Intesticortmono: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Intesticortmono (Budesonide): sicurezza e modo d’azione

Intesticortmono (Budesonide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Induzione della remissione nei pazienti affetti da Morbo di Crohn di grado lieve o moderato a carico dell’ileo e/o del colon ascendente

Induzione della remissione nei pazienti affetti da colite collagena in fase attiva

Intesticortmono: come funziona?

Ma come funziona Intesticortmono? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Intesticortmono

Categoria farmacoterapeutica: glucocorticosteroidi ad azione locale, codice ATC: A07EA06

L’esatto meccanismo d’azione della budesonide nel trattamento dell’infiammazione intestinale non è stato interamente compreso. I dati forniti da studi farmacologici e da studi clinici controllati indicano decisamente che il meccanismo d’azione di Intesticortmono 9 mg granulato gastroresistente è basato fondamentalmente su un’azione locale nell’intestino. La budesonide è un glucocorticosteroide ad elevato effetto antinfiammatorio locale. A dosi clinicamente equivalenti ai glucocorticosteroidi ad azione sistemica, la budesonide causa una soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisario-surrene significativamente inferiore e presenta un impatto minore sui marcatori dell’infiammazione.

Intesticortmono 9 mg granulato gastroresistente presenta un’influenza dose-dipendente sui livelli plasmatici di cortisolo, che con la dose consigliata di 9 mg di budesonide/die risulta significativamente inferiore rispetto ad una dose con equivalente efficacia clinica di glucocorticosteroidi sistemici.

Studi clinici in pazienti con Morbo di Crohn

In uno studio randomizzato, in doppio cieco, doppio placebo, condotto in pazienti con

Morbo di Crohn da lieve-moderata (200 < CDAI < 400) a carico dell’ileo terminale e/o del colon ascendente, è stata confrontata l’efficacia di 9 mg di budesonide in una singola dose giornaliera (9 mg OD) rispetto al trattamento con 3 mg di budesonide tre volte al giorno (3 mg TID).

L’obiettivo primario di efficacia era la proporzione di pazienti in remissione (CDAI < 150) all’ottava settimana. In totale 471 pazienti sono stati inclusi nello studio (full analysis set, FAS), di cui 439 sono stati inseriti nell’analisi per protocollo (PP). Non c’erano differenze rilevanti nelle caratteristiche basali dei due gruppi di trattamento. All’analisi confermatoria, il 71,3% dei pazienti nel gruppo 9 mg OD ed il 75,1% dei pazienti nel gruppo 3 mg TID erano in remissione (PP) (p = 0,01975), dimostrando la non inferiorità del dosaggio di budesonide 9 mg OD rispetto a 3 mg TID.

Non è stato segnalato nessun evento avverso serio correlato al farmaco.


Intesticortmono: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Intesticortmono, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Intesticortmono

Assorbimento

Grazie al suo speciale rivestimento, Intesticortmono 9 mg granulato gastroresistente ha un periodo di latenza di 2-3 ore. In volontari sani a digiuno sono state rilevate massime concentrazioni plasmatiche medie di budesonide pari a 2,2 ng/ml dopo circa 6 ore dall’assunzione di una singola dose orale di Intesticortmono 9 mg granulato gastroresistente.

In uno studio con una dose singola di budesonide granuli gastroresistenti da 3 mg, si è visto che l’assunzione concomitante di cibo può ritardare di circa 2-3 ore il rilascio dei granuli dallo stomaco, prolungando il periodo di latenza a circa 4-6 ore, senza alterazione dei tassi di assorbimento.

Distribuzione

Budesonide presenta un elevato volume di distribuzione (circa 3 l/kg). Il legame alle proteine plasmatiche è pari in media all’85-90%.

Biotrasformazione

La budesonide subisce un’ampia biotrasformazione nel fegato (approssimativamente 90%) in metaboliti dotati di bassa attività glucocorticosteroidea. L’attività glucocorticosteroidea dei metaboliti maggiori, 6?-idrossibudesonide e 16?-idrossiprednisolone, è pari a meno dell’1% di quella della budesonide.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione media è di circa 3-4 ore. La disponibilità sistemica nei volontari sani come pure nei pazienti a digiuno affetti da Morbo di Crohn è pari a circa 9-13%. La clearance della budesonide è di circa 10-15 l/min.

La budesonide viene eliminata dal rene in quantità trascurabili.

Popolazioni specifiche di pazienti (malattie epatiche)


Intesticortmono: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Intesticortmono agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Intesticortmono è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Intesticortmono: dati sulla sicurezza

I dati preclinici in studi tossicologici acuti, subcronici e cronici condotti con budesonide hanno fatto registrare atrofia del timo e della corteccia surrenale ed una riduzione in particolare dei linfociti.

Questi effetti sono risultati meno marcati o di portata pari a quelli osservati con altri glucocorticosteroidi. Come con altri glucocorticosteroidi ed in funzione della dose, della durata e delle malattie, questi effetti steroidei possono avere rilevanza anche per l’uomo.

La budesonide non ha presentato effetti mutageni in una serie di test in vitro e in vivo.

Un numero leggermente accresciuto di focolai epatici basofili è stato osservato in studi cronici condotti con budesonide sul ratto ed in studi di cancerogenicità è stata osservata una maggiore incidenza di neoplasie epatocellulari primitive, di astrocitomi (nei ratti di sesso maschile) e di tumori mammari (nei ratti di sesso femminile). Questi tumori sono dovuti probabilmente all’azione sul recettore specifico degli steroidi, all’aumentato carico metabolico del fegato e a effetti anabolici, effetti conosciuti anche per altri glucocorticosteroidi e rilevati in studi condotti sul ratto, che perciò rappresentano un effetto di classe.

La budesonide non ha avuto effetti sulla fertilità nel ratto. Negli animali in gestazione, la budesonide, come altri glucocorticosteroidi, ha dimostrato di causare morte fetale e anomalie dello sviluppo fetale (dimensioni minori dei cuccioli, ritardo di crescita intrauterina del feto e anomalie scheletriche). È stato riportato che alcuni glucocorticoidi producono palatoschisi negli animali. La rilevanza di questi dati nell’uomo non è stata ancora stabilita (vedere anche paragrafo 4.6.).


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Intesticortmono: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Intesticortmono

Intesticortmono: interazioni

           Interazioni farmacodinamiche

Glicosidi cardiaci

L’azione dei glicosidi può essere potenziata dalla carenza di potassio.

Saluretici:

Può aumentare l’escrezione di potassio.

Interazioni farmacocinetiche

La somministrazione contemporanea per via orale di 200 mg di ketoconazolo una volta al giorno ha fatto registrare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di budesonide (dose singola da 3 mg) all’incirca di sei volte. Un aumento delle concentrazioni di circa tre volte è stato rilevato in caso di somministrazione di ketoconazolo 12 ore dopo budesonide. Non disponendo di dati sufficienti per fornire raccomandazioni sulla dose, questa combinazione andrebbe evitata.

concentrazioni plasmatiche di budesonide. Pertanto vaevitata la contemporanea assunzione di budesonide.

Elevate concentrazioni plasmatiche ed accresciuti effetti dei glucocorticosteroidi sono stati segnalati nelle pazienti di sesso femminile che assumevano anche estrogeni o contraccettivi orali, ma ciò non è stato osservato con contraccettivi orali di combinazione a dosi ridotte.

In combinazione con budesonide, la cimetidina in dosi raccomandate ha un lieve ma insignificante effetto sulla farmacocinetica di budesonide. L’omeprazolo non ha alcun effetto sulla farmacocinetica di budesonide.

Composti leganti gli steroidi

Teoricamente, non è possibile escludere potenziali interazioni con resine sintetiche leganti gli steroidi quali la colestiramina e gli antiacidi. Se somministrati contemporaneamente a Intesticortmono 9 mg granulato gastroresistente, tali interazioni possono causare una riduzione dell’effetto della budesonide. Per tale ragione questi composti non vanno assunti contemporaneamente, bensì a distanza di almeno due ore.

Siccome la funzione surrenalica può risultare soppressa in seguito al trattamento con budesonide, il test di stimolazione con ACTH per la diagnosi di insufficienza pituitaria potrebbe dar luogo a risultati falsati (valori bassi).


Intesticortmono: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Intesticortmono: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco