Baypress: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Baypress 20 mg compresse (Nitrendipina): sicurezza e modo d’azione

Baypress 20 mg compresse (Nitrendipina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ipertensione arteriosa.

Baypress 20 mg compresse: come funziona?

Ma come funziona Baypress 20 mg compresse? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Baypress 20 mg compresse

Categoria farmacoterapeutica: Calcio-antagonista selettivo con prevalente effetto vascolare – derivato diidropiridinico

Codice ATC: C08CA08

Meccanismo d’azione

La nitrendipina è un calcio-antagonista del tipo delle 1,4-diidropiridine che agisce come anti- ipertensivo.

In qualità di calcio-antagonista, la nitrendipina inibisce il flusso transmembrana degli ioni calcio attraverso le cellule muscolari lisce presenti nei vasi.

Questo induce i seguenti effetti:

protezione nei confronti di un’aumentato influsso di calcio nella cellula

inibizione della contrazione miogenica calcio-dipendente della muscolatura vascolare

riduzione delle resistenze vascolari periferiche

effetto antipertensivo

lieve effetto natriuretico, particolarmente all’inizio del trattamento.


Baypress 20 mg compresse: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Baypress 20 mg compresse, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Baypress 20 mg compresse

Assorbimento e Biodisponibilità

Dopo somministrazione orale, la nitrendipina viene assorbita rapidamente e quasi completamente (? 88%) nel tratto gastroenterico dell’uomo. Dopo 1-3 ore si registrano i livelli massimi di concentrazione ematica, pari in media a circa 4.7 µg/l dopo assunzione di ½ compressa (10 mg) e 6.1- 19 µg/l dopo assunzione di una compressa (20 mg).

La biodisponibilità del principio attivo è pari al 20-30%, in ragione di un marcato effetto di primo passaggio.

Distribuzione

Il legame con le proteine plasmatiche (albumina) è elevato, pari a circa il 96-98%. Il farmaco non è quindi dializzabile. Il volume di distribuzione allo stato stazionario è approssimativamente di 5-9 l/kg di peso corporeo, tale da rendere improbabile un’efficacia dell’emoperfusione o della plasmaferesi.

Metabolismo / eliminazione

Dopo somministrazione orale, la nitrendipina subisce un considerevole metabolismo di primo passaggio, essendo quasi completamente metabolizzata attraverso i processi ossidativi epatici. I metaboliti sono farmacologicamente inattivi. Meno dello 0.1% della dose orale viene escreto immodificato nelle urine. La nitrendipina, sotto forma di metaboliti, è eliminata prevalentemente per via renale (circa il 77% della dose orale); la rimanente frazione è eliminata per via biliare/fecale.

L’emivita terminale di eliminazione è di circa 8-12 ore. Una volta raggiunto lo stato stazionario, non si verifica accumulo né della sostanza attiva né dei suoi metaboliti.

Poiché la nitrendipina viene eliminata prevalentemente attraverso processi metabolici epatici, i pazienti con insufficienza epatica cronica presenteranno livelli plasmatici più elevati. Non è peraltro necessario un particolare aggiustamento della dose nei pazienti con ridotta funzionalità renale.


Baypress 20 mg compresse: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Baypress 20 mg compresse agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Baypress 20 mg compresse è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Baypress 20 mg compresse: dati sulla sicurezza

I dati preclinici basati su studi convenzionali di sicurezza farmacologia, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno non hanno evidenziato rischi particolari per l’uomo. Negli studi di tossicità sulla riproduzione eseguiti con ratti e conigli, la nitrendipina non si è dimostrata né embriotossica né teratogena. Nelle scimmie la nitrendipina ha provocato alterazioni scheletriche alla dose somministrata alla madre di 100 mg/kg di peso corporeo ma non alla dose di 30 mg/kg di peso corporeo.

Tossicologia

Tossicità acuta

Dopo somministrazione singola di elevate dosi orali, la nitrendipina ha mostrato una tossicità lieve nei ratti e nei conigli e moderata nei cani. Dopo somministrazione endovenosa il farmaco è risultato chiaramente tossico in tutte le specie testate. La marcata differenza fra le vie di somministrazione orale ed endovenosa può essere attribuita alla scarsa idrosolubilità della sostanza. Si deve ipotizzare che la nitrendipina in soluzione molto concentrata precipiti quando la soluzione viene a contatto con il succo gastrico.

I risultati di studi di tossicità acuta condotti in varie specie animali sono sommariamente riportati nella tabella seguente:

Specie Sesso via di somministrazione DL50 (mg/kg) Intervallo confidenza di (p=0.05)
topo M p.o. 2540 2223-2911
ratto M p.o. >10000
coniglio F p.o. ? 2500
cane M, F p.o. >100, >250
topo M e.v. 39 35-44
ratto M e.v. 12.6 11.2-14.2
coniglio M,F e.v. ? 2.5
cane M,F e.v. >2.5, >3.2

Tossicità subacuta (4 settimane)

I ratti hanno tollerato dosi orali fino a 100 mg/kg per 4 settimane senza segni o alterazioni.

I cani hanno ricevuto dosi orali di 1, 3 e 10 mg/kg sotto forma di soluzione in capsule di gelatina. Gli esami clinici ed anatomo-patologici non hanno evidenziato segni di intolleranza. L’esame istopatologico ha rivelato una modesta cicatrizzazione del muscolo papillare del ventricolo sinistro in uno dei 4 animali del gruppo di 10 mg. Questa alterazione non è da considerarsi un danno tossico primario, bensì la conseguenza di un’eccessiva attività farmacodinamica. In questa specie, alterazioni necrotiche nell’endocardio del cuore sinistro, particolarmente sensibile al deficit di ossigeno, e nel

muscolo papillare rappresentano una tipica risposta alla caduta pressoria determinata dalla somministrazione di elevati dosaggi di anti-ipertensivi farmacodinamicamente molto potenti. L’effetto descritto non è né principalmente tossico né specifico per la nitrendipina.

Tossicità subcronica (3 mesi)

Ai ratti sono state somministrate dosi di 30, 100 e 300 mg/kg tramite sonda esofagea. La dose più elevata ha indotto un modesto incremento nel consumo di acqua in entrambi i sessi. Nelle femmine di questo gruppo i livelli sierici di urea erano lievemente aumentati. Non si sono riscontrate alterazioni istopatologiche. In questo studio quindi la dose tollerata senza danni è stata 300 mg/Kg di peso corporeo per i maschi e 100 mg/Kg di peso corporeo per le femmine.

I cani sono stati trattati con dosi di 1, 2.5 e 6.25 mg/kg. L’unico reperto patologico è stato uno slivellamento del tratto ST all’ECG in 2 dei 6 animali del gruppo della dose superiore. Si tratta di segni di alterazione della ripolarizzazione dovuti ad elevata attività farmacodinamica.

Dosi estremamente alte nella scimmia rhesus e nel babbuino (320 e 480 mg/kg rispettivamente) hanno determinato una caduta della tiroxina sierica. Questa ha causato un incremento del TSH, che ha portato ad alterazioni istologicamente visibili a carico della tiroide, nel senso di una iperattività da eccessiva stimolazione da TSH. La concomitante terapia sostitutiva con T3 ha prevenuto l’incremento di TSH. Negli animali così trattati non si sono osservate alterazioni tiroidee.

Si può escludere che la nitrendipina possa causare un danno tossico diretto dell’epitelio tiroideo o un disturbo dell’asse ipotalamico-ipofisario. In oltre 200 pazienti trattati con dosi fino a 40 mg/die per periodi fino a 5 anni non si sono riscontrate modificazioni nei parametri di funzionalità tiroidea né alterazioni morfologiche della tiroide indotte dal farmaco.

Tossicità cronica

I ratti sono stati trattati con dosi di 100, 500 e 2500 ppm nel cibo, corrispondenti a dosi fino a circa 125 mg/kg, per un periodo di 2 anni. A seguito della dose di 125 mg/kg si è osservato un ritardo della crescita e riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito. Gli elevati livelli di bilirubina e colesterolo suggeriscono un’influenza sulla funzione degli epatociti. Nel fegato non erano visibili alterazioni istopatologiche. Nei maschi trattati con 125 mg/kg e nelle femmine trattate con 25 mg/kg si è osservato un ampliamento della zona glomerulare della corteccia surrenale. Questo fenomeno è considerato una conseguenza dell’induzione della secrezione di renina/angiotensina, dovuta alla caduta pressoria causata dalla nitrendipina, che a sua volta provoca una stimolazione della zona glomerulare.

I cani hanno tollerato dosi orali fino a 6.25 mg/kg per un anno, somministrate come sostanza solida in capsule di gelatina, senza mostrare alterazioni correlate al farmaco.

Mutagenesi, teratogenesi ed embriotossicità

Studi di fertilità nel ratto

Studi sulla funzione riproduttiva nel ratto non hanno messo in evidenza riduzione nella fertilità o nello sviluppo intrauterino o postnatale. La fertilità della generazione F1 non è stata negativamente influenzata dalla nitrendipina.

Effetti embriotossici e teratogeni

I possibili effetti teratogeni della nitrendipina sono stati studiati nel ratto, nel coniglio e nella scimmia. Nel ratto e nel coniglio la nitrendipina non è risultata né embriotossica né teratogena. In uno studio pilota nella scimmia il farmaco, somministrato ad una dose tossica per la madre, 100 mg/kg, ha causato alterazioni teratogene scheletriche. La dose di 30 mg/kg non ha dato luogo ad effetti teratogeni.

Sviluppo perinatale e postnatale nel ratto

Per studiare l’influenza della nitrendipina sullo sviluppo perinatale e postnatale, i ratti sono stati trattati con 1, 3 e 10 mg/kg. Non si è osservato alcun effetto sullo sviluppo della prole.

Cancerogenesi

I topi sono stati trattati con nitrendipina per periodi fino a 21 mesi con dosi orali fino a circa 100 mg/kg. Non è emerso alcun potenziale cancerogeno né da questo studio, né dal sopra citato studio cronico a 2 anni.

Test di mutagenesi

Sono stati eseguiti il test Salmonella/microsoma per valutare l’induzione di mutazioni puntiformi, il test del micronucleo nel topo per esaminare eventuali mutazioni cromosomiche ed il test dominante- letale per individuare effetti stadio-specifici sulla spermatogenesi. Nessuno di essi ha messo in luce alcun effetto mutageno della nitrendipina. Inoltre, non si sono osservati effetti tossici nelle sperimentazioni sulla sintesi non programmata di DNA (UDS) e nel test di citogenesi su cellule CHO.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Baypress 20 mg compresse: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Baypress 20 mg compresse

Baypress 20 mg compresse: interazioni

Effetti di altri farmaci sulla nitrendipina

La nitrendipina viene metabolizzata tramite il sistema del CYP 3A4, localizzato sia a ivello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nitrendipina.

Si deve tenere conto dell’entità e della durata delle interazioni qualora si somministri nitrendipina in associazione ai seguenti farmaci:

Rifampicina

In base all’esperienza con il calcio-antagonista nifedipina, strutturalmente simile, è prevedibile che la rifampicina acceleri il metabolismo della nitrendipina, per il suo effetto d’induzione enzimatica. Per tale motivo l’efficacia della nitrendipina può essere ridotta se somministrata in combinazione con rifampicina. L’uso di nitrendipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato (vedere paragrafo 4.3).

In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti inibitori del CYP 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nitrendipina (vedere paragrafo 4.2).

Antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina)

Non sono stati condotti studi specifici sull’interazione tra nitrendipina ed antibiotici macrolidi.

E’ noto come i farmaci di questa classe inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal CYP 3A4. Per questo motivo non si può escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina a seguito di somministrazione contemporanea di nitrendipina e antibiotici macrolidi (vedere paragrafo 4.4).

L’azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, è priva di attività inibente il CYP 3A4.

Inibitori delle proteasi anti-HIV (es. ritonavir)

Non sono stati condotti studi clinici per indagare la potenziale interazione tra la nitrendipina e certi inibitori delle proteasi anti-HIV. E’ noto come farmaci di questa classe siano forti inibitori del sistema del CYP 3A4. Quindi non può essere escluso un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina quando siano somministrati insieme a questi inibitori delle proteasi (vedere paragrafo 4.4 e 4.5).

Antimicotici azolici (es. ketoconazolo)

Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nitrendipina e alcuni antimicotici azolici non è stato eseguito. E’ noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del CYP 3A4 e come siano state riscontrate varie interazioni con altri calcio antagonisti diidropiridinici.

Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nitrendipina non si può escludere un sostanziale incremento della biodisponibilità della nitrendipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4).

Nefazodone

Non sono stati condotti studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nitrendipina e nefazodone.

Questo farmaco antidepressivo è stato riportato essere un potente inibitore del CYP 3A4. Pertanto non si può escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina a seguito della contemporanea somministrazione di nefazodone (vedere paragrafo 4.4).

Fluoxetina

Studi con il calcio-antagonista diidropiridinico strutturalmente simile, nimodipina, hanno dimostrato che la somministrazione contemporanea dell’antidepressivo fluoxetina provoca un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nimodipina di circa il 50%.

La concentrazione di fluoxetina risultava notevolmente ridotta mentre il suo metabolita attivo norfluoxetina, non veniva influenzato. Pertanto, non può essere escluso un potenziale aumento

clinicamente rilevante delle concentrazioni plasmatiche di nitrendipina in caso di co-somministrazione con fluoxetina (vedere paragrafo 4.4).

Quinupristin/Dalfopristin

In base all’esperienza con il calcio-antagonista strutturalmente simile, nifedipina, la simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nitrendipina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di nitrendipina (vedere paragrafo 4.4).

Acido valproico

Non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra la nitrendipina e l’acido valproico. Dato che l’acido valproico si è dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si può escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d’efficacia, anche per la nitrendipina (vedere paragrafo 4.4).

Cimetidina, Ranitidina

La cimetidina e in misura minore, la ranitidina possono portare ad un aumento dei livelli plasmatici di nitrendipina e quindi può potenziarne l’effetto (vedere paragrafo 4.4).

Altri studi

Farmaci antiepilettici induttori del sistema del CYP 3A4 come fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina Non sono mai stati condotti studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nitrendipina e questi anticonvulsivanti.

Tuttavia la fenitoina, il fenobarbitale e la carbamazepina sono noti come potenziali induttori del sistema del CYP 3A4. La concomitante somministrazione di questi anticonvulsivanti può portare a una riduzione clinicamente rilevante della biodisponibilità della nitrendipina e quindi si può prevedere una riduzione della sua efficacia. Se la dose di nitrendipina viene aumentata durante la contemporanea somministrazione di fenitoina, fenobarbitale o carbamazepina, si deve considerare la riduzione del dosaggio di nitrendipina quando sia interrotto il trattamento con anticonvulsivanti.

Effetti della nitrendipina su altri farmaci

Farmaci anti-ipertensivi

La nitrendipina può aumentare l’effetto ipotensivo di altri antiipertensivi somministrati contemporaneamente:

diuretici

beta-bloccanti

ACE-inibitori

antagonisti del recettore dell’angiotensina 1 (AT1)

altri calcio-antagonisti

alfa-bloccanti

inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5)

?-metildopa

Digossina

Durante la somministrazione di nitrendipina in associazione a digossina può determinarsi un aumento dei livelli ematici di quest’ultima; pertanto, dovrebbe essere sorvegliata attentamente la possibile comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina provvedendo, nel caso, anche alla determinazione della digossinemia ed eventualmente ad effettuare una riduzione della dose del glicoside.

Miorilassanti

In corso di trattamento con nitrendipina la durata e l’intensità dell’azione dei miorilassanti come il pancuronio possono essere aumentate.

Interazioni col cibo

Succo di pompelmo

Il succo di pompelmo inibisce il sistema del CYP 3A4. La somministrazione di diidropiridine calcioantagoniste insieme con succo di pompelmo determina quindi un incremento dei livelli plasmatici di nitrendipina a causa della riduzione del metabolismo di primo passaggio o della riduzione della clearance.

Come conseguenza si produce un’accentuazione dell’effetto ipotensivo.

Sulla base dell’esperienza con il calcio-antagonista nisoldipina, in caso di consumo regolare di succo di pompelmo, questo effetto può durare fino a oltre tre giorni dall’ultima assunzione.

L’assunzione di pompelmo o di succo di pompelmo è quindi da evitare durante il trattamento con nitrendipina (vedere paragrafo 4.2).

Interazioni che sono state escluse

Enalapril

La concomitante somministrazione di nitrendipina e di enalapril non ha effetto sulla farmacocinetica di nitrendipina.

Midazolam

La concomitante somministrazione di nitrendipina e midazolam non ha rivelato alcun potenziale per una reciproca interazione.


Baypress 20 mg compresse: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Baypress 20 mg compresse: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

In funzione della differente reattività individuale, in taluni soggetti può venire influenzata negativamente la capacità di partecipazione attiva alla guida di autoveicoli o all’utilizzo di macchinari. Ciò vale in misura maggiore all’inizio del trattamento o in concomitanza di una modificazione della precedente terapia, come pure in caso di assunzione contemporanea di alcolici.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco