proprio Paese, perché l’indicazione clinica (diabete, controllo del peso, o entrambe) e le regole di prescrivibilità variano a livello nazionale e possono cambiare nel tempo.
Infine, l’accesso ai nuovi farmaci per il dimagrimento dipende da disponibilità e sostenibilità. In alcuni contesti, la rimborsabilità è limitata a determinate categorie (ad esempio pazienti con obesità e specifiche comorbidità), mentre in altri può essere richiesta una prescrizione specialistica con monitoraggi periodici. I costi e la domanda elevata possono generare periodi di carenza di scorte, e l’uso improprio o off-label comporta rischi clinici e impatti sulla continuità assistenziale. Per massimizzare i benefici e ridurre gli eventi avversi, questi trattamenti vanno inseriti in un percorso intenzionale di cambiamento dello stile di vita, con obiettivi realistici, follow-up strutturato e strategie di mantenimento del peso nel lungo periodo.
Efficacia e sicurezza
I nuovi farmaci per la perdita di peso, come la semaglutide e la tirzepatide, hanno mostrato risultati promettenti in termini di efficacia. La semaglutide, ad esempio, ha portato a una riduzione del peso corporeo fino al 20% nei pazienti obesi, secondo studi pubblicati sul New England Journal of Medicine. innlifes.com La tirzepatide, commercializzata come Mounjaro, ha dimostrato una perdita di peso fino al 25%, agendo su due recettori ormonali, GLP-1 e GIP. studiobonaccorso.it
Tuttavia, è fondamentale considerare anche il profilo di sicurezza di questi farmaci. Alcuni effetti collaterali comuni includono nausea, vomito e diarrea, che tendono a diminuire nel tempo. Preoccupazioni sono state sollevate riguardo alla perdita di massa muscolare associata a una rapida perdita di peso, con possibili implicazioni per la salute muscolo-scheletrica. fondazioneveronesi.it
Inoltre, l’accessibilità economica rappresenta una sfida significativa. Con costi mensili superiori a 1.000 dollari, l’accesso a questi trattamenti può essere limitato, soprattutto in assenza di copertura assicurativa o rimborsi da parte dei sistemi sanitari nazionali. morningstar.it
È quindi essenziale che l’uso di questi farmaci avvenga sotto stretta supervisione medica, con un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi per ciascun paziente, considerando anche l’importanza di un approccio integrato che includa modifiche dello stile di vita.
Prospettive future
Il panorama dei farmaci per la perdita di peso è in continua evoluzione, con numerose innovazioni all’orizzonte. Eli Lilly sta sviluppando l’orforglipron, un agonista del GLP-1 a somministrazione orale, che potrebbe rappresentare una svolta significativa, offrendo una modalità di assunzione più semplice rispetto alle iniezioni attuali. Il lancio è previsto per il 2026. janushenderson.com
Un’altra promettente innovazione è rappresentata dal retatrutide, un agonista del triplo recettore ormonale, che ha mostrato una perdita di peso fino al 20% e una riduzione del grasso epatico nei pazienti con steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH). Il lancio è previsto per il 2027.
Anche Novo Nordisk sta sviluppando CagriSema, una combinazione di semaglutide e cagrilintide, che ha mostrato una perdita di peso più rapida e significativa rispetto alla semaglutide da sola, con risultati preliminari che indicano una riduzione del peso corporeo fino al 25%. I risultati della fase 3 sono attesi entro la fine dell’anno, con un possibile lancio nel 2026.
Nonostante queste promettenti innovazioni, permangono sfide significative, tra cui l’accessibilità economica e la necessità di garantire che i nuovi farmaci non solo promuovano la perdita di peso, ma aiutino anche a mantenere i risultati ottenuti, evitando l’effetto “yo-yo”. Inoltre, è fondamentale monitorare attentamente gli effetti a lungo termine di questi trattamenti sulla salute generale dei pazienti. www2.pharmastar.it
In conclusione, mentre i nuovi farmaci per la perdita di peso offrono prospettive entusiasmanti, è essenziale un approccio equilibrato che consideri sia i benefici che i potenziali rischi, con un’attenzione particolare alla personalizzazione del trattamento e all’integrazione con modifiche dello stile di vita.
Per approfondire
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) – Informazioni aggiornate sui farmaci approvati e sulle linee guida per il trattamento dell’obesità.
Istituto Superiore di Sanità (ISS) – Risorse e studi sull’obesità e sulle terapie farmacologiche disponibili in Italia.
Società Italiana di Diabetologia (SID) – Approfondimenti sui farmaci per la perdita di peso e il loro utilizzo nei pazienti con diabete.
The New England Journal of Medicine – Pubblicazioni scientifiche su studi clinici riguardanti nuovi farmaci per la perdita di peso.
The Lancet – Articoli e commenti su innovazioni terapeutiche e considerazioni sulla sicurezza dei farmaci anti-obesità.
