Orthoclone: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Orthoclone okt3 (Muromonab Cd3): sicurezza e modo d’azione

Orthoclone okt3 (Muromonab Cd3) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

ORTHOCLONE OKT3 è indicato per il trattamento del rigetto acuto di allotrapianto resistente agli steroidi in pazienti sottoposti a trapianto renale, epatico e cardiaco.

Orthoclone okt3: come funziona?

Ma come funziona Orthoclone okt3? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Orthoclone okt3

Proprietà farmacodinamiche

Categoria Farmacoterapeutica

Agente immunosoppressivo – ATC L04AA02

ORTHOCLONE OKT3 (muromonab-CD3) è un anticorpo monoclonale murino diretto contro l’antigene CD3 dei linfociti T umani.

L’anticorpo è una immunoglobulina IgG2a, purificata biochimicamente, formata da una catena pesante di circa 50.000 daltons e da una catena leggera di circa 25.000 daltons.

Essendo una preparazione di anticorpo monoclonale, ORTHOCLONE OKT3 è un prodotto omogeneo, riproducibile con consistente e misurabile reattività ai linfociti T umani.

ORTHOCLONE OKT3 inverte il processo di rigetto, bloccando molto probabilmente la funzione di tutti i linfociti T che giocano un ruolo principale nel rigetto acuto. ORTHOCLONE OKT3 reagisce e blocca la funzione di una molecola di 20.000 daltons (CD3) presente sulla membrana dei linfociti T, che è stata associata in vitro con la struttura di riconoscimento dell’antigene dei linfociti T e che è essenziale per la trasduzione del segnale. Il legame di ORTHOCLONE OKT3 con i linfociti T si risolve inizialmente in una attivazione delle cellule T, che porta ad un rilascio di citochine, seguita da un blocco delle funzioni delle cellule T.

La funzione delle cellule T ritorna di solito normale entro una settimana dal termine della terapia con ORTHOCLONE OKT3.

In vivo ORTHOCLONE OKT3 reagisce con la maggior parte dei linfociti T del sangue periferico e dei tessuti, ma non risulta che reagisca con altri elementi emopoietici o altri tessuti.

In tutti i pazienti studiati, pochi minuti dopo la somministrazione di ORTHOCLONE OKT3 è stata osservata una rapida e concomitante diminuzione del numero dei linfociti T circolanti CD2 positivi, CD3 positivi, CD4 positivi e CD8 positivi.

Questa riduzione nel numero di cellule T CD3 positive deriva da una specifica interazione tra ORTHOCLONE OKT3 e l’antigene CD3 presente sulla superficie di tutti i linfociti T.

L’attivazione delle cellule T determina il rilascio di numerose citochine/linfochine che si ritiene siano responsabili di molte delle manifestazioni cliniche acute osservate dopo somministrazione di ORTHOCLONE OKT3.

Fra i giorni 2 e 7 è stato osservato un numero crescente di linfociti CD4 e CD8 positivi circolanti, mentre linfociti CD3 positivi non erano più rilevabili. Non è stato riscontrato che la presenza di questi linfociti CD4 e CD8 positivi abbia influenzato la reversione del rigetto. Dopo il termine della terapia con ORTHOCLONE OKT3 i linfociti CD3 positivi riappaiono rapidamente e raggiungono entro una settimana i livelli pre-trattamento. Tuttavia, in alcuni pazienti è stato osservato un numero crescente di linfociti CD3 positivi prima della fine del trattamento con ORTHOCLONE OKT3. Questa ricomparsa di linfociti CD3 positivi è stata attribuita allo sviluppo di anticorpi anti ORTHOCLONE OKT3, i quali, a loro volta, bloccano la sua abilità nel legare l’antigene CD3 ai linfociti T.

Durante gli studi clinici iniziali nel corso della terapia con ORTHOCLONE OKT3 e basse dosi di prednisone ed azatioprina, sono stati osservati anticorpi anti ORTHOCLONE OKT3 con incidenza del 21% per IgM, 86% per IgG e 29% per IgE. Il tempo medio di comparsa degli anticorpi IgG era di 20 ± 2 giorni (media ± DS). Anticorpi precoci IgG sono comparsi verso la fine della seconda settimana di trattamento nel 3% dei pazienti.

L’esperienza clinica ha mostrato che la dose, la durata ed il tipo di farmaci immunosoppressori usati in associazione con ORTHOCLONE OKT3 possono influire sia sull’incidenza che sull’entità della risposta anticorpale dell’ospite. Inoltre, agenti immunosoppressori usati in concomitanza con ORTHOCLONE OKT3 (es. steroidi, azatioprina, prednisone o ciclosporina) hanno alterato il periodo di tempo di sviluppo dell’anticorpo antimurino e la specificità degli anticorpi formati (es. idiotipici, isotipici, allotipici)

(Vedere paragrafi 4.4 e 4.8 Risposta agli anticorpi umani antimurini HAMA).

In seguito alla somministrazione di ORTHOCLONE OKT3 in vivo si sono osservati leucociti nel liquido cerebrospinale e peritoneale. Il meccanismo di questo effetto non è completamente noto, ma potrebbe essere correlato al rilascio di citochine che alterano la permeabilità delle membrane.


Orthoclone okt3: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Orthoclone okt3, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Orthoclone okt3

I livelli sierici di ORTHOCLONE OKT3 sono misurabili con il metodo ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay). Durante gli studi clinici iniziali con trattamento di 5 mg al giomo per 14 giorni, i livelli sierici medi del farmaco aumentarono durante i primi 3 giorni e quindi restarono a livelli medi di 900 ng/ml dal giomo 3° al 14°.

Studi clinici successivi hanno dimostrato che livelli sierici circolanti 800 ng/ml di ORTHOCLONE OKT3 bloccano la funzione dei linfociti T citotossici in vitro e in vivo. In pazienti trattati una seconda volta con ORTHOCLONE OKT3 (con e senza anticorpi antimurini) i livelli sierici di OKT3 sono aumentati molto più lentamente che durante il trattamento iniziale e non hanno superato gli 800 ng/ml fino al 7° giomo del secondo ciclo di trattamento. Pazienti ritrattati con ORTHOCLONE OKT3 tendevano anche ad avere una eliminazione più lenta di cellule CD3 positive dalla circolazione periferica.


Orthoclone okt3: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Orthoclone okt3 agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Orthoclone okt3 è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Orthoclone okt3: dati sulla sicurezza

Non sono stati condotti con ORTHOCLONE OKT3 studi di tossicità riproduttiva nell’animale.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Orthoclone okt3: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Orthoclone okt3

Orthoclone okt3: interazioni

L’uso concomitante di farmaci (azatioprina, corticosteroidi, ciclosporina) può aver contribuito all’instaurarsi degli eventi neuropsichiatrici, infettivi, nefrotossici, trombotici e/o neoplastici riportati in pazienti trattati con ORTHOCLONE OKT3.

Inoltre, l’uso di indometacina in alcuni pazienti che avevano contemporaneamente ricevuto ORTHOCLONE OKT3 può aver contribuito all’insorgere di alcune reazioni avverse di tipo encefalopatico o a carico del SNC (vedere paragrafo 4.8).


Orthoclone okt3: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Orthoclone okt3: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco