Oncaspar: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Oncaspar (Pegaspargasi): sicurezza e modo d’azione

Oncaspar (Pegaspargasi) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Oncaspar è indicato come componente di una terapia di associazione antineoplastica per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta (acute lymphoblastic leukaemia, ALL) nei pazienti pediatrici dalla nascita a 18 anni e negli adulti.

Oncaspar: come funziona?

Ma come funziona Oncaspar? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Oncaspar

Categoria farmacoterapeutica: agenti antineoplastici e immunomodulatori, altri agenti antineoplastici, codice ATC: L01XX24

Meccanismo d’azione

Il meccanismo d’azione della L-asparaginasi è la scissione enzimatica dell’amminoacido L-asparagina in acido aspartico e ammoniaca. La deplezione di L-asparagina nel sangue determina l’inibizione della sintesi proteica e della sintesi del DNA e dell’RNA, soprattutto nei blasti leucemici che non sono in grado di sintetizzare la L-asparagina e dunque subiscono l’apoptosi.

Le cellule normali sono invece in grado di sintetizzare la L-asparagina e quindi risentono in misura minore della sua rapida deplezione durante il trattamento con l’enzima L-asparaginasi. La pegilazione non modifica le proprietà enzimatiche della L-asparaginasi ma incide sulla farmacocinetica e l’immunogenicità dell’enzima.

Effetti farmacodinamici

. Nello StudioCCG-1962, l’effetto farmacodinamico di Oncaspar è stato valutato attraverso misurazioni seriali dell’asparagina nel siero (n=57) e nel LCS (n=50) di pazienti pediatrici con ALL di nuova diagnosi a rischio standard trattati con tre dosi intramuscolari di Oncaspar (2.500 unità/m2 SC), una durante la fase di induzione e due durante le due fasi di intensificazione ritardata del trattamento. Una riduzione della concentrazione di asparagina nel siero è risultata evidente entro il 4° giorno dopo

la prima dose di induzione e ha raggiunto un nadir apparente entro il 10° giorno successivo alla dose. Concentrazioni di asparagina nel siero di circa 1 µM si sono mantenute per circa 3 settimane. La concentrazione di asparagina è scesa a <3 µM con un’attività dell’asparaginasi >0,1 U/ml.

L’asparagina 2,3 µM nel LCS prima del trattamento si è ridottaa 1,1 µM al Giorno 7 e a 0,6 µM al Giorno 28 dell’induzione (vedere Effìcacìa e sìcurezza clìnìca).

2.500 U/m2 SC durante le fasi di induzione e consolidamento. Le concentrazioni plasmatiche di L- asparagina si sono ridotte al di sotto del limite di quantificazione del saggio entro 24 ore dall’induzione e dalla prima dose di consolidamento di Oncaspar e la riduzione si è protratta per due settimane circa. Le concentrazioni di asparagina nel LCS si sono ridotte entro il 4° giorno dopo la prima dose di induzione e sono rimaste ampiamente non rilevabili dal 18° giorno successivo alla somministrazione.

Efficacia e sicurezza clinica

L’efficacia di Oncaspar nella ALL in pazienti con malattia recidivata o refrattaria, con anamnesi positiva per una precedente reazione allergica clinica alla L-asparaginasi nativa da E. coli, si è basata su un aggregato di 94 pazienti tratti da sei studi in aperto [ASP-001, ASP-201A, ASP-302, ASP-304, ASP-400 e ASP-001C/003C].

Prima linea (pazienti con ALL non ipersensibili alla L-asparaginasi nativa da E. coli)

La sicurezza e l’efficacia di Oncaspar sono state valutate in uno studio in aperto, multicentrico, randomizzato, controllato con farmaco attivo (Studio CCG-1962). In questo studio, 118 pazienti pediatrici di età compresa tra 1 e 9 anni con ALL a rischio standard non trattati in precedenza sono stati randomizzati 1:1 al trattamento con Oncaspar o con L-asparaginasi nativa da E. coli nell’ambito di una terapia di associazione. Oncaspar è stato somministrato per via intramuscolare alla dose di

2.500 unità/m2 SC al Giorno 3 della fase di Induzione di 4 settimane e al Giorno 3 di ognuna delle due fasi di Intensificazione ritardata della durata di 8 settimane. La L-asparaginasi nativa da E. coli è stata somministrata per via intramuscolare alla dose di 6.000 unità/m2 SC tre volte alla settimana per un totale di 9 volte durante l’induzione e per un totale di 6 volte durante ognuna delle fasi di intensificazione ritardata.

La determinazione primaria dell’efficacia si è basata sulla dimostrazione di una deplezione simile dell’asparagina (in termini di entità e durata) nei due bracci di Oncaspar e di L-asparaginasi nativa da

E. coli. L’obiettivo specificato nel protocollo era il raggiungimento della deplezione dell’asparagina fino a una concentrazione sierica ?1 ?M. La percentuale di pazienti con questo livello di deplezione è risultata simile nei 2 bracci dello studio durante tutte le 3 fasi di trattamento nei punti temporali specificati nel protocollo.

In tutte le fasi di trattamento, le concentrazioni sieriche di asparagina si sono ridotte entro 4 giorni dalla prima dose di asparaginasi nella fase di trattamento e sono rimaste basse per circa 3 settimane in entrambi i bracci di Oncaspar e della L-asparaginasi nativa da E. coli. La Figura 1 mostra le concentrazioni sieriche di asparagina durante la fase di induzione. Gli andamenti della deplezione sierica dell’asparagina nelle 2 fasi di intensificazione ritardata sono simili all’andamento della deplezione sierica dell’asparagina nella fase di induzione.

Figura 1: Asparagina sierica media (? errore standard) durante la fase di induzione dello Studio CCG-1962

L-asparaginasi nativa di E. coli

Oncaspar®

100,0

Asparagina (µM)

10,0

1,0

0,1

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30

Giorni dopo la prima dose di L-asparaginasi

Nota: Oncaspar (2.500 unità/m2 SC per via intramuscolare) è stato somministrato al Giorno 3 della fase di induzione di 4 settimane. L-asparaginasi nativa da E. coli (6.000 unità/m2 SC per via intramuscolare) è stata somministrata 3 volte alla settimana per 9 volte durante l’induzione.

Le concentrazioni di asparagina nel liquido cerebro spinale (LCS) sono state determinate in

50 pazienti durante la fase di induzione. L’asparagina nel LCS si è ridotta da una concentrazione media pre-trattamento di 3,1 µM a 1,7 µM al Giorno 4 ? 1 e a 1,5 µM 25 ? 1 giorni dopo la somministrazione di Oncaspar. Questi risultati sono simili a quelli osservati nel braccio di trattamento con L-asparaginasi nativa da E. coli.

La Tabella 2 riassume la sopravvivenza libera da eventi (Event-Free Survival, EFS) per i bracci di Oncaspar e della L-asparaginasi nativa da E. coli; lo Studio CCG-1962 non era stato disegnato per valutare le differenze nei tassi di EFS.

Tabella 2: Tasso di sopravvivenza libera da eventi a 3, 5 e 7 anni (Studio CCG-1962)

Oncaspar L-asparaginasi nativa da E.
coli
Tasso di EFS a 3 anni, % (IC al 95%) 83
(73, 93)
79
(68, 90)
Tasso di EFS a 5 anni, %
(IC al 95%)
78
(67, 88)
73
(61, 85)
Tasso di EFS a 7 anni, % (IC al 95%) 75
(63, 87)
66
(52, 80)

IC= Intervallo di Confidenza

Nello Studio CCG-1962 le reazioni indesiderate più comuni sono state le infezioni, incluse due infezioni potenzialmente fatali (1 paziente in ciascun braccio). In generale, l’incidenza e la tipologia delle reazioni avverse di Grado 3 e 4 sono state simili nei due gruppi di trattamento. Due pazienti nel braccio di Oncaspar hanno avuto reazioni allergiche durante l’intensificazione ritardata (reazione allergica di Grado 1 e orticaria di Grado 3).

166 pazienti, 54 dei quali randomizzati al trattamento con 2.500 U/m2 SC di Oncaspar e

111 randomizzati al trattamento con il prodotto sperimentale a base di asparaginasi pegilata. Oncaspar è stato somministrato per via endovenosa alla dose di 2.500 unità/m2 SC durante le fasi di induzione, consolidamento, intensificazione ritardata e mantenimento ad interim in pazienti con ALL ad alto rischio che assumevano una terapia Berlin-Frankfurt-Münster aumentata. La percentuale di pazienti nel braccio di trattamento con Oncaspar con stato negativo rispetto alla malattia minima residua (MMR) valutabile (<0,1% di cellule leucemiche nel midollo osseo) al Giorno 29 dell’induzione è stata dell’80% (40/50). A 4 anni, i tassi di EFS e sopravvivenza globale (overall survival, OS) per il braccio di trattamento con Oncaspar erano rispettivamente 81,8% [IC al 95% 62,9-91,7%] e 90,4% [IC al 95% 78,5-95,9%]. Complessivamente, nel gruppo che assumeva Oncaspar, il tasso dell’ipersensibilità di qualunque grado è stato pari al 5,8%, delle reazioni anafilattiche al 19,2% e della pancreatite al 7,7%. Il tasso della neutropenia febbrile di Grado 3 o superiore è stato pari al 15,4%.

Lo studio DFCI 11-001, condotto dal Dana-Farber Cancer Institute (DFCI), è uno studio in corso multicentrico, randomizzato, controllato con principio attivo, su un prodotto sperimentale pegilato endovenoso a base di asparaginasi vs Oncaspar, in bambini e adolescenti di età compresa tra 1 e

<22 anni con ALL di nuova diagnosi trattati con il sostegno terapeutico di un consorzio ALL del DFCI. Complessivamente sono stati randomizzati 239 pazienti, 237 dei quali sono stati trattati con il farmaco dello studio (146 maschi e 91 femmine), di questi, 119 pazienti (115 con diagnosi di ALL) sono stati trattati con Oncaspar 2.500 U/m2. Il trattamento è stato somministrato durante l’induzione (Giorno 7) e quindi ogni 2 settimane per un totale di 30 settimane di terapia post-induzione. La randomizzazione dei pazienti è stata stratificata sulla base del gruppo di rischio (rischio standard/elevato/molto elevato), includendo la ALL sia a cellule B sia a cellule T. La percentuale dei pazienti nel braccio con Oncaspar con basso MMR valutabile alla fine dell’induzione (<0,001 malattia rilevabile) al Giorno 32 era l’87,9% (80/91). In questo studio la EFS a un anno era 98,0 [IC al 95%: 92,3, 99,5]; la OS a un anno era 100 [IC al 95%: 100, 100].

Studi clinici nel trattamento di pazienti con ALL ipersensibili a L-asparaginasi nativa da E. coli

Sei studi in aperto hanno valutato Oncaspar in malattie ematologiche recidivate/refrattarie. In questi studi in totale 94 pazienti con diagnosi di ALL e anamnesi positiva per una precedente reazione allergica clinica alla L-asparaginasi nativa da E. coli sono stati esposti a Oncaspar. Un paziente ha assunto dosi di Oncaspar da 250 e 500 unità/m2 SC per via endovenosa. Gli altri pazienti sono stati trattati con 2.000 o 2.500 U/m2 SC somministrate per via intramuscolare o endovenosa. I pazienti hanno assunto Oncaspar come singolo agente o in associazione a una polichemioterapia.

Complessivamente, nei cinque studi analizzati basati su 65 pazienti con ALL esposti a Oncaspar, utilizzando la migliore risposta terapeutica ottenuta durante l’intero studio è stata osservata remissione completa in 30 pazienti (46%), remissione parziale in 7 pazienti (11%) e un miglioramento ematologico in 1 paziente (2%). Nell’altro studio, con 29 pazienti con ALL ipersensibili esposti a Oncaspar, 11 pazienti sono stati valutati ai fini della risposta durante l’induzione. Di questi, 3 pazienti (27%) hanno ottenuto la remissione completa, 1 paziente (9%) ha riportato una remissione parziale,

1 paziente (9%) un miglioramento ematologico e 2 pazienti (18%) hanno ottenuto l’efficacia terapeutica. L’efficacia terapeutica è stata definita come un miglioramento clinico che non soddisfaceva i criteri per gli altri esiti vantaggiosi. Durante la fase di mantenimento sono stati valutati 19 pazienti, 17 dei quali (89%) hanno ottenuto la remissione completa mentre 1 paziente (5%) ha ottenuto l’efficacia terapeutica.


Oncaspar: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Oncaspar, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Oncaspar

).

Nello Studio CCG-1962, l’attività media dell’asparaginasi ha raggiunto un valore di picco di 1 U/ml al Giorno 5 dopo l’iniezione. L’emivita media dopo l’assorbimento dalla sede dell’iniezione è stata di

1,7 giorni e l’emivita di eliminazione di 5.5 giorni. Il volume di distribuzione allo stato stazionario e la clearance sono stati stimati rispettivamente in 1,86 l/m2 e 0,169 l/m2.

e AUC di Oncaspar sono risultati tendenzialmente più bassi nei maschi, nei soggetti con IMC più elevato e nei soggetti con più di 10 anni. Durante l’induzione, dopo una singola dose e.v. di Oncaspar da 2.500 U/m2, l’attività dell’asparaginasi si è mantenuta ?0,1 U/ml fino a 18 giorni dopo la dose nel 95,3% dei soggetti.

Parametri di farmacocinetica Media aritmetica (DS)
Cmax (mU/ml)* 1638 (459,1)
Tmax (ora)* 1,25 (1,08, 5,33)†
AUC0-t (mU?giorno/ml)* 14810 (3555)
AUC0?? (mU?giorno/ml)? 16570 (4810)
t1/2 (giorno)? 5,33 (2,33)
CL (l/giorno)? 0,2152 (0,1214)
Vss (l)? 1,95 (1,13)

* N=47 soggetti valutabili.

† Mediana (10°-90° percentile).

? N= 46 soggetti valutabili.

Nello studio DFCI 11-001, le valutazioni dell’attività dell’asparaginasi sono state effettuate dopo una singola dose e.v. di Oncaspar da 2.500 U/m2 SC durante l’induzione e ogni due settimane durante la fase post-induzione (vedere paragrafo 5.1). Durante l’induzione, l’attività plasmatica dell’asparaginasi è rimasta ?0,1 U/ml nel 93,5% dei soggetti 18 giorni dopo la somministrazione. Durante la fase post- induzione, un nadir (livello di valle) dell’attività dell’asparaginasi al di sopra di 0,4 U/ml è stato mantenuto nel 100% dei soggetti dalla Settimana 7 fino alla Settimana 25. Questi risultati indicano che quando si somministrano 2.500 U/m2 SC di Oncaspar come dose singola e come dosi ripetute ogni due settimane, un’attività dell’asparaginasi clinicamente rilevante viene mantenuta per l’intero intervallo tra le somministrazioni (due settimane).

A pazienti con ALL di nuova diagnosi è stata somministrata una singola iniezione i.m. di Oncaspar (2.500 U/m² SC) o di asparaginasi nativa da E. coli (25.000 U/m² SC) o da Erwinia (25.000 U/m² SC). L’emivita di eliminazione plasmatica di Oncaspar è risultata più prolungata (5,7 giorni, differenza statisticamente significativa) rispetto alle emivite di eliminazione plasmatica delle asparaginasi native da E. coli (1,3 giorni) e da Erwinia (0,65 giorni). La morte cellulare immediata delle cellule leucemiche in vivo, misurata attraverso la fluorescenza della rodamina, è stata identica per tutte e tre le preparazioni di L-asparaginasi.

Pazienti affetti da ALL con diverse recidive sono stati trattati con Oncaspar o con asparaginasi nativa da E. coli nell’ambito di una terapia di induzione. Oncaspar è stato somministrato alla dose di

2.500 U/m² SC i.m. nei giorni 1 e 15 dell’induzione. L’emivita plasmatica media di Oncaspar è stata di 8 giorni nei pazienti non ipersensibili (AUC 10,35 U/ml/die) e di 2,7 giorni nei pazienti ipersensibili (AUC 3,52 U/ml/die).

Popolazioni specifiche

L’impatto dell’insufficienza epatica e renale sulla farmacocinetica di Oncaspar non è stato valutato. Trattandosi di una proteina a elevato peso molecolare, pegaspargasi non viene escreta per via renale e non si prevedono modificazioni della farmacocinetica di Oncaspar nei pazienti con compromissione renale.

Dal momento che gli enzimi proteolitici responsabili del metabolismo di Oncaspar sono distribuiti nei tessuti in modo ubiquitario, non è noto il ruolo esatto del fegato: in ogni caso non si prevede che un’eventuale riduzione della funzione epatica presenti problemi di rilevanza clinica nell’uso di Oncaspar.

Non vi sono dati disponibili per i pazienti anziani.


Oncaspar: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Oncaspar agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Oncaspar è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Oncaspar: dati sulla sicurezza

La comparabilità preclinica farmacocinetica/farmacodinamica tra le due forme farmaceutiche di Oncaspar, soluzione iniettabile/per infusione e polvere per soluzione, è stata dimostrata nel cane dopo dosi singole e ripetute (500 U/kg), per via endovenosa. Gli studi riferiti qui sotto sono stati effettuati con la formulazione soluzione iniettabile/per infusione.

Tossicità acuta

Solo dosi molto elevate di pegaspargasi somministrate nei topi per via intraperitoneale in dose singola (25.000 – 100.000 U/kg di peso corporeo) hanno provocato la morte del 14% dei topi trattati. Con gli stessi dosaggi è stata osservata una lieve epatotossicità. Le reazioni avverse sono state calo ponderale, piloerezione e riduzione dell’attività. La riduzione del peso della milza potrebbe essere un segno di un potenziale effetto immunosoppressivo del trattamento.

Somministrato per via endovenosa in dose singola fino a 500 U/kg di peso corporeo, pegaspargasi è stato ben tollerato nei ratti e nei cani.

Tossicità a dosi ripetute

Uno studio di 4 settimane nei ratti trattati con una dose di pegaspargasi di 400 U/kg/die per via intraperitoneale ha determinato un calo dell’ingestione di cibo e del peso corporeo rispetto al gruppo di controllo.

Uno studio a 3 mesi nei topi con pegaspargasi a dosi fino a 500 U/kg per via intraperitoneale o intramuscolare ha determinato lievi modificazioni epatocellulari solo al dosaggio intraperitoneale più elevato.

Nei cani trattati con pegaspargasi alla dose di 1.200 U/kg alla settimana per 2 settimane sono state osservate una soppressione temporanea dell’incremento del peso corporeo e una riduzione temporanea della conta leucocitaria totale. In uno dei quattro cani si è verificato anche un aumento dell’attività della transaminasi glutammico-piruvica sierica.

Immunogenicità

In uno studio di 12 settimane sui topi, nel quale pegaspargasi è stata somministrata una volta alla settimana alla dose di 10,5 U/topo per via intramuscolare o intraperitoneale, non è stata rilevata alcuna risposta immunogenica.

Tossicità riproduttiva

Non sono stati effettuati studi sulla tossicità riproduttiva con pegaspargasi.

Studi di embriotossicità con L-asparaginasi hanno evidenziato un potenziale teratogeno nei ratti trattati dal giorno 6 al giorno 15 di gestazione con una dose senza effetto osservato (No Observed Effect Level, NOEL) per gli effetti teratogeni di 300 U/kg per via endovenosa. Nei conigli, dosi di 50

o 100 U/kg per via endovenosa nei giorni 8 e 9 di gestazione hanno indotto lo sviluppo di feti vitali con malformazioni congenite: non è stato determinato alcun NOEL. Malformazioni multiple ed effetti

embrioletali sono stati osservati con dosi comprese nell’intervallo terapeutico. Non sono state condotte indagini circa l’effetto sulla fertilità e sullo sviluppo peri- e post-natale.

Carcinogenicità, mutagenicità, fertilità

Con pegaspargasi non sono state effettuate indagini a lungo temine sulla carcinogenicità né studi dell’effetto sulla fertilità negli animali.

Pegaspargasi non ha mostrato effetti mutagenici al test di Ames su ceppi di Salmonella typhimurium.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Oncaspar: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Oncaspar

Oncaspar: interazioni

La diminuzione delle proteine sieriche causata da pegaspargasi può aumentare la tossicità di altri medicinali legati alle proteine.

Inoltre, inibendo la sintesi proteica e la divisione cellulare, pegaspargasi può disturbare il meccanismo d’azione di altre sostanze che richiedono la divisione cellulare per esercitare il loro effetto, come per esempio il metotrexato.

Metotrexato e citarabina possono interagire in modi differenti con Oncaspar: la loro precedente somministrazione può incrementare in modo sinergico l’azione di pegaspargasi. Se queste sostanze vengono somministrate successivamente, l’effetto di pegaspargasi può essere indebolito per antagonismo.

Pegaspargasi può interferire con il metabolismo e la clearance di altri medicinali, sulla base dei suoi effetti sulla sintesi delle proteine e sulla funzione epatica, nonché in caso di uso associato con altri chemioterapici noti per interagire con gli enzimi CYP.

L’uso di Oncaspar può indurre fluttuazione nei fattori della coagulazione. Ciò può favorire la tendenza al sanguinamento e/o alla trombosi. È necessario quindi procedere con cautela quando si somministrano in concomitanza anticoagulanti come cumarina, eparina, dipiridamolo, acido acetilsalicilico o antinfiammatori non steroidei, o quando si somministra in concomitanza un regime chemioterapico che includa metotrexato, daunorubicina, corticosteroidi.

Quando si somministrano contemporaneamente glucocorticoidi (ad es., prednisone) e pegaspargasi, le alterazioni dei parametri della coagulazione (ad es., riduzione del fibrinogeno e deficit di ATIII) possono essere più pronunciate.

Il trattamento immediatamente precedente o simultaneo con vincristina può incrementare la tossicità di pegaspargasi. La somministrazione di Oncaspar prima di vincristina può aumentare la neurotossicità di vincristina. Pertanto, vincristina deve essere somministrata almeno 12 ore prima della somministrazione di Oncaspar al fine di minimizzare la tossicità.

A causa dell’epatotossicità di pegaspargasi che può alterare la clearance epatica dei contraccettivi orali, non si può escludere un’interazione indiretta tra pegaspargasi e contraccettivi orali. Pertanto, si sconsiglia l’uso concomitante di Oncaspar con contraccettivi orali. Nelle donne potenzialmente fertili si deve utilizzare un metodo alternativo alla contraccezione orale (vedere paragrafì 4.4 e 4.6).

La vaccinazione concomitante con vaccini vivi può aumentare il rischio di infezioni gravi da attribuire all’attività immunosoppressiva di pegaspargasi, alla presenza della malattia di base e alla chemioterapia di associazione (vedere paragrafo 4.4). Di conseguenza, la vaccinazione con vaccini vivi deve essere somministrata non prima di 3 mesi dopo la conclusione dell’intero trattamento antileucemico.


Oncaspar: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Oncaspar: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Oncaspar compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. In pazienti trattati con Oncaspar e altri medicinali chemioterapici sono state segnalate le seguenti reazioni avverse: sonnolenza, confusione, capogiro, sincope, convulsione.

Si deve consigliare ai pazienti di non guidare né usare macchinari durante il trattamento con Oncaspar in presenza di queste o altre reazioni avverse che possano compromettere la loro capacità di guidare o di usare macchinari (vedere paragrafo 4.4).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco