Mutabon Mite: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film (Amitriptilina + Perfenazina): sicurezza e modo d’azione

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film (Amitriptilina + Perfenazina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Mutabon Mite è indicato nel trattamento di vari disturbi mentali, sia reattivi sia endogeni, in cui la semplice ansia è associata con sintomi relativamente scarsi o lievi di depressione quali si osservano nella pratica medica quotidiana.

Mutabon Mite, per il contenuto ridotto dei suoi componenti, consente l’adattamento della posologia secondo le singole esigenze, con riduzione al minimo delle dosi d’impiego. Per tali presupposti Mutabon Mite può essere vantaggiosamente impiegato nei trattamenti di mantenimento.

Mutabon Mite si dimostra efficace nei pazienti con grave insonnia associata ad ansia e depressione.

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: come funziona?

Ma come funziona Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film

Categoria farmacoterapeutica: Antidepressivi in associazione con psicolettici, codice ATC: N06CA01. Mutabon Mite combina le proprietà ansiolitiche, antipsicotiche ed antiemetiche di perfenazina, con l’attività antidepressiva dell’amitriptilina.

La perfenazina svolge azioni a tutti i livelli del sistema nervoso centrale, particolarmente a livello dell’ipotalamo e dimostra proprietà ansiolitiche, antipsicotiche ed antiemetiche.

Amitriptilina cloridrato presenta 3 azioni farmacologiche maggiori: sedazione, attività anticolinergica, e blocco del re-uptake delle amine simpaticomimetiche rilasciate nello spazio sinaptico.

Quest’ultima azione è considerata più pertinente nel sollievo della depressione, sebbene il meccanismo preciso della attività antidepressiva clinica non sia conosciuta.


Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film

Perfenazina:

Assorbimento

Le fenotiazine sono prontamente assorbite dal tratto gastrointestinale e dai siti parenterali.

Dal 60% al 70% di una dose somministrata per via orale viene rimossa rapidamente dal circolo portale e la circolazione enteroepatica è molto attiva.

Ciò dà origine a meno farmaco immodificato in circolo, in confronto a quanto accade dopo una somministrazione parenterale.

Distribuzione

Dopo l’assorbimento, le fenotiazine sono distribuite rapidamente nei tessuti. I farmaci sono molto lipofili e legati in misura elevata a membrane e proteine.

Concentrazioni elevate di farmaco immodificato sono riscontrate nel cervello, mentre i metaboliti predominano in polmoni, fegato, rene e milza.

Biotrasformazione

L’eliminazione dal plasma può essere più rapida che dai siti di elevato contenuto lipidico e ad elevato legame, in particolare nel sistema nervoso centrale.

Amitriptilina cloridrato:

Assorbimento

A seguito di somministrazione orale, gli antidepressivi triciclici sono assorbiti in modo relativamente rapido con livelli plasmatici al picco, osservabili entro 2-4 ore.

La quantità di farmaco immodificato disponibile è influenzato dal metabolismo epatico di “first-pass”. I livelli plasmatici di steady-state sono raggiunti generalmente entro 7-21 giorni ed in seguito restano relativamente costanti.

L’emivita di eliminazione di amitriptilina dopo una dose orale unica varia da 10 a 43 ore. Nelle abituali concentrazioni terapeutiche le concentrazioni plasmatiche degli antidepressivi triciclici sono basse.

Biotrasformazione

La successiva ossidazione, seguita da glucuronazione, porta alla formazione di metaboliti che sono meno attivi dal punto di vista farmacologico.

Eliminazione

I principi attivi ed i loro metaboliti sono escreti nelle urine ed attraverso la bile, nelle feci.


Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: dati sulla sicurezza

Gli animali da esperimento tollerano, senza presentare sintomi tossici, dosi di Mutabon Mite di molto superiori a quelle consigliate nell’uomo, anche per 2-3 mesi di somministrazione.

La perfenazina, come la gran parte dei neurolettici, a basse dosi riduce il comportamento esplorativo degli animali, senza eliminarne le capacità discriminative ed inibisce la nutrizione.

Ad alte dosi provoca la caratteristica immobilità catatonica degli animali, che mantengono la posizione in cui vengono collocati, anche se scomoda, con aumento del tono muscolare ed indifferenza alla maggior parte degli stimoli.

Anche a dosi molto elevate la perfenazina non provoca coma e la dose letale è estremamente elevata. Ci sono evidenze pubblicate indicanti che medicinali fenotiazinici clorurati, come la perfenazina, potenzialmente inducono fotogenotossicità in vitro dopo attivazione con la luce. L’esperienza post marketing non ha identificato alcun aumento di rischio di fotomutagenesi e/o carcinogenesi dovute all’esposizione alla luce, in più di 40 anni di commercializzazione.

L’amitriptilina cloridrato provoca intossicazione cerebrale da effetti antimuscarinici, ma anche cardiotossici.

La DL50 è di 800-900 mg/kg nel ratto e 322 mg/kg nel coniglio. Ratto e coniglio hanno tollerato, rispettivamente, 6-18 mg/kg e 10 mg/kg per 5 giorni la settimana, per 6 e 4 settimane sia sul piano comportamentale sia su quello di laboratorio.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: interazioni

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La somministrazione concomitante di fenotiazine può potenziare gli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale (SNC) di oppiacei, barbiturici o altri sedativi, antistaminici, anestetici, tranquillanti, alcool (etanolo) e meperidina (e di altri analgesici oppiacei), per cui può essere necessaria una riduzione delle dosi di questi agenti e bisogna evitare sovradosaggio. Analogamente, l’uso concomitante di questi prodotti può potenziare le fenotiazine.

L’associazione con altri psicofarmaci, con anticolinergici o simpaticomimetici richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico, onde evitare effetti indesiderabili da interazione.

Usare con cautela in pazienti trattati con atropina o farmaci simili a causa di effetti additivi anticolinergici ed anche in pazienti che saranno esposti a temperature elevate o insetticidi fosforo organici.

L’uso di alcool deve essere evitato poiché si possono avere effetti additivi e ipotensione. I pazienti devono essere avvertiti che possono essere più sensibili all’alcool quando vengono trattati con Mutabon Mite. Il rischio di suicidio ed il pericolo di sovradosaggio può aumentare in pazienti che assumono alcool in modo eccessivo a causa del potenziamento degli effetti del farmaco.

Mutabon Mite va somministrato con cautela in concomitanza a terapia antiipertensiva con reserpina, guanetidina, metildopa, beta-bloccanti o composti simili. L’eventuale comparsa di ipotensione può essere controllata con noradrenalina (non adrenalina, in quanto la sua attività è antagonizzata dalla perfenazina).

La somministrazione contemporanea di cimetidina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di amitriptilina ed i relativi effetti anticolinergici.

Se il paziente è in trattamento con anticonvulsivanti può essere richiesta una dose maggiore di questi farmaci in concomitanza alla somministrazione di perfenazina.

Occorre usare cautela in caso di somministrazione concomitante di perfenazina e fenitoina.

Gli antipsicotici possono provocare un aumento o una diminuzione dei livelli sierici di fenitoina.

I barbiturici possono ridurre i livelli plasmatici delle fenotiazine e le fenotiazine possono ridurre i livelli dei barbiturici.

I livelli plasmatici di propranololo (farmaco bloccante i recettori beta-adrenergici) e delle fenotiazine sono entrambi aumentati se i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente.

Gli antiacidi a base di sali di alluminio possono inibire l’assorbimento delle fenotiazine.

Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano il QT, il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta.

Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti.

Amitriptilina cloridrato

E’ stato riportato che la somministrazione concomitante di farmaci antidepressivi triciclici e degli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO) provoca reazioni simili ad un avvelenamento da atropina con conseguenti crisi iperpiretiche, convulsioni e morte. Questi effetti si sono solitamente verificati a seguito di sovradosaggio o somministrazione parenterale di entrambi i farmaci. A seguito della somministrazione per via orale dei due farmaci a dosaggio terapeutico sono stati riferiti iperpiressia non fatale, ipertensione, tachicardia, confusione e convulsioni.

La somministrazione concomitante di cimetidina e antidepressivi triciclici può aumentare le concentrazioni plasmatiche di questi ultimi. Gravi sintomi anticolinergici sono stati associati ad elevati livelli di antidepressivi triciclici nel siero. Quando il trattamento con tale componente è stato introdotto in pazienti che già assumevano cimetidina, si sono osservate concentrazioni sieriche stabili (steady-state) più elevate di quanto atteso. Diversamente, valori minori delle concentrazioni sieriche steady-state di antidepressivi triciclici sono stati riportati all’interruzione del trattamento con cimetidina. Può rendersi necessario un aggiustamento della dose.

L’uso concomitante di amitriptilina e anticolinergici o amine simpaticomimetiche, tra cui epinefrina associata ad anestetici locali, può incrementare l’attività dell’amitriptilina o dell’amina simpaticomimetica. Occorre uno stretto monitoraggio del paziente e un attento aggiustamento del dosaggio. Gli accentuati effetti pressori e cardiaci dei simpaticomimetici possono essere fatali.

La combinazione con elevate dosi di etcorvinolo dovrebbe essere impiegata con cautela in quanto in pazienti sottoposti a trattamento con tale associazione di farmaci è stata riferita la comparsa di delirio transitorio.

Il trattamento concomitante con amitriptilina ed elettroshock-terapia può aumentare i pericoli di tale trattamento che deve essere limitato ai soli pazienti per i quali sia assolutamente indispensabile.

La combinazione di amitriptilina e guanetidina può antagonizzare l’effetto antipertensivo della guanetidina. I farmaci triciclici bloccano l’uptake dei neuroni adrenergici della guanetidina e dei composti con effetto simile. Sarà necessario un aggiustamento della dose della guanetidina o del farmaco triciclico. Non è raccomandata la somministrazione concomitante di Mutabon compresse e guanetidina o composti con effetto simile. Ove possibile, viene richiesto un controllo dell’ipertensione prima di iniziare il trattamento con farmaci antidepressivi ed è necessario verificare settimanalmente la pressione sanguigna nel corso del primo mese di tale trattamento.

L’impiego concomitante di amitriptilina, anticolinergici o antistaminici può potenziarne gli effetti anticolinergici. L’aumentata attività anticolinergica può causare ileo paralitico o offuscamento della vista e può influire sulla pressione endoculare dei pazienti con glaucoma.

L’uso concomitante di amitriptilina e agenti con azione depressiva sul Sistema Nervoso Centrale (SNC), quali alcool, barbiturici, sedativi o analgesici oppiacei, può potenziare gli effetti depressori sul SNC, tra cui la depressione respiratoria.

L’assunzione concomitante di amitriptilina e diazepam risulta in un aumento dell’emivita e dei livelli plasmatici costanti dell’amitriptilina. Questa interazione varia in modo molto importante tra i vari soggetti.

L’uso concomitante di amitriptilina e reserpina può antagonizzare gli effetti della reserpina.

L’uso concomitante di amitriptilina ed anticonvulsivanti può ridurre il controllo effettivo delle convulsioni nei pazienti epilettici.

Sembra che gli agenti triciclici possano agire da deboli induttori del metabolismo del farmaco.

Gli effetti anticolinergici degli antidepressivi triciclici possono rallentare la motilità gastrointestinale in modo tale da interferire con l’assorbimento di vari altri farmaci. Inoltre, il ritardato transito dallo stomaco può risultare nella inattivazione di farmaci quali levodopa e fenilbutazone.

INTERAZIONI TRA FARMACO E TEST DI LABORATORIO: I metaboliti urinari delle fenotiazine possono rendere le urine scure, dando risultati falso-positivi per urobilinogeno, amilasi, uroporfirine, porfobilinogeni e acido 5-idrossi-indolacetico.

I pazienti che ricevono dosi terapeutiche di fenotiazine possono presentare alterazioni elettrocardiografiche, come un allungamento dell’intervallo QT accompagnato da un ampliamento, smussamento e da una incisione dell’onda T. A dosi più elevate si possono verificare un abbassamento e l’inversione dell’onda T.

La principale alterazione elettrocardiografica osservata con amitriptilina consiste nell’appiattimento o nell’inversione delle onde T. A seguito di sovradosaggio si osservano ampliamento del complesso QRS, prolungamento dell’intervallo QT, nonché segmenti ST e onde T anomali.

Gli antidepressivi triciclici possono abbassare la soglia convulsiva e produrre quadri elettroencefalografici anomali.

La perfenazina può aumentare i livelli di iodio legati alle proteine plasmatiche senza causare tirotossicosi clinica.

Poiché le fenotiazine possono causare una diminuzione della secrezione adrenocorticoide come conseguenza di un diminuito rilascio di corticotropina, la perfenazina può interferire con il test al metirapone di funzionalità ipotalamo-ipofisaria.

Nelle pazienti in trattamento con fenotiazine il test di gravidanza effettuato sulle urine può fornire risultati sia falsi positivi che falsi negativi.


Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Mutabon mite 2 mg + 10 mg compresse rivestite con film: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Durante la terapia con Mutabon Mite, i soggetti addetti a macchinari o alla guida di veicoli devono usare prudenza, poichè il prodotto può indurre variazioni del tempo di reazione.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco