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L’acido folico è la forma sintetica della vitamina B9, parte del gruppo delle vitamine del complesso B, mentre i folati sono le forme naturalmente presenti negli alimenti. Entrambi svolgono un ruolo centrale nel cosiddetto “metabolismo monocarbonioso”, un insieme di reazioni biochimiche indispensabili per la sintesi del DNA e dell’RNA, la metilazione delle proteine e la produzione di cellule ematiche. Per questo motivo, lo stato di folati influenza direttamente processi ad elevato turnover cellulare, come l’ematopoiesi e lo sviluppo embrio-fetale, e incide su aspetti clinici rilevanti come l’anemia megaloblastica e la prevenzione dei difetti del tubo neurale. In ginecologia e ostetricia, ma anche nella pratica clinica generale, comprendere quando e perché integrare acido folico aiuta a ottimizzare la salute materna e fetale, oltre che a sostenere il benessere ematologico dell’adulto.
Questa guida descrive in modo chiaro e aggiornato i principali benefici dell’acido folico, con particolare attenzione alle esigenze delle persone in età fertile e in gravidanza, e alle implicazioni per l’anemia. Le informazioni sono pensate per essere utili tanto ai professionisti della salute quanto ai lettori non specialisti. Non sostituiscono il parere del medico, che resta fondamentale per distinguere tra un aumentato fabbisogno fisiologico e una carenza vera e propria, per valutare eventuali condizioni concomitanti (ad esempio carenza di vitamina B12) e per definire dosi e durata dell’integrazione più adatte alla situazione individuale.
Benefici dell’acido folico
Il beneficio più noto dell’acido folico riguarda la prevenzione dei difetti del tubo neurale (DTN), come spina bifida e anencefalia. Il tubo neurale si chiude molto precocemente, tra la terza e la quarta settimana dal concepimento, spesso prima che la gravidanza venga riconosciuta. Per questo motivo le linee guida raccomandano un’adeguata assunzione di folati già in fase preconcezionale e nel primo trimestre. Un apporto sufficiente di acido folico in questo periodo riduce in modo significativo il rischio di DTN a livello di popolazione. È importante chiarire che la supplementazione non azzera il rischio in assoluto, ma ne diminuisce la probabilità, intervenendo su un fattore causale modificabile: la disponibilità di folati per la sintesi e la metilazione del DNA nelle fasi critiche di organogenesi. Anche quando l’integrazione inizia dopo il concepimento, può offrire un supporto, sebbene la massima efficacia si ottenga con l’assunzione periconcezionale.
Un secondo beneficio fondamentale è il supporto all’ematopoiesi e la prevenzione/correzione dell’anemia megaloblastica da carenza di folati. I folati sono essenziali per la corretta maturazione dei precursori eritroidi; quando mancano, si osserva un’alterata sintesi del DNA con comparsa di eritrociti macroctari e megaloblasti. Clinicamente, la carenza si può manifestare con pallore, astenia, tachicardia e, nei casi più severi, glossite e alterazioni mucose. L’integrazione di acido folico, unitamente alla correzione delle cause sottostanti (apporto dietetico insufficiente, malassorbimento, aumentato fabbisogno), normalizza la eritropoiesi e aiuta a recuperare valori di emoglobina e volumi eritrocitari. In gravidanza, il fabbisogno di folati aumenta per sostenere l’espansione del volume plasmatico e la crescita fetale; mantenere adeguate riserve di folati nel sangue materno contribuisce a ridurre il rischio di anemia megaloblastica e le sue complicanze.
L’acido folico contribuisce inoltre al metabolismo dell’omocisteina, un aminoacido intermedio che, se accumulato, è associato a un aumentato rischio cardiovascolare in diversi contesti. I folati, insieme a vitamina B12 e vitamina B6, favoriscono la rimetilazione dell’omocisteina a metionina, riducendone i livelli circolanti. In soggetti con iperomocisteinemia da carenza di folati o con varianti genetiche che influenzano la via dei folati, l’integrazione può normalizzare i valori e migliorare biomarcatori di rischio. In ambito ostetrico, livelli più bassi di omocisteina si associano a una migliore funzione endoteliale e perfusione placentare; un assetto folico adeguato è collegato a una riduzione del rischio di alcune complicanze ipertensive della gravidanza. Va precisato che, pur riducendo in modo affidabile l’omocisteina, l’impatto dell’integrazione di folati sugli eventi cardiovascolari “duri” dipende da molte variabili (stato nutrizionale di partenza, altre comorbidità, durata della supplementazione) e i risultati degli studi sono eterogenei. Resta comunque un beneficio metabolico concreto in presenza di deficit o aumentato fabbisogno.

Dal punto di vista dello sviluppo fetale, un adeguato apporto di folati sostiene processi chiave come la proliferazione e la differenziazione cellulare, la neurogenesi e la formazione della placenta. Oltre ai DTN, un buon stato folico materno è stato associato a esiti di crescita più favorevoli e, in alcuni studi, a un minor rischio di parto pretermine e di basso peso alla nascita; tali associazioni, tuttavia, possono risentire di fattori confondenti come la qualità generale della dieta e l’accesso alle cure. Anche in ambito neurocognitivo, i folati partecipano a reazioni di metilazione coinvolte nell’espressione genica: mantenere livelli adeguati in gravidanza e allattamento offre un contesto biologico favorevole allo sviluppo neurologico del bambino. Al di fuori della gravidanza, un sufficiente apporto di folati nell’adulto contribuisce al mantenimento delle mucose (orale, gastrointestinale), della cute e della corretta funzione del sistema immunitario, in virtù del loro ruolo nella sintesi degli acidi nucleici e nella divisione cellulare.
Esistono poi benefici potenziali in aree specifiche. Nella fertilità maschile, i folati partecipano alla spermatogenesi e alcuni lavori hanno riportato un miglioramento di parametri seminali quando l’acido folico è assunto in combinazione con altri micronutrienti in soggetti carenti; le evidenze non sono uniformi, ma suggeriscono un possibile ruolo di supporto in quadri selezionati. In ambito reumatologico e dermatologico, il metabolismo dei folati è coinvolto nella gestione di terapie che interferiscono con la via dell’acido folico: l’assunzione di folati può essere impiegata per ridurre alcuni effetti indesiderati di questi trattamenti secondo protocolli stabiliti dal medico. Più in generale, la vitamina B9 contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e al normale funzionamento psicologico, effetti che riflettono il suo ruolo nei cicli energetici cellulari e nella sintesi di neurotrasmettitori. Popolazioni con diete povere di folati (ad esempio con basso consumo di verdure a foglia, legumi e frutta) o con aumentato fabbisogno (gravidanza, adolescenza) possono trarre beneficio dall’ottimizzazione dell’introito attraverso alimentazione e, quando indicato, integrazione.
Effetti collaterali dell’acido folico
L’acido folico è generalmente considerato sicuro quando assunto nelle dosi raccomandate. Tuttavia, in alcuni casi, possono manifestarsi effetti collaterali, soprattutto se si superano le dosi consigliate.
Tra gli effetti indesiderati più comuni si annoverano disturbi gastrointestinali come nausea, distensione addominale e flatulenza. (it.wikipedia.org) Inoltre, possono verificarsi reazioni allergiche, sebbene rare, caratterizzate da eruzioni cutanee, prurito o orticaria. (venetonutrizione.info)
Assunzioni prolungate o dosi elevate di acido folico possono mascherare una carenza di vitamina B12, ritardando la diagnosi di condizioni come l’anemia perniciosa, che può portare a danni neurologici irreversibili. (healthy.thewom.it)
In rari casi, dosi molto elevate possono causare sintomi neurologici come irritabilità, insonnia o confusione. È quindi fondamentale attenersi alle dosi consigliate e consultare un medico prima di iniziare l’assunzione di integratori di acido folico.
Controindicazioni e avvertenze
L’acido folico è controindicato in individui con ipersensibilità nota al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel preparato.
Particolare attenzione è necessaria nei pazienti con anemia perniciosa o altre anemie megaloblastiche causate da carenza di vitamina B12. In questi casi, l’assunzione di acido folico da solo può correggere l’anemia senza risolvere la carenza di B12, mascherando così la condizione sottostante e permettendo la progressione di danni neurologici.
Le donne in gravidanza o in allattamento dovrebbero consultare il proprio medico prima di assumere integratori di acido folico, per determinare il dosaggio appropriato e valutare eventuali rischi o benefici specifici per la loro situazione. (materdomini.it)
Ulteriore cautela è indicata in presenza di malattie epatiche o renali, di alcolismo cronico o di disturbi dell’assorbimento intestinale; in tali contesti può rendersi opportuno un monitoraggio clinico e laboratoristico dello stato vitaminico e dell’assetto ematologico.
Nei pazienti sottoposti a terapie che interferiscono con la via dei folati (ad esempio trattamenti oncologici con antagonisti dei folati), l’eventuale integrazione deve essere valutata e gestita dal team curante per evitare interferenze con l’efficacia terapeutica o effetti indesiderati.
Modalità di assunzione
L’acido folico è disponibile in diverse forme, tra cui compresse, capsule e soluzioni liquide. La modalità di assunzione varia in base alle esigenze individuali e alle indicazioni mediche.
Per le donne in età fertile che pianificano una gravidanza, è generalmente raccomandata l’assunzione di 400-500 microgrammi (0,4-0,5 mg) al giorno, iniziando almeno un mese prima del concepimento e proseguendo per tutto il primo trimestre di gravidanza. (my-personaltrainer.it)
In caso di condizioni mediche specifiche o carenze diagnosticate, il medico potrebbe prescrivere dosaggi più elevati. È fondamentale seguire le indicazioni mediche e non superare le dosi consigliate senza consultare un professionista sanitario.
L’assunzione può avvenire con o senza cibo; l’aspetto più importante è la regolarità quotidiana. In caso di dimenticanza, si riprende lo schema abituale senza raddoppiare la dose. Le formulazioni a rilascio immediato sono le più comuni e l’acido folico è spesso incluso in multivitaminici insieme ad altre vitamine del gruppo B.
Oltre all’acido folico, sono disponibili forme come il 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF). Entrambe aumentano lo stato folico; il 5-MTHF è talvolta impiegato in contesti clinici specifici. Le etichette possono riportare il contenuto in microgrammi (mcg) o come equivalenti dietetici di folato (DFE). Negli adulti, il limite massimo di assunzione da integratori e alimenti fortificati è comunemente fissato a 1.000 mcg/die, salvo diversa indicazione medica.
Interazioni con altri integratori
L’acido folico può interagire con vari farmaci e integratori, influenzandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali.
Ad esempio, l’assunzione concomitante di acido folico e farmaci antiepilettici come fenitoina e fenobarbital può ridurre l’efficacia di questi ultimi, aumentando il rischio di convulsioni. (drmax.it)
Inoltre, alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono interferire con il metabolismo dei folati, riducendo l’efficacia dell’acido folico.
È quindi essenziale informare il proprio medico o farmacista di tutti i farmaci e integratori che si stanno assumendo, per valutare possibili interazioni e adeguare le terapie di conseguenza.
Con altri integratori, l’acido folico è spesso incluso in complessi del gruppo B insieme a vitamina B12 e B6, una combinazione sinergica nelle vie di metabolizzazione dell’omocisteina. In caso di uso prolungato di dosi elevate di folati, è prudente che l’apporto di vitamina B12 sia adeguato, per evitare di mascherarne una eventuale carenza.
Nella pratica, l’acido folico può essere assunto insieme a integratori di ferro, specialmente in gravidanza o quando si supporta l’ematopoiesi: i nutrienti agiscono su meccanismi distinti e complementari. Anche zinco, colina o betaina possono essere presenti in piani di integrazione mirati; la cointegrazione non è di per sé problematica, ma la necessità e i dosaggi vanno valutati nel quadro complessivo dell’apporto nutrizionale.
In conclusione, l’acido folico svolge un ruolo cruciale nella prevenzione di difetti congeniti e nel supporto di varie funzioni corporee. Tuttavia, è importante assumerlo nelle dosi appropriate e sotto supervisione medica, soprattutto in presenza di condizioni mediche preesistenti o durante la gravidanza.
Per approfondire
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Documento informativo sull’acido folico e le sue indicazioni terapeutiche.
Ministero della Salute: Linee guida sull’assunzione di acido folico in gravidanza.
Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO): Linee guida sull’uso dell’acido folico in ginecologia.
Istituto Superiore di Sanità (ISS): Informazioni sull’importanza dell’acido folico nella prevenzione dei difetti del tubo neurale.
NHS UK: Informazioni sulle vitamine del gruppo B, inclusa la vitamina B9 (acido folico).
