Orbactiv: effetti collaterali e controindicazioni

Orbactiv: effetti collaterali e controindicazioni

Orbactiv (Oritavancina Difosfato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Orbactiv è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI) negli adulti (vedere paragrafì 4.4 e 5.1).

Devono essere considerate le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.

Orbactiv: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Orbactiv ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Orbactiv, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Orbactiv: controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

L’uso endovenoso di eparina sodica non frazionata è controindicato per 120 ore (5 giorni) dopo la somministrazione di oritavancina poiché i risultati del test del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) possono rimanere falsamente elevati fino a 120 ore dopo la somministrazione di oritavancina (vedere paragrafì 4.4 e 4.5).

Orbactiv: effetti collaterali

Riepilogo del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse segnalate più comunemente (?5%) sono risultate essere: nausea, reazioni di ipersensibilità, reazioni nella sede dell’infusione e cefalea. La reazione avversa grave segnalata più comunemente è stata la cellulite (1,1%). I motivi più comuni segnalati per l’interruzione sono risultati essere la cellulite (0,4%) e l’osteomielite (0,3%). Il tasso di segnalazione delle reazioni avverse è risultato più alto nei pazienti di sesso femminile che in quelli di sesso maschile.

Elenco tabulato delle reazioni avverse

Le reazioni avverse all’oritavancina segnalate dagli studi clinici combinati di Fase 3 sulle ABSSSI con una singola dose di oritavancina sono elencate secondo la classificazione sistemico-organica nella seguente tabella.

Le frequenze sono definite come: molto comune (?1/10); comune (da ?1/100 a <1/10); non comune (da ?1/1.000 a <1/100); raro (da ?1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.

Tabella 2: Frequenza delle reazioni avverse secondo la classificazione sistemico-organica

Classificazione sistemico-
organica
Frequenza Reazioni avverse
Infezioni ed infestazioni
Comune Cellulite, ascesso (agli arti e sottocutaneo)
Non comune Osteomielite
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comune Anemia
Non comune Eosinofilia, trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario
Non comune Ipersensibilità (vedere paragrafì 4.3 e 4.4)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comune Ipoglicemia, iperuricemia
Patologie del sistema nervoso
Comune Cefalea, vertigini
Patologie cardiache
Comune Tachicardia
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune Broncospasmo, respiro affannoso
Patologie gastrointestinali
Comune Nausea, vomito, diarrea, stipsi
Patologie epatobiliari
Comune Test della funzionalità epatica anormale (aumento dell’alanina aminotransferasi,
aumento dell’aspartato aminotransferasi)
Non comune Aumento della bilirubina ematica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune Orticaria, eruzione cutanea, prurito
Non comune Vasculite leucocitoclastica, angioedema,
eritema multiforme, vampate
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comune Mialgia
Non comune Tenosinovite
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune Reazioni nella sede dell’infusione, compresi i seguenti sintomi: flebite nella sede dell’infusione, eritema nella sede dell’infusione, stravaso, indurimento, prurito, eruzione
cutanea, edema periferico
Rara Sindrome dell’uomo rosso

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il

sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Orbactiv: avvertenze per l’uso

Reazioni di ipersensibilità

Gravi reazioni di ipersensibilità sono state segnalate con l’uso di oritavancina. Se si verifica una reazione di ipersensibilità acuta durante l’infusione di oritavancina, la somministrazione di oritavancina deve essere immediatamente interrotta e deve essere istituita l’appropriata terapia di supporto.

Non sono disponibili dati sulla cross-reattività fra oritavancina e altri glicopeptidi, compresa la vancomicina. Prima di usare l’oritavancina è importante chiedere con attenzione informazioni sulle reazioni precedenti di ipersensibilità ai glicopeptidi (ad es. vancomicina, telavancina). A causa della possibilità di ipersensibilità crociata, è necessario effettuare un attento monitoraggio dei pazienti con anamnesi di ipersensibilità ai glicopeptidi durante e dopo l’infusione.

Reazioni correlate all’infusione

Per minimizzare il rischio di reazioni correlate all’infusione l’oritavancina viene somministrata mediante infusione endovenosa della durata di 3 ore. Le infusioni endovenose di oritavancina possono provocare reazioni somiglianti alla “sindrome dell’uomo rosso”, comprendenti vampate nella parte superiore del corpo, orticaria, prurito e/o eruzione cutanea. Se si verificano queste reazioni, l’interruzione o il rallentamento dell’infusione potrebbe indurre la scomparsa dei suddetti sintomi (vedere paragrafo 4.8).

Necessità di agenti antibatterici aggiuntivi

L’oritavancina è attiva soltanto contro i batteri Gram-positivi (vedere paragrafo 5.1). Nelle infezioni miste dove si sospetta la presenza di batteri Gram-negativi e/o di certi tipi di batteri anaerobici, l’oritavancina deve essere co-somministrata con l’agente o gli agenti antibatterici appropriati.

Uso concomitante di warfarin

L’oritavancina ha dimostrato di prolungare artificialmente il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a un massimo di 12 ore, il che rende il monitoraggio dell’effetto anticoagulante di warfarin non affidabile fino a 12 ore dopo una dose di oritavancina.

Interferenza con le prove di coagulazione

L’oritavancina ha dimostrato di interferire con i risultati di determinati test di coagulazione di laboratorio (vedere paragrafì 4.3 e 4.5). Le concentrazioni ematiche di oritavancina in pazienti trattati con una dose singola hanno dimostrato di prolungare artificialmente:

il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) fino a 120 ore,

il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a 12 ore,

il tempo di coagulazione attivato (ACT) fino a 24 ore,

il tempo di coagulazione con silice (SCT) fino a 18 ore, e

il test con il veleno di vipera di Russell diluito (DRVVT) fino a 72 ore.

Questi effetti derivano dal fatto che l’oritavancina si lega a e previene l’azione dei reagenti fosfolipidici che attivano la coagulazione nei test della coagulazione comunemente utilizzati in laboratorio. Per i pazienti che necessitano di monitoraggio dell’aPTT entro 120 ore dalla somministrazione dell’oritavancina, può essere preso in considerazione un test di coagulazione non dipendente dai fosfolipidi come un test cromogenico basato sul Fattore Xa o un anticoagulante alternativo che non richiede il monitoraggio dell’aPTT.

Il test cromogenico anti-fattore Xa, il test del tempo di trombina (TT) e i test diagnostici per la trombocitopenia da eparina (HIT) non subiscono l’effetto di oritavancina. In vitro, l’oritavancina alla dose di 46,6 ?g/mL non ha avuto effetti sul test di resistenza della proteina C attivata (APCR), indicando una bassa probabilità di interferenza dell’oritavancina con questo test. Tuttavia, essendo l’APCR un test basato su fosfolipidi, non è possibile escludere la possibilità che concentrazioni più alte di oritavancina che potrebbero verificarsi durante l’uso clinico possano interferire con questo test.

In studi non clinici e clinici, non sono stati osservati effetti dell’oritavancina sul sistema di coagulazione in vivo.

Diarrea associata al Clostridioides difficile

La colite associata agli antibatterici e la colite pseudomembranosa sono state segnalate per l’oritavancina, e possono essere di gravità da lieve a diarrea con pericolo di vita. È pertanto importante considerare questa diagnosi nei pazienti che presentano diarrea in seguito alla somministrazione di oritavancina (vedere paragrafo 4.8). In questa circostanza deve essere considerato l’uso di misure di supporto con la somministrazione di un trattamento specifico per il Clostridioides difficile.

Superinfezione

L’uso di medicinali antibatterici può aumentare il rischio di crescita eccessiva di micro-organismi non sensibili. In caso di superinfezione devono essere adottate le misure appropriate.

Osteomielite

Negli studi clinici di Fase 3 sulle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI), nel braccio trattato con oritavancina è stato segnalato un numero maggiore di casi di osteomielite rispetto al braccio trattato con vancomicina (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per i segni e i sintomi dell’osteomielite dopo la somministrazione di oritavancina. In caso di sospetto o di diagnosi di osteomielite, deve essere istituita la terapia antibatterica alternativa appropriata.

Ascesso

Negli studi clinici di Fase 3, nel braccio trattato con oritavancina è stata segnalata la presenza di un numero leggermente superiore di casi di ascessi di recente insorgenza rispetto al braccio trattato con vancomicina (4,6% rispetto a 3,4%, rispettivamente) (vedere paragrafo 4.8). Nel caso di presenza di ascessi di recente insorgenza, devono essere adottate le misure appropriate.

Limitazioni dei dati clinici

Nei due studi clinici maggiori nelle ABSSSI i tipi di infezioni trattate erano limitati esclusivamente a cellulite, ascessi e infezioni di ferite. Non sono stati studiati altri tipi di infezioni. Esiste un’esperienza limitata negli studi clinici nei pazienti con batteriemia, malattia vascolare periferica o neutropenia, nei pazienti immunocompromessi, nei pazienti di età superiore ai 65 anni e nelle infezioni causate da S. pyogenes.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco