Diidergot: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Diidergot (Diidroergotamina Mesilato): sicurezza e modo d’azione

Diidergot (Diidroergotamina Mesilato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Come antiemicranico: emicrania, anche di origine mestruale (terapia sintomatica dell’attacco); cefalee vasomotorie, cefalee da commozione cerebrale.

Come simpaticolitico: stati di ipersimpaticotonia in genere, distonie neurocircolatorie; disturbi da meteoropatia; spasmi del collo uterino in travaglio di parto; ritenzione urinaria post-operatoria.

Diidergot: come funziona?

Ma come funziona Diidergot? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Diidergot

Categoria farmacoterapeutica: Antiemicranico. Codice ATC: N02CA01

La diidroergotamina ha un’affinità da moderata ad alta nei confronti di varie sottocategorie di recettori della serotonina.

Essa mostra un’attività agonista particolarmente potente a livello del recettore 5-HT1D e si pensa che questo sia alla base della sua efficacia antiemicranica. Questo effetto agonistico produce una riduzione della funzione neuronale 5-HT per cui influenza elementi della vascolarizzazione a livello del cranio eo previene l’infiammazione neurogena e la stimolazione dei nocicettori.

In confronto con ergotamina, in vitro, la diidroergotamina è più efficace considerando l’azione bloccante del suo alfa-adrenocettore e meno efficace considerando l’attività di vasocostrizione sistemica che è mediata dal recettore 5-HT2A .

L’effetto farmacodinamico preminente di DIIDERGOT è:

Effetto simpaticolitico:

dovuto a blocco alfa-adrenergico. Come simpaticolitico fortemente attivo e ben tollerato, DIIDERGOT diminuisce l’eccitabilità delle funzioni vegetative centrali e periferiche agli stimoli simpatici e adrenergici.


Diidergot: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Diidergot, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Diidergot

Dopo somministrazione orale, l’assorbimento di Diidergot è di circa il 30%. L’assorbimento è rapido (emivita da 10 a 20 minuti) la massima concentrazione plasmatica è raggiunta dopo 1 ora. C’è un effetto elevato di primo passaggio nel fegato (97%). Come sostanza immodificata, la biodisponibilità è intorno all’1%. Comunque, la 8- hydroxy-dihydroergotamina, principale metabolita di Diidergot, raggiunge fino al 5-7% della dose ingerita e nell’uomo possiede la stessa attività della molecola madre. La biodisponibilità totale (molecola madre + metaboliti) è quindi di circa il 6-8%.

La diidroergotamina si lega alle proteine plasmatiche per circa il 93%. Il suo apparente volume di distribuzione è di circa 30 l/Kg. La clearance totale corporea è di circa 1,5 l/minuto, riflettendo principalmente una clearance epatica. L’eliminazione è bifasica, con una fase alfa di 1,5 ore ed una fase beta di 15 ore. La via principale di escrezione è nelle feci tramite la bile. L’escrezione urinaria della molecola immodificata e dei suoi metaboliti è di circa il 10% dopo somministrazione e.v. e da 1 a 3% dopo somministrazione orale.


Diidergot: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Diidergot agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Diidergot è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Diidergot: dati sulla sicurezza

Tossicità acuta

Le dosi massime non letali (MNLD) dopo una dose singola orale di diidroergotamina sono risultate essere: >2000 mg/kg nei topi, >2000 mg/kg nei ratti e >1000 mg/kg nei conigli. In seguito ad una dose

singola endovena, le MNLDs sono state 50 mg/kg nei topi, 80 mg/kg nei ratti e 16 mg/kg nei conigli.

Tossicità cronica e subcronica

In uno studio di tossicità orale di 26 settimane su ratti, sono state somministrate dosi di 2, 11 e 53 mg/kg al giorno aggiunte al cibo; la dose più alta ha provocato una leggera diminuzione dell’assunzione di cibo, diarrea, cianosi della punta della coda ed aumento dei livelli di SGPT serica (ALT). Il livello privo di effetto tossico (NTEL) è stato di 11 mg/kg al giorno.

In uno studio di tossicità orale di 26 settimane in cani beagle, sono state somministrate dosi di 0,5, 1,5 e 5 mg/kg al giorno in capsule di gelatina. Con dosi di 1,5 e 5 mg/kg al giorno sono apparse croste ai margini delle orecchie. Questa è una situazione comune in cani con orecchie pendenti ed è dovuto agli effetti farmacodinamici della diidroergotamina. Nei cani trattati con 5 mg/kg al giorno è stato riscontrato un leggero aumento del numero di corpi di inclusione acidofili citoplasmici negli epatociti. A parte le lesioni dei margini delle orecchie, l’NTEL è stato di 1,5 mg/kg al giorno.

Tossicità riproduttiva

La diidroergotamina a dosi orali fino a 30 mg/kg al giorno non ha avuto effetti sulla fertilità e sulla performance riproduttiva di ratti maschi e femmine, non era teratogena su ratti o conigli femmina gravide e non sono stati osservati effetti sullo sviluppo perinatale e postatale in ratti e conigli. Somministrazioni orali di 5 mg/kg al giorno a scimmie gravide non sono risultate teratogene.

Mutagenesi

Il potenziale mutageno della diidroergotamina è stato valutato in una serie di 9 studi di mutagenesi. La diidroergotamina è risultata negativa in tutti i saggi di mutazione genica e non comporta quindi meccanismi di riparazione del DNA nelle colture di epatociti del ratto. Analisi citogenetiche in vitro hanno fornito un debole risultato positivo in cellule V79 di criceto cinese ed un risultato negativo in linfociti periferici umani. In vivo, non c’è stata evidenza di un potenziale clastogeno nel midollo osseo di topi e criceti cinesi. In base ai molti studi negativi, la limitata evidenza di clastogenicità su le cellule V79 non è considerata di rilevanza biologica.

Carcinogenisi

Il potenziale carcinogeno della diidroergotamina non è stato valutato.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Diidergot: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Diidergot

Diidergot: interazioni

L’utilizzo concomitante di vasocostrittori, inclusi i farmaci contenenti alcaloidi della segale cornuta, sumatriptan ed altri agonisti del recettore 5HT1 e nicotina (es.: fumare accanitamente) deve essere evitato poiché questo può causare un’aumentata vasocostrizione (vedere paragrafo 4.3).

Nonostante l’utilizzo concomitante di agenti bloccanti beta- adrenergici (es.: propanololo) e di Diidergot sia normalmente ben tollerato, bisogna porre attenzione in pazienti con circolazione periferica compromessa.


Diidergot: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Diidergot: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Pazienti con storia di vertigini od altri disturbi del sistema nervoso centrale non dovrebbero guidare od utilizzare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco