Gladexa: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Gladexa (Dexlansoprazolo): sicurezza e modo d’azione

Gladexa (Dexlansoprazolo) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

GLADEXA è indicato negli adulti e negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni per:

Il trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva

La terapia di mantenimento dell’esofagite da reflusso erosiva cicatrizzata e mantenimento della riduzione del bruciore gastrico

Il trattamento a breve termine del bruciore gastrico e del rigurgito acido associato a malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) non erosiva sintomatica

Gladexa: come funziona?

Ma come funziona Gladexa? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Gladexa

Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa protonica; codice ATC: A02BC06 Meccanismo d’azione

Dexlansoprazolo è un R-enantiomero di lansoprazolo. È un PPI gastrico. Inibisce la fase finale della formazione di acido gastrico inibendo l’attività della H+/K+ ATPasi delle cellule parietali dello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente e reversibile e i suoi effetti si ripercuotono sulla secrezione sia basale sia stimolata di acido gastrico. Dexlansoprazolo è concentrato nelle cellule parietali e si attiva nel loro ambiente acido, dove reagisce con il gruppo sulfidrilico della H+/K+ ATPasi, provocando l’inibizione dell’attività enzimatica.

Effetti farmacodinamici

Attività antisecretoria

L’attività antisecretoria di GLADEXA è stata studiata in soggetti sani trattati con dexlansoprazolo 60 mg o lansoprazolo 30 mg una volta al giorno per cinque giorni. Il pH intragastrico medio è stato di 4,55 per GLADEXA e di 4,13 per lansoprazolo. La percentuale media di tempo nel corso della giornata in cui il pH intragastrico si è mantenuto sopra quota 4 è stata 71% (17 ore) con GLADEXA e 60% (14 ore) con lansoprazolo.

Effetto sulla gastrina sierica

L’effetto di GLADEXA sulle concentrazioni sieriche di gastrina è stato valutato in pazienti coinvolti in studi clinici della durata fino a 12 mesi. Le concentrazioni medie di gastrina a digiuno sono aumentate rispetto al basale durante il trattamento con GLADEXA alle dosi di 30 mg e 60 mg. Nei pazienti trattati per più di

6 mesi, i livelli medi di gastrina sono aumentati nei primi 3 mesi circa di trattamento e sono rimasti stabili per il restante periodo di trattamento. I livelli sierici medi di gastrina sono tornati ai livelli pretrattamento entro un mese dall’interruzione del trattamento.

Durante il trattamento con medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida. Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.

Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.

Effetti sulle cellule enterocromaffino-simili (ECL)

Non sono stati riferiti casi di iperplasia delle cellule ECL nei campioni di biopsie gastriche prelevati da pazienti trattati con GLADEXA 30 mg, 60 mg o 90 mg per un periodo fino a 12 mesi.

Effetto sulla ripolarizzazione cardiaca

È stato condotto uno studio per valutare la possibilità che GLADEXA prolunghi l’intervallo QT/QTc in soggetti adulti sani. GLADEXA alle dosi di 90 mg e 300 mg non ha ritardato la ripolarizzazione cardiaca rispetto al placebo. Il controllo positivo (moxifloxacina) ha determinato intervalli QT/QTc medi, massimi e mediati sul tempo significativamente maggiori, dal punto di vista statistico, rispetto al placebo.

Efficacia e sicurezza clinica

Trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva

Sono stati condotti due studi multicentrici, in doppio cieco, con controllo attivo, randomizzati, della durata di 8 settimane in pazienti affetti da esofagite da reflusso erosiva confermata endoscopicamente. La gravità della malattia è stata classificata in base al sistema di classificazione Los Angeles (Gradi A-D). I pazienti sono stati randomizzati a uno dei seguenti tre gruppi di trattamento: GLAXEDA 60 mg/ die, GLADEXA

90 mg/die o lansoprazolo 30 mg/die. In totale sono stati arruolati 4092 pazienti, di età compresa tra i 18 e i 90 anni (età mediana 48 anni), con il 54% di pazienti di sesso maschile. In base alla classificazione Los Angeles, il 71% dei pazienti presentava un’esofagite da reflusso erosiva di Grado A e B (lieve) e il 29% di Grado C e D (da moderata a grave) prima del trattamento.

Secondo il metodo di analisi delle tavole di sopravvivenza, GLADEXA 60 mg ha guarito una percentuale di pazienti compresa tra il 92,3% e il 93,1% rispetto all’86,1-91,5% di lansoprazolo 30 mg dopo 8 settimane di trattamento (primario). In entrambi gli studi è stata dimostrata la non-inferiorità. La superiorità statistica non è stata stabilita utilizzando i log-rank test.

Dopo 4 settimane di trattamento (secondario), i tassi di guarigione secondo il metodo delle tavole di sopravvivenza sono stati 77,0-80,1% versus 76,5-77,0% per lansoprazolo 30 mg.

Nel primo studio, i tassi di guarigione in base alle tavole di sopravvivenza alla 8° settimana per i pazienti con esofagite da reflusso erosiva da moderata a grave (secondario) sono stati compresi tra l’88,9% e il 74,5% per GLAXEDA 60 mg e lansoprazolo 30 mg, rispettivamente. La differenza è risultata statisticamente

significativa (p = 0,011). Nel secondo studio, i tassi di guarigione in base alle tavole di sopravvivenza alla Settimana 8 sono risultati compresi tra l’87,6% e l’87,7% per GLAXEDA 60 mg e lansoprazolo 30 mg, rispettivamente, e la differenza non è risultata statisticamente significativa.

GLADEXA 90 mg è stato studiato e non ha dimostrato di fornire un beneficio clinico supplementare rispetto a GLADEXA 60 mg.

Terapia di mantenimento dell’esofagite da reflusso erosiva

È stato condotto uno studio multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, randomizzato, in pazienti che hanno completato con successo uno studio sull’esofagite da reflusso erosiva, facendo rilevare una guarigione dell’esofagite da reflusso erosiva confermata endoscopicamente. È stata valutata la terapia di mantenimento e di riduzione dei sintomi per un periodo di sei mesi con GLADEXA 30 mg o 60 mg una volta al giorno rispetto al placebo. In totale sono stati arruolati 445 pazienti, di età compresa tra i 18 e gli 85 anni (età mediana 49 anni), con il 52% di pazienti di sesso femminile.

Secondo il metodo delle tavole di sopravvivenza, GLADEXA 30 mg e 60 mg ha dimostrato di determinare in maniera statisticamente significativa tassi di mantenimento della cicatrizzazione dell’esofagite da reflusso erosiva più elevati (rispettivamente 74,9% e 82,5%) rispetto al placebo (27,2%) al Mese 6 (p < 0,00001).

Anche nei pazienti che presentavano un’esofagite da reflusso erosiva di grado superiore (Grado C o D) prima della guarigione, GLADEXA 30 mg e 60 mg ha determinato in maniera statisticamente significativa tassi di guarigione a 6 mesi più elevati, rispetto al placebo secondo il metodo delle tavole di sopravvivenza.

GLADEXA 30 mg e 60 mg ha raggiunto percentuali statisticamente significative più elevate, (p < 0,00001), di riduzione del bruciore gastrico durante il periodo di trattamento dello studio. Le percentuali mediane di giorni liberi da bruciore gastrico nelle 24 ore sono state 96,1%, 90,9% e 28,6% per GLADEXA 30 mg,

60 mg e placebo, rispettivamente. Le percentuali mediane di notti libere da bruciore gastrico sono state 98,9%, 96,2% e 71,7% per GLADEXA 30 mg, 60 mg e placebo, rispettivamente.

In un secondo studio (n = 451) sull’uso di GLADEXA 60 mg e 90 mg versus placebo, GLADEXA 60 mg ha dimostrato risultati analoghi al primo studio nella terapia di mantenimento della guarigione dell’esofagite da reflusso erosiva e nella riduzione del bruciore gastrico. GLADEXA 90 mg non ha dimostrato un beneficio clinico addizionale rispetto a GLADEXA 60 mg.

MRGE non erosiva sintomatica

È stato condotto uno studio multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo e randomizzato, della durata di 4 settimane in pazienti con una diagnosi di MRGE sintomatica formulata principalmente in base alla presenza di sintomatologia. Questi pazienti, che hanno indicato il bruciore gastrico come loro principale sintomo, avevano una storia di bruciore gastrico da 6 mesi o più, avevano avuto bruciore gastrico in almeno 4 dei 7 giorni immediatamente precedenti la randomizzazione e non presentavano erosioni esofagee confermate endoscopicamente. Tuttavia, utilizzando questi criteri di inclusione, è possibile che non siano stati esclusi i pazienti con sintomi non acido-correlati. I pazienti sono stati randomizzati a uno dei seguenti gruppi di trattamento: GLADEXA 30 mg/die, 60 mg/die o placebo. In totale sono stati arruolati 947 pazienti, di età compresa tra i 18 e gli 86 anni (età mediana 48 anni), con il 71% di pazienti di sesso femminile.

GLADEXA 30 mg ha determinato una percentuale statisticamente significativa maggiore, di giorni liberi da bruciore gastrico nelle 24 ore e di notti libere da bruciore gastrico (rispettivamente 54,9% e 80,8%) rispetto al placebo (rispettivamente 18,5% e 51,7%), secondo la valutazione effettuata analizzando i diari giornalieri tenuti nelle 4 settimane. Una percentuale maggiore di pazienti in terapia con GLADEXA 30 mg ha manifestato periodi di 24 ore liberi da bruciore gastrico rispetto al placebo nelle 4 settimane di trattamento. GLADEXA 60 mg è stato studiato e non ha dimostrato un beneficio clinico addizionale rispetto a GLADEXA 30 mg.

Un secondo studio multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, randomizzato, della durata di 4 settimane, è stato condotto in pazienti con una storia di bruciore gastrico notturno e disturbi del sonno

associati a MRGE in almeno 3 delle 7 notti immediatamente precedenti la randomizzazione. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere GLADEXA 30 mg o placebo ogni giorno. In totale sono stati arruolati

305 pazienti, di età compresa tra i 18 e i 66 anni (età mediana 45 anni), con il 63,9% di pazienti di sesso femminile. GLADEXA 30 mg ha portato a una percentuale statisticamente significativa maggiore, di notti senza bruciore gastrico (73,1%) rispetto al placebo (35,7%), secondo la valutazione effettuata analizzando i diari giornalieri tenuti nelle 4 settimane.

Un terzo studio multicentrico e in singolo cieco ha arruolato 178 pazienti con una storia di MRGE sintomatica. I pazienti con sintomi ben controllati durante il periodo di run-in mentre stavano assumendo un PPI diverso da GLADEXA due volte al giorno hanno successivamente ricevuto GLADEXA 30 mg in cieco (la mattina) e placebo (la sera) per 6 settimane. È stata definita "ben controllata" la malattia dei pazienti con una media settimanale ? 1 episodio di bruciore gastrico durante le ultime 4 settimane sia del periodo di run- in di 6 settimane sia dei periodi di trattamento. In totale nell’analisi sono stati inclusi 142 pazienti. L’età dei pazienti era compresa tra i 22 e i 90 anni (età mediana 53 anni), con il 56% di pazienti di sesso femminile. Dopo essere passati dalla terapia con PPI 2 volte al giorno alla terapia con GLADEXA 30 mg una volta al giorno, nell’88% dei pazienti il bruciore gastrico è rimasto ben controllato.

Popolazione pediatrica

Trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva cicatrizzata e mantenimento della riduzione della pirosi

In uno studio multicentrico, di 24 settimane, 62 adolescenti con una storia documentata di MRGE di almeno 3 mesi e esofagite da reflusso erosiva diagnosticata tramite endoscopia sono stati trattati con GLADEXA 60 mg una volta al giorno, per 8 settimane per valutarne la sicurezza e l’efficacia. I pazienti avevano un’età compresa tra 12 e 17 anni (età media 15 anni) di cui il 61% di sesso maschile. Sulla base della classificazione secondo Los Angeles Grading Scale, il 96,8% dei pazienti con esofagite da reflusso erosiva presentava una esofagite da reflusso erosiva lieve (classi A e B), e il 3,2% dei pazienti presentava un’esofagite da reflusso erosiva da moderata a grave (classi C e D) prima del trattamento. Il tasso di guarigione dell’esofagite da reflusso erosiva negli adolescenti è stato di 87,9%, simile agli adulti, per un massimo di 8 settimane di trattamento.

Dopo le prime 8 settimane di trattamento, i pazienti con esofagite da reflusso erosiva cicatrizzata confermata tramite endoscopia sono stati randomizzati a ricevere un trattamento con GLADEXA 30 mg o placebo, una volta al giorno per ulteriori 16 settimane. L’ottantadue per cento dei pazienti trattati con 30 mg di GLADEXA ha mantenuto la guarigione durante il periodo di trattamento di quattro mesi, come confermato da endoscopia rispetto al 58% per il placebo.

Durante il periodo di mantenimento di 16 settimane, la percentuale media di periodi senza pirosinelle 24 ore è stato dell’86,6% per quelli trattati con GLADEXA 30 mg rispetto al 68,1% di quelli trattati con placebo.

I risultati della terapia di mantenimento per la cicatrizzazione e di sollievo della pirosisono risultati simili agli adulti.

MRGE Sintomatica non-erosiva

In uno studio multicentrico, in aperto non controllato, 104 adolescenti con MRGE sintomatica non-erosiva sono stati trattati con GLADEXA 30 mg una volta al giorno, per 4 settimane per valutarne la sicurezza e l’efficacia. I pazienti riportavano una storia documentata di sintomi MRGE per almeno 3 mesi prima dello screening, hanno riferito pirosi per almeno tre dei sette giorni durante lo screening, e non hanno avuto erosioni esofagee come confermato tramite endoscopia. I pazienti erano di età compresa tra 12 e 17 anni (età

media 15 anni) di cui il 70% di sesso femminile. Durante il periodo di trattamento di 4 settimane, la percentuale media di periodi senza pirosi nelle 24 ore è stata del 47,3%, similarmente agli adulti.


Gladexa: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Gladexa, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Gladexa

La formulazione di GLADEXA che utilizza la tecnologia a duplice rilascio ritardato genera un profilo di concentrazioni plasmatiche-tempo di dexlansoprazolo caratterizzato da due picchi distinti; il primo picco si verifica da 1 a 2 ore dopo la somministrazione, seguito dal secondo entro 4-5 ore.

Assorbimento

Dopo somministrazione orale a soggetti sani di GLADEXA 30 mg o 60 mg, i valori medi di Cmax e AUC di dexlansoprazolo aumentano in modo approssimativamente proporzionale alla dose. I livelli plasmatici di picco si rilevano entro 4-6 ore.

Distribuzione

Il legame di dexlansoprazolo con le proteine plasmatiche oscilla tra il 96,1% e il 98,8% nei soggetti sani ed è indipendente dalla concentrazione da 0,01 a 20 mcg per ml. Il volume di distribuzione apparente dopo dosi multiple in pazienti con MRGE sintomatica è di 40,3 L.

Biotrasformazione

Eliminazione

In seguito a somministrazione di GLADEXA, nelle urine non viene escreto dexlansoprazolo immutato. Dopo somministrazione di [14C]dexlansoprazolo a individui sani di sesso maschile, il 50,7% circa della radioattività somministrata è risultata escreta nelle urine e il 47,6% nelle feci. La clearance apparente in soggetti sani è risultata compresa tra 11,4 e 11,6 L/h, rispettivamente, dopo 5 giorni di somministrazione giornaliera di 30 o 60 mg una volta al giorno.

Linearità/Non linearità

Dopo dosi giornaliere singole e multiple di dexlansoprazolo 30-120 mg a soggetti sani, i valori medi di Cmax e AUC di dexlansoprazolo sono aumentati in modo approssimativamente proporzionale alla dose in tutto l’intervallo di dose. La farmacocinetica di dexlansoprazolo è risultata sia dose- sia tempo-dipendente, con un’emivita di eliminazione terminale stimata di circa 1-2 ore. Pertanto, dopo singole dosi orali giornaliere di dexlansoprazolo l’accumulo del principio attivo osservato è stato scarso o nullo, come dimostrato da valori di Cmax e AUC simili dopo dosi giornaliere singole e multiple allo stato stazionario.

Effetto del cibo

GLADEXA può essere preso indipendentemente dall’assunzione e dall’orario di assunzione del cibo. In studi sugli effetti del cibo condotti in soggetti sani trattati con GLADEXA, gli incrementi della Cmax sono oscillati tra il 12% e il 55% e gli incrementi della AUC tra il 9% e il 37% in diverse condizioni di alimentazione rispetto al digiuno. Tuttavia, non sono state osservate differenze rilevanti in termini di pH intragastrico. Un ulteriore studio ha dimostrato che la somministrazione di 60 mg di GLADEXA prima della colazione, del pranzo o della cena non ha avuto effetti sull’esposizione a dexlansoprazolo, né un effetto clinicamente rilevante sul controllo del pH intragastrico nelle 24 ore.

Popolazioni speciali di pazienti

Anziani

In uno studio condotto su soggetti sani di ambo i sessi trattati con una singola dose orale di GLADEXA

60 mg, l’emivita di eliminazione terminale di dexlansoprazolo è risultata più lunga in maniera statisticamente significativa, nei soggetti anziani rispetto ai soggetti più giovani (rispettivamente 2,23 ore e 1,5 ore).

Dexlansoprazolo ha inoltre mostrato un’esposizione sistemica (AUC) superiore nei soggetti anziani (più alta del 34,5%) rispetto ai soggetti più giovani. Queste differenze non sono risultate clinicamente rilevanti. Negli anziani non si deve superare una dose giornaliera di 60 mg, se non in presenza di indicazioni cliniche urgenti.

Compromissione renale

Dexlansoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato in metaboliti inattivi, e nelle urine non si rinviene il principio attivo immutato dopo una dose orale di dexlansoprazolo. Pertanto, non ci si aspetta che la farmacocinetica di dexlansoprazolo risulti alterata nei pazienti con compromissione renale e non sono stati condotti studi in soggetti con compromissione renale (vedere paragrafo 4.4).

Compromissione epatica

In uno studio condotto su pazienti con moderata compromissione della funzione epatica trattati con una singola dose di GLADEXA 60 mg, l’esposizione plasmatica (AUC) di dexlansoprazolo legato e non legato nel gruppo con compromissione epatica è stata approssimativamente 2 volte maggiore rispetto ai soggetti con funzione epatica normale. La diversa esposizione non è stata attribuita a un diverso legame con le proteine dei due gruppi con diversa funzionalità epatica. Nei pazienti con compromissione epatica lieve non è necessario alcun aggiustamento della dose di GLADEXA. Nei pazienti con compromissione epatica moderata si deve valutare la terapia con GLADEXA 30 mg. Non sono stati condotti studi in pazienti con grave compromissione epatica; l’uso di dexlansoprazolo in questi pazienti non è pertanto raccomandato (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

La farmacocinetica di dexlansoprazolo è stata studiata in uno studio multicentrico in 36 pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni con MRGE sintomatica. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere GLADEXA 30 mg o 60 mg una volta al giorno per 7 giorni. Negli adolescenti, il valore medio di Cmax di dexlansoprazolo variavadal 81% a al 105% del valore medio di Cmax negli adulti, il valore medio di AUC variava dal 78% al 88% del valore medio di AUC negli adulti, e il valore medio di CL/F variava dal 112% al 132% del valore medio di CL/F negli adulti. Nel complesso, la farmacocinetica di dexlansoprazolo in pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni è risultata simile a quella osservata negli adulti sani.

Sesso

In uno studio su soggetti sani di ambo i sessi trattati con una singola dose orale di GLADEXA 60 mg, le donne hanno fatto rilevare un’esposizione sistemica (AUC) superiore (42,8%) rispetto agli uomini. Non sono necessari aggiustamenti posologici in funzione del sesso dei pazienti.


Gladexa: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Gladexa agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Gladexa è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Gladexa: dati sulla sicurezza

I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, tossicità della riproduzione e dello sviluppo.

Il lansoprazolo è una miscela racemica di R- e S-enantiomeri. Dopo somministrazione di lansoprazolo a uomini e animali, il componente principale circolante nel plasma è dexlansoprazolo, l’R-enantiomero di lansoprazolo. Pertanto, il potenziale cancerogeno di dexlansoprazolo è stato valutato utilizzando gli studi su lansoprazolo esistenti.

In studi di carcinogenicità condotti sul ratto, lansoprazolo ha prodotto iperplasia delle cellule ECL gastriche e carcinoidi delle cellule ECL dose-correlati, associati a ipergastrinemia dovuta a inibizione della secrezione acida. È stata osservata anche metaplasia intestinale, come pure iperplasia delle cellule di Leydig e tumori benigni delle cellule di Leydig nei testicoli. Dopo 18 mesi di trattamento è stata rilevata atrofia della retina. Questo fenomeno non è stato osservato in scimmie, cani e topi.

In studi di carcinogenicità nel topo sono comparsi un’iperplasia dose-dipendente delle cellule gastriche ECL, tumori epatici e adenomi della rete testis.

La rilevanza clinica di questi risultati non è nota.

Lansoprazolo è risultato positivo al test di Ames e al saggio sulle aberrazioni cromosomiche dei linfociti umani condotto in vitro. Lansoprazolo non è risultato genotossico nel test di sintesi di DNA non programmata (UDS) sugli epatociti di ratto condotto ex vivo, nel test del micronucleo nel topo in vivo e nel test sulle aberrazioni cromosomiche delle cellule midollari nel ratto.

Dexlansoprazolo è risultato positivo al test di Ames e al test sulle aberrazioni cromosomiche in vitro utilizzando cellule polmonari di hamster cinese. Dexlansoprazolo è risultato negativo nel test del micronucleo nel topo in vivo.

Uno studio sulla tossicità riproduttiva condotto nel coniglio a dosi orali di dexlansoprazolo fino a circa

9 volte superiori alla dose massima raccomandata per l’uomo (60 mg/die), in base all’area della superficie corporea (BSA), non ha rivelato evidenze di danni al feto dovuti a dexlansoprazolo. Inoltre, studi sulla tossicità riproduttiva condotti in ratti femmina gravidi con lansoprazolo orale a dosi fino a 40 volte la dose di lansoprazolo raccomandata nell’uomo, in base alla BSA, e in conigli femmina con dosi orali di lansoprazolo fino a 16 volte la dose raccomandata nell’uomo, in base alla BSA, non hanno rivelato evidenze di compromissione della fertilità, né di danni al feto dovuti a lansoprazolo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Gladexa: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Gladexa

Gladexa: interazioni

Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti. Effetto di altri medicinali sul dexlansoprazolo

Altri

Sucralfato/antiacidi

Sucralfato/antiacidi possono ridurre la biodisponibilità di dexlansoprazolo. Pertanto dexlansoprazolo deve essere assunto almeno 1 ora dopo l’assunzione di questi medicinali.

Effetti di dexlansoprazolo su altri medicinali

Medicinali con assorbimento pH-dipendente

Dexlansoprazolo può interferire con l’assorbimento di medicinali per la cui biodisponibilità è di fondamentale importanza il pH gastrico.

Inibitori della proteasi dell’HIV

Non è raccomandata la co-somministrazione di dexlansoprazolo e inibitori della proteasi dell’HIV il cui assorbimento dipende dal pH acido intragastrico, come atazanavir o nelfinavir, a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4).

Ketoconazolo, itraconazolo e erlotinib

L’assorbimento di ketoconazolo, itraconazolo e erlotinib nel tratto gastrointestinale aumenta in presenza di acido gastrico. La somministrazione di dexlansoprazolo può determinare concentrazioni sub-terapeutiche di ketoconazolo, itraconazolo e erlotinib e pertanto tali combinazioni devono essere evitate.

Digossina

La somministrazione concomitante di dexlansoprazolo e digossina può portare ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina. I livelli plasmatici di digossina devono pertanto essere monitorati e la dose di digossina aggiustata se necessario quando si inizia e si termina il trattamento con dexlansoprazolo.

Tacrolimus

Warfarin

In uno studio, la somministrazione concomitante di GLADEXA e warfarin non ha determinato differenze significative nella farmacocinetica di warfarin, né nel rapporto normalizzato internazionale (INR) rispetto alla somministrazione di warfarin con placebo. Tuttavia vi sono state segnalazioni di un aumento dell’INR e del tempo di protrombina in pazienti trattati in contemporanea con PPI e warfarin. I pazienti trattati in contemporanea con PPI e warfarin possono richiedere un monitoraggio per rilevare eventuali aumenti dell’INR e del tempo di protrombina, soprattutto quando si inizia o si termina un trattamento concomitante.

Clopidogrel

Uno studio ha dimostrato che la somministrazione concomitante di dexlansoprazolo (60 mg una volta al giorno) e clopidogrel 75 mg a volontari sani ha provocato la riduzione dell’esposizione al metabolita attivo di clopidogrel (approssimativamente riduzione del 9% dell’AUC e del 27% della Cmax). La somministrazione concomitante di dexlansoprazolo non ha prodotto effetti clinicamente significativi sulla farmacodinamica di clopidogrel. Non è necessario alcun aggiustamento della dose di clopidogrel quando lo si somministra in concomitanza con la dose approvata di GLADEXA.

Metotrexato

Segnalazioni di casi di sospette reazioni avverse, studi di farmacocinetica di popolazione pubblicati e analisi retrospettive indicano che la somministrazione concomitante di PPI e metotrexato (soprattutto ad alte dosi; vedere le informazioni prescrittive di metotrexato) potrebbe aumentare e prolungare i livelli sierici di metotrexato e/o del suo metabolita idrossimetotrexato con conseguente possibile tossicità da metrotrexato. Pertanto, potrebbe essere necessario considerare una temporanea sospensione di dexlansoprazolo nei casi in cui viene utilizzato un dosaggio elevato di metotrexato. Tuttavia non sono stati condotti studi formali di interazione farmacologica sulla somministrazione contemporanea di metotrexato e PPI.

Medicinali trasportati dalla P-glicoproteina

È stato osservato che lansoprazolo inibisce il trasporto della P-gp in vitro. Effetti analoghi potrebbero prevedersi per dexlansoprazolo. La rilevanza clinica di questi risultati non è nota.

Altri

Non sono state dimostrate interazioni clinicamente significative tra dexlansoprazolo e farmaci antinfiammatori non steroidei, sebbene non siano stati condotti studi formali di interazione.


Gladexa: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Gladexa: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Possono verificarsi reazioni avverse al farmaco, quali capogiri, vertigini, disturbi visivi e sonnolenza (vedere paragrafo 4.8). In queste circostanze la capacità di reazione potrebbe risultare ridotta.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco