Carbolithium: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Carbolithium (Litio Carbonato): sicurezza e modo d’azione

Carbolithium (Litio Carbonato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Profilassi e trattamento degli stati di eccitazione nelle forme maniacali e ipomaniacali e degli stati di depressione o psicosi depressive croniche delle psicosi maniaco-depressive. Cefalea a grappolo

solo in soggetti che non rispondano ad altra terapia, a causa del basso indice terapeutico del litio carbonato.

Carbolithium: come funziona?

Ma come funziona Carbolithium? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Carbolithium

Categoria terapeutica: Antipsicotici – Litio; Codice ATC: NO5AN.

Il litio è un catione monovalente che appartiene al gruppo dei metalli alcalini. Il litio possiede numerosi effetti farmacologici e, sebbene non sia perfettamente noto il meccanismo d’azione, esso possiede attività antimaniacale e antidepressiva ed è efficace nella profilassi e nella terapia della cefalea a grappolo. I meccanismi d’azione del litio probabilmente responsabili della sua azione di modulatore del tono dell’umore includono: i) la regolazione del rilascio di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina; ii) l’interferenza con l’attivazione delle proteine G trimeriche (Gs e Gi); iii) la riduzione dell’attivazione della via di trasduzione del segnale dei polifosfoinositidi, attraverso l’inibizione dell’enzima inositolo-1-fosfatasi; iv)l’inibizione dell’attività’ di alcuni enzimi, come la protein chinasi C (PKC) e la glicogeno sintasi chinasi 3(GSK3), coinvolti nella regolazione di numerose attività cellulari, inclusa la trascrizione genica v) la regolazione dell’attività di fattori di trascrizione e vi) l’aumento dell’espressione della proteina antiapoptotica bcl2 (effetto neuroprotettivo).

interferendo, in questo modo, con l’attività dell’ADH vasopressiona (riduzione della capacità del rene di concentrare l’urina) e dell’ormone stimolante la tiroide, TSH (interferenza con la funzione tiroidea).


Carbolithium: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Carbolithium, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Carbolithium

Gli ioni litio sono rapidamente assorbiti dal tratto gastrointestinale. L’emivita plasmatica è di circa 24 ore. Aumenti dell’emivita plasmatica sono stati descritti negli anziani e nei soggetti con alterazione della funzionalità renale. L’escrezione è prevalentemente renale (90%). Le concentrazioni plasmatiche efficaci sono comprese tra 0,4 e 1 mEq/litro. Si consiglia di non superare una litiemia di 1 mEq/litro. Lo stato stazionario si ottiene tra il 5° e l’8° giorno. Il litio attraversa la barriera placentare e passa nel latte materno.

La litiemia non deve superare 1mEq/litro. Concentrazioni da 1,5 a 2,5 mEq/litro si sono dimostrate capaci di produrre fenomeni tossici. A concentrazioni superiori a 2,5 mEq/l si ha una grave intossicazione. A concentrazioni superiori a 3,5 mEq/l si hanno intossicazioni letali. La dose acuta letale di litio varia, ma è generalmente associata ad una litiemia maggiore di 3,5 mEq/l. L’assunzione contemporanea di alcool può causare un aumento del picco plasmatico del litio.

La biodisponibilità varia molto nelle diverse preparazioni: sostituire una preparazione con un’altra richiede le stesse precauzioni dell’inizio del trattamento.


Carbolithium: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Carbolithium agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Carbolithium è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Carbolithium: dati sulla sicurezza

Teratogenicità è stata osservata dopo trattamento con litio in mammiferi inferiori, inclusi i topi. Al contrario, studi condotti su conigli e scimmie non hanno dato prova di effetti teratogeni indotti

dal litio. Nell’uomo le prime evidenze degli effetti del litio sul feto derivano dal Registro internazionale dei Neonati del Litio (1973-1975). Su 225 neonati registrati, 25 (11,1%) sono stati segnalati con malformazioni, delle quali 18 (8%) interessavano il sistema cardiovascolare. Le

anomalie cardiovascolari includevano il morbo di Ebstein, una rara malformazione a carico della

valvola tricuspide con anomalie secondarie del ventricolo e dell’atrio destri. I dati provenienti dal Registro suggeriscono un’incidenza del morbo di Ebstein dell’1% fra i bambini esposti al litio corrispondente ad un valore dalle 200 alle 400 volte superiore alla norma. Tuttavia, lavori successivi suggeriscono che i dati retrospettivi del Registro sovrastimino la vera incidenza della teratogenicita’ del litio.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Carbolithium: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Carbolithium

Carbolithium: interazioni

Antipsicotici

L’associazione con clozapina, aloperidolo o fenotiazine provoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapiramidali e possibile neurotossicità (associazione da evitare).

L’associazione con sulpiride provoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapiramidali (associazione da evitare).

L’associazione con sertindolo e tioridazina provoca un aumento del rischio di aritmie ventricolari. L’associazione con aloperidolo può provocare una sindrome encefalopatica; un tale evento (caratterizzato da debolezza, letargia, febbre, tremori, convulsioni, confusione, sintomi extrapiramidali, leucocitosi), seguito da un irreversibile danno cerebrale, si è verificato in alcuni pazienti trattati con litio contemporaneamente ad aloperidolo. Benché non sia stata sicuramente stabilita una relazione causale tra questi eventi e la concomitante somministrazione di litio e aloperidolo, i pazienti sottoposti a questa terapia combinata devono essere attentamente controllati onde svelare prontamente i primi segni di neurotossicità che impongono la sospensione immediata del trattamento. Esiste la possibilità di simili reazioni con altri medicinali antipsicotici. L’associazione con antipsicotici può mascherare i sintomi di tossicità del litio, in quanto essi possono prevenire l’insorgenza della nausea, la quale rappresenta uno dei primi sintomi dell’intossicazione da litio.

Antidepressivi

L’associazione con venlafaxina può provocare un aumento degli effetti serotoninergici del litio. L’associazione con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina può provocare un aumento del rischio di effetti sul sistema nervoso centrale.

L’associazione con antidepressivi triciclici può provocare un aumento del rischio di tossicità da litio. Inoltre, sintomi quali diarrea, confusione, tremori e agitazione sono stati osservati durante la terapia combinata litio e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

Metildopa

L’associazione con metildopa può determinare un aumento della tossicità del litio (neurotossicità), anche in presenza di valori di litiemia compresi nell’intervallo terapeutico.

Antiepilettici

Fenomeni di neurotossicità sono stati osservati in seguito alla somministrazione combinata di litio con antiepilettici (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina).

Alcool

L’assunzione concomitante di alcool può causare un aumento del picco plasmatico del litio.

ACE inibitori

L’associazione con ACE inibitori può provocare una riduzione dell’eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia.

Antiaritmici

L’uso concomitante di amiodarone può provocare insorgenza di aritmie ventricolari (associazione sconsigliata).

Antagonisti del recettore dell’angiotensina II

L’associazione con antagonisti del recettore dell’angiotensina II può provocare una riduzione dell’eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia.

Calcioantagonisti

senza aumento della concentrazione plasmatica di litio, con sintomi quali atassia, tremori, nausea, vomito, diarrea e tinnito.

Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS)

Farmaci antinfiammatori non steroidei (diclofenac, ibuprofene, indometacina, acido menefamico, naproxene, ketorolac , piroxicam ed inibitori selettivi della COX2) riducono la clearance del litio, producendo un aumento della litiemia con conseguente aumento del rischio di tossicità (associazione da evitare).

Durante l’assunzione concomitante di nimesulide, la litiemia deve essere attentamente monitorata.

Farmaci Antinfiammatori Steroidei (Corticosteroidi):

L’assunzione concomitante di corticosteroidi provoca ritenzione idrosalina, con conseguente aumento della litiemia.

Diuretici

L’assunzione concomitante di diuretici dell’ansa e di tiazidici provoca una riduzione dell’eliminazione di litio con aumento della litiemia e rischio di tossicità.

L’associazione con diuretici osmotici, acetazolamide, amiloride e triamterene (significativo in particolare con amiloride e triamterene) può provocare un aumento dell’escrezione di litio.

In particolare, la somministrazione di un diuretico tiazidico a pazienti stabilizzati in terapia con litio determina dopo 3-5 giorni un aumento della litiemia.

Minori variazioni della litiemia sono state osservate con i diuretici dell’ansa (furosemide, bumetanide ed acido etacrinico), ciò nonostante, i pazienti in terapia con tale associazione devono essere attentamente controllati.

Evidenze scientifiche suggeriscono che se un paziente in trattamento con litio deve iniziare una terapia con diuretici, la dose di litio dovrebbe essere ridotta dal 25 al 50% e la litiemia misurata due volte a settimana.

L’indapamide ed il litio non devono essere usati in concomitanza per una possibile tossicità del litio conseguente ad una ridotta clearance renale.

I diuretici risparmiatori di potassio non aumentano la litiemia.

Metoclopramide

L’associazione con metoclopramide provoca un aumento del rischio di effetti extrapiramidali.

Metronidazolo:

L’associazione con metronidazolo provoca un aumento della litiemia

Aminofillina e Mannitolo:

L’associazione con aminofillina e mannitolo comporta una diminuzione della litiemia.

Riduzione della concentrazione plasmatica e aumento dell’escrezione urinaria di litio sono state osservate in seguito alla terapia combinata con clorpromazina, acetazolamide, xantine, urea e agenti alcalinizzanti come il sodio bicarbonato.

Aumenti significativi del consumo di caffè possono portare a diminuzioni nella concentrazione plasmatica del litio.

Il litio può prolungare l’effetto dei bloccanti neuromuscolari. Pertanto questi farmaci dovranno essere somministrati con precauzione ai pazienti in terapia con litio.


Carbolithium: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Carbolithium: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Il litio può alterare la capacità mentale o fisica.

Carbolithium compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Avvertire i pazienti che conducono attività che richiedono prontezza di riflessi.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco