Hexabrix: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Hexabrix (Acido Iossaglico Sale Sodico + Acido Iossaglico Sale Di Meglumina): sicurezza e modo d’azione

Hexabrix (Acido Iossaglico Sale Sodico + Acido Iossaglico Sale Di Meglumina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Medicinale solo per uso diagnostico.

Arteriografia cerebrale, arteriografia coronarica, aortografia toracica, aortografia addominale, angiocardiografia, arteriografia selettiva viscerale, arteriografia periferica, flebografia, urografia endovenosa, potenziamento del contrasto in T.A.C., artrografia, fistulografia, isterosalpingografia, esami dell’apparato digerente.

Hexabrix: come funziona?

Ma come funziona Hexabrix? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Hexabrix

Categoria farmacoterapeutica: MEZZI DI CONTRASTO RADIOLOGICI, IODATI, IDROSOLUBILI, NEFROTROPICI A BASSA OSMOLARITA’

Codice ATC: V08AB03

I sali dell’acido ioxaglico costituiscono un mezzo di contrasto iodato, ionico, idrosolubile.

Hexabrix possiede in vitro un effetto anticoagulante maggiore rispetto a quello osservato con i mezzi di contrasto non ionici a bassa osmolalità, per i quali sono stati segnalati in vitro casi di “coagulazione” (formazione di coaguli nel catetere o nella siringa). Inoltre è stato dimostrato che Hexabrix, a differenza dei mezzi di contrasto non ionici, non induce attivazione piastrinica (nessun rilascio di fattori pro-coagulanti) ed inibisce l’aggregazione piastrinica.

A causa dei suoi effetti sull’emostasi, Hexabrix 320 riduce il rischio di formazione di coagulo nei cateteri e nei fili-guida utilizzati durante l’angioplastica.

Diversi studi clinici eseguiti nel corso di angioplastica coronarica transluminale percutanea indicano che, Hexabrix 320 mg /ml, induce una diminuzione del rischio trombotico immediato legato alla procedura.


Hexabrix: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Hexabrix, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Hexabrix

Dopo iniezione endovenosa solo una ridottissima quota dell’acido ioxaglico è legata alle proteine plasmatiche. Il prodotto è eliminato per filtrazione glomerulare senza essere metabolizzato. In soggetti sani, circa il 50% della dose somministrata per via endovenosa viene eliminato con le urine entro 2 ore; dopo 24 ore, l’eliminazione è pari al 90% della dose.

Nei pazienti con insufficienza renale, l’escrezione biliare del farmaco aumenta notevolmente.

A differenza dei mezzi di contrasto classici ed ipertonici, lo ioxaglato non provoca diuresi osmotica se non in minima percentuale. In seguito a ciò la concentrazione dello iodio urinario è 2 – 3 volte superiore a quella ottenuta con prodotti ipertonici.


Hexabrix: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Hexabrix agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Hexabrix è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Hexabrix: dati sulla sicurezza

La D.L.50 dell’Hexabrix 320 mg /ml soluzione iniettabile dopo somministrazione endovena nel topo è stata valutata in 12,8 g di iodio/Kg di peso corporeo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Hexabrix: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Hexabrix

Hexabrix: interazioni

Metformina nei pazienti diabetici (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze specìalì e precauzìonì dì ìmpìego — ìnsuffìcìenza renale)

E’ stato osservato che in pazienti trattati con metformina,l’iniezione di mezzi di contrasto iodati può essere associata ad acidosi lattica e può portare all’insufficienza renale acuta. La somministrazione di metformina dovrebbe essere sospesa prima o al momento della somministrazione del mezzo di contrasto; la sospensione dovrebbe continuare per le 48 ore successive alla somministrazione.

Radiofarmaci (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze specìalì e precauzìonì dì ìmpìego).

I mezzi di contrasto iodati possono alterare la captazione di iodio radioattivo da parte del tessuto tiroideo per diverse settimane e provocare di conseguenza un ridotto assorbimento nella scintigrafia tiroidea e una diminuzione dell’efficacia terapeutica dello iodio 131.

Nei pazienti che devono sottoporsi a scintigrafia renale con iniezione di radiofarmaco escreto attraverso i tubuli renali, è preferibile eseguire l’esame prima di iniettare il mezzo di contrasto iodato.

Betabloccanti, sostanze vasoattive, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, antagonisti del recettore dell’angiotensina.

Questi medicinali riducono l’efficacia dei meccanismi di compensazione cardiovascolare che agiscono nei disturbi emodinamici. È necessario che il medico tenga presente quest’interazione prima di iniettare il mezzo di contrasto iodato e che abbia a disposizione l’adeguata attrezzatura di emergenza.

Diuretici

Poiché i diuretici sono associati al rischio di disidratazione, prima di iniettare il mezzo di contrasto è necessario eseguire la reidratazione con acqua ed elettroliti, onde evitare il rischio di insufficienza renale acuta, in particolare in caso di somministrazione di dosi elevate di agente di contrasto iodato.

Interleuchina-2

Il rischio di sviluppare una reazione ai mezzi di contrasto è maggiore nei pazienti recentemente sottoposti a trattamento con interleuchina 2 (per via endovenosa). Le reazioni possono essere eruzione cutanea o, più raramente, ipotensione, oliguria o anche insufficienza renale.

Altre forme di interazione

Quando si esegue una cavernosonografia peniena, si utilizza comunemente la papaverina per produrre l’erezione prima dell’infusione del mezzo di contrasto. Lo ioxaglato può formare un precipitato pastoso con la papaverina; l’eventuale formazione del precipitato nel pene può avere serie conseguenze.

La presenza di concentrazioni elevate di mezzi di contrasto iodati nel plasma e nell’urina può interferire con la determinazione in vitro di bilirubina, proteine e sostanze inorganiche (ferro, rame, calcio e fosfato). Si raccomanda di non eseguire tali analisi durante le 24 ore successive all’esame.

Dopo la somministrazione di mezzi di contrasto iodati i test tiroidei (PBI, iodio marcato) risultano alterati per varie settimane. Per evitare risultati ambigui, procedere al dosaggio diretto degli ormoni tiroidei (tirossina, triiodotironina).


Hexabrix: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Hexabrix: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Poiché, sia pur raramente, possono verificarsi reazioni ai mezzi di contrasto iodati, la guida o le

attività su macchinari sono sconsigliate nell’ora successiva all’ultima somministrazione

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco