Longazem: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Longazem (Diltiazem Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Longazem (Diltiazem Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Terapia e profilassi dell’insufficienza coronarica: angor da sforzo ed a riposo, angina di Prinzmetal, angor post-infartuale. Ipertensione arteriosa di grado lieve e moderato.

Longazem: come funziona?

Ma come funziona Longazem? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Longazem

Antagonista del calcio, antiipertensivo.

Diltiazemriduce selettivamente il flusso del calcio a livello del canale lento, voltaggio dipendente, delle fibre muscolari vasali e miocardiche. In tal modo, diltiazem diminuisce la concentrazione del calcio intracellulare a livello delle proteine contrattili.

Diltiazemè riconosciuto come farmaco di riferimento della classe III dei calcio-antagonisti secondo la classificazione OMS.

Nell’animale: riducendo l’entrata del calcio nelle cellule della muscolatura liscia della parete vascolare, diltiazem diminuisce il tono arterioso e provoca una vasodilatazione, con conseguente diminuzione delle resistenze periferiche.

In diversi modelli animali di ipertensione, in particolare nel ratto geneticamente iperteso, diltiazem riduce la pressione della gettata cardiaca e del flusso renale. Inoltre inibisce preferenzialmente gli effetti vasocostrittori della noradrenalina e dell’angiotensina II. Nel ratto iperteso, diltiazem aumenta la diuresi senza modificare il rapporto sodio/potassio urinario. Diltiazem, riduce l’ipertrofia miocardica in vari modelli di ipertensione nell’animale e, come altri calcio antagonisti, riduce lo sviluppo di calcinosi arteriosa nel ratto trattato con alte dosi di Vit.D3 o diidrotachisterolo.

I due principali metaboliti attivi circolanti (deacetildiltiazem e N-monodemetil-diltiazem) rivelano un’attività farmacologica ridotta di circa il 50% rispetto a quella del diltiazem.

Nell’uomo: a livello vascolare, l’azione calcio antagonista del diltiazem si manifesta con una vasodilatazione arteriosa moderata; oltre all’effetto sulle piccole arterie, evidenziato dalla diminuzione delle resistenze vascolari sistemiche, il diltiazem migliora la compliance dei grossi tronchi arteriosi. Questa vasodilatazione provoca, all’iperteso, una diminuzione della pressione arteriosa legata all’abbassamento delle resistenze periferiche, senza provocare tachicardia riflessa. È rilevabile invece una leggera diminuzione della frequenza cardiaca.

I flussi ematici viscerali, in particolare quello renale e quello coronarico, risultano immodificati o aumentati.

Dopo somministrazione acuta si osserva un discreto effetto natriuretico.

Durante trattamento prolungato, diltiazem non stimola il sistema renina-angiotensina-aldosterone e non provoca ritenzione idrosodica, come dimostrato dall’assenza di variazioni del peso corporeo e della composizione idroelettrolitica del plasma.

A livello cardiaco, diltiazem esercita un effetto vasodilatatore coronarico; riduce inoltre, nell’iperteso, l’ipertrofia ventricolare sinistra. La gettata cardiaca non è sensibilmente modificata.

Per la sua azione bradicardizzante moderata e per la diminuzione delle resistenze arteriose sistemiche, diltiazem riduce il lavoro cardiaco.

Non è stato evidenziato un effetto inotropo negativo sul miocardio sano. Diltiazem rallenta moderatamente la frequenza cardiaca e può esercitare un effetto depressivo sul nodo del seno patologico. Esso rallenta la conduzione atrio-ventricolare, con rischio di blocco atrio-ventricolare.

Diltiazemnon ha effetti sulla conduzione a livello del fascio di His e delle strutture infrahisiane.

Diltiazemnon influenza il metabolismo del glucosio né quello lipidico; in particolare, non ha effetti sfavorevoli sulle lipoproteine plasmatiche.


Longazem: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Longazem, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Longazem

Diltiazem si lega alle proteine plasmatiche nella proporzione dell’80-85%. Esso subisce una marcata metabolizzazione epatica. Il diltiazem immodificato che si ritrova nelle urine è solo una quota compresa fra lo 0,7 ed il 5% della dose somministrata. Il principale metabolita circolante, N-monodemetil-diltiazem, rappresenta circa il 35% della quantità circolante di diltiazem.

La particolare formulazione di Longazem, in pellets a cessione modificata, permette di mantenere livelli di diltiazem terapeuticamente attivi con una unica somministrazione giornaliera.

Longazem, per somministrazione singola nell’uomo, presenta una emivita di oltre 7 ore.

In corso di trattamento ripetuto, Longazem assicura livelli ematici costanti (steady state) già a partire da 4° giomo dall’inizio della terapia.

Le concentrazioni plasmatiche in caso di insufficienza renale, in caso di insufficienza epatica e nel soggetto anziano sono in media più elevate che nei soggetti giovani.


Longazem: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Longazem agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Longazem è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Longazem: dati sulla sicurezza

Gli studi di tossicità acuta e subacuta eseguiti su differenti specie animali, hanno confermato la buona tollerabilità del farmaco in rapporto ai dosaggi preconizzati nell’uomo.

Gli studi di teratogenesi in differenti specie di animali nonché quelli sullo sviluppo peri e post natale hanno dimostrato la necessità di non somministrare il farmaco in gravidanza accertata o presunta.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Longazem: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Longazem

Longazem: interazioni

Associazione controindicata a scopo prudenziale:

Dantrolene(infusione).

Nell’animale, sono stati costantemente osservati casi di fibrillazione ventricolare mortali in caso di somministrazione di verapamil e di dantrolene per via e.v. L’associazione di un antagonista del calcio e di dantrolene è dunque potenzialmente pericolosa.

Associazioni oggetto di precauzioni d’uso:

Alfa-antagonisti: aumento dell’effetto ipotensivo. Crisi di ipotensione possono comparire in caso di associazione con gli alfa-antagonisti. L’associazione di diltiazem con un alfa-antagonista implica una stretta sorveglianza della pressione arteriosa.

Beta-bloccanti: possibilità di disturbi dell’automatismo (bradicardia eccessiva, arresto sinusale), disturbi della conduzione seno-atriale e atrio-ventricolare e collasso cardiaco (sinergismo d’azione).

Una tale associazione non deve essere intrapresa se non sotto stretta sorveglianza clinica ed elettrocardiográfica, in particolare all’inizio del trattamento.

Amiodarone, digossina: aumentato rischio di bradicardia; si impone prudenza in caso di associazione con diltiazem, particolarmente in soggetti anziani o in caso di dosi elevate.

Antiaritmici: poiché il diltiazem ha proprietà antiaritmiche, la co-prescrizione con altri antiaritmici è sconsigliata a causa dell’aumento di effetti indesiderati cardiaci per effetti additivi.

L’associazione è comunque delicata e non può essere intrapresa se non sotto stretta sorveglianza clinica ed elettrocardiografica.

Nitroderivati: aumento dell’effetto ipotensivo e lipotimie (sommazione degli effetti vasodilatatori).

Nei pazienti trattati con gli inibitori del calcio, la prescrizione dei nitroderivati deve essere fatta a dosi progressivamente crescenti.

Ciclosporina: aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina.

È opportuno diminuire la posologia della ciclosporina, controllare la funzionalità renale, dosare i tassi circolanti di ciclosporina e adattare la posologia durante l’associazione e dopo la sua sospensione.

Carbamazepina: aumento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina.

Teofillina: aumento delle concentrazioni plasmatiche di teofillina.

Antagonisti dei recettori istaminici H2 (cimetidina e ranitidina): aumento delle concentrazioni plasmatiche di diltiazem.


Longazem: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Longazem: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non si conoscono effetti negativi sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine: Longazem non altera il normale stato di veglia.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco