A cosa può essere dovuto il mal di stomaco?

Cause, sintomi, diagnosi, trattamenti e prevenzione del mal di stomaco: reflusso, gastrite, ulcera, dispepsia, coliche biliari, pancreatite, infezioni, intolleranze; segnali d’allarme e indicazioni cliniche.

Il “mal di stomaco” è un’espressione comune che descrive una gamma molto ampia di fastidi localizzati nella parte alta dell’addome, spesso percepiti come bruciore, crampo, tensione o peso allo stomaco, talvolta accompagnati da nausea, rigurgito acido, eruttazioni o senso di pienezza precoce. Non è una diagnosi, ma un sintomo che può avere origini diverse: dall’irritazione momentanea legata a un pasto abbondante, fino a condizioni che richiedono una valutazione medica. Capire a cosa sia dovuto il dolore è importante per orientare i successivi passi, distinguendo i quadri più frequenti e benigni da quelli che meritano attenzione tempestiva.

Nel linguaggio quotidiano, “stomaco” indica spesso l’area epigastrica (la zona centrale alta dell’addome), ma il dolore può irradiarsi verso il torace, il dorso o i fianchi, confondendo la percezione del punto di origine. La lettura corretta del sintomo parte dall’osservazione di caratteristiche come esordio, durata, rapporto con i pasti, intensità, fattori che peggiorano o alleviano e sintomi associati (per esempio, febbre, vomito, ittero, alterazioni dell’alvo). In questa guida si illustrano le cause più comuni, come si presentano e quali indizi possono aiutare a orientarsi, per poi inquadrare quando è indicato approfondire con una valutazione clinica. Le informazioni sono generali e non sostituiscono il colloquio con un professionista sanitario.

Cause comuni del mal di stomaco

Le cause più frequenti riguardano l’apparato gastrointestinale superiore. Reflusso gastroesofageo e gastrite sono tra i principali responsabili: il reflusso è legato alla risalita di contenuto acido dallo stomaco verso l’esofago e si manifesta con bruciore retrosternale, rigurgito e talvolta dolore epigastrico, spesso dopo pasti abbondanti o in posizione sdraiata. La gastrite comporta infiammazione della mucosa gastrica: può dare bruciore, dolore sordo o senso di pienezza precoce e peggiorare con alcol, caffè e farmaci irritanti per lo stomaco. L’ulcera peptica (gastrica o duodenale), favorita dall’infezione da Helicobacter pylori e dall’uso di antinfiammatori non steroidei, provoca un dolore epigastrico tipico, talvolta notturno, che può migliorare mangiando (ulcera duodenale) o peggiorare subito dopo i pasti (ulcera gastrica). La dispepsia funzionale, infine, combina sintomi come gonfiore, sazietà precoce e dolore epigastrico in assenza di lesioni visibili: è comune e spesso correlata a ipersensibilità viscerale e alterazioni della motilità.

Anche le abitudini alimentari e lo stile di vita pesano molto. Pasti copiosi, specie serali, cibi ricchi di grassi o molto speziati, fritti, alcol e bevande contenenti caffeina o menta possono scatenare o accentuare il bruciore. Il fumo riduce le difese della mucosa gastrica. Tra i farmaci, oltre agli antinfiammatori e all’aspirina, possono irritare lo stomaco alcuni corticosteroidi, integratori di ferro, potassio e bisfosfonati (usati per l’osteoporosi) se assunti senza le corrette modalità. Situazioni di stress e ansia possono amplificare la percezione del dolore tramite l’asse intestino-cervello, generando circoli viziosi di tensione e sintomi. Va considerato che talvolta il dolore epigastrico si associa a fastidi in altre sedi, come la schiena, per irradiazione o condivisione di strutture nervose: in questi casi può essere utile approfondire il tema della relazione tra mal di schiena e dolore addominale per cogliere indizi utili all’inquadramento clinico relazione tra mal di schiena e dolore addominale.

Oltre a stomaco ed esofago, non vanno dimenticate le cause biliari e pancreatiche. La colica biliare, dovuta a calcoli che ostacolano il deflusso della bile, provoca un dolore acuto nel quadrante superiore destro o epigastrico, spesso insorto dopo un pasto grasso, con possibile irradiazione alla scapola destra e associato a nausea. Se l’infiammazione si estende (colecistite), possono comparire febbre e peggioramento del dolore alla palpazione. La pancreatite acuta, favorita da calcoli o alcol, esordisce con un dolore epigastrico intenso e continuo che tende a irradiarsi a cintura verso la schiena, spesso accompagnato da nausea e vomito, e richiede attenzione immediata. La disfunzione dello sfintere di Oddi e alcune patologie della via biliare possono simulare disturbi “di stomaco”, per la vicinanza anatomica e la sovrapposizione dei sintomi post-prandiali.

Le infezioni gastrointestinali (gastroenteriti virali o batteriche, intossicazioni alimentari) causano comunemente dolore epigastrico associato a nausea, vomito e diarrea, con esordio acuto e andamento generalmente autolimitante. Le intolleranze alimentari (per esempio al lattosio) e la sensibilità ad alcuni zuccheri fermentabili (FODMAP) possono provocare gonfiore, crampi e dolore dopo i pasti, per eccesso di gas e distensione. La celiachia, in presenza di predisposizione genetica, si può manifestare con dispepsia, anemia e alterazioni dell’alvo; le malattie infiammatorie croniche intestinali, pur colpendo soprattutto il colon, possono talvolta presentare dolore alto e perdita di peso. La sindrome dell’intestino irritabile, benché tipicamente interessi il basso addome, condivide meccanismi di ipersensibilità e alterata motilità che possono estendersi alla regione epigastrica. Da considerare anche condizioni extra-gastrointestinali che mimano il mal di stomaco: patologie ginecologiche (endometriosi, dismenorrea), urinarie (infezioni, calcoli) o respiratorie (polmonite del lobo inferiore) possono proiettare dolore nella parte alta dell’addome.

Infine, alcune cause meno frequenti ma rilevanti meritano menzione perché non devono essere trascurate. L’ischemia cardiaca, soprattutto negli anziani, nelle persone con diabete o nelle donne, può presentarsi con dolore epigastrico o bruciore atipico anziché con il classico dolore toracico. L’aneurisma dell’aorta addominale e l’ischemia mesenterica sono cause rare ma gravi di dolore addominale superiore, così come l’ulcera complicata da perforazione o sanguinamento. Tra i segnali che suggeriscono una valutazione clinica tempestiva si annoverano dolore improvviso e molto intenso, addome rigido, febbre alta persistente, vomito incoercibile o con sangue, feci nere, ittero, difficoltà a deglutire, calo ponderale non intenzionale, perdita di appetito marcata o un esordio di sintomi dispeptici in età avanzata. Anche la comparsa di dolore dopo un trauma, o in concomitanza con farmaci noti per irritare lo stomaco, è un elemento che va riferito al medico durante l’inquadramento diagnostico.

Sintomi associati al mal di stomaco

Il dolore epigastrico può presentarsi come bruciore, crampo o peso e spesso ha un rapporto temporale con i pasti. Il bruciore retrosternale con rigurgito acido, sapore amaro in bocca e peggioramento in posizione sdraiata è tipico del reflusso gastroesofageo; possono associarsi tosse secca notturna, raucedine e alito acido.

Nella gastrite e nelle ulcere peptiche sono frequenti dolore urente o sordo, nausea, eruttazioni e senso di pienezza precoce. Il dolore dell’ulcera duodenale tende a comparire a distanza dai pasti o di notte e migliorare con il cibo; quello dell’ulcera gastrica peggiora dopo aver mangiato. In caso di perdite croniche di sangue possono comparire stanchezza, pallore o capogiri.

Le infezioni gastrointestinali si accompagnano più spesso a nausea, vomito, diarrea e talvolta febbre, con esordio acuto. Intolleranze e sensibilità alimentari possono dare gonfiore, meteorismo, borborigmi e crampi dopo l’assunzione di specifici cibi; la dispepsia funzionale alterna periodi di miglioramento e riacutizzazioni, con sintomi persistenti ma fluttuanti.

Cause biliari e pancreatiche possono manifestarsi con dolore intenso nella parte alta dell’addome: la colica biliare dà dolore nel quadrante superiore destro con irradiazione alla spalla destra, mentre la pancreatite provoca un dolore profondo a cintura verso la schiena, spesso con nausea e vomito. Ittero, urine scure, feci chiare, difficoltà a deglutire, vomito con sangue o feci nere, febbre elevata, calo di peso non intenzionale e dolore molto intenso o improvviso sono segnali che richiedono attenzione clinica.

Diagnosi del mal di stomaco

La diagnosi del mal di stomaco inizia con un’accurata anamnesi medica e un esame fisico. Il medico raccoglie informazioni sui sintomi, la loro durata, l’intensità e le eventuali condizioni associate, come febbre o perdita di peso. Questo aiuta a identificare possibili cause e a determinare la necessità di ulteriori indagini.

Tra gli esami diagnostici comunemente utilizzati vi sono l’endoscopia digestiva alta, che permette di visualizzare direttamente l’interno dello stomaco e dell’esofago, e l’ecografia addominale, utile per valutare la presenza di anomalie strutturali. Inoltre, possono essere richiesti esami del sangue per rilevare infezioni o infiammazioni, e test specifici per l’Helicobacter pylori, un batterio spesso associato a ulcere gastriche e duodenali.

In alcuni casi, può essere necessaria una pH-metria esofagea delle 24 ore per misurare l’acidità nell’esofago e diagnosticare la malattia da reflusso gastroesofageo. La scelta degli esami dipende dai sintomi presentati e dalla valutazione clinica del medico.

Trattamenti per il mal di stomaco

Il trattamento del mal di stomaco varia in base alla causa sottostante. Per le ulcere peptiche causate da Helicobacter pylori, la terapia di eradicazione prevede l’uso combinato di antibiotici e inibitori della pompa protonica, come il rabeprazolo, per ridurre la produzione di acido gastrico e favorire la guarigione.

In caso di malattia da reflusso gastroesofageo, il trattamento può includere modifiche dello stile di vita, come evitare pasti abbondanti prima di coricarsi, e l’uso di farmaci antiacidi o inibitori della pompa protonica per ridurre l’acidità gastrica. Nei casi più gravi, può essere considerato un intervento chirurgico.

Per il mal di stomaco associato a stress o ansia, tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica e i massaggi possono essere utili. Inoltre, l’adozione di una dieta equilibrata e l’evitamento di cibi irritanti possono contribuire a ridurre i sintomi.

Prevenzione del mal di stomaco

La prevenzione del mal di stomaco si basa su uno stile di vita sano e su abitudini alimentari corrette. È consigliabile praticare attività fisica regolare, mantenere un peso corporeo adeguato e seguire una dieta ricca di fibre e povera di grassi saturi. Evitare il consumo eccessivo di alcol, non fumare e limitare l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei può ridurre il rischio di disturbi gastrici.

Inoltre, è importante gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento e assicurarsi un adeguato riposo notturno. In caso di sintomi persistenti o ricorrenti, è fondamentale consultare un medico per una valutazione approfondita e per determinare le misure preventive più appropriate.

In conclusione, il mal di stomaco può derivare da diverse cause e presentare sintomi variabili. Una diagnosi accurata è essenziale per identificare la causa sottostante e adottare il trattamento più adeguato. La prevenzione attraverso uno stile di vita sano e l’attenzione alle abitudini alimentari gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della salute gastrointestinale.

Per approfondire

Mal di stomaco – Humanitas: Informazioni dettagliate sulle cause e i rimedi del mal di stomaco.

Malattie gastrointestinali, 10 regole per prevenirle – Humanitas Salute: Linee guida per la prevenzione dei disturbi gastrointestinali.

Mal di stomaco: cause e rimedi | Paideia International Hospital: Panoramica sulle cause e i trattamenti del mal di stomaco.